La Bibbia Ebraica Interlineare proposta dalle Edizioni San Paolo, differenziandosi da opere analoghe moderne, a fronte del testo ebraico desunto dal codice di Leningrado qual è riprodotto nella Biblia Hebraica Stuttgartensia - riporta la versione greca dei Settanta (edita nel 1935 da Alfred Rahlfs e, nel 2006, rivista da Robert Hanhart) e il testo latino della Vulgata secondo l'edizione Sisto-Clementina, a cura di Luigi Gramatica. Per ovviare poi alle asprezze, che ogni versione letterale inevitabilmente comporta, la si correda di una seconda traduzione italiana più scorrevole ed elegante. A motivo pertanto della sua struttura quadrilingue, forse non è improprio considerare la presente una moderna Bibbia tetraplare. In questo volume il libro di Isaia.
I "libri sapienziali" della Bibbia, a differenza del Pentateuco, non contengono precetti tassativi e dogmatici, ma piuttosto le proposte del saggio per il giusto equilibrio della vita, per l'acquisto della libertà come capacità di scelta e per la serena convivenza sociale. Le culture antiche possedevano una loro sapienza, da cui Israele attinge per elaborare e "personalizzare" la propria. Il dossier di questo numero della rivista esamina questo processo considerando il Libro dei Proverbi, cioè la raccolta di saggezza e di consigli più rappresentativa dei libri sapienziali. Completano il numero le consuete rubriche "Studi biblici" e "Bibbia e cultura".
Il Cantico dei cantici è rimasto per secoli un libro misterioso. Ci parla un linguaggio arcano, sapido, quasi troppo carnale per non suscitare domande. Per chi è scritto? Come è confluito nel canone biblico? Ma è parola di Dio? La meditazione di Christian de Chergé ci aiuta a riscoprire la bellezza di un testo altamente poetico, fittamente denso di spunti che illuminano il senso profondo dell'essere cristiani, creature amate. Dall'amore carnale di Dio per noi scaturisce il suo farsi carne in Gesù, eterno amore che, toccando, guarisce.
L'edizione quadriforme del libro dei Salmi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; iltesto greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente alIV secolo dopo Cristo; il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata aprivilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Le esegesi dei Salmi commentati in questo terzo volume si distinguono per essere sviluppate in unità tematiche, ciascuna delle quali riporta in apertura un passo tratto dai vangeli. Intento dell'autore è mostrare come i Salmi costituiscano sotto determinati aspetti uno degli orizzonti di significato entro il quale comprendere il Nuovo Testamento, e come per altro verso, messi in correlazione con i testi neotestamentari, i Salmi stessi acquisiscano dimensioni di senso nuove e anche inaspettate. Libro della ricerca di Dio, il Salterio esprime questo ardente anelito in varie forme di preghiera dall'invocazione all'accusa, dalla gratitudine alla lode - che nel Nuovo Testamento conoscono nuova vita.
Nuova edizione rivista e aggiornata dell'"Introduzione" all'Antico Testamento. Questo primo volume propone un approccio di ordine globale e al tempo stesso una presentazione di alcuni libri che compongono la prima parte della Sacra Scrittura, cioè il Pentateuco e i libri cosiddetti "storici". L'introduzione generale ricorda l'origine dell'Antico Testamento, come si suddivide, i testi originali, le traduzioni e i commenti, spiegando in che senso esso sia realmente Parola rivelata. Illustra poi il contesto geografico e storico in cui i testi nacquero, furono tramandati e infine fissati per iscritto. Importanti anche le annotazioni sulla maniera di accostarsi a queste pagine. Nell'affrontare i singoli libri, sia i cinque del Pentateuco, sia i "Libri storici", oltre alle introduzioni particolari, il volume presenta l'analisi di alcuni testi più significativi. Superando i limiti della finalità didattica, l'autore si preoccupa anche di aiutare il lettore a capire, accogliere e attuare il messaggio biblico.
Lungo una narrazione storica variata e avvincente, con il tono apparentemente leggero e distaccato dell'humor, il piccolo libro di Giona enuncia una delle tesi più estreme che l'Antico Testamento conosca: Dio raggiunge e chiama a salvezza le oscure lontananze umane, i luoghi più "atei" della storia. Giona, figura carica di tradizione e dottrina, si scontra con la paziente pedagogia di Dio: non si rassegna ad accettare un Volto misericordioso, preferendogli quello del giudice inesorabile. Ecco allora che, attraverso il pennello di un'ironia talora pungente, da protagonista il profeta diventa anche destinatario di un messaggio che richiama la dimensione totale dell'amore e della misericordia: è Dio stesso che lo cerca, lo provoca, lo insegue. Dentro alle faticose domande di Giona ci ritroviamo tutti e sono queste vicissitudini interne che fanno del piccolo libro un racconto di straordinaria attualità, prossimo ad una "Chiesa in uscita", sulle orme di Dio, verso la vita di ogni persona, così com'è.
