
Il testo contiene il materiale preparatorio - in certo senso gli abbozzi - di una grande opera di predicazione ("Opus Sermonum") progettata dal Maestro domenicano (1260-1328 ca.) che però non ci è giunta. Ci troviamo così in presenza di un caso unico nella storia del pensiero e della spiritualità: nella officina, per così dire, di un intellettuale medievale, di fronte alla testimonianza viva del suo metodo di lavoro, nella fase di preparazione di un'opera. L'importanza eccezionale di questi abbozzi - peraltro sviluppati spesso come un'intera predica - sta nel fatto che essi mostrano in tutta evidenza i temi principali che Eckhart ha avuto sempre in mente e che intendeva trattare. Ritroviamo qui perciò, in primo luogo, la concezione dell'uomo distaccato, che nel distacco è fatto una cosa sola con Dio: in cui soltanto, per grazia, assume reale consistenza, davvero è, non più smarrito nell'oceano doloroso della lontananza dall'essere, dal Bene.
"Si è in cammino da soli con se stessi e allora l'orologio interno corre a ritroso. Allora il pensiero spazia all'indietro fino all'infanzia; si ripercorrono di nuovo tutte le tappe della propria vita e si riflette su quanto si sarebbe potuto fare diversamente e meglio. Ero immerso per ore nei miei pensieri e alcune volte ho perso perfino l'orientamento. Quando sono riemerso dal mio rimuginare, mi ero smarrito completamente. Il cammino del pellegrino è nel contempo anche un cammino di vita". Attraverso ricordi personali e lettura di antichi diari, riflessioni sull'uomo e sulla società, sul credere e le sue manifestazioni, l'autore parla di pellegrinaggio, di santuari e di fede. Procedendo nella lettura ci si rende conto che il testo tratta del presente e del bisogno di senso che ogni persona, prima o poi, avverte nella propria vita. Perché il viaggio è la vita e il pellegrino è ciascun uomo.
Il volume percorre le tappe fondamentali dell'itinerario spirituale del giovane Giorgio La Pira (conversione, vocazione, consacrazione, missione) e affronta i temi della sua più matura riflessione (spiritualità cristocentrica, Cristianesimo mariale, antropologia soprannaturale, vita di grazia e santità, vita interiore, vita sacramentale, Chiesa, preghiera, apostolato) ponendo le basi della conferma e dell'approfondimento della sua vocazione. È analizzata la corrispondenza con don Raffaele Bensi, così come le lettere agli amici del gruppo "Ut unum sint", il diario, il carteggio con padre Agostino Gemelli, quello con Ezio Franceschini e alcune lettere a Fioretta Mazzei. L'accompagnamento vocazionale è visto come relazione di amicizia, come testimonia il carteggio tenuto con Paola Ramusani, qui pubblicato per la prima volta. Si tratta di 224 lettere, 221 delle quali scritte da La Pira fra il 1940 e il 1975, tre soltanto dalla Ramusani, una indirizzata a La Pira e due a Fioretta Mazzei dopo la morte del professore. È dal carteggio che apprendiamo alcune notizie sulla corrispondente: è una giovane insegnante conosciuta a Canazei nel giugno del '40, abita a Reggio Emilia.
Sono colpito dal talento dell’uomo moderno di deturpare ciò che tocca. Guardiamo lo spazio: le immagini dei pianeti e delle stelle hanno una bellezza mozzafiato. Ogni cosa è al proprio posto. L’ordine dell’universo ispira la pace. Guardiamo il mondo, le montagne, i fiumi, i paesaggi, tutto ispira una serena bellezza. Guardiamo il viso di un bambino che riede di gusto, il viso di un anziano pieno di rughe per l’età. Dio ha plasmato la sua creatura con tanto amore da ispirare sempre una sensazione di nobiltà e bellezza. E poi guardiamo ciò che crea il mondo moderno!
«Alla radice della decadenza dell’Occidente c’è una crisi culturale e identitaria. L’Occidente non sa più chi è perché non sa più, e non vuole sapere, chi lo ha plasmato...».
L’affermazione del cardinale Robert Sarah esprime con precisione l’intenzione del suo terzo libro di conversazioni con Nicolas Diat. La conclusione a cui perviene è semplice e insieme impietosa: il nostro mondo è sull’orlo di un abisso. Crisi della fede e della Chiesa, declino dell’Occidente, relativismo morale, mondialismo sfrenato, capitalismo selvaggio, nuove ideologie, inaridimento della politica, derive da totalitarismo islamista... È necessario tentare una diagnosi senza invocare pretestuose attenuanti. Non si tratta però soltanto di prendere in esame il grande cambiamento cui è andata incontro la nostra epoca: richiamando l’attenzione sulla gravità della situazione che stiamo attraversando, il cardinale dimostra che è possibile evitare l’inferno di un mondo senza Dio, di un mondo senza uomo, di un mondo senza speranza.
In questa ambiziosa meditazione, il cardinale Sarah si impegna senza riserve nell’analisi delle diverse crisi del mondo contemporaneo.
Robert Sarah
Dal cuore dell’Africa al centro della Cristianità: così potremmo riassumere lo straordinario percorso di vita del cardinale Robert Sarah. Ordinato prete nel 1969; consacrato vescovo nel 1979 – il vescovo più giovane del mondo – chia- mato da Giovanni Paolo II nel 2001 a Roma come Segretario della Congre- gazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; nominato da Benedetto XVI Presi- dente del Pontificio Consiglio Cor Unum nel 2010 e infine nel 2014 chiamato da Francesco a presiedere il Dicastero vaticano che si occupa della liturgia. Guardando il povero bambino di Ourous, figlio di contadini e attratto dalla vita dei missionari, nessuno poteva immaginare il piano di Dio ma si potrebbe affermare che certo Dio sapeva quel che faceva.
