Lo scrittore Albert Camus non è morto nell'incidente del 4 gennaio 1960. Un suo grande amico, il genetista Jacques Monod, va a trovarlo in ospedale. Stanno scrivendo un libro insieme. Leggono le bozze, ricordano le avventure durante la Resistenza a Parigi. Nel segno del disincanto, prende forma una visione del mondo. La scienza ha svelato la finitudine di tutte le cose: dell'Universo, della Terra, delle specie, di ognuno di noi. Come trovare un senso all'esistenza accettando la nostra finitezza? Camus e Monod passano in rassegna le possibilità laiche di sfidare la morte. L'investigazione diventa un giallo filosofico. Forse la finitudine non implica nichilismo, ma al contrario solidarietà, rivolta, una vita piena. In un gioco raffinato di fatti e finzioni, "Finitudine" è la storia della vera amicizia tra due Premi Nobel, un dialogo avvincente, un libro dentro un libro.
Il XXI secolo si sta rivelando marcato dall'aumento delle disuguaglianze sociali, da guerre di ogni genere, dalle conseguenze devastanti del cambiamento climatico, nonché dall'ascesa di partiti conservatori e reazionari, i quali a loro volta stanno intensificando tali fenomeni: questo è il volto tangibile dell'Antropocene, qui inteso come l'aumento dell'entropia termodinamica, biologica e dell'informazione causato dalle attività umane. È in tale contesto di urgenza che nasce il Collettivo Internation, guidato dal grande filosofo francese Bernard Stiegler, che in questo libro analizza i concetti di entropia e località. Abbandonata spesso nel ripostiglio dei principi politici, la località - da non confondersi con il localismo delle retoriche sovraniste - oggi può essere la chiave per ripensare la ricerca e il sapere, la collettività, la tecnologia e la politica, in direzione ostinata e contraria rispetto al processo che ha condotto all'Antropocene.
I “giardini di Adone” erano vasi in cui si facevano crescere piante a rapida fioritura per la festa del giovane amato da Afrodite. Adone era stato ucciso da un cinghiale istigato da Marte (ma forse il cinghiale era Marte…), l’amante “storico” della dea. Dal pianto della dea era nato il fiore dell’anemone. Socrate adopera i giardini di Adone come metafora della scrittura filosofica. Poiché la filo-sofia è, per definizione, una ricerca “aperta”, una ricerca incessante e inquieta, senza fine, nessun testo scritto può essere un punto fermo, un punto d’arrivo. La scrittura filosofica quindi non è che un gioco e chi si fermasse nella contemplazione dei propri risultati non sarebbe un filosofo ma, al più, un “professore” o un erudito. Però attenzione: perché, se la scrittura filosofica è un gioco, questo gioco, se praticato, deve essere preso seriamente: ogni improvvisazione, superficialità e sciatteria è improponibile; se si scrive, bisogna scrivere bene. Il tema affrontato da Platone nel Fedro è ancora d’attualità: anzi è più che mai d’attualità. Jean-Francois Lyotard ha scritto (ne La condizione post-moderna) che la nostra non è più l’epoca delle “grandi narrazioni” ma delle “piccole narrazioni” (che sono, per definizione, più attente alla scrittura). Jacques Derrida – sulla scia di Nietzsche e di Heidegger – ha concentrato l’attenzione sulla genesi dell’opera e sulla scrittura. Infine Richard Rorty ha distinto i “filosofi rivoluzionari” (quelli che hanno davvero qualcosa da dire) in sistematici ed edificanti. Questi ultimi si esprimono con una scrittura più frammentaria – spesso un commento o una “contro-scrittura”. Insomma, l’interesse per l’argomento “scrittura dei filosofi” (una volta trascurato dagli storici come ininfluente e irrilevante) sta diventando decisamente centrale nella riflessione post-moderna.
In questo libro si affronta il tema della scrittura filosofica: e se Malatrasi e Petrucci si immergono in profondità nel testi platonici, cogliendone l’andamento narrativo e rivelandone aspetti inediti, Ramploud esplora la differenza fra l’alfabeto cinese e quello greco (il primo “iconico” e “immanente”, il secondo “simbolico” e “trascendente”) e Moietta sottolinea l’importanza che ha avuto la lingua greca nella nascita e nello sviluppo della filosofia: “La Filosofia conosce… nella scrittura alfabetica la propria condizione trascendentale”. Rimane da ricordare il contributo di Casalboni che – partendo dal Fedro – ci conduce alla scoperta di un libro, I Neoplatonici, scritto nell’Ottocento e rimasto inedito per cento anni.
Nei giardini di Adone nasce da un lavoro di squadra. Cinque autori – gli stessi de Abecedario Filosofico (2019) – prendono spunto dal Fedro per osservarlo da diverse prospettive. Ne scaturisce l’attualità del Fedro (e di Platone) ma anche l’attualità dei vari interventi. “Ripensare” è pensare, cioè affrontare un tema perenne. Deve il filosofo scrivere oppure no?
