La Prima Lettera di Giovanni esprime perfettamente la novità della Rivelazione e della vita cristiana fondata sulla persona di Gesù. Per questa ragione non si può ridurre il cristianesimo a una filosofia, un'idea o una pratica sociale: solo l'incontro con il Risorto, persona vera e ardente d'amore, può rinfrescare e rinnovare l'esistenza del singolo e della comunità, riconducendola alla sua autentica sorgente. Proprio nel rinnegamento di questo elemento fondamentale e nella manipolazione della Parola a proprio uso e consumo, Giovanni intravede le sembianze dell'Anticristo, che grazie a numerosi complici si sostituisce alla verità di Cristo.
Nel Mediterraneo, luogo di incontri, scambi e interconnessioni, paradigma dei cambiamenti della società globale diventa attuale la teologia dell'accoglienza che Papa Francesco ritiene una chiave di interpretazione dei segni dei tempi e dei cambiamenti di epoca accelerati dalla diffusione del Coronavirus. Con questo libro si elabora l'idea di una "fraternità resiliente": nel Vangelo di san Giovanni, in alcuni capolavori artistici, e in testi antichi e recenti delle religioni monoteiste del Mediterraneo. "Fraternità resiliente" come testimonianza di santità ordinaria delle persone di buona volontà e come prova dell'attualità del messaggio del Vangelo di san Giovanni, caratterizzato dall'accoglienza dell'incarnazione della Parola di Dio; e contributo all'elaborazione di una teologia biblica che in un tempo di rapidi e radicali cambiamenti, e in dialogo con le religioni e le società secolarizzate e multiculturali promuove i valori della convivenza pacifica e della fraternità universale.
Nuova traduzione con ampia introduzione e apparato di note. Tra le ricche raccolte omiletiche di Giovanni Crisostomo, quelle sul vangelo di Giovanni - di cui in questo volume si pubblicano le omelie 60-88 - costituiscono un corpus notevole per ampiezza, organicità e sistematicità. Nelle omelie sul vangelo di Giovanni l'autore, attraverso la consueta raffinatezza stilistica e la grande sensibilità, interpreta il testo evidenziandone il fondamentale portato per la definizione della teologia trinitaria, in opposizione alla speculazione ariana. Inoltre coglie tutti gli spunti utili all'edificazione morale e spirituale della propria comunità, con frequenti e concreti riferimenti alle pratiche, agli usi e costumi dell'epoca.
È un commento teologico alla Prima Lettera di san Giovanni apostolo. Il compito del teologo consiste nel mettersi al servizio dei fratelli nella fede. L'apostolo Giovanni è il teologo per eccellenza, che alla ricerca della verità illuminata dalla fede unisce l'amore dell'amico, giungendo al vertice della "teologia mistica". Gesù aveva promesso ai suoi amici l'invio dello Spirito Santo, e Giovanni è il primo, insieme a Maria sua Madre, che ai piedi della Croce ne riceve l'effusione interiore, associata all'acqua e al sangue che sgorgano dal costato trafitto di Cristo. Sono due le grandi direttrici della lettera, cono come due "annunci" che Giovanni ci svela, avendo a sua volta scoperto in essi il cuore del mistero rivelato da Gesù: Dio è luce, Dio è amore. È lo Spirito Santo che ci introduce in questo duplice (ma unico in Dio) mistero; e lo fa grazie ai suoi sette doni, ciascuno dei quali ci apre alla rivelazione di una sua particolare sfaccettatura. Alla rivelazione che "Dio è amore", in realtà, Giovanni giunge dopo aver accolto l'annuncio "che ci amiamo gli uni gli altri": è il mistero della carità fraterna, mezzo indispensabile per conoscere l'amore di Dio e divenirne a nostra volta sorgenti strumentali - ed è il mistero della Chiesa, comunità di credenti chiamati a vivere l'unità del duplice comandamento di Cristo.
Qual è l'identità misteriosa del «discepolo che Gesù amava»? Si tratta forse dell'apostolo Giovanni, il figlio di Zebedeo? È Lazzaro? Oppure Natanaele? Né i dati dei quattro vangeli né le testimonianze storiche dei secoli antichi ci permettono di determinarlo. Prendendo atto dell'anonimato di quel discepolo e rispettandolo fino in fondo, Joseph Lê Minh Thông si concentra sull'enigma dell'identità della figura delineata dall'appellativo giovanneo: «Studieremo il personaggio del "discepolo che Gesù amava" valorizzando quanto viene effettivamente detto nel testo ed evitando di addentrarci in ricostruzioni ipotetiche su dettagli che in realtà non ci vengono forniti». Si arriverà così a scoprire il significato della prossimità a Cristo di quel discepolo. Attraverso la sua testimonianza, non a caso, il progetto letterario del quarto vangelo ci invita a divenire noi stessi il discepolo che Gesù amava, e a fare dell'amore di Dio il nostro nome proprio.
