
Le due tradizioni ebraica e cristiana a confronto sul tema dell'apertura all'"Altro" e sul concetto di identità.
Nell’ambito della fenomenologia religiosa la mistica ebraica ha una singolare collocazione non solo per la vasta durata del suo percorso (dal sec. VI a.C. ai nostri giorni), ma soprattutto per il suo caratteristico approccio con l’esperienza religiosa. Il misticismo ebraico è sorto infatti sia dal bisogno di trovare una giustificazione alle tragedie che di frequente si sono abbattute sul popolo d’Israele (esili, deportazioni, persecuzioni…), sia dalla necessità di attualizzare i contenuti della Scrittura. Attraverso una ricca articolazione interna, il volume documenta il percorso del pensiero ebraico (300 paragrafi tematici) nella complessità dell’esistere, che trova le strutture di unità in cinque temi-forza: il mondo divino, la creazione, gli angeli e i demoni, l’uomo, Israele.
Note sul curatore
Gabriele Burrini, giornalista professionista e scrittore di formazione orientalistica, si è laureato presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli con una tesi sul Profilo storico degli studi sul camito-semitico, pubblicata dagli Annali dell’IUO. nel 1978-1979. È socio dell’IsIAO di Roma. Ha pubblicato: Dionigi Areopagita. Gerarchie celesti, traduzione dal greco, introduzione e note, Tilopa, Roma 1981; Il cappellaio di Urmak. Racconti di redenzione, Edilibri, Milano 2001; L’angelo dei nuovi tempi. Oriente e Occidente verso la spiritualità futura, Edilibri, Milano 2003; con L. Meazza, La filosofia indiana, Xenia, Milano 1994; con A. Gallerano, L’antroposofia, Xenia, Milano 1996; sempre con A. Gallerano, Padre nostro che sei nei cieli. Le più grandi preghiere di tutti i tempi e di tutti i paesi, prefazione di G. Filoramo, Bompiani, Milano 1998; Pagine d’amor platonico, Edilibri, Milano 2002; inoltre i saggi “Un sodalizio di poeti. I rapporti fra Edouard Schuré e Angelo De Gubernatis”, in Studi in onore di A. De Gubernatis, vol. I, a cura di M. Taddei, Istituto Universitario Orientale, Napoli 1995, pp. 115-156; e “Il buddhismo e la scienza dello spirito”, in R. Steiner, Buddha, Ed. Antroposofica, Milano 1996.
Naso adunco, capelli ricci neri, bassa statura, barba folta, lunghi boccoli... la figura dell'ebreo, dalle caratteristiche fisiche volutamente accentuate fino alla caricatura da una precisa e martellante iconografia cristiana, è divenuta nel corso del tempo stereotipo di avarizia e di doppiezza malvagia. Bernhard Blumenkranz usa l'arte cristiana medievale come uno specchio in cui si riflette questo ebreo stereotipato, per ricostruire genesi e sviluppi dell'antisemitismo cristiano. Il libro è un viaggio attraverso la mentalità medievale espressa con una ricchissima documentazione iconografica.
"E venne la notte" è la storia di una presa di coscienza, quella di un bambino ebreo in un paese arabo che, travolto da una improvvisa guerra, riesce a comprendere il tegame fra la propria esperienza e la memoria storica della sua famiglia, a trasformare una drammatica vicenda personale in una preziosa lettura del mondo e della natura umana. Ma è la stessa storia della sua famiglia, cacciata nel 1490 dalla Spagna della Santa Inquisizione e condannata a vagare per l'Europa fino all'approdo in Africa nel 1900, a ben rappresentare il desiderio e il dono di una cultura non rassegnata a difendere la propria specificità a discapito dell'apertura verso l'altro e verso il mondo.
Nel 1492, con la cacciata degli ebrei dalla Spagna per opera dei re cattolici Isabella e Ferdinando, ha inizio la vicenda dei "nuovi cristiani" della penisola iberica. Gli ebrei fuggiti in Portogallo sono convertiti a forza al Cristianesimo e perseguitati dall'Inquisizione. In alcuni casi, sinceramente convertiti, vengono torturati dai loro stessi nuovi correligionari; ma quasi sempre vivono, tra l'incubo del Sant'Uffizio e l'ostracismo della maggioranza, da veri artisti del compromesso, nel segreto delle famiglie, la tradizione, la cultura e la fede dei padri.
Il contenuto del volume presenta il cammino interiore percorso da C. Vigée; una meditazione, insieme poetica e saggistica, fondata sulla sua interpretazione della Rivelazione biblica, in modo particolare nel gioco mistico ebraico che è la Qabbalah.Ogni capitolo è un "prezioso" di cultura, di sapienza e di attualità. Il volume è suddiviso in due parti. Nella seconda parte l'autore valorizza scritti datati che documentano le sue riflessioni e la convinzione che non si può più restare arroccati su posizioni contrapposte, occorre che ebrei e cristiani lavorino insieme per non protrarre questa situazione che offende il comandamento di Dio "Non uccidere".
Il libro descrive le fasi iniziali del sionismo ai primi dell'Ottocento, i maggiori centri e le posizioni prevalenti in Europa, la costituzione di vari partiti al suo interno, la crescente migrazione di Ebrei verso la Palestina e il conflitto creatosi tra la popolazione israeliana e quella araba. Ne risulta che il sionismo fu in gran parte modellato da eventi come l'affare Dreyfus, la Prima guerra mondiale, il passaggio della Palestina dal dominio turco a quello britannico e l'eccidio della maggior parte degli Ebrei europei nel corso della Seconda guerra mondiale. Un capitolo conclusivo si interroga sullo sviluppo del sionismo in Israele dall'origine dello Stato fino a oggi. Brenner insegna Storia e cultura ebraica alla Ludwig-Maximilian-Universität di Monaco.
Secoli di storia hanno depositato nel nostro paese una serie straordinaria di testimonianze della presenza ebraica. Monumenti, musei, sinagoghe, interi quartieri urbani, manufatti preziosi, arredi, testi antichi sono sopravvissuti a devastazioni, dispersioni e trafugamenti, e costituiscono un eccezionale patrimonio verso il quale sempre più viva è l'attenzione di visitatori e turisti. Dal Piemonte al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, dall'Emilia alla Toscana al Lazio, dalle Marche alla Campania alla Puglia fino alla Sicilia non c'è regione d'Italia che non conservi tracce di una presenza che dura da duemila anni. Questa guida è attenta all'arte, alla cultura e alla storia, ma anche al costume, alle tradizioni, alla gastronomia, città per città.
250 voci presentano, in modo complesso ed esauriente, la religione ebraica nel suo sviluppo storico. Ne vengono forniti i principali aspetti della tradizione letteraria, rituale, giuridica, teoretica nel quadro dell'esegesi e della critica filologica. È dedicata una particolare attenzione alle correnti del pensiero ebraico moderno e contemporaneo.
Giulio Busi, direttore dell'Istituto di giudaistica della Frei Universität di Berlino, offre in questo volume un'esplorazione al tempo stesso reale e utopica dell'ebraismo e racconta i luoghi della diaspora contemporanea. Dall'India agli Stati Uniti, passando per l'Europa e il Mediterraneo, egli fa una cronaca appassionata e insieme una lettura per vie traverse del fenomeno giudaico.