
La vita cristiana è situata dentro la morte e risurrezione di Gesù Cristo, che è il mistero pasquale della nostra fede. È il significato del battesimo, di cui il catechismo dice che è immersione o innesto in Cristo morto e risorto. Non è possibile separare il Crocifisso dal Risorto, pena farsi un'idea inesatta della fede cristiana. Siamo salvati da un amore che, donando la vita per noi sulla croce, reca in sé la potenza della risurrezione. La nostra sequela di Cristo non è solo sequela del Crocifisso, ma del Crocifisso-Risorto. La croce che portiamo dietro di lui e con lui ci porta verso il suo stesso destino. Per questo anche in noi dolore e morte profumano di risurrezione.
Dalla penna vive ed efficace del card. Comastri, un ricordo del santo vescovo Oscar Romero in occasione della sua memoria liturgica. Mons. Romero, ci ricorda il cardinale, ha difeso gli ultimi e gli indifesi fino al sacrificio ultimo della sua stessa vita. Un esempio di fede eroica e testimonianza efficace in tempi come quelli di oggi di difficoltà per i cristiani ad esprimere il volto autentico dell'amicizia di Cristo.
Chiara Lubich è nota per aver dato vita e accompagnato lo sviluppo del Movimento dei Focolari, con una forte incidenza nel mondo ecclesiale e civile, e per la ricca spiritualità. Più riservato e quasi nascosto il suo mondo interiore, terreno fecondo della sua grande creatività. I diari oggetto della presente pubblicazione consentono di seguire il cammino spirituale, di cogliere ciò che anima la sua azione e le ripercussioni che l'azione produce in lei. Essi coprono gli anni 1964-1980, particolarmente fecondi per lo sviluppo del suo Movimento. Benché conservino i tratti del diario intimo l'Autrice li fa circolare tra i membri della sua famiglia carismatica perché "ciò che non è utile all'umanità o almeno agli altri non ha valore". La condivisione con tanti non penalizza la sincerità propria del diario spirituale. La comunione e la comunicazione come lei le intende presuppongono piuttosto una personale e profonda esperienza interiore che sola consente l'autenticità del dono di sé agli altri. Se non sapessimo che i diari sono stati oggetto di condivisione e se si escludessero i pochi riferimenti al riguardo, non verrebbe da pensare che si tratta di testi aperti alla lettura di altre persone. Con la presente pubblicazione sono ora aperti ad ogni possibile lettore introducendo in uno straordinario itinerario spirituale.
Diventare discepoli di Cristo significa seguirlo e diventare Suoi servitori, un compito che non è soltanto un onore sulla terra, ma che continuerà a essere la nostra gioiosa vocazione anche in cielo: "... i suoi servitori lo serviranno. Essi vedranno la sua faccia ..." (Apocalisse 22:3, 4). In questo libro Charles H. Spurgeon condivide la sua visione appassionata del servizio cristiano. Il suo stile, eloquente e ispiratore, guida i credenti verso l'azione, ponendo l'accento sull'importanza di utilizzare i talenti e le risorse disponibili per servire il Signore e ottenere la ricompensa eterna. Questo libro è una chiamata alla semplicità e alla dedizione totale nel seguire Cristo, presentando concetti accessibili e diretti per chi è pronto a dedicare la propria vita alla nobile causa dell'Evangelo.
"Siamo venuti al mondo ma non ancora alla luce. Nati a metà necessitiamo di portarci a compimento". Anche le parole dette, o non dette, contribuiscono a portarci alla luce. Quelle che abitano in questo libro sono parole che vorrebbero gettare luce negli ambiti legati particolarmente alla fatica del vivere, della crisi, del male e dell'ombra.
La tradizione non è l'opposizione al cambiamento, ma un modo di vivere ciò che cambia. Nella teologia cattolica è almeno altre tre cose: uno dei nomi con cui crediamo che Dio si prenda cura della storia; un complesso di gesti fragili e potenti con cui cerchiamo di essere fedeli al mandato di Gesù il Cristo; non ultimo, un insieme variopinto di contenuti su cui è quasi inevitabile litigare e dividerci.Prendendo spunto dal mondo del rugby e dai fumetti, saccheggiando testi di grandi teologi e teologhe, in dialogo con il magistero e con la storia credente, questo volume prova a tracciare un piccolo vademecum sulla Tradizione, speriamo utile anche per l'oggi.
