Il tema del Giubileo del 2025 è la speranza, virtù spesso dimenticata e sottaciuta mentre invece essa rimane un elemento centrale nella vita del credente. Papa Francesco, con i suoi gesti e con le sue parole, è un indomito testimone della speranza, intesa come azione spirituale di chi non si arrende alla notte del male nel mondo e non si fa bastare le consunte parole di consolazione che spesso vengono ripetute a mo' di slogan. Colui che vive di speranza, invece, afferma Francesco, collabora con Dio a «far nuove tutte le cose».
"La Via del Nome Supremo" è il cuore della meditazione profonda, comune a molte tradizioni religiose. Lo scopo di queste pagine è quello di offrire a chiunque lo desideri un semplice metodo di meditazione per rimanere in silenzio alla presenza di Dio. La meditazione del Nome Supremo può essere praticata da tutti, non richiede posizioni corporee particolari. L'autore ha messo per iscritto la sua esperienza di pratica della meditazione profonda, sia come allievo che come insegnante di corsi di Meditazione e Autoconoscenza, prendendo ispirazione dai corsi tenuti del suo maestro Mariano Ballester.
A 830 anni dalla nascita di santa Chiara d'Assisi (1193/1194-1253) e a 800 anni dalle stigmate di san Francesco, ricevute a La Verna il 14 settembre 1224, viene restituita alla storia, senza filtri, la figura di santa Chiara, attraverso le sue parole, i suoi atti e il suo sguardo: limpido, sereno, libero. Scopo del libro, che l'autrice ha scritto dopo meticolose indagini sulle fonti originali, è quello di gettare una luce di giustizia - dopo decenni di strumentalizzazioni politico-medievaliste e menzogne letterarie e cinematografiche - su colei che è stata definita lungo i secoli «Clara est lux» e «luce del mondo». «Cristina Siccardi - scrive Padre Serafino Tognetti - ha il dono di saper tenere il lettore fermo e inchiodato sul testo, con un crescendo di percezioni ed emozioni che determinano una sorta di rapimento interiore. [...] Leggendo questo libro, si conosce santa Chiara d'Assisi, e l'esperienza che la beata assisana ha di Dio entra in qualche modo a far parte del nostro vissuto. È lei che ci parla, e ci parla di Dio. [...] Così ho conosciuto finalmente santa Chiara e anche, oso dire, mi sono fatto conoscere da lei. E la mia vita ha preso una nuova svolta, ha conosciuto una ripartenza. Una ripartenza decisiva».
I bisogni spirituali sono sempre più centrali nella vita delle persone e diventano essenziali quando la vita è attraversata dalla malattia o dalla morte. Ma «per potersi manifestare, la spiritualità ha bisogno di una qualche forma di educazione e pedagogia, è qui che diventa chiara la preziosità di questo libro: esso offre una via per capire l'importanza della spiritualità e ci aiuta a diventare consapevoli dell'incredibile potenziale di questo fenomeno. Gli autori tendono la mano e invitano il lettore al proprio sviluppo spirituale, allo stesso tempo un'evoluzione per diventare un essere umano più umano, capace di cura. La spiritualità antropologica qui elaborata, basata su una ricca varietà di fonti e tradizioni, ci riporta alle domande: qual è il nostro posto nel mondo? Come faccio a vivere? Come faccio a prepararmi per la morte? La spiritualità e lo sviluppo spirituale non si si possono apprendere dai libri. Sono realtà viventi che si imparano facendo e imparando da mentori e insegnanti esperti. I testi come questo possono solo espandere la nostra concezione del mondo e accendere il nostro desiderio di esplorare la via di una spiritualità antropologica per la cura integrale».
