"L'epopea iniziatica della vita del Cristo, frutto di quattro anni di incessante ricerca da parte dell'Autore, viaggiatore astrale, nella Memoria dell'Akasha - e raccontata attraverso gli occhi stessi di Gesù -, è ora completa: dopo un primo volume tutto dedicato agli anni della formazione e ai grandi viaggi di Gesù, questo secondo volume inizia dal suo ritorno in Galilea. Ci conduce in riva al Giordano, sul lago di Tiberiade, nel deserto di Giudea e infine a Gerusalemme, svelandoci una percezione privilegiata e rivoluzionaria della sua personalità e della sua parola attraverso gli aspetti meno noti del suo insegnamento, accanto a personaggi quali Maria Maddalena, l'apostolo Giovanni e molti altri discepoli. I princìpi che consentono le guarigioni istantanee, gli ingranaggi fondamentali dei miracoli, il ruolo degli Elohim nel rivelare lo Spirito sulla Terra, l'universo dell'anima umana sono fra i molti temi che indurranno una mutazione inevitabile della nostra visione del Sacro, verso una vastità tale da non poter più essere ascritta ad alcuna obbedienza religiosa. Come nel primo volume, la storia ci cattura ed è quasi impossibile smettere di leggere, così come non possiamo sottrarci ad un processo interiore di inevitabile dilatazione della nostra coscienza. Dalla moltiplicazione dei pani al vero ruolo di Giuda, al mistero della crocifissione, si allarga in noi una visione interiore di un'infinita tenerezza, ricca di pace e di nuova comprensione del luminoso tragitto di Colui che ha incarnato il Divino pur restando un uomo."
Il saggio apre una nuova pagina nella vivace discussione sull'interpretazione dell'esortazione apostolica "Amoris laetitia". Finora il dibattito - almeno quello avvenuto in campo teologico - si è concentrato soprattutto su questioni sistematiche proprie della teologia fondamentale. Manicardi porta ora la questione sul piano dell'ermeneutica biblico-teologica». (Dalla prefazione del cardinale Walter Kasper)
Centrale nell'analisi di questo Commento del Crisostomo è l'interpretazione e il senso da dare alla sofferenza di Giobbe. Il Crisostomo esclude che si possa leggere in chiave retributiva. Egli è infatti al di sopra di qualsiasi peccato per il quale Dio avrebbe potuto punirlo. Quindi, per mezzo della figura di Giobbe, il padre antiocheno esprime una forma di pedagogia divina attraverso la quale tutti devono apprendere dalla sofferenza di Giobbe. Accanto al tema dell'edificazione, e come intrecciate ad esso, ricorrono nel commento biblico altre questioni alle quali il Padre della Chiesa si sforza di rispondere, come la presenza del male, la prosperità dell'empio, il distacco dai beni, il pericolo delle ricchezze, l'educazione dei giovani.
Uno studio che fa emergere il personaggio di Giacobbe come protagonista, come direbbe Jung, di uno dei primi percorsi di "individuazione" della letteratura occidentale e incarnazione, come direbbe Ricoeur, di una delle sue prime "identità narrative". Con l'ultimo patriarca d'Israele, icona dell'uomo faticosamente in cammino verso Sé e verso l'Altro, la benedizione di Dio è entrata nella storia.
Il fascino che la figura di Paolo ha esercitato sui cristiani di ogni tempo è indubitabile. Sono altresì note, tuttavia, le difficoltà che ancora oggi la lettura delle lettere di Paolo incontra nella vita delle nostre comunità cristiane. Gran parte della predicazione, della spiritualità e della catechesi generalmente non riescono a presentare in modo ampio la ricchezza teologica e spirituale dell’Apostolo delle genti.
Il presente libro vorrebbe rispondere a queste difficoltà, dando informazioni sulla vita di Paolo e ricollocando in modo organico gli stessi scritti paolini nel contesto storico-culturale nel quale sono nati. Non si tratta dunque solo di una introduzione biblico-teologica a san Paolo, né di un puro teso di esegesi, né di una semplice biografia dell’Apostolo. Questo libro, che nasce dalla scuola e si indirizza alla scuola, illustra complessivamente il vangelo di Paolo: perché il suo attualissimo messaggio possa entrare sempre di più nei percorsi formativi delle comunità cristiane, ad ogni livello.
