
"Secondo la testimonianza di Filone Alessandrino, gli antichi monaci erano in effetti dei terapeuti. Il loro ruolo, prima di condurre all'illuminazione, era di guarire la natura, di metterla nelle migliori condizioni per poter ricevere la grazia, poiché la grazia non contraddice la natura, ma ... la reintegra e la completa. È quello che appunto fa Evagrio, indagando con estrema meticolosità i meccanismi che sottendono ai processi mentali e le cause remote dei nostri pensieri, emozioni e atteggiamenti di vita. A partire dalla loro rigorosa indagine, suggerisce i rimedi opportuni, così da pervenire a quella libertà interiore che è presupposto alla pace del cuore e all'intima comunione con Dio" (Dalla Prefazione di Andrea Schnöller).
Questo libro è un invito allo stupendo banchetto della fede, in cui la mensa è ricolma di delizie e da cui nessuno può andarsene affamato: bellissima occasione offerta al pubblico italiano, assetato spiritualmente, di partecipare con gioia al banchetto e gustare la ricchezza della misericordia. ... Questo libro ci rivelerà pure lo spazio infinito della preghiera, che è l'unico modo con il quale l'uomo si unisce alla sorgente della vita, Dio, l'unico in grado di aiutare la nostra crescita spirituale, di completare il nostro essere, di farci diventare come Lui: increati e immortali per grazia. "Nessuno lamenti la povertà, perché è apparso il nostro comune Regno; nessuno si rattristi per le cadute, perché il perdono è scaturito dal sepolcro; nessuno abbia paura della morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati".
"Se l'inizio della fede è opera del Signore, sant'Agostino descrive anche come si rimane in questo inizio. Qui le parole chiave sono quelle contenute nel sottotitolo: seguire e rimanere in attesa. E la figura che le rappresenta è Giovanni, il discepolo più amato. Giovanni rappresenta chi attende ... di essere amato, e rimane per grazia e non per sforzo in questa attesa. In lui appare evidente che "se non si è prima amati (cf. 1 Gv 4, 19) non si può né amare né seguire" (p. 171). In lui si rinnova in ogni istante l'attesa dei gesti del Signore, l'attesa di quei nuovi inizi nei quali la libertà aderisce alla grazia "per il piacere da cui è attratta" (p. 372)".
Pensatore vigoroso, insigne filosofo, teologo, mistico, poeta e pastore, Agostino ha esercitato una profonda e duratura influenza nella Civiltà occidentale e nell'umanità e continua ad affascinare intere generazioni di lettori. Così il suo cammino umano - il suo vagare lontano dalla fede cattolica ... ed il ritorno nella Chiesa con la conversione ed il battesimo - è paradigmatico per ogni uomo alla ricerca di Dio. Cormio propone in cento pagine frasi e pensieri tra i più belli e significativi di Agostino con l'invito a rileggere le opere del vescovo di Ippona e ad avviare un confronto personale con l'esperienza umana e spirituale di chi ha raggiunto i vertici della sapienza.
Antonio Rosmini (1797-1855), il più grande pensatore italiano dell’Ottocento, è stato beatificato nel 2007. Dalla sua monumentale Psicologia – opera fondamentale della maturità – è stata ricavata questa antologia, opportunamente introdotta e commentata, sui temi più scottanti per l’uomo di ogni ... tempo, quali ad esempio la natura spirituale dell’anima (unità, semplicità, individualità, divinità); il rapporto dell’anima col corpo attraverso i sentimenti; la sopravvivenza dell’anima dopo la morte (che nega ogni dottrina che riduce l’anima alla materialità del corpo).
Giovanni Chimirri (Legnano, 1959), saggista, filosofo e teologo, ha studiato a Roma conseguendo tre lauree. Collabora con riviste scientifiche, dizionari e istituti di ricerca. Dirige la collana “Biblioteca di filosofia e scienze umane” (presso Bonomi Editore), ed è consigliere nazionale dell’“Associazione Docenti Italiani di Filosofia” e membro dell’“Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale”. Autore di numerose pubblicazioni, ricordiamo tra i suoi volumi: Psicologia del corpo (2004), Capire la religione (2005), Critica psicologica e morale della pornografia (2006), Libertà dell’ateo e libertà del cristiano (Fede & Cultura 2007), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Filosofia e teologia della storia (2008), Siamo tutti filosofi (2009).
