La presente edizione critica delle Upanishad è una guida alla meditazione verso una più ricca e più profonda esperienza dei contenuti di fede cristiani. L'interpretazione di questo testo come locus theologicus, come fonte cioè di conoscenza teologica e di rivelazione del sacro tout court, ha guidato la traduttrice nella scelta dei brani. Bettina Bäumer appartiene inoltre a quella categoria di studiose che credono che per comprendere alla lettera un testo non se ne debba uccidere lo spirito, ma neppure che, sopraffatti dalla sua bellezza, si debba rinunciare alla propria capacità di giudizio critico.
Il libro, scritto da uno dei più autorevoli esperti della religione e della lingua tibetana, introduce i lettori nella storia e nella dottrina del Tibet in maniera rapida ed esauriente, sgombrando il campo dalle frettolose presentazioni più divulgative o "turistiche" del buddhismo tibetano.
Con "Offerte", Danielle e Olivier Fölmi invitano a un viaggio iniziatico nel cuore del pensiero tibetano. I grandi maestri del buddhismo trasmettono la loro visione dell'esistenza, una visione che incita a superare se stessi con costanza, per permettere all'umanità di crescere. Cinquantadue temi punteggiano l'anno, seguendo il ritmo delle settimane, e offrono consigli destinati ad accompagnare ciascuno nella vita quotidiana, a prescindere dalle credenze e dalla tradizione religiosa. Un libro di saggezza, da meditare e contemplare. Giorno dopo giorno, ogni riflessione si rispecchia in una fotografia inedita del mondo himalayano. Olivier Fölmi svela in queste immagini una particella del suo giardino segreto.
La parola, nella forma della narrativa, della prosa, del saggio e della poesia, correndo libera da una cultura a un'altra coinvolge il lettore in un gioco innocente di complicità, invitandolo ad affacciarsi su quell'ambito da cui la parola stessa è esclusa. Non è un libro che suscita un riso fragoroso e non è neppure una collezione di arguzie. Piuttosto, sulle ali leggere dell'ironia, ci accosta al Mistero con una lieta meraviglia che nulla toglie alla sua profondità e serietà.
Il Sutra del Loto è la mistica visione del Buddha a cui, per quasi venti secoli, si sono inchinati India, Cina e Giappone e l'hanno fatta propria.
Nel 1981 il Dalai Lama tenne nella prestigiosa Università di Harvard una serie di lezioni introduttive alla teoria e alla pratica del buddismo tibetano. Nelle sue parole si ritrovano la profondità intellettuale, la potenza espositiva e l'amore compassionevole per gli esseri umani che caratterizzano la sua grande personalità. Questo libro raccoglie i suoi discorsi e i dialoghi con gli studenti, affrontando i temi fondamentali dell'esistenza umana.
Un messaggio di fiducia e speranza costituisce il nucleo di queste "lezioni", tenute dal Dalai Lama a New York. Parole che indicano nell'apertura mentale e nell'assenza di pregiudizi la via per raggiungere la serenità interiore e la pace nel mondo. Le parole del Dalai Lama aiutano a capire come "l'altro" non sia una minaccia a i nostri valori o un nemico da sconfiggere, ma un'occasione di confronto e di crescita.
Dal sommario del volume: La rivelazione del Buddha, di Raniero Gnoli; I testi antichi, di Claudio Cicuzza e Francesco Sferra; Nota all'edizione; Trascrizione e pronuncia dei vocaboli in pali e sanscrito; Tavole: I luoghi del Buddha, Il cosmo; Abbreviazioni bibliografiche; La dottrina; Critica alle opinioni; Principi fondamentali della pratica meditativa; Morale e saggezza; Vita del Buddha; Glossario; Bibliografia; Indici.
L'Occidente rimane spesso sconcertato di fronte alle forme prodotte dalle arti tradizionali di Cina e Giappone. La ricerca di Giangiorgio Pasqualotto intende superare questa sorta di smarrimento delineando l'esperienza del vuoto come fonte primaria di alcune fondamentali forme d'arte che hanno reso celebri e del tutto originali quelle tradizioni: la cerimonia del tè, la pittura ad inchiostro, la poesia haiku, l'ikebana, l'arte dei giardini secchi, il teatro no. Andando alle radici dell'esperienza del vuoto si scopre che essa emerge, ancora prima che da riflessioni teoriche, da una pratica di meditazione che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista ma anche di chi ne apprezza le opere.