Il Pontefice ha dedicato all'Azione Cattolica una riflessione attenta e costante. Ne sono prova gli oltre 70 discorsi ad essa indirizzati nei primi 25 anni di pontificato e raccolti per la prima volta in questo volume. Si tratta di un corpus di straordinaria ricchezza, meritevole di essere studiato con profondità da cui emerge il disegno di un'Azione Cattolica impegnata nella formazione di una laicità responsabile e capace di una credibile testimonianza cristiana nel mondo. "La Chiesa ha bisogno dell'Azione Cattolica" ha affermato più volte Giovanni Paolo II, sottolineando come essa rappresenti una delle forme più mature dell'apostolato dei laici. Il testo si arricchisce di un indice teologico delle fonti.
Questo volume è un primo tentativo di descrivere in modo completo i rapporti fra Stato e Chiesa nei paesi post-comunisti dell'Europa centrale e orientale. I contributi sono strutturati secondo uno schema parallelo che mette in luce analogie e differenze dei diversi sistemi giuridici e che evidenzia immediatamente le caratteristiche delle relazioni tra Stati e confessioni religiose. Dopo una breve introduzione storica e sociologica, per ogni paese si procede analizzando i criteri di registrazione delle organizzazioni religiose, le modalità di finanziamento delle chiese, l'educazione nelle scuole pubbliche e via dicendo.
La pastorale occupa un posto di primo piano nell’autocoscienza della Chiesa dopo il Vaticano II. Si tratta davvero di una ‘rivoluzione’, di una rottura con la tradizione e con un tempo nel quale la cura animarum non aveva avuto il posto che avrebbe meritato, oppure anche nel passato le istituzioni ecclesiastiche cercarono di intercettare i motivi più profondi della religiosità dei fedeli? Se ciò avvenne, con quali modalità si declinò il rapporto fra la gerarchia ecclesiastica e il popolo cristiano? La Regola Pastorale di Gregorio Magno fu uno dei testi più trascritti e diffusi nel medioevo, a dimostrazione della centralità di questo aspetto nella definizione dei compiti che la Chiesa avvertiva come prioritari, ma che cosa significava ‘azione pastorale’ in un contesto dominato dall’esigenza di cristianizzare vaste porzioni della popolazione europea, come accadde nell’alto medioevo, oppure, a partire dal secolo XI, dal bisogno di fronteggiare la diffusione delle eresie? Quali erano i requisiti necessari per essere abilitati all’esercizio della cura d’anime e quale posto aveva la predicazione dei carismatici? Vescovi, monaci e canonici, per rispondere a queste sfide, misero in atto gli strumenti ereditati dalla tradizione, mentre il papato, in coincidenza con l’affermazione del primato romano, elaborava una concezione della pastorale orientata verso l’affermazione della cosiddetta ‘monarchia pontificia’. Fondamentali anche le forme di comunicazione utilizzate dalla Chiesa, nelle sue diverse articolazioni, per trasmettere il messaggio cristiano in un contesto caratterizzato da un forte plurilinguismo. Agiografia, sermoni, testi di diritto e manuali per confessori offrono indicazioni preziose agli esperti di fama internazionale qui riuniti a dibattere questi temi, nella prestigiosa tradizione delle «Settimane della Mendola» organizzate dall’Università Cattolica.
Le «Settimane» del Passo della Mendola, che si sono susseguite con cadenza triennale dal 1959, rappresentano per i medievisti uno dei grandi appuntamenti di rilevanza internazionale.
Le «Settimane» hanno contribuito in maniera decisiva allo studio delle strutture e degli ideali della societas christiana dei secoli XI e XII, talora aprendo nuovi ambiti di ricerca storiografica. I volumi dei relativi Atti, arricchiti dall’apparato degli indici dei nomi propri, delle fondazioni ecclesiastiche, dei manoscritti e delle cose notevoli, costituiscono uno strumento indispensabile per lo studio di un aspetto assai significativo della civiltà medioevale.
