Quando un giornalista si presenta come ‘vaticanista’ forse non sa esattamente perché. Si certo, si occupa di fatti della Santa Sede, di informazione religiosa, a volte tratta temi sociali. La professione del “cronista del Vaticano” ha una storia che negli ultimi 50 anni si è trasformata velocemente cambiando la percezione delle “faccende vaticane”, magari con qualche retroscena gustoso. Ma veramente è tutto qui? Questo libro ha come obiettivo comprendere il rapporto tra i papi e la comunicazione; mettere a fuoco il modo in cui la stampa intuisce e narra il dato e il gesto religioso: attraverso la storia della Sala Stampa Vaticana, poco conosciuta ai più, la sua evoluzione storica, il suo sviluppo diacronico, i suoi punti di svolta e infine l’assetto attuale.
"Con questo libro, frutto di un personale impegno catechistico che mi ha visto all'opera fin dagli anni in cui ero studente universitario, desidero dire a tutti: "Amate anche voi sempre e senza riserve Gesù e la Chiesa. Ne vale la pena e non ve ne pentirete mai". Si tratta, infatti, di un'esperienza capace di illuminare l'intera vita di ogni persona così da renderla, a sua volta, rilucente a vantaggio degli altri. Esso, dunque, è un atto di fede e di amore, frutto non solo di studio attento e prolungato, ma anche della mia ininterrotta esperienza di catechista, vissuta sia da laico che da presbitero, un'attività alla quale non ho voluto mai rinunciare e della quale mi sento soddisfatto."
Il volume propone un insieme di riflessioni intorno a grandi temi di attualità quali: laicità e laicismo, libertà religiosa e libertà di espressione.
Notizie sull’Autore:
Il cardinale Lluís Martínez Sistach è nato a Barcellona nel 1937. Ha pubblicato numerosi articoli in riviste specializzate e di divulgazione su questioni canoniche e pastorali, specialmente relativi al matrimonio, all’organizzazione della Chiesa e alle relazioni tra Chiesa e Stato. Per la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato La Sagrada Famìlia. Un dialogo tra fede e cultura (2012); Cristiani nella società del dialogo e della convivenza (2013); Gaudì. L’uomo, l’artista il cristiano (2014), La pastorale delle grandi città (2015)
Una raccolta di riflessioni sui documenti fondamentali del Concilio Vaticano II aiutano il lettore a comprendere la dimensione profetica del pontificato di Francesco, che si pone in profonda continuità con il magistero dei suoi predecessori – i Santi Paolo VI e Giovanni Paolo II e di papa Benedetto XVI – i quali hanno operato nel segno del “mistero di comunione”, filo rosso di tutti i testi conciliari attraverso cui è possibile rintracciare la chiave della loro corretta ermeneutica.
L’esortazione apostolica Amoris laetitia consegna alla vita della chiesa una visione di matrimonio e di famiglia che, in coerenza con l’insegnamento del Concilio Vaticano II, prende sul serio il messaggio cristiano e lo declina nelle condizioni reali della vita di oggi. Questo tocca gli aspetti e le dimensioni più diverse, dalla teologia dei sacramenti all’etica teologica, dal diritto canonico alla teologia pastorale. Proprio a questo ultimo punto si rivolge il volume: esso intende cogliere l’importanza di un cambio di paradigma, prima ancora di considerare alcuni aspetti operativi e pratici dell’azione pastorale nella chiesa. Il libro vuole puntare il suo sguardo su una “cultura pastorale” che esce rinnovata dal cammino sinodale e nell’insegnamento di Papa Francesco che ne raccoglie le istanze.
Dal 3 al 28 ottobre 2018 si è svolto in Vaticamo il sinodo dei vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Il 25 marzo 2019 a Loreto Papa Francesco ha firmato l'esortazione apostolica postsinoldale rivolta ai giovani e a tutto il popolo di Dio. Qui è riportato integralmente il testo del documento papale arricchito da un commento di mons. Domenico Sigalini che è stato per molti anni, prima di essere nominato vescovo di Palestrina, responsabile della pastorale giovanile in Italia. Inoltre viene proposto, a partire dal documento stesso, un "laboratorio" per giovani preparato dal Centro Francescano Giovani Assisi.
Destinatari
Tutti in particolare i giovani e i parroci, i catechisti, gli animatori di gruppi, movimenti e chiunque sia impegnato nella formazione e nell'educazione dei giovani.
Autore
Mons. Domenico Sigalini, vero ispiratore e ideatore con Giovanni Paolo II, delle Giornate Mondiali della Gioventù, l’evento che ha cambiato la storia della chiesa moderna sopratutto per i più giovani. Sotto la sua guida è nato il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei che ha diretto dal 1991 al 2000. Poi assistente nazionale dell’Azione Cattolica e dal 2005 al 2017 vescovo di Palestrina, ora vescovo emerito. Il Centro francescano giovani Assisi si occupa di pastorale giovanile e vocazionale sia proponendo iniziative a livello nazionale che accogliendo chiunque si rechi ad Assisi.
