“Su tre cose il mondo sta:
sulla Torà,
sul culto
e sulle opere di misericordia”
In questa raccolta, Rabbi Jehudà – vissuto nel secondo secolo e.v. – volle fissare tutta la sapienza dei maestri d’Israele che l’avevano preceduto e offrire alle generazioni a venire il cuore dell’etica ebraica colto dalla bocca dei Padri. Da queste pagine – e dai commenti rabbinici medievali che le accompagnano – emerge il mistero che sta al centro dell’ebraismo: non “chi è” Dio, ma “cosa vuole” Dio. Un mistero a favore dell’uomo perché la volontà di Dio è benedizione per l’uomo. Pagine di grande profondità e freschezza che aprono ancora oggi squarci di luce e di consolazione sull’esistenza quotidiana di ogni uomo.
Alberto Mello (Biella 1951), monaco della Fraternità di Bose a Gerusalemme e biblista, unisce alla conoscenza delle Scritture la passione per la sapienza di Israele. Oltre ad aver curato Un mondo di grazia. Letture dal Midrash sui Salmi, si è recentemente soffermato sui tesori del Salterio in L’amore di Dio nei Salmi. Sempre per Qiqajon ha curato un commentario all’Evangelo secondo Matteo e ha approfondito il messaggio profetico in La passione dei profeti, attingendo alle ricchezze della tradizione ebraica.
"Lo stato ebraico" di Theodor Herzl, edito nel 1896 a Vienna, è il manifesto programmatico del movimento sionista. Scritto come risposta all'antisemitismo crescente della seconda metà del secolo scorso, ha rappresentato il "testo sacro" a cui si sono richiamati gli ebrei di tutto il mondo che, rispondendo all'appello di Herzl, hanno cercato di costruire nella terra dei padri una patria per loro e per i propri figli. Prefazione di Gad Lerner.
Il volume, che è frutto della mostra tenuta nell'Abbazia di Praglia ha un preciso scopo didattico: illustrare come l'esistenza dell'Ebreo, dall'antichità fino ad oggi, è regolata e ritmata da alcuni essenziali punti di riferimento: la Bibbia, fonte ispiratrice della visione del mondo e del vivere quotidiano, le feste del calendario religioso, le tappe più importanti della vita personale e familiare. Di qui i tre settori in cui si è articolata la mostra, che ha voluto inoltre mettere sotto gli occhi di tutti il fatto che la comunità ebraica, organizzata intorno a quei punti fondamentali, è una realtà viva che viene da tempi lontani e si proietta verso il futuro animata da una grande speranza. Il titolo del volume "Midor Ledor", mutuato da un'espressione molto frequente nella Bibbia ebraica (Antico Testamento), intende mettere in rilievo la permanenza e la trasmissione di questo patrimonio vitale, che travalica le singole generazioni e attraversa la storia.
Un dialogo aperto e teso, in cui si confrontano due profili del messianismo biblico.