In edizione latino-italiana, le opere storiche più significative del monaco cassinese formatosi alla corte dei Longobardi. Uno strumento fondamentale per conoscere l'ambiente della tarda antichità e il radicarsi del cristianesimo ad Aquileia. Il testo raccoglie alcune opere di Paolo Diacono, monaco, storico, poeta e scrittore longobardo di espressione latina. La celebre Storia Romana: che con grande equilibrio e rigore storiografico, ebbe vasta diffusione come manuale di apprendimento in uso nelle scuole medievali e si ferma al tempo di Giustiniano. La Vita di Gregorio Magno che propone il Santo come modello di virtù. I vescovi di Metz, l'Omeliario, le Omelie, l'Epistolario e i Carmina scritti in occasione del matrimonio Adelperga sua allieva e figlia.
Nel panorama così vivo e vario del mondo monastico italiano, Madre Cristiana Piccardo, fino al 1988 badessa del monastero di Vitorchiano, è un modello per molte generazioni di monache. Chiusa l'esperienza a Vitorchiano, ha assunto il Superiorato nella Fondazione di Nostra Signora di Coromoto, a Humocaro, in Venezuela, da dove il calore del suo amore per Cristo continua a illuminare le giovani monache che affollano nel mondo i monasteri nati da Vitorchiano a partire dall'umilissima radice di San Vito (sulla collina di Torino) e Grottaferrata. In questo libro Madre Cristiana ripercorre la sua esperienza personale e pedagogica, analizza il "metodo" della propria sapienza monastica, in cui la parola "sapienza" è il punto di congiunzione con la grande teologia dei Padri monastici del XII secolo, e l'accettazione umile del dolore ne rappresenta il segno distintivo, e riflette su quale fu la risposta monastica al Concilio Vaticano II, una risposta che si può riassumere nell'espressione conversione del cuore. Il lettore troverà in queste pagine i più significativi insegnamenti di Madre Cristiana alle giovani delle Fondazioni nate dalla comunità di Vitorchiano, una testimonianza preziosa di come la fede possa illuminare l'esistenza di ognuno e, passo dopo passo, trasformarci in persone consapevoli della propria identità e capaci di costituire un popolo unito e dedito al bene comune.
Il volume raccoglie in antologia circa centocinquanta lettere dall'Epistolario di dom Columba Marmion, scritte tra il 1881 e il 1923, anno della morte. La lettura di queste pagine mostra una vitale esperienza spirituale intessuta di relazioni autentiche, di passione per la vita concreta, di interesse per la storia, di preoccupazione per gli eventi molteplici che punteggiano la quotidianità degli interlocutori del nostro monaco. Nella costanza quotidiana e ordinaria con cui scrisse le sue lettere, giorno dopo giorno - anche in mezzo alle fatiche del lavoro e ai disagi della guerra - Marmion consegnò ai posteri un messaggio spirituale che si offre ancora vivo e fresco all'uomo di oggi, rispondendo alla sua domanda di una spiritualità non avulsa dalla realtà, non disinteressata ai problemi della vita, e di una Chiesa madre e vicina, abitata da uomini di vera sapienza.
Borgogna, 1098: un gruppo di monaci al seguito dell'abate Roberto abbandona definitivamente l'abbazia benedettina di Molesme, dopo una serie di tentativi vòlti a svincolarsi dai condizionamenti della realtà monastico-feudale del tempo, per edificare una nuova realtà spirituale, comunitaria e sociale ispirata alla Regula S. Benedicti e ai Padri del deserto. Nasce così il Nuovo Monastero nella località paludosa chiamata Cistercium, Cîteaux. Pertanto la figura del «capostipite» della generazione cisterciense, Roberto, lungi dall'essere rivestita dalla patina di una letteratura edificante (eccettuata almeno in parte la sua agiografia), si presenta al lettore odierno come l'oggetto di opposte interpretazioni a partire dal tempo della sua morte, fino ai nostri giorni. Il presente volume intende fornire una ricostruzione e un'interpretazione della vicenda delle origini di Cîteaux nel contesto della riforma della Chiesa dell'XI secolo, attraverso un'originale rilettura delle fonti storiche e letterarie (tra cui testi rari o poco visitati) e uno studio sistematico del dibattito storiografico.
