Andrea Tornielli, vaticanista e direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, a partire dalle pagine della "Gaudium et Spes" dedicate alla famiglia, riflette su questo tema, riaffermando che la famiglia è l'insostituibile e primaria cellula della società. Rischiare la promessa di un amore "per sempre", avere il coraggio di costruire una nuova famiglia in mezzo alle difficoltà che sempre esistono, accogliere una nuova vita come dono di Dio è il frutto fecondo dell'amore reciproco. Una promessa che gli sposi hanno la responsabilità di scambiarsi in continuazione. Tutto questo rappresenta continuamente una sfida importante e al tempo stesso entusiasmante nel mondo contemporaneo. L'avventura della famiglia, nonostante le sue difficoltà e le sue incognite, è unica e appassionante. Richiede coraggio, pazienza, dedizione. È sostenuta dall'umiltà di far passare in secondo piano il proprio "io" per esaltare il "tu" e così costruire una comunità di vita fondata sull'amore e sulla reciproca accettazione.
È soltanto grazie alla cultura che la persona può raggiungere la pienezza della propria vita. La cultura è il mezzo attraverso il quale l'uomo può sviluppare e affinare le proprie capacità e rendere più "umana" la propria vita sociale, nel pubblico e nel privato. Per questo motivo venne inserita tra le grandi questioni contemporanee che i padri conciliari decisero di approfondire ("Gaudium et Spes", 53-62). Fabio Marchese Ragona, vaticanista, riflette su quelle che si possono definire le tre parole chiave capaci di affrontare l'argomento in uno spirito costruttivo: dialogo, annuncio ed evangelizzazione. Parole che accompagnano l'intero documento, per esporre a credenti e non credenti il ruolo che la Chiesa intende svolgere nel mondo.
I principi fondamentali espressi dalla "Gaudium et Spes" riconoscono la centralità della persona nella missione divina a favore del mondo. Questa visione richiede strutture economiche e sociali che assicurino quanto il benessere umano sia al cuore del progresso tecnologico. La Chiesa insegna che i cristiani hanno una responsabilità personale nel partecipare alle attività che sostengono lo sviluppo socio-economico della società. Ognuno deve impegnarsi per la giustizia sociale ed esprimere la carità e solidarietà verso tutti. Nonostante la semplicità delle nostre azioni, ciascuno può contribuire molto alla prosperità del genere umano e alla pace del mondo.
La Chiesa non esiste per se stessa, ma è tesa a comunicare il vangelo e dare speranza, camminando a fianco della comunità umana e ascoltando tutti. Suo compito è contribuire a far crescere la società, mantenendo saldo il vangelo di Cristo. Dentro a questa visione, si inseriscono i numeri di "Gaudium et Spes" dedicati alla politica. Concetti quali democrazia, laicità, comunità civile, pluralismo e valori non negoziabili, seppur non esplicitamente affrontati nel Concilio, in realtà trovano in questa costituzione dei riferimenti per il dibattito attuale e per la presenza dei cattolici in politica. Emerge una visione antropologica dei nostri giorni con la quale confrontarsi, perché pone grandi e sempre nuove sfide alla comunità politica.
Questo volume affronta il delicato tema del dialogo della Chiesa con la società odierna e il progresso che in essa viene inseguito. La storia degli ultimi anni ha messo in crisi la fede nel progresso. E, al posto di questa profezia fallace, il cristiano è chiamato a porre al centro la speranza, poiché non sono la scienza o il progresso che redimono l'uomo, bensì l'amore. Come affermò Paolo VI, «per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano». Il Concilio ha presentato il dialogo come strumento principale e stile caratteristico del rapporto della Chiesa con il mondo contemporaneo. È un compito arduo che ha bisogno dell'impegno comune di tutti i credenti che desiderano un mondo più fraterno e solidale. È soltanto attraverso il dialogo, la comprensione, la diffusione della cultura della tolleranza e dell'accettazione dell'altro che può sorgere una giusta convivenza tra le persone. Completa il volume l'appendice che contiene i numeri della "Gaudium et Spes" relativi al dialogo della Chiesa con la società odierna.