GLI AUTORI
Alberto Casalboni ha insegnato Lettere. Laurea in Teologia, Laurea in Lettere Classiche, Laurea triennale in Culture e Diritti umani e Laurea Magistrale in Relazioni internazionali. Pubblicazioni: articoli su argomenti vari, in particolare sulla Divina Commedia.
Gian Luca Malatrasi, insegnante di Filosofia e storia. Laureatosi con una tesi su Heidegger, ha progressivamente spostato i suoi studi su questioni politiche ed economiche, con esplicite influenze di matrice foucaultiana e marxista. Autore di articoli e recensioni in ambito filosofico, ha al suo attivo anche pubblicazioni sul romanico.
Enzo Moietta ha insegnato Filosofia e Scienze della Comunicazione. I suoi interessi sono orientati verso il dibattito filosofico del Novecento, con particolare rilievo ai temi del linguaggio e della scrittura. Tra le sue pubblicazioni: Bilder von Jurge Tannen, Galerie Medici, Solothurn (CH), Giochi con carte truccate. La tautologia in Gregory Bateson (con A. Greppi), Antonio Pellicani Editore, Roma 1994; Un sonno senza sogno in Metamorfosi delle differenze, Aracne, Roma 2015.
Antonio Petrucci ha insegnato Filosofia, svolgendo anche un’intensa attività di giornalista, saggista, narratore. Ha collaborato a vari volumi collettivi fra i quali l’Abecedario filosofico (2019). Ha scritto un romanzo, Lottando con l’Angelo (2020), ispirato alla vita di Dostoevskij.
Alessandro Ramploud dopo la laurea in filosofia consegue un dottorato di Ricerca in Scienze Umanistiche. È attualmente docente ricercatore al dipartimento di matematica dell’Università di Pisa. La sua attività di ricerca è caratterizzata dall’interesse per la trasposizione culturale sulla quale ha pubblicato diversi contributi.
Le più significative utopie scritte in Italia tra Cinque e Seicento sono La Città del Sole di Tommaso Campanella e La città felice di Francesco Patrizi. La Città del Sole viene composta dal filosofo domenicano nel 1602 ispirandosi a Platone e a Tommaso Moro. La città è retta da un re-sacerdote e da tre magistrati (potenza, sapienza e amore); gli abitanti seguono una religione naturale, conducono un'esistenza organizzata secondo ragione, la proprietà privata è abolita e il principio fondamentale è la comunità dei beni. Mezzo secolo prima, nel 1551, il filosofo Francesco Patrizi aveva scritto La città felice, Richiamandosi alla Repubblica di Platone, ai principi religiosi e all'esempio concreto della Repubblica di Venezia, aveva disegnato il suo modello di Stato, offrendo una delle più pregevoli manifestazioni della tendenza razionalistica del Cinquecento.
Un classico della cultura giuridica che ha fatto dire a Norberto Bobbio: «Finalmente esiste in Italia (dico in Italia, ma potrei dire sulla faccia della terra) una storia della filosofia del diritto, non angustamente scolastica, non puramente nozionistica e per di più completa». Il lettore vi troverà un panorama rapido, ma chiaramente delineato, della storia della filosofia del diritto occidentale; il ricercatore potrà farne il punto di partenza di una ricerca approfondita. Carla Faralli, allieva di Fassò, ha curato quest'edizione aggiornandola fino ai giorni nostri.
Questo libro offre una presentazione dell'etica concepita come ricerca teorica e tradizione filosofica. L'etica non ha mai goduto prima d'ora dell'attenzione e del rispetto che le sono riconosciuti nella conversazione globale. È costituita da un lessico e da argomentazioni specifiche, che sono l'esito dello sviluppo della cultura moderna e democratica e della lunga vicenda filosofica. La ricerca sperimentale ha offerto inoltre studi nuovi e fertili che integrano il sapere filosofico e la storia della cultura. Il volume si apre con l'esame della condizione attuale della morale, all'apogeo della sua reputazione e stretta tuttavia tra moralismo e pulsioni autoritarie. Tratta quindi in dettaglio le nozioni principali, i modelli di critica filosofica, le teorie morali normative. Espone alcuni importanti risultati della ricerca sperimentale in psicologia e discute gli studi sulle origini evoluzionistiche della morale. I capitoli conclusivi mettono a fuoco le questioni della vita, che sono al centro della bioetica e dell'etica animale e ambientale, e affrontano i nuovi problemi sollevati dalle tecnologie digitali e dall'intelligenza artificiale. La ricerca etica è un campo pluralistico e compatto, in cui l'argomentazione razionale e l'osservazione empirica sono alleate delle discipline umanistiche e della storia della cultura nell'analisi dei problemi, nella proposta di diagnosi critiche e nella delineazione di soluzioni normative
DESCRIZIONE
Presentiamo il secondo volume della collana «In Filosofia», nella quale vengono raccolti alcuni studi filosofici del professor Maurizio Malaguti, noto filosofo bolognese morto nel 2018.