Il nuovo pontificato di papa Francesco ha riacceso nell'animo dei fedeli la passione per una Chiesa profetica e povera, ma ha anche restituito al mondo agnostico e non credente le ragioni per un dialogo sulle ragioni di una spiritualità e una fede non aliene dai problemi del governo delle società. Ripartire dall'uomo per conoscere Dio: sembra questo il viaggio che consiglia di fare il giovane priore di Camaldoli, Alessandro Barban, sulla base degli stimoli e delle domande del giornalista Gianni Di Santo. Dal riparo di una cella di un eremo appoggiato sul versante orientale dell'Appennino tosco-emiliano e ai confini di un tempo "ostinato e contrario", Barban ritrova in questo "a tu per tu" con l'uomo moderno le radici dell'evangelio della buona notizia. Che affascina e incuriosisce. Che appassiona e rende aperti a nuove scommesse sul tempo "nuovo" che stiamo vivendo. Che spinge a lasciare l'inverno della fede per ritrovare la primavera dello Spirito. Piccoli passi verso una felicità dell'anima da molti invocata e da pochi conquistata. Una guida fondamentale sulle rotte del silenzio, della preghiera e della passione per il bene comune. Senza tralasciare le domande primordiali sulla vita, la morte e l'Altrove. Insomma, il vento soffia dove vuole.
"Signore, insegnaci a pregare" è la richiesta che gli apostoli un giorno rivolsero a Gesù. "Vorrei imparare a pregare" è il desiderio che nutrono in cuore molti cristiani. A pregare si impara pregando e mettendosi alla scuola di guide esperte. Nella storia della spiritualità cristiana i monaci sono sempre stati considerati "maestri di preghiera" perché hanno fatto della preghiera la loro occupazione principale. "Nihil Operi Dei praeponatur - Non si anteponga nulla alla preghiera" prescrive la Regola di san Benedetto. Questo libro, scritto da un monaco di lungo corso, è un "trattato" sulla preghiera alla scuola della tradizione monastica. Un testo che può essere di grande aiuto per chi desidera imparare i segreti della preghiera cristiana.
Verso l'anno 600 san Leandro di Siviglia scrive il "De institutione virginum", testo conosciuto come regola di s. Leandro, sollecitato dalla sorella Fiorentina e dalla comunità di vergini. Il fratello minore di san Leandro, sant'Isidoro, scrive anche lui, tra il 615 e il 624 una "Regula monachorum" con l'intento di mitigare il rigore delle regole orientali. Offre un modo concreto di organizzare l'Ufficio divino, l'ammissione dei novizi, l'abolizione delle differenze sociali all'interno della comunità, il lavoro manuale, le trasgressioni della regola. In Galizia nascono altre Regole con l'adattamento della regola di sant'Agostino, Girolamo ecc.; e la più importante di esse è la Regula monachorum di Fruttuoso di Braga scritta tra il 630 e il 635. A questa regola segue una seconda recensione chiamata "Regula communis" composta tra il 665 e il 680.Il volume che presentiamo contiene tutte le Regole monastiche spagnole tradotte e riunite per la prima volta in italiano: quella di san Leandro di Siviglia, sant'Isidoro, Fruttuoso, e la Regula communis. Abbiamo così, in un solo volume, la legislazione monastica spagnola di rilevante valore.
Attraverso le vicende delle diverse fondazioni monastiche cristiane in Cina lungo la storia, questa originale ricerca fa emergere gli elementi che “dicono” il grado di disponibilità e di volontà all’incontro con il contesto culturale e spirituale cinese da parte dei monaci missionari e il grado di accoglienza della forma vitae monastica da parte dei fratelli cinesi. Particolare rilievo viene dato alla riflessione di alcuni “attori” diretti e indiretti della missione monastica in Cina riguardo alla possibilità della nascita di un monachesimo cristiano cinese.
Matteo Nicolini-Zani (Gattinara 1975), monaco di Bose e sinologo, conduce ricerche sulla storia e la letteratura cristiana cinese. Presso le nostre edizioni ha pubblicato La via radiosa per l’oriente (2006) e I nostri fratelli cinesi (2009).