È vero: troppo tardi abbiamo riconosciuto Rosmini. E per questo ritardo molti non lo hanno potuto neppure conoscere. E la conoscenza, si sa, quando è riconosciuta, può cambiare la vita. Dunque un vuoto che questo libro, tutto fatti e cose, può colmare con la presenza viva, commovente e affabilissima ... di questo grande uomo che nel cuore fu umile e accessibile, con i suoi doni splendidi, a tutti. Proprio oggi per noi che, seguendo autosufficienti il razionalismo, ci siamo trovati portati al fondo del nichilismo, nella dispersione delle lingue e dei cuori; per noi che avendo ridotto la moralità a moralismo, ci siamo trovati portati all’insensibilità morale e alla sfacciata contromoralità, con un allarme educazione impellente. Proprio oggi, per noi che abbiamo invaso di noi stessi il tempio, svuotando i segni delle realtà teologiche. Questo è un libro-incontro, un libro rivelativo dell’uomo, del sacerdote, del religioso, del filosofo, del santo che SS. Giovanni Paolo II additò alla Chiesa che introduceva nel Terzo Millennio, e che Papa Benedetto XVI decretò di beatificare. Pubblica con professionalità critica e scientifica le quasi 500 testimonianze lasciate dai contemporanei di Antonio Rosmini su di lui, raccolte intorno al 1882 dal rosminiano trentino Francesco Paoli. Questo è il secondo dei tre volumi previsti: dopo le testimonianze dei religiosi ecco quelle dei Trentini, come lui, vicini a lui bambino, ragazzo, universitario, sacerdote; seguiranno infine quelle degli altri ecclesiastici e laici. Un libro “per tutti” e “per ciascuno”, chiunque e comunque sia.
L’autore, don Eduino Menestrina, nato a Merano (Bz) da genitori trentini nel 1947, rosminiano dal 1962, ha fatto gli studi secondari negli aspirantati rosminiani e al collegio Mellerio-Rosmini di Domodossola. Ordinato sacerdote nel 1974, dopo gli studi teologici interni, si laureò in storia e filosofia alla Cattolica di Milano con una tesi sulla liturgia nella catechetica di Rosmini. Fu insegnante di lettere, di storia e filosofia nelle scuole rosminiane di Domodossola,Torino, Rovereto e più a lungo a Stresa come Rettore e Preside. In questa veste fu presente alla riesumazione della salma di Rosmini nel 1997 e alle celebrazioni del Bicentenario della sua nascita. Per l’edizione critica della sue opere curò i Discorsi parrocchiali e sta preparando la Catechetica. Attualmente è rettore del Collegio Missionario A. Rosmini di Roma (Via di Porta Latina, 17).
Nessuna delle tante domande suscitate dal segno grandioso può avere una risposta, e niente di tale segno si può comprendere, se non alla luce di un altro segno. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso... Il drago raffigura Satana, potenza personale malefica, e insieme ... tutte le forze del male che operano nella storia e contrastano la missione della Chiesa. Colui che chiamiamo diavolo e Satana è bugiardo e omicida fin da principio. È proprio lì, al principio, alla Genesi, al primo libro della Bibbia, che ci rimanda il segno del "grande drago", il "menzognero cosmico", l'antico serpente.
