Non meno che l'estetica e l'arte nel loro profilo accademico più elevato, anche la religiosità popolare intrattiene a suo modo un rapporto non secondario e materialmente molto ampio con il mondo dell'immagine e della rappresentazione figurativa. Quello della devozione e della pietà rappresenta un ambito di interesse particolare, non soltanto per la vastità del materiale artistico e artigianale prodotto, ma perché lo stesso gesto devoto costituisce un atto creativo, che maneggia e plasma un materiale che coincide con l'esperienza della vita e con le sue forme.
Descrizione dell'opera
In un quadro di grande frammentazione dei saperi, all’antropologia teologica è chiesto di dare il proprio specifico contributo offrendo un orizzonte di riferimento, nel quale rintracciare criteri di discernimento sull’umano. Ma il clima di diffuso laicismo aggrava in Occidente il rischio di isolamento e di emarginazione della teologia in genere e dell’antropologia teologica in particolare. Dalla dialogicità effettiva ed efficace dell’antropologia cristiana con le diverse espressioni della cultura dipende tuttavia la sua rilevanza nei circuiti del pensiero e nei vari ambiti.
All’interno di tale contesto, la ricerca si assume il compito di ripartire dall’uomo, ridisegnando il posto e il ruolo dell’antropologia teologica con una riflessione sul piano epistemologico, metodologico e contenutistico.
Prendendo le mosse dall’assunzione delle provocazioni della realtà contemporanea l’autrice si propone dunque di approfondire la questione della dialogicità dell’antropologia teologica non solo con le varie materie teologiche, ma anche con altri saperi scientifici e aree cognitive.
Sommario
Introduzione. I. La questione epistemologica. II. Sacra Scrittura e antropologia teologica. III. Cristologia e antropologia teologica. IV. Ecclesiologia e antropologia teologica. V. Mariologia e antropologia teologica. VI: Interrelazioni tra antropologia teologica e teologia pastorale. VII. Antropologia teologica in dialogo con la teologia spirituale. VIII. Antropologia relazionale e dialogicità dell’antropologia teologica.
Note sull'autrice
Ina Siviglia, laica, coniugata, madre, laureata in lettere classiche, licenziata in ecclesiologia e dottore in teologia, è docente di antropologia teologica presso la Pontificia Facoltà teologica di Sicilia S. Giovanni Evangelista e presso la sezione S. Silvia della LUMSA di Palermo. Da qualche anno è direttore del dipartimento di antropologia cristiana, da lei creato, che ha tra i suoi obiettivi principali la formazione integrale dei soggetti ecclesiali, promuovendo sia sul piano scientifico che su quello didattico il dialogo e l’interazione fra la teologia e le scienze umane. È responsabile del Centro pastorale della diocesi di Palermo per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. Collabora come esperta all’Ufficio famiglia della CEI e come consultore al Pontificio consiglio per la famiglia. Si occupa di ecclesiologia, antropologia e teologia con particolare riferimento alla riflessione sulla famiglia e sul femminile nell’attuale contesto socio-culturale e alla formazione in ambito ecclesiale.
Il declino del Cristianesimo è dovuto al benessere, al consumismo, al progresso della scienza? Perché il marxismo e il nazismo erano anticristiani? Perché dietro l'antisionismo c'è l'anticristianesimo? A cosa mira lo scientismo? Quali sono i pericoli della manipolazione genetica? Da quando è cominciata la cacciata di Cristo? Si può davvero cancellare l'esigenza del sacro? Si può cacciare Cristo dalla mente dei cristiani e dal palcoscenico della storia? E i cristiani credenti cosa devono fare per fronteggiare le minacce del terzo millennio? Rosa Alberoni risponde a queste domande in un pamphlet che si inserisce nel dibattito attuale sul relativismo culturale e la distruzione della morale cristiana.
Descrizione dell'opera
L’attuale fase dell’evoluzione storico-sociale evidenzia ed esalta il ruolo delle città. Mentre gli Stati nazionali relativizzano la loro importanza in vista di unioni continentali e di organizzazioni mondiali, la città recupera sempre più terreno. La sua rilevanza nella vita dell’uomo e della società non è mai riconosciuta a sufficienza, specialmente ora che più della metà del genere umano vive ormai in un contesto urbano.
Anche la Chiesa è legata da sempre – sin dall’età apostolica – alle città e oggi ha bisogno di misurarsi nuovamente con questa realtà. I cristiani, che hanno di fronte a sé la città celeste, la anticipano e preparano, danno vigore, forma e orientamento al proprio agire, operando nella città terrena.
