Due Angeli aprono il sipario e disvelano la Madonna del Parto di Piero della Francesca a Monterchi. Una Madonna che mostra da quale ferita si generi Dio: una Donna sta al centro del mistero dell'incarnazione. Non un semplice mezzo attraverso cui si incarna lo spirito. Nella potente icona di Piero, Maria sostiene il suo grembo pieno, e si slaccia la sua veste per rendere manifesto l'enigma: la sua figura ci appare così naturale e divina al tempo stesso. È un cosmo che genera e che dona. Il grido che Ella pronuncia partorendo si ripeterà sotto la Croce, e poi di nuovo - ma forse di gioia - al momento dell'Assunzione. Nell'immagine di questa Donna, attesa e promessa, angoscia, speranza, abbandono, si uniscono senza confondersi e senza età. E il Figlio è il suo bimbo, suo fratello e il suo sposo.
Nell'arte del Novecento e contemporanea la spiritualità è motivo portante di molte creazioni. Al di fuori della specifica committenza di opere di destinazione religiosa, liturgica ed ecclesiale, un'arte fondata su ragioni interne al suo stesso linguaggio e sulla necessità di esprimere percorsi di ricerca interiore o di ascendere a tematiche universali e metafisiche si è manifestata come modello di una spiritualità indipendente, che si è confrontata specificamente anche con le ragioni e le possibilità del sacro. A partire dalle istanze che hanno motivato le origini dell'astrattismo, il superamento della materialità e il riemergere della forza del simbolo, è emersa l'importanza del vuoto, della luce e di altre forme di manifestazione dell'interiorità, dell'invisibile, del trascendente nel linguaggio specifico dell'arte. Sulla base di tali esperienze, in tempi recenti si è assistito a un nuovo confronto della committenza ecclesiastica con le prospettive culturali più attuali. Anche in relazione alle modalità con cui le istituzioni si sono rapportate alle forme dell'arte contemporanea, i testi qui raccolti e organizzati intendono offrire materia di riflessione all'interno di un percorso in atto. Oltre a riferirsi ad alcune figure che hanno segnato la storia del confronto con i temi del sacro e dello spirituale nel corso del Novecento - da Gaetano Previati ai futuristi, da Vasilij Kandinskij a Lucio Fontana - sono oggetto di approfondimento artisti come Pietro Coletta, Hidetoshi Nagasawa, Mimmo Paladino, Claudio Parmiggiani, Mario Raciti, Ettore Spalletti, Valentino Vago, William Xerra, tra coloro che in vario modo hanno interpretato temi e soggetti sacri attraverso opere scaturite dal loro percorso creativo.
È la quarta enciclica del pontificato di Jorge Mario Bergoglio e il Papa la pubblica in uno dei momenti più drammatici per il genere umano. Il Pontefice chiede, attraverso il documento dal titolo Dilexit nos (Ci ha amati), di cambiare sguardo, prospettiva, obiettivi, e recuperare ciò che è più importante e necessario: il cuore. Il testo sarà pubblicato il 24 ottobre, nell'anno delle celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù del 1673. Invito alla lettura di don Morand Wirth. Postfazione di don Rossano Sala.
L'Ordo romanus I è il più antico testimone completo giunto fino a noi della celebrazione eucaristica papale a Roma. Si tratta di un testo risalente alla seconda metà del VII secolo e che è stato tramandato tramite manoscritti romani e gallicani. Il presente volume avvia allo studio di questa fonte attraverso diverse prospettive: i saggi introduttivi permettono al lettore di districarsi in mezzo alle complesse vicende della Roma dell'epoca (K. Ginter) e a quelle che hanno dato origine agli ordines e, dunque, al testo stesso (F. Bonomo), per poi entrare nello specifico della descrizione della celebrazione (L. ?ak) e di alcuni degli elementi teologici che emergono dalla lettura dell'Ordo (G. Zaccaria). Il cuore del volume è costituito dalla traduzione all'italiano con il testo originale a fronte, che permette anche a chi non ha familiarità con la lingua latina di accostarsi a questo importante documento liturgico. Infine una concordanza verbale (A. Toniolo) permette a chi si dedica agli studi di teologia liturgica e non solo, di accedere al testo da un punto di vista differente ma altrettanto importante.
Quarta enciclica di papa Francesco, Dilexit nos (Ci ha amato) vede i natali in uno dei momenti più drammatici della storia dell'umanità. La sua pubblicazione arriva durante le celebrazioni per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque. Celebrazioni che, iniziate il 27 dicembre 2023 si concluderanno il 27 giugno 2025. Era stato Francesco stesso ad annunciarne l'uscita, condividendo il desiderio che il testo possa far meditare su aspetti e sfaccettature "dell'amore del Signore", perché possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale e parlare a un mondo che sembra aver perso il cuore. Sempre il Papa spiegava che il documento avrebbe raccolto «le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale».
