L'amore al prossimo più vicino, come il coniuge o la moglie, i figli o le colleghe, e quello universale rivolto a tutti, in particolare agli ultimi; un'appartenenza specifica, ovvero una parrocchia e una chiesa locale, ma anche l'apertura «fino ai confini del mondo»; la libertà della propria coscienza e l'adesione a una comunità più grande dell'«io». La fede cristiana è ricca di contraddizioni: si fonda sul paradosso dei paradossi, Dio che si fa uomo. Questi contrasti non si stagliano come ostacoli al pensare e al vivere, ma possono diventare spunti fecondi se vengono vissuti con la libertà di chi fa esperienza dello Spirito di Cristo. In queste pagine Timothy Radcliffe, con la sua sapienza intrisa di conoscenze bibliche e uno sguardo curioso sulla cultura contemporanea, accompagna il lettore dentro e oltre questi paradossi. La profondità del pensiero di Radcliffe è accompagnata dal continuo confronto con la propria vita e con quella degli altri. In questo modo l'autore ci fa verificare la sincera corrispondenza che il Vangelo ha con le aspirazioni e i desideri di ogni persona. Questo libro è un viaggio dentro la tradizione cristiana e lungo la vita umana che riconcilia l'anelito alla libertà con la promessa evangelica: diventare figli di un Padre buono, nella fraternità e nell'apertura agli altri.
La traccia lasciata da Martin Lutero e dalla sua Riforma nella cultura e nella società europea è così profonda che, senza i valori da lui ereditati, a cominciare dalla tolleranza religiosa, sarebbe per noi impossibile capire le lacerazioni che attraversano il mondo di oggi. Dentro questioni aperte come le guerre combattute in nome di Dio, il diritto alla libertà di culto, la crisi del primato della politica ritroviamo infatti le ragioni e gli esiti del conflitto che il monaco tedesco ingaggiò contro il papato romano. Il quinto centenario della celebre affissione delle 95 tesi sulle indulgenze sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg è quindi la giusta occasione per cercare di capire chi fu davvero Martin Lutero e per quale via giunse prima alla «scoperta del Vangelo» e poi a trovare nella «sola Scrittura» e nella «giustificazione per sola fede» le risposte alle domande che sgorgavano in lui dal sofferto e costante confronto con una Chiesa cattolica largamente dominata dal vizio e dalla corruzione. Indispensabile, a tale scopo, è questa esauriente ricognizione di Adriano Prosperi sull'opera e l'epoca di Lutero, condotta attraverso la rilettura dei suoi testi e una straordinaria conoscenza del contesto storico in cui furono concepiti, ma anche prestando ascolto e dando voce all'incessante tormento interiore di un uomo inquieto e indomito, che non volle mai ergersi a eroe o martire. Emergono così in una nuova luce tutti i momenti salienti di quell'avventura intellettuale e morale che contribuì in modo decisivo all'ingresso dell'Europa nell'età moderna. Il passaggio di Lutero nella storia della cristianità produsse ferite mai rimarginate e depositi preziosi, ancora oggi riconoscibili. Nell'immediato, la frattura dell'unità del popolo cristiano intorno all'idea stessa di Chiesa, che provocherà le guerre di religione. Ma oltre quel cupo scenario si affermò un nuovo modo di intendere il rapporto dell'uomo con Dio, con l'aldilà, con la liturgia, con la devozione e la carità. Vertice di tutto è l'individuo, la sua coscienza e la sua fede. È questa la rivoluzione di Lutero. E se il mondo scoperto a occidente erediterà il nome da Amerigo Vespucci, a lui spetta «il merito della scoperta della libertà come vero orizzonte del cristianesimo europeo».
Il volume raccoglie un prezioso ciclo di seminari, affidati ad autorevoli studiosi, dedicati interamente alla Bibbia intesa come "Grande Codice" della cultura occidentale e medio-orientale, fonte di ispirazione linguistica, teologica, letteraria, filosofica, scientifica, artistica. Il titolo del volume rimanda all'ultimo libro biblico, l'Apocalisse (10,9-11), ove Giovanni, prima del settimo squillo di tromba, viene investito della missione profetica attraverso un atto simbolico: egli deve ricevere un rotolo aperto dalle mani del messaggero celeste e divorarlo. Tale immagine biblica è sembrata eloquente per compendiare l'intero percorso formativo. L'attenzione si concentra principalmente su due versanti: da un lato il rapporto tra traduzioni e tradizione dei testi biblici, colto nelle sue molteplici implicazioni linguistiche, esegetiche, storiche, teologiche e antropologiche; dall'altro un confronto esemplare con la "storia degli effetti" della Bibbia sulla cultura, che dagli antichi codici letterari e pittorici giunge fino all'arte cinematografica. Prefazione di Stefano Arduini.
Il volume abbraccia l'intero arco dell'evoluzione del Monachesimo in Occidente: dalle origini dei deserti egiziani alla grande figura di Benedetto con il testo fondamentale della Regola; dall'Impero di Cluny alla rivoluzione cistercense di san Bernardo; dai fenomeni di decadenza rinascimentali, alla lotta per la riforma della Chiesa; dalle penitenze dei trappisti, alle soppressioni napoleoniche fino alla rinascita dei nostri giorni. Questa storia del Monachesimo in un solo volume è un lavoro di sintesi che solo anni di studi rigorosi potevano permettere di concepire.