La storia dei primi 10 anni di Gioventù Studentesca raccontata attraverso le bellissime foto di Elio Ciol, molte delle quali inedite. Un grande fotografo, Elio Ciol, conosciuto in tutto il mondo ha incrociato la vita di don Giussani nei dieci anni (1954-1965) in cui il sacerdote milanese dava vita a Gioventù Studentesca, la comunità che sarebbe poi diventata Comunione e Liberazione. Di quel decennio, le foto di Elio Ciol sono una testimonianza essenziale. Le più importanti sono raccolte in questo libro fotografico, accompagnate dal racconto storico di Massimo Camisasca e dalle testimonianze di due nomi molto conosciuti e stimati all'interno del movimento di Comunione e Liberazione: la psicologa Eugenia Scabini e don Pigi Bernareggi, missionario in Brasile da 50 anni. Prefazione di Julián Carrón.
Vicente Bosch, Santificare il mondo dall'interno, Corso di spiritualità laicale, Rialp.
«Bisogna respingere il pregiudizio secondo cui i semplici fedeli dovreb-bero limitarsi ad aiutare il clero in attività di carattere ecclesiastico.(…) Il modo specifico che hanno i laici di contribuire alla santità e all’apos-tolato della Chiesa è la loro libera e responsabile azione all’interno delle strutture temporali, nelle quali essi infondono il lievito del messaggio cristiano». (San Josemaría Escrivá, Colloqui, nn. 59 e 303 [1968]).
«Molte volte siamo caduti nella tentazione di pensare che il laico im-pegnato sia colui che lavora nelle opere della Chiesa e/o nelle cose della parrocchia o della diocesi, e abbiamo riflettuto poco su come accom-pagnare un battezzato nella sua vita pubblica e quotidiana; su come, nella sua attività quotidiana, con le responsabilità che ha, s’impegna come cristiano nella vita pubblica. Senza rendercene conto, abbiamo generato una élite laicale credendo che sono laici impegnati solo quelli che lavorano in cose “dei preti”, e abbiamo dimenticato, trascurandolo, il credente che molte volte brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la fede».
(Francesco, Lettera al Card. Oullet, Presidente della Pontificia Commissione per L’America Latina, 19.3.2016).
Questo volume presenta una raccolta di testi per la lettura e la meditazione personale per tutto l'anno. Sono testi che tengono presente l'autorità dei Padri orientali e occidentali della Chiesa indivisa, ma anche di autori spirituali successivi, dal primo millennio ai giorni nostri. I messaggi che i testi trasmettono testimoniano sempre la ricerca di Dio, la sete di vedere il suo volto. La raccolta ha un carattere ecumenico in cui cristiani cattolici, ortodossi, evangelici e anche ebrei, nella molteplicità delle voci, proclamano l'unicità del Signore. I testi sono suddivisi secondo i tempi dell'anno liturgico. La Comunità monastica di Bose, fondata da Enzo Bianchi negli anni '60 del secolo scorso sulle alture nei pressi di Biella, è formata da uomini e donne provenienti da chiese cristiane diverse, che vivono nel celibato, nella comunione fraterna e nell'obbedienza al Vangelo.
Uno dei "luoghi" più frequentati oggi è quello significato dalla parola crisi. Se l'oggetto che prendiamo in considerazione è l'educazione, possiamo affermare, con Benedetto XVI, che la crisi di fiducia nella vita è la radice della crisi dell'educazione. I percorsi tracciati da questo libro sono indicazioni appassionate offerte dagli autori come contributi per ridare senso e verità all'educazione, per suscitare speranza, desiderio di crescita, capacità di risposta. I percorsi offerti evocano condizioni relazionali, sociali e culturali, situazioni dentro e fuori di sé: condizioni da risvegliare e da liberare per ridare spazio alla speranza.
Il volume presenta le omelie e le istruzioni di don G. Dossetti al corso di esercizi spirituali tenuto a Camaldoli dal 22 al 27 settembre 1969. Il testo è pervaso di una grande carità ecclesiale e ancora vibra dello Spirito che ha vivificato il concilio, allora da poco concluso. Sorgente unica di ogni discorso è la Scrittura, commentata per lo più attraverso le letture bibliche proposte dalla liturgia. Da essa don Dossetti fa emergere come gemme preziose i grandi temi della fede, della carità, del peccato, della mediazione unica del Cristo, dello Spirito, della preghiera, dell’eucaristia. La sua è una parola netta, apparentemente dura, ma assieme piena di speranza.
Note sull’autore
Giuseppe Dossetti (1913-1996), professore di diritto canonico ed ecclesiastico, dirigente politico nella Resistenza, deputato alla Costituente e alla Camera, vice-segretario della DC, lascia la vita politica nel 1952. A Bologna fonda il "Centro di documentazione", istituto per la ricerca storico-teologica, e nel 1956 dà vita alla comunità "Piccola famiglia dell’Annunziata". Nel 1957 lascia la cattedra universitaria. Ordinato sacerdote della Chiesa di Bologna nel 1959, partecipa poi al concilio Vaticano II come perito del cardinale G. Lercaro. Dal 1968 fino alla morte vive in Italia e in Medio Oriente, presso le comunità della famiglia religiosa da lui fondata.