Il volume propone una riflessione teologica sulla natura, il valore, la vocazione della città ed è costituito da una prima parte di tipo storico-culturale e da una seconda di tipo formalmente teologico. Quest’ultima è presentata secondo lo schema usuale: dalla Bibbia alla tradizione, al Magistero, alla riflessione sistematica vera e propria, alle conseguenze di tipo pastorale.
Sommario
Prefazione. Introduzione. 1. Le scienze della città. 2. Le città dell’utopia. 3. La città armoniosa di Péguy (1873-1914). 4. L’utopia di Adriano Olivetti (1901-1960). 5. La lezione di Giorgio La Pira (1904-1977). 6. Dossetti, un progetto parallelo o complementare. 7. La città nella Bibbia. 8. La città nella teologia. 9. La città nel magistero. 10. Per una teologia della città. 11. La Chiesa nella città. Conclusione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Giordano Frosini ha pubblicato presso le EDB diversi volumi nei quali la teologia è ripensata con un impianto sistematico, ma con linguaggio e sensibilità che la comunicano come spiritualità per il credente: Aspettando l’aurora. Saggio di escatologia cristiana (1994 31996); Una Chiesa possibile (1995 22004); La Trinità mistero primordiale (2000); i volumi dedicati a Dio Padre (Incontro al Padre. Una Teo-logia per tutti, 1998 21999), a Gesù Figlio («Chi dite che io sia?». Una cristologia per tutti, 1997), allo Spirito Santo (Lo Spirito che dà la vita. Una sintesi di pneumatologia, 1997 21998); Teologia oggi. Una sintesi completa e aggiornata (1996 21997); Spiritualità e teologia (2000); Desiderio di infinito. Il cristianesimo e le aspirazioni dell’uomo (2001); La risurrezione inizio del mondo nuovo (2002); Il ritorno della speranza. Una nuova teologia, una nuova spiritualità (2005); Teresa di Lisieux e l’Aldilà (2006); Piccolo manuale di teologia. Una sintesi aggiornata per catechisti e operatori di pastorale (2006). Alcune sue opere sono state tradotte in albanese, portoghese, spagnolo e polacco. Collabora a quotidiani, periodici e riviste scientifiche.
Il libro, dal titolo provocatorio, è frutto di una ricerca, cresciuta, nel tempo, grazie anche al confronto con le domande delle persone, il cui risultato è possibile riassumere con la percezione che non solo Dio non ci delude come uomini, ma ci dischiude anche il senso più profondo del nostro esistere. La proposta cristiana, allora, non è una determinazione aggiunta, né l’indicazione di una via di fuga dall’umano, ma una speranza e l’offerta di un’umanità, piena e libera, da parte di Dio che si è annunciato come «figlio dell’uomo».
Destinatari
Studenti di Scienze religiose.
Autore
Don GIOVANNI BATTISTA BORSATO è direttore dell’Ufficio per la pastorale del matrimonio e della famiglia della diocesi di Vicenza.
Oggi gli antropologi, consapevoli che il processo di inculturazione esistente in Africa nel nostro continente non è ancora iniziato, si mettono umilmente in ascolto del significato delle altre culture, per dare avvio a una maggiore capacità di ascolto di esse sul piano della fede in modo tale che fede e cultura si possano legare insieme, senza lacerazioni e senza sovrapposizioni artificiali dell’una sull’altra. A questa istanza fondamentale il presente libro risponde con chiarezza metodologica attraverso un filtro non fatto di opposizioni e di differenze, ma di possibili integrazioni e assunzioni. È un libro che, pur trattando con competenza di stregoneria, magia e altro, aiuta a capire profondamente una cultura diversa.
Destinatari
Studiosi di scienze antropologiche e sociali.
Autore
J. NDHUM, sacerdote della diocesi di Douala in Camerun. Ha studiato teologia al seminario di Douala e ha conseguito i titoli in licenza e dottorato in Teologia liturgica-pastorale presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di "Santa Giustina" a Padova. E' docente di liturgia presso il seminario di Douala.
IL LIBRO
Lo spettro che oggi si aggira per l’Europa non è quello del «ritorno delle religioni», o del «buon Dio» di una volta, come certi laici, ossessionati dai loro principi, sembrano credere. È piuttosto quello del nichilismo, la feroce religione di coloro che non credono in nulla e che vorrebbero persino impedire agli altri di credere – o che credono in un certo numero di idoli, quali il potere, il denaro, il dominio sugli altri.