Tra le Miscellanee del Centro di studi medioevali sono disponibili presso Vita e Pensiero: «Militia Christi» e crociata nei secoli XI-XIII (1992); Chiesa e mondo feudale nei secoli X-XII (1995); Cieli e terre nei secoli XI-XII. Orizzonti, percezioni, rapporti (1998); Roma antica nel Medioevo (2001).
Un percorso di duemila anni.
Un'opera realmente sintetica, in un solo volume, costituisce manuale illustrato capace di sintetizzare le grandi sfide storiche, dalle origini ai temi contemporanei dell'interculturalit‡. Le 567 illustrazioni non sono semplici ritratti di papi, governanti, fondatori di ordini, ma costituiscono, tramite opere d'arte, siti, paesaggi, architetture, frontespizi, reperti archeologici, documenti di attualit‡, una vera "illustrazione culturale" per cogliere la mentalit‡ delle diverse epoche e l'apporto del cristianesimo nei confronti della societ‡ e del mondo intero.
Le ampie didascalie dell'autore permettono di tuffarsi nello spirito di ogni epoca, nelle innovazioni, nei dibattiti, nelle occasioni perdute, ecc. Gli indici permettono una consultazione rapida ed efficace. Uno straordinario complemento culturale e iconografico per chi abbia gi‡ una storia della chiesa o per chi voglia introdursi ad essa.
Il volume esplora l'affascinante e raffinato mondo ereticale spagnolo seguendo otto itinerari individuali di personaggi, più o meno noti, caduti nelle reti dell'Inquisizione. Attraverso scritti e processi inquisitoriali spesso inediti si delineano affinità e percorsi comuni all'interno di quell'eclettica e dirompente eresia spagnola cresciuta tra i conversos del Quattrocento, maturata negli ambienti di alumbrados della Spagna degli anni Venti-Trenta e fatta conoscere in Europa attraverso le straordinarie esperienze di Juan de Valdés e Miguel Servet.
La Ratio studiorum costituisce uno degli strumenti di più profonda efficacia modellizzante della cultura europea: un codice di lunga durata e di fortissima tenuta egemonica che espande la sua presenza anche al di fuori delle mura dei «collegi» gesuitici. Non ne escono soltanto sacerdoti ottimamente preparati, ma anche una quota rilevante dell’aristocrazia europea, dei quadri dirigenti dell’apparato burocratico: uniformemente educati. In questo volume la Ratio è analizzata nelle sue componenti tecnico-pedagogiche, nei suoi referenti culturali e religiosi, anche d’ordine retorico, scientifico e casistico, sino al momento della sua crisi primosettecentesca.
Sono passati 25 anni dal giorno in cui un piccolo gruppo di amici riminesi decise di dar vita a un evento che esprimesse il desiderio di incontrare i grandi protagonisti della cultura e comunicare la propria fede. Da allora molte cose sono cambiate. Il Meeting è diventata una delle manifestazioni più importanti e longeve d'Europa. 25 anni di storia si snodano attraverso le storie personali di chi ha costruito l'evento. Frammenti e immagini parlano attraverso le voci e i ritratti dei protagonisti. Un percorso che fotografa il fenomeno da tante angolature diverse. Un diario ricco di curiosità, su tutto ciò che in questi anni ha reso il Meeting un appuntamento atteso e unico nel suo genere.
Il Vicarius Urbis è a capo di un tribunale che esercita ampie funzioni di buon governo, nel quale operano il vicegerente, il segretario, il promotore fiscale, i luogotenenti, il camerlengo del clero, il custode delle sacre reliquie, i notai, il deputato per i monasteri e quello per i matrimoni, gli esaminatori del clero e altri ministri minori. Le competenze ad essi attribuite vengono descritte nel manoscritto settecentesco qui pubblicato, la cui particolarità è di essere una fonte rilevante per la storia della Curia vicariale e anche della comunità religiosa locale in età moderna. Si tratta di un testo normativo denso di informazioni sul tessuto urbano, che invita a ripensare al rapporto Chiesa-città a Roma.