Il 25 ottobre 1962 alla Radio Vaticana, San Giovanni XXIII si rivolgeva «a tutti gli uomini di buona volontà», dicendo che «alla Chiesa sta a cuore più di ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questi beni». Servono quindi dei "facilitatori", veri "operatori di pace" che riescano a operare per mettere da parte il ricatto della guerra in favore di scelte più alte, realmente al servizio dell'umanità. A questo richiama anche la "Gaudium et Spes" al capitolo V. Con tante testimonianze contemporanee di veri "artigiani della pace", Nina Fabrizio, giornalista, in queste pagine presenta uomini e donne che, rispondendo alla voce della coscienza, hanno deciso di non seguire percorsi di distruzione ma sentieri di pace, anche pagando un prezzo molto alto.
La "mafia di San Gallo" è stato un gruppo di alti prelati che, a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso, erano soliti convenire ogni anno nei pressi della cittadina svizzera di San Gallo per contrastare la svolta conservatrice di Benedetto XVI, favorire poi le sue dimissioni ed eleggere papa Francesco, portatore delle istanze riformatrici e liberali. Questo libro espone fini, mezzi, luoghi e protagonisti della vicenda, rintracciando le premesse storiche e ideologiche del gruppo, che trova la sua ispirazione nella teologia di Karl Rahner: se oggi i principali esponenti della Mafia di San Gallo sono morti, il suo spirito modernista aleggia sul processo sinodale, mentre nuove manovre sono in corso per il prossimo conclave.
«Ci sono voluti quasi 2.000 anni prima che i nemici della Chiesa cattolica si rendessero conto che non potevano attaccare con successo la Chiesa dall'esterno. Finalmente, alla metà del XIX secolo, le società clandestine di modernisti, massoni e marxisti hanno escogitato un piano per sovvertire la Chiesa dall'interno. Il loro obiettivo: cambiare la dottrina, la liturgia e la missione in nome del sogno massonico di una nuova Chiesa universale fondata sul naturalismo, il razionalismo e la fratellanza. Intrecciando con abilità documenti papali, apparizioni mariane e ricerca storica, questo libro illustra come i nemici si sono infiltrati strategicamente nei seminari, nel clero, nell'episcopato e nel Conclave, per eleggere papa uno di loro». Prefazione di Athanasius Schneider.
Il volume ripercorre le trasformazioni del cattolicesimo italiano dalla nascita della Repubblica ai nostri giorni: il suo transito da "senso comune" a libera opzione adottata da una sempre più ridotta minoranza; un sistema di credenze che passa dall'omogeneità alla differenziazione; i vertici della Chiesa e il laicato cattolico organizzato di fronte alle sfide poste dall'incerto credere della società plurale. Tra deposito della fede e strategie di adattamento, una religione che ha concorso a guidare le scelte strategiche del nostro paese e che pare oggi destinata alla quasi irrilevanza politica.
Res sacrae è un'espressione che comprende una molteplicità di oggetti legati al culto, cui in ogni religione vengono attribuiti poteri spirituali e poteri materiali di protezione. Questo volume si concentra sui tre principali strumenti della devozione in ambito cristiano, le reliquie, le immagini, l'eucarestia, indagando sulla fonte del potere loro attribuito, sul ruolo avuto nella vita religiosa delle società medievali, in un arco cronologico che va dall'età tardo antica al secolo XIV, quando si afferma il culto eucaristico. Il lungo percorso di ricerca nella storia della santità, del culto dei santi e dei santuari permette all'autrice di inserire a pieno titolo le res sacrae tra gli oggetti degni di attenzione da parte della storiografia.
Cinque grandi discorsi di Joseph Ratzinger che, con l'usuale pregnanza argomentativa, combatte quella che lui stesso ha definito 'la dittatura del relativismo': il convincente tentativo del Papa teologo di radicare nel presente la tradizione della Chiesa, così da renderla viva e operante.
Il Movimento Terza Età è un'associazione laicale nata nella Diocesi di Milano nel 1972, su proposta del cardinale Giovanni Colombo. Il Movimento promuove la formazione religiosa, spirituale, culturale e sociale degli anziani, favorendone l'attivazione e la partecipazione alla vita della comunità ecclesiale e civile. Con un contributo di Vincenzo Paglia.