Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di questi messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.
Una raccolta di quattordici canti per la liturgia e la meditazione, alcuni di Avvento, altri per il tempo natalizio.
L'episodio dei Re Magi venuti dall'Arabia per adorare Gesù Bambino occupa poche righe in uno solo dei quattro Vangeli, quello di Matteo. Secondo alcuni studiosi, è un'allegoria del paganesimo che s'inchina alla nuova religione: ma secondo Michel Tournier, il "contrabbandiere della filosofia", lo scrittore che riesce a trasmettere il pensiero di Platone, Aristotele, Spinoza e Kant nelle sue storie e nei suoi racconti, l'allegoria non è che la morte del mito, e il compito dello scrittore è impedire che i miti diventino allegorie. E dunque, Tournier vivifica le storie antiche e immagina i Saggi, astronomi e studiosi, mentre osservano il cielo in cerca di un segno; e ne racconta il viaggio intrapreso in fretta, per non perdere quella traccia luminosa.
Ventiquattro scrittori europei, tra i più grandi e i più conosciuti, raccontano il Natale, la festa più bella e amata dell'anno, aiutandoci a viverlo nella sua dimensione più autentica e rendendoci maggiormente attenti ai valori autentici della vita, senza distrazioni consumistiche. Sono testi rappresentativi di diverse epoche, sensibilità, scuole letterarie. In essi c'è dentro l'Europa, la grande Europa dalle "radici cristiane". E non è certamente marginale che il memoriale della Natività attraverso il presepio, universalmente celebrato, sia nato nel cuore dell'Europa, in Italia, per ispirazione di uno dei suoi più grandi santi: Francesco.
Questo libro illustrato racconta la nascita di Gesù di Nazaret per comunicare alla nuova generazione di lettori la gioia e le meraviglie del primo Natale della storia. Un libro da leggere con i bambini in famiglia, a scuola, a catechismo, per creare il giusto clima della Festa.
La vicenda di Maria, Giuseppe e Gesù narrata ai più piccoli attraverso illustrazioni colorate e simpatiche, stampate su robustissime pagine di cartone, in formato quadrato
Una ricca scelta di idee fantasiose e di attività manuali per aiutare bambini e ragazzi a rivivere e interiorizzare la festa del Natale in modo concreto. Le idee proposte dal volume permettono la realizzazione di un calendario d'Avvento, decorazioni per l'albero, campanelle, portacandele, marionette da dito per rappresentare la Natività, e altri oggetti per rendere più lieta e colorata la festa. Ogni lavoretto trae ispirazione da un episodio evangelico che riguarda la nascita di Gesù, trascritto in un linguaggio semplice e adatto ai bambini.
Dieci canti e indicazioni per la sceneggiatura e le coreografie che presentano in modo simpatico i personaggi che sono venuti a contatto con Gesu durante la sua infanzia: gli angeli, i pastori, i Re Magi...
I magi e i pastori che popolano il nostro presepio rappresentano la variegata umanità dei giudei e dei gentili, dei poveri e semplici, dei ricchi e colti, alla quale Gesù Bambino si manifesta. E nel Vangelo di Luca e nel Vangelo di Matteo che si accenna per la prima volta alla loro presenza davanti alla grotta di Betlemme. L'episodio dell'Epifania ritorna nei Vangeli Apocrifi, dove la narrazione si arricchisce di dettagli più o meno leggendari per rendere il racconto piacevole; ma soprattutto è oggetto di studio e interpretazione negli scritti dei Padri della Chiesa: chi sono realmente i magi? Cosa rappresentano i pastori? Cosa significano i doni? E la stella? Elementi che nascondono una ricchissima simbologia, ai più ancora sconosciuta.
Una favola di Natale per i piu piccoli, ma che possono leggere anche gli adulti. Usciti dalla fanciullezza esiste un periodo in cui pensiamo che le favole abbiano poco a che fare con noi. Arriva per tutti, pero, il giorno in cui riandiamo ad esse con un sentimento di grande dolcezza e nostalgia e ricordiamo chi, magari nel tepore di un abbraccio, ce le raccontava. Gianni Giorgianni ha pensato certamente ai piu piccoli scrivendo questa favola, ma senza esclusione di eta. Esiste, infatti, in ognuno di noi, anche se attutito dalle sovrastrutture che l'eta adulta porta, quel bambino" che vuole sentirsi dire cose importanti con il linguaggio semplice dell'amore che ci abbraccia proprio tutti. "