Giovanni Moioli coglie la profondità di Teresa di Gesù, innamorata di Dio, di Cristo, al quale parla con una grande effusione del cuore, raggiungendo con Lui l’intimità di una comunione, pienamente assunta in un’esperienza singolare. Esperienza non rinchiusa, non trattenuta per sé, ma proposta ... alle «monache carmelitane scalze, sue sorelle e figliole», come lei stessa scrive all’inizio del trattato, detto Castello interiore. L’autore indugia nell’accompagnare le parole di Teresa, nel suo proporre la dimora nel Castello, al cui centro sta il Re, che è il Signore. Nel ribadire «l’idea della presenza di Dio nell’anima per essenza e per potenza», come afferma la Santa, ne mette in luce la peculiarità di un vissuto non dissociato dalla riflessione teologica e biblica. Don Moioli, in queste pagine, ci prende per mano e ci fa penetrare nel «castello di cristallo delle sette dimore», per sottolineare che, proprio nel centro dell’anima, è possibile l’incontro con Colui che è “il centro” assoluto, la cui iniziativa è di farci gravitare verso di sé, verso quell’unione che trasforma, cui ciascuno di noi deve tendere. Nel riproporre questa fondamentale acquisizione di Teresa, ne dimostra la pregnanza anche sul piano del cammino spirituale, che non può prescindere dal riferimento cristologico e trinitario. Qui si colloca il cammino dell’unione, i cui registri, presenti nel Castello, sono la “sequela” e l’“orazione”: registri che si compongono, senza dialettica. Don Moioli vi insiste, esplicitando con chiarezza il messaggio universale di Teresa: messaggio, rivolto a tutti.
La Vita di Teresa di Gesù, qui stampata nella sua prima traduzione italiana, va letta in un'ottica speciale: un fedele e grande amico della Santa scrive di lei, da autentico cronista, tramandando così un parallelo preciso al "Libro delle Fondazioni" scritto da Teresa stessa, arricchendolo di ... aneddoti e di particolari che incuriosiscono e ne rendono sapida la lettura. I registri di Giuliano sono essenzialmente due: lo spirituale: egli, coglie già da allora, quelli che saranno considerati i capisaldi della dottrina di Teresa, la ritiene già Santa, intravede quella che, nei secoli, si rivelerà la grande mistica, capace di decifrare il nodo della relazione Dio-io; peraltro lo sentiva affermare dalla stessa consapevolezza della Fundadora; l'umoristico: da fine osservatore quale Julián è, coglie aspetti, sfumature che trasferisce nella sua prosa fedele e aderente ai fatti, ma sempre mossa e divertente negli aneddoti. Sempre con il sorriso divertito sulle labbra.
Caterina, giovane donna senza cultura, anzi analfabeta, ha avuto il coraggio di parlare con forza a papi e re. Si è trovata a vivere in un momento cruciale della storia della Chiesa, essendo nata durante l’esilio avignonese – causato da un papa impaurito dalle trame del potere – e morta durante ... il grande scisma, che vide l’unità della Chiesa cattolica sgretolarsi per motivi politici.
In quel tempo di crisi, che coinvolse la cristianità e la società civile, periodo anche di grandi epidemie, Caterina accettò di entrare nella vita ecclesiale e politica denunciandone le ipocrisie e i giochi di potere, senza paura e senza guardare in faccia a nessuno, re e pontefici compresi. Agì non sul terreno speculativo e politico, dove non era ferrata, ma sul piano esperienziale e affettivo, presentandosi come "madre". Le sue iniziative nascevano dalla visione originale che lei aveva della persona umana. I suoi appassionati interventi erano fondati su alcune verità fondamentali che lei sapeva comunicare con uno stile positivo, affascinante, ricco di metafore.
Come altre donne vissute in epoche di crisi, Caterina si è trovata a svolgere una funzione di guida e di sostegno, tanto da divenire per ogni donna modello di un autentico femminismo: quello che non cerca rivendicazioni ma vuole, con la forza della femminilità, contribuire a rendere più bella la società civile e la Chiesa.
Prolungare nella storia del tempo e negli spazi dell’umanità l’opera di Cristo è il compito primario del sacerdote da articolare nelle numerose e varie esperienze di vita.
La perfetta identità di un sacerdote si attua nelle relazioni con Cristo, con gli organismi ministeriali e con ... il popolo santo di Dio.