AUTORE
MAURIZIO MALAGUTI (1942-2018) Distinto studioso delle scienze filosofiche, in particolare del contributo cristiano alla storia del pensiero, è stato docente di Filosofia della religione, Ermeneutica filosofica e Filosofia teoretica presso l’Università degli studi di Bologna. Al momento della morte era Presidente del Centro Studi Bonaventuriano di Bagnoregio.
Un libertino che ha giocato un ruolo fondamentale nell'evoluzione della cultura europea, un irriducibile ribelle per le sue idee politiche, filosofiche e religiose. Nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita, Luca Addante ribalta le interpretazioni dominanti sul filosofo, raccontando Tommaso Campanella attraverso le sue rappresentazioni e smascherando l'incredibile stratificazione di miti e di usi politici e apologetici della sua figura, che ne hanno stravolto le originarie fattezze.
Prendendo avvio dalla nozione di sistema e dall’esame di alcune particolari realtà – le immagini, le persone, le opere d’arte, i corpi virtuali – il volume indaga la categoria di relazione. In principio è la relazione e l’analisi dei corpi virtuali ne mostra bene l’originarietà. Ibridi ontologici, plessi di corpo e immagine, oggetto ed evento, interno ed esterno, artificiale e vivente, esistono solo nell’interazione. Come emerge in alcune operazioni artistiche che schiudono orizzonti di possibilità estetiche ed etiche.
ROBERTO DIODATO insegna Estetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore e alla Facoltà di Teologia di Lugano. Per Morcelliana ha pubblicato: La bellezza non salverà il mondo (ebook, 2020); Logos estetico (2012) e, con E. De Caro e G. Boffi, Percorsi di estetica. Arte, Bellezza, Immaginazione (2009).
Alla fine dell'Ottocento una profonda crisi culturale e sociale porta a mettere in discussione il Positivismo e la concezione razionale e unitaria dell'io. Molti pensatori denunciano un radicale spaesamento di fronte all'orrore della guerra e alla negazione dei principi di libertà e di uguaglianza messa in atto dai regimi totalitari. Martina Subacchi, in questo suo saggio molto originale, mostra come i filosofi dell'esistenzialismo - Kierkegaard, Heidegger, Jaspers, Marcel, Arendt e Lévinas - pur essendo interessati agli stessi temi, si muovano entro orizzonti conoscitivi ed esperienziali differenti. Alcuni sono aperti al Dio della tradizione cristiana. Altri cercano un Principio primo senza fare appello a una fede. Altri ancora circoscrivono la loro ricerca all'immanenza, spesso nichilistica. Il saggio presenta anche l'esistenzialismo letterario di Dostoevskij, Kafka, Sartre e Camus.
Molti dei testi che introducono alla filosofia hanno un carattere storico. In questo volume, invece, l'autore segue un percorso tematico, attraverso l'esame e la lettura di diversi nodi concettuali (l'essere e la libertà, il male e la giustizia, la coscienza e la verità) che hanno accompagnato il pensiero dell'uomo attraverso i secoli. Il concetto, in filosofia, è una rappresentazione razionale di una realtà complessa, potenzialmente infinita, e nasce quando si pensa essa nella sua totalità, quando si ragiona secondo il tutto. Questo libro è dunque un approccio all'esercizio del pensiero critico sui temi più importanti della filosofia, per coglierne l'importanza e concettualizzarli, al fine di imparare a ragionare meglio e affinare quegli strumenti necessari a leggere la complessità, argomentando in modo corretto ed efficace il proprio pensiero.
Di fronte alle molteplici religioni e filosofie del mondo contemporaneo, nessuno sfugge alla domanda: a che cosa è dato credere, per avere una regola stabile di condotta, e nello stesso tempo per poter convivere con chi creda diversamente? E se si diventa tolleranti di fronte alle altre ideologie e religioni, questa tolleranza non è tanto maggiore quanto più fiacca è la lede quanto più il liberalismo decade in agnosticismo, il dubbio in indifferenza, lo spirito critico in spinto scettico? Un dilemma che mette in scacco le certezze religiose e filosofiche, che precipitano in dogmatismi e autoritarismi, ma anche la scienza, chiamata a dire come ultimamente stanno le cose. Di qui l'elaborazione, compiuta da Calogero, di un "principio del dialogo", un perenne principio laico di discussione cooperante, su cui si fonda ogni coesistenza, ogni giustizia e ogni diritto. Il testo che, a partire dal noto saggio "Logo e dialogo", sullo spinto critico e sulla libertà di coscienza, è un classico della filosofia italiana del Novecento, nella misura in cui tocca alcuni dei più dibattuti problemi della cultura e della civiltà di allora e di oggi: impegno religioso e libertà del dubbio, laicismo e certezza, educazione liberale e formazione di una fede civica, libertà dello stato e libertà della chiesa, novità della storia e stabilità dei diritti, coesistenza e competizione...