"... Nel commento alle suppliche individuali, Cristo si rivela ancora una volta agli occhi del Vivariense, esemplare punto di incontro tra umano e divino: per questo il senso cristologico non è solo il senso dominante sugli altri, ma è anche punto di convergenza degli altri sensi, vale a dire il letterale, lo spirituale e l'anagogico. L'impressione che si ricava dalla lettura di queste pagine, grazie anche alla fluidità della lingua nella quale sono rese in traduzione, è quella di uno sguardo ampio sull'umanità e sulla sua storia, che diventano, così, "luoghi" nei quali la visita di Dio consente un continuo passaggio dalla morte, cui l'essere umano è condannato dal peccato originale, alla vita, il grande dono di Dio, misericors per eccellenza, il cui cuore tenero è rivolto verso i miseri. L'esperienza storica di Cristo diviene così chiave interpretativa della vicenda di ogni uomo e della vita nuova, alla quale egli è chiamato su questa terra nell'attesa di un compimento che arriverà di certo, sia pure in una dimensione metastorica, simbolicamente evocata dalla tradizionale immagine della Gerusalemme celeste...". (Dalla prefazione di Mons. Vincenzo Bertolone)
Intorno all'anno 400 la chiesa d'Occidente, di lingua latina, si trovò ad affrontare un problema: la Bibbia utilizzata, sia per la liturgia sia per lo studio, era un testo latino tradotto dal greco (la cosiddetta Vetus Latina), un testo che presentava vari errori di traduzione. Di qui la necessità di intervenire: se per il Nuovo Testamento si trattava solo di adottare un buon manoscritto greco, per l'Antico Testamento la questione si presentava più complessa perché il testo latino in uso era, sì, tradotto dal greco, ma questo a sua volta era stato tradotto dall'ebraico. Non era forse meglio risalire alla fonte? Si poneva un problema non solo linguistico ma di natura teologica: la Bibbia greca appariva più ampia di quella ebraica e anche nei libri comuni - che erano la maggior parte e i più importanti - c'erano frequenti varianti, talvolta di notevole spessore teologico. Due padri della chiesa latina, entrambi venerati poi come santi, Girolamo e Agostino, presero posizioni opposte. Girolamo sosteneva che il testo ebraico dovesse essere preferito perché più antico: essendo scritto nella lingua originale, era il solo ispirato. Agostino difese invece il greco, perché aveva permesso alla Parola di Dio di essere accolta nel mondo pagano; apparteneva, quindi, alla storia della salvezza, diversamente dal testo ebraico. La vinse Girolamo e la sua Vulgata - testo latino corretto abbondantemente sull'ebraico, ma non del tutto - lentamente si impose nelle chiese di lingua latina.
Il volumetto aiuta a meditare, in un clima di preghiera, il Salmo 139 per scoprirvi sia la chiamata alla vita di ogni uomo e donna, dell'orante in particolare, sia la risposta a tale chiamata, e le difficoltà che derivano dal rispondere. La parola del Salmo 139, letto, mediato e contemplato con gli occhi e il commento di Sant'Agostino, non è una parola del passato "da mettere sott'olio", ma vuole essere una parola di Dio che opera oggi. E' una parola che interpella ciascuno: stai seguendo veramente il Signore? L'interpretazione del testo evoca sentimenti e immagini suggestive, che toccano l'interiorità del cuore e descrivono il modo spirituale della persona umana chiamata a vivere un'autentica relazione con Dio a testimoniare il suo primato nella storia.
Il libro dei Proverbi contiene una notevole ricchezza di immagini e metafore che solo negli ultimi anni ha richiamato l'interesse degli studiosi. Lo studio si propone di analizzarne alcune, a partire da quattro categorie semantiche: il corpo, la natura, il tessuto urbano, gli animali. Accanto a una rassegna quantitativa sul lessico di ogni specifica categoria, venti metafore vengono analizzate nel loro contesto, alla luce di alcuni criteri interpretativi desunti dalla linguistica moderna. La ricerca si conclude con alcune riflessioni ermeneutiche sull'utilizzo della metafora nel libro dei Proverbi e sul suo valore nella teologia biblica.
Il Salmo 51, detto Miserere dal titolo della traduzione latina, è uno dei principali componimenti del Salterio, di cui costituisce il più celebre testo penitenziale.Già presente nella grande riflessione paolina sul peccato, il Salmo entra nella tradizione patristica, diventa l'ossatura ideale delle Confessioni di Agostino, ma anche il segnale di battaglia del Savonarola e una specie di motto per i soldati di Giovanna d'Arco. Amato visceralmente da Lutero, che gli dedicherà pagine altissime e indimenticabili, il Miserere è stato il silenzioso compagno di lacrime di tanti peccatori pentiti, la segreta biografia di anime sensibili, lo specchio della coscienza vivissima e lacerata di uomini come Dostoevskij e il testo ispiratore per artisti come Rouault e compositori come Donizetti e Bach.