L'Esortazione apostolica postsinodale, nella sua forma di Lettera «ai giovani e a tutto il popolo di Dio», è - per contenuto, forma semplice e linguaggio chiaro - un messaggio rivolto a tutte le generazioni, che può essere letto anche da coloro che si sentono lontani dalla Chiesa, ma sono interessati al tema cruciale della questione giovanile nel mondo globalizzato e digitale. Frutto delle ricche discussioni della XV assemblea generale del Sinodo dei vescovi, il testo mette al centro il tema della giovinezza come età preziosa non solo per chi la vive, ma per la società, la Chiesa e tutte le istituzioni chiamate ad accoglierla, accudirla ed educarla. Nella Lettera il Papa ha parole molto critiche nei confronti degli adulti, che non cercano o non riescono più a trasmettere i valori fondanti dell'esistenza, assumendo stili giovanilistici e rovesciando il rapporto tra le generazioni; ci sono anche forti richiami alla Chiesa, che deve lasciarsi interrogare dalla crescente disaffezione che i ragazzi mostrano nei suoi confronti. In Christus vivit papa Francesco consegna un vero e proprio programma educativo e pastorale, un progetto che dovrà spronare tutti - giovani, adulti e anziani - a colmare quel vuoto di testimonianza umana e cristiana oggi sempre più dilagante.
"Sono passati ormai quasi due anni dalla morte del Card. Nicora, ma la sua memoria rimane viva in tutti coloro che hanno avuto la grazia di conoscerlo e, direi, anche solo di incontrarlo [...]. La sua fu una personalità capace di intrecciare dimensioni tra loro distinte, come una vita interiore schiva e riservata ed un'elevata sensibilità pastorale, una ricca umanità ed una formazione giuridica di altissimo livello. [...] Tanti erano i suoi interessi e tanti i risultati ottenuti, sebbene, come traspare dalle pagine di questo prezioso volume, il ruolo per il quale verrà sempre ricordato è l'impegno profuso nel suo incarico di Co-Presidente per la Parte ecclesiastica della Commissione Paritetica italo-vaticana incaricata di predisporre, nel quadro della Revisione del Concordato Lateranense, la riforma della disciplina relativa ai beni e agli enti ecclesiastici, e alla sua successiva - e forse ancora più difficile - fase attuativa. In quegli anni il Card. Nicora ha speso ogni energia, senza alcuna riserva, per affrontare e risolvere, con spirito di innovazione, gli snodi essenziali della nuova amministrazione ecclesiastica che si andava configurando in quel periodo." (dalla Predazione del Card.Parolin)
La presente raccolta di studi esamina la preparazione, i contributi e la recezione del Vaticano II nelle diciassette diocesi laziali. dopo un saggio sulla nascita e il cammino storico del "Lazio ecclesiastico" e della Conferenza episcopale regionale, costituitasi all'indomani del Concilio, il volume si suddivide in tre parti, dedicate rispettivamente alla diocesi di Roma, alle diocesi suburbicarie e alle altre diocesi della Regione. All'opera hanno collaborato ben ventuno studiosi di diversa competenza scientifica e impegno ecclesiale, alcuni dei quali personalmente coinvolti nel cammino - entusiasmante e difficile a un tempo - della recezione conciliare. Recezione che, come ha affermato pure papa Francesco, è per molti versi ancora agli inizi. Né potrebbe essere diversamente, trovandoci di fronte a un evento che ha profondamente riplasmato l'autocoscienza della Chiesa nel contesto di un mondo in rapida trasformazione. Il volume vuole appunto inserirsi nel cammino della recezione del Concilio, cioè della sua appropriazione vivente e creativa all'interno delle Chiese locali, partendo da quelle che, per singolare privilegio, costituiscono la provincia romana, di cui il papa è «arcivescovo e metropolita».
Sono passati alcuni anni dalla pubblicazione dell'Enciclica Laudato si' (2015), la «riflessione insieme gioiosa e drammatica» che ha segnato una svolta nella storia della Chiesa e del pensiero ecologista. «Non c'è ecologia senza giustizia e non ci può essere equità in un ambiente degradato», scriveva il Pontefice, esponendo in modo potente e chiaro i princìpi di un'ecologia integrale. Da quel documento sono germogliate ovunque nel mondo realtà e iniziative volte a tradurre i princìpi in azioni concrete, richiamando tutti a un nuovo protagonismo sui temi ambientali. Nella Laudato si', il Papa sottolineava inoltre che le religioni possono offrire una straordinaria «ricchezza di riflessione all'ecologia integrale per il pieno sviluppo del genere umano». Ed è in questo spirito interreligioso che è nato questo libro, in cui esperti autorevoli ed esponenti delle tre fedi monoteistiche approfondiscono, in un orizzonte ampio, il tema dell'approccio integrale al degrado della terra "casa comune". Perché la provocazione della Laudato si', non del tutto recepita, ha bisogno non solo di risuonare ancora, ma di trovare echi nelle Scritture, nelle religioni, negli uomini di fede e di scienza del nostro tempo.
«L'equivoco di fondo del populismo sta nel ritenere che la maggioranza parlamentare si identifichi con il popolo tutto intero, legittimando il comportamento trasgressivo dei leader eletti, che ambiscono a conquistare spazi di potere sempre maggiore. Occorre prendere posizione con coraggio su una serie di sintomi, espliciti indicatori di un cancro della nostra democrazia». Da questa forte provocazione prende le mosse la riflessione di un grande protagonista e testimone della storia politica italiana, che con sguardo lucido lancia un allarme sulle derive istituzionali in atto nel nostro Paese, in Europa e nell'intero Occidente. Pungolato dalle domande di Chiara Tintori, padre Sorge denuncia la superficialità con cui l'attuale politica, ossessionata dal consenso, affronta problemi complessi - immigrazione, povertà, disoccupazione - evitando di indagare, con la necessaria competenza, le radici profonde dei mali che affliggono la società italiana. L'antidoto al populismo è per i due autori un "popolarismo" moderno, certamente ancora ispirato all'Appello ai liberi e forti di don Sturzo (1919) - che con straordinaria lungimiranza aveva posto i fondamenti di una "buona politica" e di una "laicità positiva" -, ma capace di declinarsi oggi nelle nostre società multiculturali e multireligiose.