In queste sue pagine, in dialogo con i contributi più recenti della ricerca esegetica contemporanea Marco Settembrini mette a fuoco negli oracoli più celebri di Isaia dibattiti e attese nella città di Gerusalemme tra l'epoca neo-assira (VIII sec. a.C.) e la ricostituzione della società giudaica posteriormente all'esilio babilonese (V sec. a.C.). Su questo sfondo si esplorano le speranze riposte nell'«Emmanuele», nella «radice di Iesse», in un «servo» che patisce per il proprio popolo. In Isaia è questione di cecità spirituale, di «castighi», di genealogie e di sterilità, di promesse riservate a chi è indegno, nell'ottica della fiducia in un Dio che salva: Gerusalemme, sposa, madre e figlia, pur ferita dal male, è amata da chi sa risanarla.
L'Autore collega le Dieci Parole alle cure sanitarie e a tutto ciò che le rende valide, professionali, umane. Con libertà di interpretazione e di critica, le indicazioni del Decalogo sono rilette nel contesto della prassi terapeutica, applicata all'attività sanitaria quotidiana. Le riflessioni che ne scaturiscono risultano utili a vivere con dignità, quando ci si trova in condizione di malattia e quando ci si prende cura di qualcun altro, in qualità di operatore sanitario o di familiare, di amico o di volontario. Una particolare considerazione viene riservata alle Cure palliative che, introdotte da tempo, non hanno ancora raggiunto una diffusione capillare nel nostro Paese.
Il libro tratta di numeri, ma numeri "speciali”e “significativi" quelli contenuti nella Bibbia. Si entra nel testo biblico attraverso una via non comune, diversa dalle solite, per approfondire il suo Messaggio e scoprirne la grande ricchezza. Si potrà avere l'impressione di scorrere una miscellanea di temi assai diversi, ma il filo conduttore sono i numeri stessi, che nella Bibbia assumono moltissimi significati e sfaccettature di senso, permettendo molteplici approcci e interpretazioni. Apparirà chiaro quanto siano importanti, ma anche quanto sia delicato il loro studio e facile l'esagerazione o la manipolazione. La Bibbia non è un manuale per rispondere alle domande sui misteri del creato o predire il futuro, ma un mezzo privilegiato per cogliere il senso profondo della esistenza umana. Questo importante dato di fatto deve essere tenuto ben presente nell'avvicinarsi ai testi biblici e nell'interpretarne i numeri espressi, simboli pregnanti di significati e potenti trasmettitori delle verità ivi contenute. Possiamo parlare di salvezza e redenzione, male e peccato attraverso i numeri? Chissà
Definito uno dei testi più scandalosi dell'Antico Testamento, pessimistico e persino ateo, il libro del Qoelet è in realtà un testo provocatorio che vuole risvegliare nei suoi lettori una fede autentica per entrare così nella complessità della storia senza lasciarsi vivere dalla storia stessa. In questo orizzonte, come ha scritto André Barucq, dalla sua lettura si esce adulti o almeno pronti a diventarlo. Qoelet insegna anche a guardare in faccia la realtà, dando un nome preciso a tutte le inconsistenze che la attraversano, a tutti i vuoti che la caratterizzano. Educa a estirpare i luoghi comuni, a intraprendere un cammino di purifi cazione dalle illusioni sempre risorgenti. E in questa operazione non fa sconti a nessuno. Le sue attualissime pagine risuonano come un forte invito a cercare nel quotidiano il senso della misura, vero rimedio all'insipienza degli eccessi, e a trovare quella sapienza che consente di vivere in un mondo che talora appare come un vero e proprio teatro dell'ingiustizia, se non dell'assurdo.
Una delle certezze più diffuse nella nostra civiltà occidentale è la mela del peccato originale. Eppure essa non è presente nel racconto biblico. Chi ha messo la mortifera mela nel giardino dell'Eden? Quando nacque questa diceria e perché si è diffusa? Smontare un mito del genere appare un'impresa impossibile. Ormai le varie ipotesi sulla sua origine (greca, celtica, latina...), benché tra di loro alternative, si sono alleate, quasi a sostenersi a vicenda. L'autore, nei panni di un investigatore, segue gli indizi e ascolta i testimoni che consentono di ricostruire com'è nata questa opinione. Con un rigoroso metodo filologico seleziona e analizza l'abbondante materiale raccolto alla fine del volume, ma presenta in modo semplice e accattivante la ricostruzione dell'indagine. I problemi affrontati stimolano anche una serie di osservazioni sul metodo storico e filologico. Questa riflessione è un invito alla cautela di fronte alle opinioni comuni e alle ricostruzioni storiche. I cosiddetti "dati- non sono fatti oggettivi, ma sono costruiti secondo una precisa visione del mondo, di cui a volte neppure lo stesso storico è consapevole. I colpevoli della mela sembrano gli studiosi, ma forse loro stessi sono stati ignare vittime del caso.
