L'autore, un monaco benedettino, mosso da fervente amore alla Chiesa che sente sua con intima e appassionata dedizione, cerca di mostrare la bellezza che l'arricchisce costantemente, ma anche di evidenziare i mali che affliggono tanti suoi membri in questo travagliato momento storico. Con linguaggio a prima vista poetico e a tratti fortemente apologetico, le pagine scorrono veloci, in un emozionante intreccio di voci diverse, narrando il fascino umano-divino che rende viva la Chiesa; fascino a tratti riscoperto e persino misticamente cantato, ma talora offuscato da ombre e pericoli che annebbiano l'orizzonte del cammino. Una cosa è certa: questo non è un libro come tanti, e lo stile del tutto originale dell'autore, propone un modo innovativo di mostrare la Chiesa come Madre, con l'obiettivo principale di infondere speranza e ottimismo, di riaccendere nel lettore motivati desideri di verità, di gioia e di pace.
Il cambiamento d'epoca che stiamo vivendo sollecita una profonda conversione spirituale, globale, ecologica e pastorale. Nessuno si salva da solo! Siamo chiamati a uscire dalla crisi, affrontando insieme la sua complessità. La prospettiva sinodale rigenera pertanto la vita ecclesiale, ma anche quella sociale e civile. L'Azione cattolica, incoraggiata da papa Francesco a favorire un cammino sinodale non astratto né autoreferenziale, si propone come spazio di cura, di accompagnamento fraterno e di servizio nella gratuità. Chiamata a sincronizzare vite sempre più frammentate e “in movimento”, l'associazione è impegnata nella paziente e umile tessitura di un “noi più grande”, per una nuova cultura dell’alleanza.
Ogni attimo della nostra vita è gravido di futuro, del pensiero di ciò che avverrà, di ciò che prepariamo, che temiamo che auspichiamo. Siamo il contadino che semina, siamo il ventre gravido di una donna, siamo l'augure che scruta il cielo, siamo il medico che cura.
Siamo il bambino che si addormenta tra le braccia della madre in un rifugio antiaereo sotto i bombardamenti.
Ogni nostro atto o pensiero è una freccia puntata verso il futuro, e e sta a noi il compito e la responsabilità di scegliere se guardare ad esso con paura o con speranza
L'autore percorre un sentiero che attraversa duemila anni di storia. Un sentiero non certo privo di ostacoli, ma mai interrotto perché la Divina Provvidenza ha sempre suscitato donne e uomini capaci di illuminarlo con l'esempio e con la parola. In questo libro sono presentate spiritualità incarnate, ovvero alcune "vie" che hanno educato e guidato intere generazioni di fedeli. "Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da sé stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me": queste parole di Gesù, che leggiamo nel Vangelo di Giovanni (Gv 15,4), rappresentano in sintesi il senso ultimo di questo prezioso lavoro.
L'opera contiene le conferenze di san Massimiliano Kolbe e le testimonianze raccolte nel processo di canonizzazione. Si tratta di materiale in gran parte inedito, che, in due sezioni distinte, riporta quanto il santo ha espresso nelle sue lezioni spirituali ai frati e ciò che di lui hanno detto i testimoni della causa che lo ha portato alla santità.
Vangelo è ogni "buona notizia", è Gesù stesso che desidera salvare l'umanità di ciascuno da un fallimento. La Chiesa, comunità dei credenti in Cristo, ha ricevuto la missione di trasmettere il suo messaggio rivoluzionario lungo i secoli. Lo ha fatto come ha saputo e potuto, anche, a volte, travisando l'annuncio di salvezza; perché in alcuni casi è meglio addomesticare il Vangelo, meglio fare sconti sulle sue chiamate. Il libro mette in luce alcuni testi evangelici dei quattro evangelisti che, attraverso interpretazioni di compromesso, hanno perduto nella vita quotidiana la loro incisività. Ogni lettore dovrà chiedersi: il mio incontro con la Parola ha fatto nascere la persona nuova, capace di rendere più umana la vita di tutti e possibile la pace?
"Senza preghiera non ci sarà sinodo". Queste parole di papa Francesco ricordano che ogni momento sinodale della Chiesa è innanzitutto un evento dello Spirito santo, un evento di preghiera e di grazia, in cui la Chiesa, oltre a essere parte attiva, riconosce e confessa la propria umana debolezza e invoca l'aiuto di Dio. È ciò che mettono in luce, ciascuna con tratti specifici, due preghiere della tradizione cristiana: l'"Adsumus", con la quale si apre ogni assise sinodale, e la "Nulla est, Domine", utilizzata in chiusura di sinodi e concili. Questo libro si presenta come un dittico scritto a quattro mani. La prima tavola, scritta da Luciano Manicardi, monaco di Bose e biblista, offre una rilettura meditativa delle due preghiere, attenta alle fonti bibliche, alle assonanze patristiche e alle dinamiche antropologiche e spirituali in gioco nelle assemblee ecclesiali: queste preghiere possono così diventare strumento utile per vivere con più consapevolezza ogni assemblea comunitaria e sinodale. Nella seconda tavola, il teologo Andrea Grillo articola una riflessione teologica di ampio respiro che alla luce del Vaticano II ridice l'identità ecclesiale in modo fedele alla tradizione e al contempo creativo: spinge così a ripensare le forme della ministerialità e a formare tutti alla responsabilità ecclesiale. Un libro ricco e denso che aiuta il lettore a scoprire l'affascinante sfida e la promessa di novità che ogni sinodo rappresenta per la Chiesa. Uno strumento rivolto a presbiteri, educatori e laici che guidano gruppi e animano assemblee in parrocchie, associazioni e commissioni che si riuniscono per "camminare insieme".
