L'etica della Torah non cerca d'imporre all'uomo un ideale di rinuncia alla vita individuale e collettiva. Al contrario quest'etica è eminentemente sociale. Essa risveglia in ciascuno le responsabilità che spettano per il semplice fatto di essere un membro della società umana. Alla base di quest'etica collettiva c'è il mirabile comandamento dell'amore: "Amerai il prossimo tuo come te stesso", un comandamento senza limiti, che invita l'uomo ad amare non solo i propri simili, ma anche lo straniero, lo schiavo, il nemico.
Questo libro raccoglie la testimonianza di venti rabbini che, in varie epoche e nazioni, hanno scelto di dare la propria vita a Gesù pur rimanendo ebrei. Cosa succede se un rabbino ebreo incontra Cristo e decide di seguirlo? Il più delle volte è una scelta che comporta conflitti interiori se non persecuzioni, fino a perdere, se necessario, quanto c'è di più prezioso: la famiglia, gli amici, il lavoro. Ma, al di là del travaglio interiore e delle lotte da affrontare per adesione alla fede in Yeshua HaMaschia, l'ebreo che incontra Cristo sa di aver trovato in Gesù il vero Messia d'Israele.
Per molti lettori, il libro attraverso il quale si sono avvicinati alla mistica ebraica è il trattato di Scholem "Le grandi correnti della mistica ebraica". E lì avranno trovato, nel capitolo sul cabbalista 'Abulafia, la citazione di un testo che racconta il procedere di un'esperienza estatica. Quel testo, che sembra condensare in sé le peculiarità della speculazione cabalisitca, era lo "Sa'are Sedeq. Le porte della giustizia", di cui, fino ad oggi, mancava un'edizione filologica ed era altamente incerta l'attribuzione. Oggi Moshe Idel, che ha occupato il posto di Scholem, presenta questa prima edizione corredata da un vasto commento, proponendone l'attribuzione a un discepolo di 'Abulafia, Rabbi Natan ben Sa'adyah Har'ar.
Attraverso una lettura per esplosioni, metodo ermeneutico di M.A. Ouaknin, lettrici e lettori sono condotti ad una stupefacente interpretazione del Decalogo inteso come legge di libertà, di responsabilità e di amore. Il metodo interpretativo di Ouaknin è costruito su metodi qabbalistici di lettura, fatti di gioco sulle parole, sulle lettere, sulla loro permutazione che affascina anche chi non conosce l'ebraico. La Scrittura cresce con chi la legge: questa affermazione di S. Gregorio Magno è vicinissima alle affermazioni di Ouaknin e allo spirito della sua ermeneutica, che può considerarsi un ponte lanciato verso altri territori di analisi e di studio, per superare steccati e incontrare frammenti di verità disseminati ovunque.
Secret propone un panorama sulla diffusione della cabala nel dominio umanistico a partire dal Quattrocento, secolo in cui Pico della Mirandola ne sviluppò la conoscenza, fino all'epoca nella quale Padre Mersenne cercò di stroncarla. E' tutto un mondo di personaggi spesso considerevoli, dimenticati dal grande pubblico colto, che appare: dai Pico della Mirandola, ai Reuchlin, cattolici e protestanti, eruditi o divulgatori e ciarlatani.
La Shtetl è il borgo ebraico d'altri tempi che l'Europa si è spazzata via di dosso come un granello di polvere fra il 1939 e il 1945. "In uno yiddish a tratti malinconico, ma più spesso brioso quando non corrosivo, Sholom Aleichem dà vita a un mondo che non c'è più fatto di giornate mai uguali a se stesse, di pioggia tenace e povertà endemica, di equivoci a non finire, ma soprattutto di uno spirito ilare che tutto capovolge." (E. Lowenthal)