Un episodio strano, misterioso, narrato nel Vangelo di Giovanni, funge da filo rosso di questo libro: un personaggio pressoché ignoto, Natanaele, si mostra piuttosto scettico su Gesù, che gli viene presentato come il messia; eppure, non appena questi gli confida: «Ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48), Natanaele inizia a credere in lui. Perché? Cos’è avvenuto? Chi era davvero la persona seduta sotto il fico? Risponde Candiard: quella persona sei tu, sono io, è ciascuna e ciascuno di noi che sogniamo di vivere finalmente la nostra vita in pienezza.
La nostra vita sociale, intellettuale, amorosa, è sempre e soltanto la ricerca e il perseguimento della vita vera. Fino alla luminosa evidenza che la vita che desideriamo e la vita che Dio vuole per noi sono una cosa sola.
In queste pagine Candiard, esplorando la routine grigia e opaca della quotidianità anonima, ne svela lo sfavillio segreto che è barlume di eternità. Grande lezione – al tempo stesso umile e sapiente, semplice e alta – di spiritualità, sulla scia dei grandi maestri di sempre.
Dio è estremamente creativo e raccoglie ogni cosa per farne un'opera d'arte. In Gesù, l'amore di Dio percorre le vie più impervie e raggiunge i luoghi che nessuno ha il coraggio di visitare. Questo libro presenta alcune delle persone trasformate dall'incontro con Gesù, entrando nel vivo dei loro sentimenti, dei peccati inconfessabili, delle speranze inespresse. Tutto questo con l'aiuto dell'immaginazione e della forza evocatrice del linguaggio.
Osea nella Nuova versione della Bibbia dai testi antichi, con testo a fronte e un ricco apparato di introduzione, note e commento. Curata da noti biblisti italiani, la collana riprende ex-novo e amplia il coraggioso progetto della Nuovissima versione della Bibbia dai testi originali. I singoli libri biblici vengono riproposti in una nuova versione che, oltre ad avere i testi antichi a fronte, è accompagnata da un accurato apparato testuale-filologico e da un ampio commento esegetico-teologico. La serie è diretta da Massimo Grilli, Giacomo Perego e Filippo Serafini.
Lo Spirito nella Scrittura e la paternità di Dio sono i temi dei testi raccolti in questo libro. Si tratta di riflessioni pronunciate dal biblista Vittorio Fusco nella cattedrale di Nardò e nella concattedrale di Gallipoli tra il 1997 e il 1998 in occasione dell'Avvento e della Quaresima. Una breve appendice spiega il significato di lectio divina nei suoi quattro momenti essenziali: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione.
Generazioni di studiosi sono stati affascinati dagli esseni e sorpresi dalle affinità con il cristianesimo di questi "cristiani prima di cristo", il cui stile di vita è stato documentato solo dopo la scoperta dei rotoli del Mar Morto. Elia Benamozegh, importante rabbino italiano dell'Ottocento, vede negli esseni i predecessori della Quabbalah, la mistica ebraica, e nella loro storia una fonte ricchissima di elementi utili per spiegare l'origine del cristianesimo e la comunanza con l'ebraismo.
Questo volume, con cui si inaugura la serie italiana di una nutrita scelta di scritti di Erik Peterson, è l’edizione del manoscritto dei corsi sul vangelo di Luca che l’autore tenne fra il 1925 e il 1928. La pubblicazione consente di vedere come per molti aspetti questi testi inediti vadano di pari passo con l’opera di Peterson edita, e anche possano gettarvi nuova luce.
Questo volume in particolare fa emergere come l’esegesi petersoniana del terzo vangelo si segnali per l’indipendenza di pensiero che l’autore anche qui dimostra, e contribuisca a una migliore comprensione delle due domande che guidano il Peterson degli anni venti del novecento: che cos’è la teologia? che cos’è la chiesa?
L’approfondita e articolata introduzione di Reinhard von Bendemann ricostruisce utilmente sia l’ambiente e la temperie culturale in cui Peterson ebbe a tenere le sue prime lezioni universitarie, sia le direttrici su cui queste si muovono.
Tutti hanno un nome, in questa storia: il Maestro, che alla fine si rivela e svanisce, e il mio compagno, che si chiamava Cleopa. Di me soltanto non rimane che l'ombra. Io sono un'impronta sulla strada per Emmaus.