Il corpo è il luogo da cui la liturgia prende inizio. L'iniziazione alla ritualità religiosa non può prescindere da un'attenta considerazione degli stati mentali, all'origine delle forme affettive essenziali per l'atto di fede. Le neuroscienze possono aiutare a comprendere le condizioni mentali dell'esperienza rituale, con tutto il loro spessore corporeo e simbolico. Questo migliora la partecipazione interiore e attiva. Consapevoli, si prega meglio. L'eucaristia domenicale oggi è il comando del Signore più trascurato e dimenticato. La vicenda della messa è quindi la questione pastorale più attuale e drammatica. Il motivo di tale abbandono, così diffuso, deve essere quindi profondo, difficile da identificare e da rimediare. La crisi rituale non è però da addebitarsi solo alla secolarizzazione o alla scristianizzazione ma anche alla difficoltà pastorale a cogliere il potere performativo del rito, in una cultura che, invece, è sempre più caratterizzata dalla potenza tecnologica dell'immagine, dello spettacolo e della produzione virtuale. La divina liturgia tuttavia è forte. Non subisce l'insostenibile complessità e velocità delle reti ma può umanizzarle con la ripetizione dei riti. Il corpo dà senso perché c’è un'intelligenza corporea che tratta il corpo non un mero esecutore di disposizioni mentali ma lo rende un dispositivo capace di interpretare e organizzare. Le neuroscienze ci conducono a cogliere questa inesplorata risorsa.
Un invito alla riflessione personale che aiuta a vivere più serenamente la giornata: un piccolo dono per farsi ricordare tutto l'anno e per far giungere a tutti la Parola di Dio. Nel suo pratico formato, si adatta sia a essere appeso che a un utilizzo da scrivania. Per la copertina, sono disponibili soggetti differenti, in modo da accompagnare ogni giorno dell'anno con l'immagine sacra preferita.
Il volume è un vero e proprio diario che l'Autore, avendo prestato la sua opera per 22 anni, dal 1965 al 1987, nei vari Organismi della Santa Sede che hanno diretto l'attuazione della riforma liturgica stabilita dal Concilio Vaticano II, ha scritto dal suo privilegiato punto di osservazione. Del resto sono in molti a ritenere che Mons. Piero Marini abbia contribuito in maniera decisiva a realizzare nella Chiesa universale gli scopi della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Attraverso la sua fondamentale riflessione e la sua apertura alle esigenze contemporanee egli ha aperto cammini nuovi per affermare la presenza della liturgia nei media. La pubblicazione è impreziosita da due ampie Appendici, nelle quali sono raccolti vari documenti ed elenchi di persone e cose finora inediti o pubblicati in maniera sparsa, che costituiscono la parte più voluminosa della ricerca ora a disposizione degli studiosi di liturgia.
La spiritualità classica afferma che la perfezione umana è trascendente e situata nell'oltre; desiderare di ottenerla quaggiù è un'illusione incapace di distinguere fra il temporale e l'eterno. Non dovremmo sognare di realizzare la felicità e la perfezione in questa "valle di lacrime", in questo regno di duhkha, sofferenza e dolore. La sensibilità spirituale contemporanea si ribella contro questo atteggiamento. L'uomo e la donna contemporanei non attenuano la loro sete di infinito, ma si rifiutano di credere che la via che porta alla perfezione umana debba passare attraverso l'abbandono e il deprezzamento dei valori umani, o che stia semplicemente al di sopra di essi. Non rinunciano al trascendente, ma non vogliono essere separati dall'immanente. Mancano però ancora esperienze in questa direzione; abbiamo bisogno del coraggio di osare nuovi esperimenti, di provare a immaginare una nuova identità spirituale, laica, libera da appartenenze e identificazioni troppo strette o rigide. I quattro volumi del "Breviario universale" raccolgono oltre 500 testi di preghiere, a cui si aggiungono 900 letture appartenenti a diverse tradizioni e i relativi commenti spirituali che l'autore ha raccolto e distribuito nei 365 giorni dell'anno. Uno strumento da usare, più che un libro da leggere, una via per coltivare la dimensione spirituale che ci connota nel più profondo del nostro essere, rendendoci fratelli e sorelle in una comune umanità. Un'opera che si propone di ridare voce allo straordinario patrimonio d'insegnamenti di tutte le più grandi tradizioni sapienziali dell'Oriente e dell'Occidente, da quella induista a quella cristiana, da quella ebraica a quella buddhista, da quella islamica a quella taoista.
Un invito alla riflessione personale che aiuta a vivere più serenamente la giornata: un piccolo dono per farsi ricordare tutto l'anno e per far giungere a tutti la Parola di Dio. Nel suo pratico formato, si adatta sia a essere appeso che a un utilizzo da scrivania. Per la copertina, sono disponibili soggetti differenti, in modo da accompagnare ogni giorno dell'anno con l'immagine sacra preferita.