Uno degli aforismi più celebri di sant’Agostino esprime il senso della morte in Croce di Gesù come dono d’amore senza misura e, per questo, messaggio forte di speranza per i fedeli di oggi.
In questa Via Crucis i commenti alle stazioni tradizionali sono attinti dagli scritti di sant’Agostino.
La ricchezza spirituale e teologica delle lunghe meditazioni agostiniane riportate in ogni stazione ne fanno un sussidio particolarmente indicato per le comunità più preparate e per la preghiera personale.
La ricerca di una “intelligenza della fede”, che già appare con chiarezza dagli inizi della storia della teologia, raggiunge un suo vertice nel secolo XIII: il secolo in cui, o per le versioni latine dagli originali o per le varie mediazioni arabe ed ebraiche, si trovano largamente disponibili le fonti del pensiero antico, soprattutto aristotelico. Questo ingresso filosofico tocca e coinvolge lo stesso sapere teologico, riguardo al quale sorge una serie di quaestiones relative al suo carattere “scientifico”, al suo statuto, alla sua proprietà e identità, alla sua connessione con le altre forme di sapere.
Da qui il senso del titolo del nostro volume "La nuova razionalità": “nuova” per i tratti sintomatici e “inediti” che la teologia assume in questo secolo.
Il volume si compone di saggi: si possono considerare come introduzioni metodologico-storiche i lavori di Jacques Verger e di Jozef Brams, che presentano, rispettivamente, le istituzioni e le connotazioni del sapere nel secolo XIII, e il grande evento della riscoperta di Aristotele, che in questo secolo si porta a compimento. Del pensiero teologico e filosofico arabo ed ebraico medievale trattano invece rispettivamente Jean Jolivet e Maurice-Ruben Hayoun. Agli inizi teologici di Oxford è dedicato il contributo di James McEvoy, mentre a Inos Biffi si deve il profilo della teologia nel suo avviarsi e istituirsi a Parigi, con speciale risalto della scuola francescana e dei grandi maestri Alessandro Halense e Bonaventura e della scuola domenicana ancora parigina e oxoniana.
Dello stesso autore sono i due capitoli che chiudono il volume: quello su Alberto Magno, che ci riporta agli studia dei Predicatori a Parigi e a Colonia, e quello, ugualmente conciso ed essenziale, su Tommaso d’Aquino, con il quale la sacra doctrina nel secolo XIII raggiunge un suo, se non il suo, vertice.
Si può in ogni caso dire che, nel suo insieme, il secolo XIII, grazie all’appassionata ricerca dell’intellectus fidei, ha provocato un vigoroso, anzi, uno dei più vigorosi progetti culturali, che in una parola potremmo definire come “umanesimo”, dalle multiformi sfaccettature.
L’attenzione degli studiosi di Anselmo è quasi sempre concentrata sul teologo che si avvale delle risorse della ricerca filosofica fino a praticare, in teologia, il metodo della «sola ragione» e l’obiettivo delle «ragioni necessarie».
Ma ci sono altri “Anselmi”, difficilmente sospettabili a partire dalle opere filosofico-teologiche in forma dialettica o dialettico-meditativa. C’è l’Anselmo, per così dire, degli affetti, che è conoscibile attraverso le lettere di amicizia monastica e attraverso le Orationes sive meditationes, comprendendovi per alcuni versi anche il Proslogion, punto d’incontro tra ricerca dimostrativa e ricerca affettiva. Ma c’è infine anche l’Anselmo parabolico, dispensatore di sapienza mediante il raccontare. Jean Leclercq riconosceva in Anselmo «due stili, due “scritture” differenti che riflettono le sue diverse attività, come abate di monaci ordinari e come teologo e dottore della Chiesa». Due discepoli e ammiratori di Anselmo, i monaci Eadmero e Alessandro, hanno registrato e offerto ai posteri il magistero ordinario di Anselmo che si rivolge non ai dotti e agli speculativi, ma a coloro che abitavano i monasteri e avevano bisogno di orientare la loro prassi quotidiana con semplicità e concretezza. C’è in Anselmo – e non è un lato trascurabile della sua complessa personalità – una vis communicativa che fa di lui non solo una mente teologica e mistica, ma anche un maestro capace di catturare e incantare con la creazione di immagini.
Questo volume raccoglie, traduce e commenta i testi messi in valore sotto il titolo di Memorials of St. Anselm da Richard William Southern e da Franciscus Salesius Schmitt, e contiene i "Comportamenti umani mediante similitudini", i "Detti di Anselmo", i "Miracoli" di Anselmo, lo "Scritto sulla beatitudine della vita senza fine", e una serie di altre testimonianze: "Miscellanea anselmiana". Ed è la prima volta che nel loro insieme essi vengono tradotti in lingua moderna.
Questo testo tratta le meditazioni offerte dalla analisi dei vizi in Tommaso d'Aquino. Con prefazione di P. Roberto Busa S.J. In questo saggio vengono ripercorse le analisi di Tommaso d'Aquino riguardo ai vizi, rivisitati anche con approccio microanalitico, rivelando la sua profonda conoscenza del vissuto umano e dei suoi chiaroscuri, le grandi aspirazioni, le bassezze e le tensioni che costruiscono l'identità delle persone.
Terzo volume, indice analitico dell'Opera Omnia di Sant'Agostino, (lettere g-o).