La traduzione dei Salmi di David Maria Turoldo è ormai entrata a far parte dei classici della poesia. A trent'anni dalla sua morte si è pensato di riproporre, rivisitandola, una delle opere a lui più care, completamente rinnovata nei commenti del cardinale Gianfranco Ravasi. Affidiamo ai lettori questo frutto della consonanza teologica, esegetica e poetica di Turoldo e Ravasi, un testo di straordinaria fragranza spirituale ma anche umana, religiosa ed esistenziale e, quindi, un'opera aperta a tutti, credenti e non, a «re potenti e popoli tutti e giudici d'ogni paese, a giovani con le fanciulle, ai pargoli insieme agli anziani» (Salmo 148,11-12). «Gianfranco... io scrivo soprattutto per gli amici...; per gli amici antichi, quelli della resistenza per l'"Uomo": presenze che sempre evoco nelle mie dediche, al fine di continuare appunto a "resistere"», così scriveva Turoldo nella Premessa al volume, quasi un manifesto della sua poetica. Con un saggio inedito dedicato alla poesia di Turoldo.
Chi dice la gente che io sia? racconta la storia del Messia attraverso gli occhi e le emozioni di quanti vissero la straordinaria esperienza dell'incontro con Gesù di Nazaret. Pur rimanendo fedele al testo sacro, l'autore dà un volto e una storia ai personaggi emblematici della narrazione evangelica che, tra dubbi e certezze, riconobbero nel Maestro di Galilea il volto di quel Dio che il Cristo, uomo tra gli uomini, chiamava Abbà, Papà. Il vecchio sacerdote Zaccaria, Giovanni il Battista, Natanaele, Giacomino il servo, Nicodemo, Giuditta la samaritana, Tullio il funzionario del re, Tobia il paralitico, Levi e Zaccheo, Lea l'adultera, Beniamino il cieco nato, Lazzaro, Maria di Betania, Giuda l'Iscariota, Simone il Cireneo, Giovanni l'evangelista, Lucio il centurione, Caifa, Giuseppe di Arimatea, Maria di Màgdala, i discepoli di Emmaus, Tommaso, Pietro: sono i capitoli di un racconto personale e corale insieme.
Elena Álvarez è laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Santiago de Compostela e ha conseguito un dottorato in Teologia presso l'Università della Santa Croce (Roma). Attualmente è docente presso l'Università Internazionale di La Rioja, e indaga le correnti filosofiche che caratterizzano la cultura attuale, nonché le modalità di dialogo tra le diverse interpretazioni dell'essere umano e del mondo.
La risurrezione dei morti è conciliabile con l'idea dell'immortalità dell'anima? E la speranza coraggiosa e lieta che anima l'una con la serena attesa filosofica propria dell'altra? Non lo è per Oscar Cullmann, secondo cui l'errore consiste proprio nell'attribuire al cristianesimo primitivo la credenza greca nell'immortalità dell'anima. Se è innegabile che il cristianesimo successivo abbia stabilito più tardi un legame tra le due credenze, bisogna tuttavia riconoscere che proprio quanto distingue la speranza cristiana dalla credenza greca è il centro stesso della fede del cristianesimo primitivo. In questo discusso e dibattuto saggio, Cullmann risponde alle accuse dei suoi detrattori e illustra come tra le due credenze esista una differenza che, nonostante i punti d'incontro, è e resta radicale.
La Bibbia, Scrutate le Scritture, la più ricca al mondo di passi paralleli in numero e in ampiezza di associazioni, finalmente in edizione tascabile. Questa edizione con chiusura a bottone e copertina in plastica, perfetta per l'uso quotidiano, aggiunge alla ricchezza dei contenuti e all'eleganza della classica copertina rossa, una robustezza tale da renderla indistruttibile e, a dispetto delle piccole dimensioni, un'ottima leggibilità. È presente un'Introduzione generale che illustra con chiarezza i principi per una lettura orante della Bibbia. Nelle introduzioni ai singoli libri vengono presentati aspetti storici e letterari evidenziando come ciascuno di essi venga ripreso e riletto da un altro testo biblico. Contiene 380 "note di scrutatio-, veri e propri percorsi tematici all'interno dell'intera Scrittura su altrettanti temi biblici. Le note esegetiche-storiche-teologiche evidenziano che la Parola è "incarnata-: abita un tempo, una geografia, una condizione sociale, prediligendo quelle che aiutano a contestualizzare e a chiarire il testo. L'edizione - con la traduzione ufficiale CEI - è arricchita dai sussidi di base necessari alla contestualizzazione dei testi: la tavola cronologica, un piccolo atlante, un elenco dei temi teologici di riferimento. Il tutto è aggiornato alle più moderne scoperte storico-archeologiche.
"Ora, queste cose avvennero loro per servire d'esempio e sono state scritte per ammonizione di noi, che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi" (I Corinzi 10:11). Analizzare la figura di alcuni cattivi della Bibbia, può aiutarci a riflettere sul loro comportamento e far tesoro dei moniti che possiamo trarre dai loro fallimenti. L'apostolo Paolo, per esempio, cita la storia degli Ebrei peregrinanti per richiamare al rigore, alla purezza e all'unità. Pertanto, nell'esaminare ciascun personaggio, trarremo degli insegnamenti soffermandoci su alcuni dettagli delle loro vicende personali. Questo studio seguirà una semplice struttura che si ripeterà in ogni singola sessione. Utile per la lettura personale o per quando vi riunite in chiesa, tra amici o in piccoli gruppi, potete considerare insieme ciò che la Bibbia dice a proposito di ciascuno di questi personaggi. Ci sarà l'opportunità di esaminare la loro vita, di applicare al vostro quotidiano quanto avete imparato, di scambiarvi le vostre esperienze personali e di pregare insieme.