Se celebri sono le indagini di Guardini sull'Angelo in Dante, Dostoevskij, Rilke, gli scritti da lui dedicati alle origini dell'angelologia giudaico-cristiana non erano mai stati raccolti. Dall'Angelo di Giacobbe agli Angeli dei Vangeli, a quelli dell'Apocalisse... Guardini disegna i volti di una figura che appare come l'Altro dell'umano. L'Angelo aiuta l'uomo a essere se stesso proprio indicando - con la sua paradossale presenza - l'invisibile alterità di una mèta, di cui custodisce lo sguardo e il nome. Per Guardini, nell'ascolto della voce silente degli Angeli ne va della vocazione escatologica dell'umano. Un compito certo oggi temerario, cui invita un testo che può ben definirsi un compendio di angelologia biblica. Queste pagine sono anche il presupposto per disporsi all'interrogazione di quei poeti che, come suggerisce Guardini, meglio hanno saputo ascoltare quella voce. Prefazione di Silvano Zucal.
Carissimi fratelli,
...si sta progredendo la preparazione della causa di beatificazione di Carmen, vi presentiamo una sua opera, che consiste in una tesina dal titolo “Necessità della preghiera nel pensiero di Pio XII” che fece nel 1960 a Valencia, quando il suo Istituto delle Missionarie di Cristo Gesù la inviò lì a studiare Scienze Sacre.
… sono rimasto sorpreso e anche ammirato, perché siamo in un periodo molto simile a quello vissuto da Carmen nei suoi primi trent’anni. Lei aveva una profonda ammirazione per Papa Pio XII … ci troviamo oggi quasi nella stessa situazione in cui si trovò Pio XII.
È impressionante constatare come Papa Pio XII abbia affrontato la sua missione, durante la Prima Guerra Mondiale come Nunzio Apostolico a Berlino, e poi durante la Seconda Guerra Mondiale, come Papa, negli anni quaranta, pienamente sostenuto dalla forza della preghiera. Pio XII riponeva tutta la sua speranza nella preghiera, appena passata la guerra, dice:
"Abbiamo un’arma potentissima. La Preghiera è la nostra difesa, la nostra arma e il nostro dardo contro il nemico che ci perseguita ovunque".
E Carmen aggiunge una sua riflessione:
"Mai come oggi si è visto il mondo con un tale bisogno di pregare: una pericolosa forma di materialismo cerca di minare le relazioni dell’uomo con il suo Creatore e con i suoi simili e allo stesso tempo di distruggere la santità della vita familiare".
… Ancora Carmen dice:
"La storia della Chiesa dimostra come i grandi apostoli siano stati grandi uomini di preghiera, grandi mistici. Il caso di San Paolo, di San Francesco d’Assisi, di San Francesco Saverio, lo dimostrano chiaramente. L’Apostolo non è un semplice funzionario, l’apostolato sacerdotale deve nascere da un altro principio diverso e superiore al lodevole desiderio di assicurarsi un mezzo di vita. La fonte viva da cui sgorga un’attività apostolica feconda è la vita interiore, lo spirito della preghiera".
… Carmen nella sua tesina, sottolinea l’importanza che Papa Pio XII dà alla preghiera dei bambini. Afferma che la preghiera dei bambini arriva al cuore di Dio, anche se non ne sono molto consapevoli. Concludo con un’ultima riflessione di Carmen che afferma:
"La Preghiera nascosta delle monache, di un’anima rinchiusa in un monastero, contribuisce alla diffusione del Vangelo". (dalla prefazione di P. Mario Pezzi)
In questo libro, si presenta questo studio di Carmen sulla “necessità di pregare” incessantemente che ha ogni cristiano per vivere unito al Signore in ogni momento della sua vita.
Argomento particolarmente attuale nei nostri giorni in questa situazione di instabilità sociale, a causa della pandemia del Covid e delle conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina e soprattutto in Medio Oriente.
Ricordando le parole del Papa Pio XII, Carmen sottolinea: “Fate in modo che la vostra preghiera non sia solamente qualche momento del giorno o alcuni minuti alla settimana. Sapete per esperienza che nessuna occupazione, nessun lavoro o fatica interrompe il ritmo della vostra respirazione; anche dormendo si continua a respirare, e guai se non fosse così! E perché non deve succedere la stessa cosa con la respirazione dell’anima che è la preghiera?”.