Un libro per i giovani in ricerca della felicità, quella vera. Non è un testo che donerà subito le risposte bensì farà le domande giuste che invitano alla riflessione e insegnano l'importanza di mettere in pratica i consigli ricevuti. Il percorso proposto è una guida per il quotidiano allenamento spirituale nella scuola delle virtù. È un sussidio per la formazione degli adolescenti che hanno il percorso di iniziazione cristiana che finisce con la Cresima. Può essere usato anche da tutti i cristiani che vogliono approfondire la loro fede e mantenersi in buona forma spirituale.
Sempre più frequentemente alcuni fatti di cronaca attirano la nostra attenzione. Protagonisti sono gruppi di adolescenti cresciuti senza alcuna regola morale e, pertanto, capaci di qualsiasi comportamento distruttivo e aggressivo. Alcuni anni fa la rivista tedesca "Der Spiegel" uscì con una singolare copertina in cui era raffigurato un giovane che baciava sé stesso guardandosi allo specchio. Sopra l'immagine, c'era questa scritta: «Ecco la società del futuro: la società dell'io». Se non invertiamo la rotta, l'Occidente sarà una società in completa decomposizione. Da dove bisogna cominciare a ricostruire? Dalla famiglia. Ecco che allora il Card. Comastri, insieme alle sue provocatorie e stimolanti riflessioni, racconta alcune storie nelle quali è evidente il ruolo insostituibile della famiglia per introdurre i figli alla comprensione della vita e alla gestione corretta e onesta dei propri sentimenti, per essere capaci di amare veramente e diffondere felicità attorno a sé. Tra le storie raccontate, la vicenda di Alessandra di Rudinì Carlotti, sposa felice, madre attenta, ma dopo la prematura morte del marito, amante di Gabriele D'Annunzio e poi suora carmelitana.
L'unica cosa certa della nostra vita è che tutti, prima o poi, dovremo morire. Ma che cosa è la morte? Semplicemente la fine della vita? Per chi crede, no. È, anzi, il momento dell'incontro con Dio. Eppure, tutti ne abbiamo paura, l'abbiamo raffigurata in modi tenebrosi, atroci, spaventosi: con una falce, come uno scheletro... E se, invece, la Morte fosse una bella donna? Ci farebbe altrettanta paura? Se la trovassimo sul nostro letto, alla sera, come un ospite inatteso (e probabilmente indesiderato) e scoprissimo che si sente sola, perché l'abbiamo messa in un angolo, con la nostra cultura che assolutizza la vita ma allo stesso tempo la distrugge, la riempie di violenza, la "mortifica"? Se la Morte ci chiedesse di concederle del tempo per fare quattro chiacchiere e conoscerla meglio? Don Diego Goso affronta il tema della morte e del morire con un tocco di sana ironia, ma con profondità e proponendola in una prospettiva diversa, o forse nell'unica prospettiva davvero cristiana, per imparare di nuovo a chiamarla "sorella", come la nominò san Francesco nel Cantico.
Un delicato viaggio nella memoria famigliare, seguendo i ricordi che Letizia, contadina ormai ultraottantenne, vuole condividere con le nipoti, perché qualcosa resti. Non solo della sua storia, ma delle sue conoscenze e dei piccoli segreti di ruralità e natura. E proprio la natura, la campagna, il bosco, l'orto, sono - insieme a Letizia - i protagonisti del romanzo. Ogni capitolo si apre con delle note sulla cura e sull'utilizzo di specifiche piante ed erbe, che fanno parte di una storia in cui prendono forma luoghi e ambienti, dove ritornano figure del passato ed eventi della vita, emozioni e sentimenti. E quel sapere antico, eco di un passato intensamente vissuto e ancora buono per il futuro che ci attende.
Personaggio cruciale e misterioso al contempo, uomo di intelligenza, forza e volontà fuori dal comune, Saulo di Tarso, meglio conosciuto come Paolo, fu colui che raccolse l'irripetibile magistero di Gesù di Nazareth e lo canonizzò, forgiando il Cristianesimo per come lo conosciamo oggi. Fine mediatore da un lato, ma decisionista politico dall'altro, Paolo seppe traghettare un'esperienza spirituale in un'istituzione storica giunta più o meno immutata fino ai nostri giorni, assurgendo così a figura fondamentale di tutto il mondo cristiano. In questo suo nuovo libro, al contempo saggio e narrazione, quindi sicuramente ascrivibile al genere della narrative non fiction, Corrado Augias ci offre una cronaca meravigliosamente raccontata: con la sua capacità di ricostruire e analizzare la Storia e la sua attitudine divulgativa, Augias ripercorre la vicenda di Paolo, nei momenti topici della sua vita pubblica e religiosa che ce lo hanno fatto conoscere come l'uomo che "inventò il Cristianesimo".