L'evangelista invita il lettore a guardare dal suo angolo prospettico e a sperimentare: - Come credendo si diventa figli di Dio nel Figlio di Dio. - Come seguendo il Figlio di Dio si consegue la vita eterna. - Come animati dallo Spirito si dimora nella vita che il Padre vive con il Figlio. Il discepolo amato ha percepito lo splendore ultraterreno del Figlio di Dio nella fragilità e umanità di Gesù, ne è rimasto affascinato e lo ha raccontato. Il vocabolario è semplice ed è aperto ad un simbolismo raffinato che narra la vita, la vita eterna e come la si raggiunge e come la si vive nella comunità credente.
Che cosa accade quando l’ascolto di un libro biblico non si esaurisce con la prima lettura, ma accompagna l’intera esistenza? Ne scaturisce un dialogo profondo, appassionato, un corpo a corpo che diventa danza amorosa.
L’itinerario spirituale che propone Anna Maffei permette di accompagnare chi desidera attingere alla fede biblica ma esita a intraprendere il cammino.
Tu, Vangelo, hai presentato all’inizio del cammino l’invito ad andare a casa di Gesù. Per due suoi discepoli fu l’inizio di una vita in cui, per gran parte, non avrebbero neppure avuto una casa vera. Poi Gesù stesso, ogni giorno un po’ di più, diventò la loro casa, il luogo del loro radicamento, come, ogni giorno un po’ di più, è divenuta la mia. Quel cammino fu una passeggiata? Non so. Un’avventura? Sempre.
Da sola? Mai più. Ora sono arrivata alla fine di questo dialogo. Io ho parlato con te e tu, Vangelo, non hai mai smesso di parlare con me. Ti ho fatto molte domande, altre me le sono serbate per me. So che questo viaggio non è finito, tu continuerai a parlarmi di Gesù mentre ascolto oggi di nuovo la sua vecchia parola, ogni giorno nuova: «seguimi».
Anna Maffei
Il presente volume ha avuto il "Nihil Obstat" in data 19 novembre 2015 da una commissione di Vescovi, Cardinali, teologi e laici, ed è pertanto perfettamente attinente alla dottrina della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
Nei capitoli dal 13 al 17 del Vangelo secondo Giovanni, che vengono proposti alla meditazione dei Gruppi di Ascolto della Parola, Gesù è impegnato a raccontare, attraverso gesti e parole, la natura intima dell'amore, che è Padre, Figlio e Spirito Santo. Egli dichiara, in una sorta di testamento definitivo, qual è la natura profonda della condizione umana: noi siamo al mondo per imparare a lasciarci amare e a coinvolgerci nell'avventura dell'amore. Il fatto stesso che siamo al mondo è avere tra le mani una ricchezza clamorosa. Perché la creazione è il continuo atto d'amore con cui il Creatore fa spazio alle sue creature e il suo impegno affinché, nel tempo, esse diventino se stesse.
Per una conoscenza dei testi biblici che cerchi di essere intelligente e appassionata, occorre tentare di stabilire dei solidi "ponti" tra letture che analizzino e interpretino i testi, per quanto possibile, nei loro significati originari, e la vita e la cultura di oggi, senza fondamentalismi e superficialità. Nel quadro del progetto culturale "Per una nuova traduzione ecumenica commentata dei vangeli", ideato dall'Associazione Biblica della Svizzera Italiana, questo volume - una nuova traduzione ecumenica commentata del testo secondo Giovanni - è la quarta tappa. L'intero progetto è pensato per accompagnare l'attività formativa di tante persone nella Chiesa (nelle parrocchie, nei gruppi, nei movimenti, nelle associazioni di qualsiasi orientamento). Esso intende anche sostenere la volontà di singole persone che vogliano approfondire temi, contenuti e valori, che possono interpellare intensamente il cuore, la mente, la vita di chiunque. Ideatore del progetto e curatore del volume: Ernesto Borghi, biblista cattolico, presidente dell'Associazione Biblica della Svizzera Italiana (www.absi.ch) e coordinatore della formazione biblica nella Diocesi di Lugano (Svizzera). Redattori e redattrici: François-Xavier Amherdt - Guido Benzi - Emanuela Buccioni - Elena Chiamenti - Giuseppe De Virgilio - Stefania De Vito - Gaetano Di Palma - Fabrizio Filiberti - Nicoletta Gatti - Adrian Graffy - Luciano Locatelli - Lidia Maggi - Mariarita Marenco - Francesco Mosetto - Eric Noffke - Lorella Parente - Renzo Petraglio - Angelo Reginato - Luciano Zappella - Stefano Zeni - Giorgio Zevini. Prefazione: Gaetano Castello. Postfazione: Marinella Perroni. Appendici culturali e pastorali: Roberto Geroldi - Giorgio Jossa - Carmine Matarazzo - George Ossom-Batsa - Stefano Zuffi.
"Tu, chi sei?", è la domanda che gli interlocutori pongono a Gesù. "Io sono", è la risposta che Gesù declina nel corso di tutta la sua vita. Nel Vangelo secondo Giovanni "Gesù non è un mediatore della vicinanza di Dio, ma la presenza stessa di Dio, il suo volto; non è un paradigma alto dell'umano, ma l'uomo in verità". Dal "Tu, chi sei?" prende così forma e si svela la domanda da sempre presente nelle nostre profondità: io chi sono? Noi chi siamo? L'autore ripercorre il quarto vangelo per accompagnarci di fronte a quell'"Io sono" che può illuminare l'essere umano, mendicante di luce.