Carmen Hernández, iniziatrice del Cammino Neocatecumenale insieme a Kiko Argüello, nacque in Spagna, a Ólvega (Soria), il 24 novembre 1930. Quinta di nove fratelli, visse l'infanzia e la giovinezza a Tudela (Navarra). Nel 1954 si laureò in Chimica a Madrid. Seguendo la vocazione missionaria che sentiva fin da bambina, decise di entrare nell'Istituto delle Suore Missionarie di Cristo Gesù. Nel 1960 si laurea in Scienze Sacre presso l'Istituto Sedes Sapientiae di Valencia. Dopo il soggiorno a Londra per formarsi alla missione in India, torna a Barcellona, dove incontra il giovane insegnante di liturgia Pedro Farnés Scherer, che la introduce alle fonti pasquali dell'Eucaristia. Dalla metà del 1963 alla metà del 1964 viaggia in Terra Santa, visitando i Luoghi Santi. Al suo ritorno a Madrid inizia a lavorare nelle baracche di Palomeras Altas, dove incontra Kiko Argüello. In mezzo ai poveri nasce la prima comunità neocatecumenale, grazie alla forza del Mistero Pasquale e alla predicazione del Kerigma. È morta il 19 luglio 2016, a Madrid, all'età di 85 anni. Il 19 luglio 2021 ha avuto luogo la richiesta di apertura della causa di beatificazione di Carmen durante la celebrazione eucaristica presieduta dall'arcivescovo di Madrid, Mons. Carlos Osoro Sierra, nella Cattedrale di Santa María la Real de la Almudena.
In questo volume, si prende in esame il tema del perdono cristiano, esaminato nel suo rapporto con la violenza e con la misericordia.
Nella realtà odierna, la violenza (da sempre presente nella storia umana come strumento immediato di soluzione dei conflitti, sia nei rapporti interpersonali come nello scenario politico internazionale) è amplificata dalla globalizzazione dell’informazione e dalla cosiddetta cultura di morte ed è accettata e spesso giustificata, producendo un numero sempre maggiore di vittime distrutte nella loro identità e dignità, a causa di una tendenza a considerare la persona umana solo uno strumento per raggiungere i propri scopi.
In un contesto simile, il contenuto semantico del termine “perdono” (per-dono) inteso come “azione di dono gratuito all'altro”, sembra perduto definitivamente.
Occorre proporre una cultura diversa, fondata su presupposti antropologici e filosofici che facciano riferimento ad una dimensione alternativa a quella materialistico-antropocentrica e partano piuttosto da una visione che trova nella Trascendenza la possibilità di spiegare anche le motivazioni e gli scopi dell’agire umano.
Dalla prefazione Pierbattista Card. PIZZABALLA
Paolo GENTILI, coniugato e padre di sette figli, laureato in Medicina, specialista in Psichiatria, psicoterapeuta. È stato professore associato di Psicologia clinica della Facoltà di Medicina presso l’Università «Sapienza» di Roma e docente incaricato presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia; attualmente è professore invitato di Psicologia pastorale presso lo Studium Theologicum Galilaeae, in Israele, dove è in missione con sua moglie. Ha alle spalle lunghi anni di esperienza come catechista, psicoterapeuta e operatore pastorale in aiuto alle famiglie.
Una sintesi completa della dottrina cristiana - che cosa credere, come vivere e come pregare nel modo in cui Cristo ci ha insegnato - scritta per il nostro tempo da un successore vivente degli apostoli. Con autorità episcopale e zelo pastorale, il vescovo Athanasius Schneider offre una nuova e audace articolazione delle verità senza tempo della Chiesa Cattolica, offrendo in una forma semplice e comprensibile tutta la ricchezza dell'insegnamento tramandato attraverso la tradizione. Con il metodo della domanda e risposta, il fedele è condotto ad affrontare i fondamenti di fede, ma anche le questioni contemporanee. Una guida affidabile e un classico per il cristiano di oggi e soprattutto di domani.