Le Repubbliche delle donne è un libro fotografico denso, attento e in qualche modo straordinario. Attenta sempre alle relazioni tra donne, Sebastiana Papa ha viaggiato a lungo visitando e vivendo nei monasteri di tutto il mondo. Conoscendo, studiando, ricercando e solo poi fotografando, alla ricerca di una narrazione che si dipana come un filo. La vita quotidiana e la meditazione, la preghiera e la ricerca, i gesti e il silenzio, la solitudine e l'amicizia. Le sue foto con forza e semplicità hanno la capacità di cogliere l'anima e raccontare per immagini le storie delle donne che ne sono protagoniste.
a cura di Katrin Tenenbaum e Ella Baffoni
Testi e immagini di Sebastiana Papa
San Pier Damiani (1007-1072), abate del monastero di Fonte Avellana e poi cardinale vescovo di Ostia, fu una delle personalità più di spicco della riforma cattolica dell'undicesimo secolo. Il suo Liber Gomorrhianus apparve attorno al 1049, in un'epoca in cui la corruzione era largamente diffusa, fino ai vertici del mondo ecclesiastico. In questo scritto, diretto al Papa Leone IX, Pier Damiani denuncia i vizi perversi del suo tempo con un linguaggio che non conosce falsa misericordia e compromessi. Egli è convinto che di tutti i peccati, il più grave si ala sodomia, termine che comprende tutti gli atti contro natura, che voglio soddisfare il piacere sessuale distogliendolo dalla procreazione. "Se questo vizio assolutamente ignominioso e abominevole non sarà immediatamente fermato con un pugno di ferro,-scrive- la spada della collera divina calerà su di noi, portando molti alla rovina". Papa Leone accolse con gratitudine il Liber Gomorrhianus, scrivendo a Pier Damiani che "ognuna delle affermazione di questo scritto incontra la nostra approvazione, come acqua gettata sul fuoco diabolico"e, raccogliendo le indicazioni del santo, intervenne con fermezza contro i sodomiti nella Chiesa. Oggi, scrive Roberto de Mattei nella sua introduzione all'opera, "il Liber Gomorrhianus ci ricorda che c'è qualcosa di più grave del vizio morale praticato e teorizzato. E' il silenzio di chi dovrebbe parlare, l'astensione di chi dovrebbe intervenire, il legame di complicità che si stabilisce tra i malvagi e coloro che, con il pretesto di evitare lo scandalo, tacciono e tacendo acconsentono e, peggio ancora, l'accettazione da parte di uomini di Chiesa dell'omosessualità, considerata moncone un gravissimo peccato, ma come una "tensione" positiva verso il bene, degna di accoglienza pastorale e protezione giuridica (…). Porterà la lettura del Liber Gomorrhianus a infondere nel cuore di qualche prelato o laico lo spirito di san Pier Damiani, scuotendolo dal torpore e spingendolo a parlare e ad agire?"
Il volume che qui viene presentato costituisce la prima traduzione in lingua italiana di un testo che appartiene alle collezioni classiche degli scritti della spiritualità orientale. In questo secondo volume vi è riprodotto quel laboratorio spirituale che nel deserto dei primi secoli trova il suo terreno più fertile. L'autore, Paolo Evergetis, ha raccolto con parole e fatti tutti gli esempi della santità cristiana di chi passò nel deserto una vita unita al Cristo, respiro della propria esistenza. Tutto ciò che vi si può ritrovare è anche un modello per ogni cristiano di oggi che desideri sinceramente imitare coloro che camminarono verso la perfezione spirituale. Nel testo sono trattati alcuni argomenti come la conoscenza di se stessi, l'umiltà, il lavoro manuale, il corretto uso dei beni materiali, la relazione tra lavoro e preghiera, la salmodia.
Il monachesimo è uno degli aspetti caratterizzanti della società medievale. Partendo dalle sue prime manifestazioni nel III secolo, il volume ricostruisce il complesso succedersi delle diverse esperienze, illustrandone i tratti spirituali e istituzionali. A una prima lunga fase formativa, in cui l'ideale della vita monastica si affermò come la più autentica forma di vita cristiana, seguirono i "secoli d'oro" nei quali parve che la comunità monastica dovesse incarnare l'intera società cristiana. Gli sviluppi dei secoli basso-medievali e la nascita dei nuovi ordini mendicanti segnarono infine un grande cambiamento: i monaci uscirono dai chiostri per agire nel mondo e trasformarlo.