La figura storica di Gesù, la nascita del cristianesimo e la modernità in che rapporto sono tra di loro? Il volume ne affronta la complessa relazione esaminando una serie di questioni fondamentali e focalizzando l'attenzione sulla critica del cristianesimo e la riscoperta dell'ebraicità di Gesù e di un cristianesimo originario. L'impatto della scienza moderna sul sistema teologico cristiano, le concezioni politiche e le dichiarazioni dei diritti dell'uomo emerse grazie all'Illuminismo hanno avuto un effetto positivo e di trasformazione non solo sulle diverse forme di cristianesimo, ma anche sull'ebraismo e sull'islam. La sterminata ricerca storica moderna su Gesù non è frutto di un atteggiamento anticristiano ma delle molteplici e diversificate correnti cristiane che assumono di volta in volta i vari fattori culturali della modernità.
Un itinerario alla scoperta dei luoghi più significativi della Terra Santa. Il testo ha un taglio storico-archeologico, spirituale-teologico, descrive alcuni luoghi santi, visitati personalmente e studiati presso lo Studium Biblicum Francescanum di Gerusalemme. I luoghi santi studiati sono circa 35 vanno da Dan a Bersabea, dalla Galilea fino al deserto del Neghev. In appendice descrizioni circa la vita di Terra santa in particolare alcune feste ebraiche, la processione quotidiana al Santo Sepolcro e lo staus quo delle tre comunità cristiane (Ortodossa, Latina, Armena). Il volume vuole essere uno strumento divulgativo per far crescere la sensibilità e la cultura della Terra di Gesù.
"L'artista [...] è incaricato del compito di creare un'immagine atemporale e distaccata, in contatto con il cielo piuttosto che con l'umanità, un'immagine in grado di rispecchiare, come attraverso un riflesso diretto, il suo divino o santo archetipo e, inoltre, di servire come veicolo di forze divine, come ricettacolo della divina sostanza. Autosufficiente in relazione allo spettatore, l'immagine deve allo stesso tempo configurarsi in modo "aperto" nei confronti del cielo. Ciò che l'artista è chiamato a creare è un guscio, privo di forma e di senso in quanto tale, pronto a ricevere potenza • vita dall'alto, dallo Spirito Santo che lo coprirà della sua ombra, dalle entità celesti che vi eleggeranno la propria dimora."
Mobilità, flussi e accelerazione sono elementi essenzialmente urbani e moderni. È inevitabile che le avanguardie e il progresso, le mode e le nuove tendenze muovano dal vissuto urbano, siano da esso irradiate e con esso in qualche modo coincidano. Dietro la crescente e diffusa omologazione dei linguaggi e oltre l'universalizzazione delle mode e dei mercati, la diseguaglianza delle condizioni di vita progredisce in maniera evidente e preoccupante. L'urbano è un teatro particolarmente esposto ai sommovimenti diversificanti che imprimono solchi di disparità nel campo della socialità globale. Più volte negli ultimi decenni le Chiese si sono interrogate sul ruolo che intendono assumere di fronte alle trasformazioni territoriali e sociali delle grandi città. L'urbanizzazione non è un processo che inizia sulla soglia o ai bordi delle chiese, ma fluisce in tutti gli ambiti della vita cristiana. Una pastorale urbana credibile e incisiva non offre semplicemente servizi e non si esaurisce nell'itineranza o nell'uscita. Come «l'essere nel mondo» è per i cristiani un gesto costitutivo, così «l'essere nella città» è un radicamento credibile nel terreno della prossimità a Dio e agli uomini.
Kari Elisabeth Børresen ha rivendicato la critica femminista della centralità maschile come la più grande rivoluzione epistemologica della storia umana, un sovvertimento ancor più radicale della confutazione del geocentrismo (Copernico) e dell'antropocentrismo (Darwin). Ne ha concluso che la differenza sessuale non può più imporre ruoli divisivi di genere, ma deve ispirare la collaborazione di donne e uomini in tutti gli ambiti della vita della Chiesa e della società. A lei si deve l'invenzione di un nuovo lessico, per esempio il binomio "subordinazione/equivalenza" come segnaletica dell'ambiguità del cristianesimo verso le donne, e termini quali "androcentrismo" e "matristica", ora entrati nell'uso comune.«Tutti i sistemi religiosi prendono forma e vengono portati a parola in culture che si modificano storicamente», scrive Børresen in questo testo che ripercorre il suo originale percorso intellettuale. «La sfida è rappresentata dal fatto che sia la Scrittura che la tradizione cristiana si sono strutturate in contesti che erano androcentrici e devono essere interpretate e riformulate con un adeguato linguaggio su Dio».
Composto tra l'879 e l'883, quando Fozio sta svolgendo il secondo mandato in qualità di patriarca di Costantinopoli, questa breve opera ospita sessantasei sentenze che si inseriscono nel solco della trattatistica delle raccolte di consigli e suggerimenti indirizzati al principe. Il testo, che la tradizione manoscritta ha conservato con il titolo di "Capita paraenetica", si sofferma sulle virtù del sovrano, la scelta dei funzionari e dei magistrati, l'adulazione e la calunnia, la corruzione e l'importanza dell'eloquenza, la cura di sé e l'amicizia. Una riflessione di sorprendente attualità sul potere e il suo esercizio.