La gioia è una cosa seria, è importante per la nostra vita e per la nostra vocazione a vivere con verità e pienezza. Tuttavia, non dobbiamo cercare una gioia disincarnata, come se fossimo angeli, ma una gioia in cui il nostro cuore trovi una soddisfazione che, per così dire, risuoni anche nel nostro corpo, nel nostro pensiero, nelle nostre parole e nei nostri sentimenti. Ma quand'è che siamo veramente felici? Fondamentalmente quando si trova un tesoro, una cosa preziosa che il cuore percepisce preferibile a tutto. Capire che la gioia è legata al tesoro, e che l'unico tesoro che garantisce la gioia è cristo, è la cosa più importante da riconoscere nella vita.
I luoghi non sono né un semplice paesaggio esteriore, né un mero palcoscenico sul cui sfondo va in scena la nostra esistenza. Noi siamo inevitabilmente abitatori dello spazio e del tempo: in tal modo siamo chiamati ad abitare il senso e - impresa ancor più ardua - ad abitare noi stessi. Come spiega Emanuele Borsotti, noi veniamo all'esistenza abitando: esistiamo abitando e abitiamo esistendo. Innestati in Cristo, scopriamo poi con stupore che l'Eterno - entrato nel tempo - si è fatto circoscrivibile in un punto della storia e della geografia umana, si è fatto corpo di carne, per venire ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). Così il Dio immenso e infinito si fa "luogo" per l'umano e con l'umano; e noi abitiamo luoghi ed edifichiamo spazi, alla ricerca di una traccia del divino, di un segno tangibile , di uno sfioramento di una Presenza che sempre s-confina. E, mentre abitiamo, avvertiamo che ogni casa, ogni dimora, ogni riparo è sempre penultimo e provvisorio. Se, infatti, il verbo "abitare" ci insegna a coniugare anche il verbo "amare" in tutti i modi e tutti i tempi, con Michel Serres possiamo confermare che «l'amore non ha casa». Pagine intense sulla nostra cartografia interiore: per imparare a leggerla e per incontrare progressivamente noi stessi e Dio.
Dall'esperienza del Gruppo vedovile della parrocchia San Francesco di Lecco - un gruppo di donne dai 45 agli 86 anni - nasce questo prezioso libretto, diviso in due parti. La prima è formata dagli "appunti" degli incontri del Gruppo: sono testi ricchi di intimità e di speranza. La seconda è un "piccolo salterio vedovile", con brani di Salmi accostati a brevi ma dense riflessioni. Uno strumento offerto a tutte le realtà simili e alle comunità che vogliano avviare un'esperienza del genere, ma anche a coloro che, pur non facendo parte di gruppi, vivono la condizione di vedovanza, per trovare parole di conforto e speranza.
C'è un proverbio indiano, citato in apertura al volume, cui Carlo Maria Martini attingeva per parlare dei quattro stadi nell'esistenza umana ovvero fanciullezza, giovinezza, età adulta e anzianità: «Il primo è quello nel quale si impara, il secondo è quello nel quale si insegna e si servono gli altri, mettendo a punto ciò che si è imparato. Nel terzo stadio si va nel bosco, e questo è molto profondo, significa che il terzo stadio è quello del silenzio, della riflessione, del ripensamento. E poi c'è il quarto tempo, in cui si impara la mendicità». Una riflessione che affronta il tema della sapienza della vita con l'intento di aiutare a superare con consapevolezza le prove che la quotidianità impone, senza soccombere sotto il peso delle crescenti responsabilità che sono, in ultimo, fonte di crescita per ognuno di noi. Meditazioni che partono dal cuore del messaggio cristiano, per affrontare con serenità l'avventura umana, sorretti sempre da comprensione e amore. «È qui, adesso, in questo momento, che siamo chiamati a vivere con responsabilità la nostra esistenza; è qui, ora, che ciascuno deve impegnare tutto se stesso, perché il passato sia senza rimpianti e il futuro sia sempre ricco di promesse e di speranze.» Prefazione di Alessandra Augelli.