L'opera più celebre di Giovanni della Croce commenta i versi intitolati "En una noche oscura", che il carmelitano ha composto durante i nove mesi trascorsi nel carcere del convento di Toledo. È qui che Giovanni della Croce matura l'esperienza della notte. Notte dei sensi e dello spirito, momento di travaglio, sofferenza, dubbio, senso di solitudine e d'abbandono da parte di Dio, questa "oscurità" è voluta da Lui per purificare l'anima dall'ignoranza e liberarla dagli attaccamenti ad affetti, persone e cose, che le impediscono lo slancio verso l'alto e l'unione amorosa con Lui. "Viaggio" nell'anima e nella spiritualità di Giovanni della Croce, capolavoro senza tempo della letteratura mistica, "Notte oscura" è un classico della spiritualità tradotto in modo da renderlo quanto più possibile vicino alla sensibilità del lettore odierno.
Se volere, nella prospettiva di Tommaso, è volere il bene e il bene è tale buono - perché determina il movimento di una volontà, come può la volontà, in quanto inclinatio boni, volere il male? Può darsi la possibilità di una libera umana malvagità? Bernhard Welte, prendendo le mosse dal fatto indubitabile del male attestatoci dall'esperienza, individua nella tensione, scoperta da Tommaso, tra l'essenza e il modo d'essere della volontà umana la radice del male morale. Un male reso possibile dalla tentazione diabolica dell'uomo di considerarsi come qualcosa di infinito, dimenticando la sua natura creaturale e la destinazione ultima - destinazione che pertiene alla Grazia. È un paradosso: "proprio questo assoluto volere il bene è un male, poiché è realizzato assolutamente nella separazione dall'Assoluto, da Dio". Un'innovativa interpre-tazione di Tommaso che, al di là della ripetitività di tanta Scolastica, è un modello di ermeneutica in grado di far interloquire l'Aquinate con Schelling e Kierkegaard.
DESCRIZIONE: È divertente giocare agli anagrammi, soprattutto se si tratta di esprimere il carattere di una persona. Che fortuna allora se è l’eroe stesso del gioco a incaricarsi della trasposizione del suo nome: c’è da scommettere che l’anagramma servirà a rivelarlo nell’intimo! È ciò che è successo a Francesco di Sales. Si divertì, un giorno, a creare il suo anagramma ed eccone il risultato: “FOI SANS DESCALER”, cioè fede integrale. Si sarebbe potuto scrivere questa frase come sottotitolo a questa opera. Ciò in cui credeva Francesco di Sales? Sì, ma molto semplicemente ciò che Cristo ha affidato alla sua Chiesa.
Per osare scrivere questo libro, bisognerebbe avere familiarità con la vita e il pensiero di Francesco di Sales e averne colto le più sottili sfumature. È il caso di André Ravier. Il suo Saint François de Sales (Édit. du Châlet) risale al 1962. Nel 1969 pubblica in «la Pléiade», le tre opere maggiori del «Dottore dell’Amore» dedicandogli una importante prefazione. Nel 1971, in «Bibliothèque de l’Académie Salésienne», Saint François de Sales et ses faussaires. Nel 1980, in «Bibliothèque européenne» (DDB), Lettres d’amitié spirituelle de saint François de Sales [S. Francesco di Sales, Lettere di amicizia spirituale, a cura di André Ravier, s.j. – Paoline, Roma 1984]. Infine, nel 1985, Éditions Nouvelle Cité, Un sage et un saint François de Sales [André Ravier, Francesco di Sales. Un dotto e un santo – Jaca Book, Milano 1986].
Il libro che presentiamo è il frutto di queste ricerche e di questo assiduo lavoro: vi si sente battere, vivo, il cuore di Francesco di Sales.
ANDRE RAVIER (1905-1999), bacelliere in filosofia nel 1922, entra nella Compagnia di Gesù e consegue la Licenza in Lettere a Grenoble. Dopo un anno di filosofia a Jersey viene licenziato in Filosofia dal P. Andrè Brèmont. Durante il servizio militare a Grenoble segue all’Università i corsi di J. Chevalier. Discute la tesi in Filosofia nel 1940.
Nel 1941 è Prefetto Generale del collegio di Lione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale è nominato Provinciale dei gesuiti di Lione; è vicino a De Lubac e accoglie Teilhard de Chardin. Terminato l’incarico si dedica allo studio e a scrivere: s. Ignazio di Loyola, Claudio de la Colombière, s. Bruno, s. Francesco di Sales, s. Curato d’Ars, s. Colette ecc. La sua bibliografia conta almeno settanta titoli oltre ad articoli.
COMMENTO: La biografia spirituale di San Francesco di Sales e l'attualità del suo messaggio religioso per credenti e non.
Il pluralismo che contrassegna il nostro tempo pone in discussione l’unicità e l’universalità della mediazione salvifica di Cristo e, conseguentemente, la stessa funzione mediatrice della Chiesa. Emblematica è la comprensione del tradizionale assioma extra Ecclesiam nulla salus,che sinteticamente esprime la necessaria relazione tra Cristo e la Chiesa nell’ottica della salvezza. Molti infatti oggi lo interpretano in maniera tanto pregiudiziale da alterarne il senso. Nella prospettiva dello sviluppo e dell’interpretazione della dottrina dogmatica e dei modelli ecclesiologici, lo studio – basato sulle fonti e su una correlata bibliografia ad hoc – individua le radici dell’assioma risalendo al pensiero di importanti autori cristiani dei primi secoli. Emergono e si precisano così significative coordinate di fondo che puntualizzano progressivamente la natura e la missione della Chiesa. Di non poco conto è soprattutto la rilevanza del contesto ecclesiale, che incide anche sul pensiero degli autori di riferimento riguardante la Chiesa e la sua mediazione salvifica.
Traduzione italiana del Secondo Libro dell'opera di Saint-Jure dal titolo 'De la connaissance et de l'amour du Fils de Die Notre Seigneur Jesus-Christ'. La spiritualita' di Saint-Jure a 350 anni dalla morte.