Le grandi religioni che hanno fatto la nostra storia – il cristianesimo in primo luogo – e che rappresentano una parte non indifferente della nostra identità, stanno perdendo terreno e si trovano senza eredi, al punto che sembriamo persino dimenticare da dove veniamo e colui che si dichiara credente e praticante appare come uno strano animale.
Ma Bernard Sichère, un filosofo che orgogliosamente afferma «sono nato cattolico e morirò cattolico», non pensa affatto di essere una bestia rara; anzi, ai suoi occhi, la bestia rara è la nostra epoca, con i suoi mortiferi luoghi comuni.
In queste pagine, sempre intense, spesso appassionate, Sichère cerca di spiegare chi è lui come uomo, in cosa crede, quali sono i punti fermi del suo «universo». Si pone le domande di sempre (perché esiste il male? cos’è il peccato? e il perdono? perché la preghiera? cosa ci aspetta dopo la morte?) e quelle che oggi sembrano particolarmente urgenti (riguardo al sesso, all’aborto, all’omosessualità ecc.).
Per Sichère, filosofare significa infatti dar conto della sua idea di Dio e della sua relazione con Lui.
L'AUTORE
BERNARD SICHÈRE, maître de conférences all’Università di Parigi VII, filosofo e romanziere, ha collaborato alle riviste «Tel Quel», «L’Infini» e «Temps Modernes». Ha pubblicato, tra l’altro, Le Dieu des écrivains (Gallimard, 1990), Splendeur de Fawzi (Pauvert, 2002), Seul un Dieu peut encore nous sauver (Desclée de Brouwer, 2002), Le Jour est proche (Desclée de Bouwer, 2003).
RECENSIONI
Da «Vita pastorale», aprile 2008
«Questo breve libro è denso di stimoli nuovi per quanti si chiedono come mai oggi i temi etici e religiosi vengono proposti con insistenza.»
Temi fondamentali di antropologia teologica. Il problema dell'uomo, fatto di forti e inquietanti interrogativi, e' permanente oggetto di indagine finalizzata a darne soluzioni. In questo concerto delle scienze la teologia s'inserisce a pieno diritto nella discussione con l'unico scopo di offrire il suo apporto per contribuire a fare chiarezza sulla comprensione del mistero dell'uomo. Nessun soggetto quanto l'uomo, proprio in virtu' della sua complessita', costituisce un interesse interdisciplinare. L'uomo, infatti, e' un vero mistero, fatto questo che le scienze umane misconoscono e ignorano. Ma il fatto di essere mistero fa capire che la sua totale comprensione non puo' venire dalle sole scienze umane...
Riflessioni teologiche e antropologiche sul gesto dell'abbraccio nella Bibbia.
Il libro affronta il tema privilegiato dell'umano e della bioetica. Un libro di estrema attualita'.
E' un testo che a partire dalle questioni di diritto, dell'economia e della biologia si domanda chi e' l'uomo.
A partire dalla domanda del salmista, «Che cos’è il figlio dell’uomo?» (Sal 8,5), che si pone, anzitutto, come interrogativo di Dio, questo saggio prova a delineare le basi di una riflessione simbolica su Adamo nell’orizzonte della Trinità. Lo sguardo del Padre è all’origine d’ogni movimento e creazione. Se il primo pensiero di Dio fu un angelo, la prima parola del Padre fu Adamo.
Edoardo Scognamiglio, dottore in teologia (1997) e in filosofia (2005), insegna teologia dogmatica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Napoli) e si occupa di dialogo interreligioso e dell’islam presso la Pontificia Università Urbaniana. Presso il Convento San Francesco in Maddaloni (Caserta) dirige il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture. È impegnato in notevoli centri accademici per lo studio e la promozione del Dialogo, collabora a molte iniziative editoriali, a riviste e giornali, ed è tra i massimi esperti dell’opera letteraria di Kahlil Gibran. Tra le sue numerose pubblicazioni a carattere scientifico ricordiamo: Il volto di Dio nelle religioni. Una indagine storica, filosofica e teologica (Paoline, 2001); Ecco io faccio nuove tutte le cose. Avvento di Dio, futuro dell’uomo e destino del mondo, (Messaggero, 2002); Catholica. Cum ecclesia et cum mundo (Messaggero, 2004); Henri-Louis Bergson. Anima e corpo(Messaggero, 2005); Volti dell’islam post-moderno(PUU, 2006).