Se il tempo di Quaresima è sacramento della conversione, la Settimana Santa è un "sacramento abbreviato", un distillato del percorso che, a ogni anno liturgico, la Chiesa si propone di vivere per lasciarsi rinnovare dal mistero pasquale. Il testo accompagna i giorni più intensi dell'esperienza cristiana per richiamare quanto meditato nelle settimane precedenti e per recuperare quanto la vita spesso frenetica ha impedito di approfondire. Ogni giorno si metterà a fuoco un tema a partire da testi biblici che si leggeranno alla luce della esistenza personale ed ecclesiale. Non erudizione, ma cambiamento di mentalità per cogliere quanto di prezioso il Signore ha in serbo per i suoi figli e figlie, come ci insegna Paolo: «La sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15,10).
Il testo propone approfondimenti spirituali sui sette dolori di Maria e sulle ultime sette parole di Cristo sulla Croce. Ogni meditazione si conclude con una preghiera. La riflessione culmina con due testi sulla risurrezione.
La metafora del cammino, profondamente biblica, può essere un'efficace proposta nell'educazione dei giovani alla fede, ma anche degli adulti. Pensarsi nomadi, come ci insegnano le figure bibliche prese in considerazione nel volume, è decidere di non vivere nella banalità dell'ovvio, dello scontato. È scegliere di non arroccarsi sulle proprie sicurezze acquisite, è decidere di uscire fuori dagli schemi per vedere con il cuore e con l'anima ciò che è invisibile agli occhi. Mettersi in cammino è conoscersi e accettarsi per quello che si è, costruire un'immagine di sé stessi reale e riconciliata, accettando di lasciarsi guarire dai mille silenzi e incontri che la strada offre. Integrando il dato biblico-spirituale con riflessioni più esistenziali, l'autore fa emergere le domande del nostro cammino e della nostra vita. Ci regala soprattutto preziosi incoraggiamenti nel percorso di ricerca di Dio e della propria felicità: non lasciarsi ingannare dalle apparenze, non arrendersi al fallimento, non avere paura, non fermarsi, non credere che tutto è perduto per sempre.
Concentrati sull'urgenza dell'azione, perdiamo di vista la necessità del pensiero. Accade nella società, ancor più nella Chiesa. Il rischio in cui si incorre è delegare il compito decisionale all'abitudine o a qualche élite, magari di preti e consacrati, e così facendo svilire la centralità del ruolo del laico e del suo pensiero. Un pensiero che invece ha potere profetico, capace di leggere i segni dei tempi attraverso l'ascolto dello Spirito. Come invertire una simile tendenza? Questo volume aiuta a scardinare alcuni luoghi comuni circa il pensare; offre spunti evangelici a partire dall'ascolto della Parola; accoglie la pluralità di pensieri, lungi dal relativismo; presenta modelli di pensatori contemporanei, "maestri testimoni", per suggerire piste su cui mettersi in cammino: Madeleine Delbrêl, Michela Murgia, don Lorenzo Milani, Gianni Vattimo. Un itinerario per vivere sempre più la vita da cristiani felici e capaci di pensiero critico. Lieti e pensosi, appunto.
Dieci meditazioni per ricongiungerci con le nostre fragilità. Scritto con il suo consueto stile brillante e diretto, il Dott. Aceti ha saputo parlare della fragilità facendone elogio. Il mondo contemporaneo, frenetico e inarrestabile, trascina tutto e tutti in un vortice che sembra escludere i "fragili". Non c'è tempo per chi invecchia, per chi è malato, per chi non produce, per chi va lento, per chi non sta al passo. Eppure, il segreto del vivere sta proprio lì, nella fragilità costitutiva di ogni persona: una dimensione con la quale occorre riappacificarsi.
«L'adorazione eucaristica è stata la pratica che ha cambiato la mia esperienza di incontro con la realtà che si apre davanti a me. Fissare l'ostia eucaristica mi addestra a guardare la realtà trovando Lui presente, o almeno a domandare con impeto di poter individuare la Sua presenza». Vincent Nagle «È sempre affascinante ascoltare questo prete anche perché non sai mai dove lui ti condurrà, su quali strade verrai portato. Egli non corre certo il rischio del discorso banale e neppure è preoccupato di risultare gradito. Qualche volta può sembrare "sconveniente", può far sussultare sulla sedia, d'altra parte egli è come l'ultimo rappresentante di quella folla di sconvenienti che sono i seguaci di Gesù. I suoi piedi sono piantati nella storia presente della nostra umanità, ma il suo cuore è adorante, come ci hanno insegnato queste pagine» (dalla Postfazione di mons. Massimo Camisasca)