Può l'uomo giungere a Dio partendo dalle cose create e mediante la propria ragione? Prendendo le mosse dall'episodio di Zaccheo riportato nel capitolo diciannove del Vangelo secondo Luca, il testo intende rispondere a questa domanda, esplorando la categoria teologica della ricerca e dell'incontro per poi evidenziare come, sostenuti dalla grazia, si possa arrivare alla conversione piena. Dall'incontro tra gli sguardi di Gesù e di Zaccheo, nasce la chiamata e l'invito ad una conversione morale. Il testo, scritto con uno stile narrativo/espositivo, tenendo come sfondo la vicenda di Zaccheo, sviluppa in una modalità semplice ed accessibile i temi teologici in esso contenuti. Prefazione di Pasquale Giustiniani.
È qui presentato in traduzione italiana, con testo greco a fronte, Introduzione e Bibliografia, il primo trattato cristiano di antropologia, scritto intorno al 400 d. C. da Nemesio, vescovo di Emesa (odierna Homs, in Siria). Nemesio intende rivolgersi soprattutto a non cristiani - ebrei e pagani di scuola neoplatonica - illustrando quale sia la natura dell'uomo, creatura posta da Dio ai confini dell'essere, tra divinità e irrazionalità. Ricco di discussioni critiche del platonismo, dell'aristotelismo, delle filosofie ellenistiche e del neoplatonismo, spazia dalla composizione di anima e corpo alla posizione dell'uomo all'interno della natura, dalla provvidenza al libero arbitrio, dalla razionalità alla passionalità. Questo trattato ebbe grande diffusione nel medioevo e in età moderna, grazie anche all'erronea attribuzione a Gregorio di Nissa, che ne favorì una diffusione tale da influenzare profondamente il pensiero antropologico cristiano.
Questo profilo di san Carlo Borromeo, a firma dello storico della Chiesa Alberto Torresani, restituisce la figura di un santo che conciliava l'intensa vita di preghiera con un grande spirito di azione e governo. Carlo Borromeo (1538-1584), cardinale a 22 anni, segretario di Stato del papa Pio IV, diresse da Roma la conclusione del Concilio di Trento. Tornò a Milano come arcivescovo e riformò la grande diocesi ambrosiana di cui fu, di fatto, il rifondatore. La sua canonizzazione fu molto rapida, solamente ventisei anni dopo la morte.
La Scrittura, i Padri della Chiesa e il pensiero tomista hanno incarnato magistralmente lo sguardo realistico e sapienziale che nella Chiesa ha da sempre custodito il rapporto tra la Rivelazione cristologica e le esperienze del sacro. In età moderna, questo sguardo ha ispirato la missione della Compagnia di Gesù in Cina, con Matteo Ricci e con la Philosophia Sinica di François Noël, che ne dà un'inedita applicazione. Il saggio di Pierre Galassi si pone in dialogo la Teologia delle religioni contemporanea e propone il paradigma di Calcedonia (unità-distinzione-ordinamento) come articolazione teoretica del rapporto tra Teologia e sacro. Non è un punto d'arrivo, ma un tentativo di riaffermare l'unicità della Rivelazione evitando chiusure o smarrimenti nei confronti di ciò che non è cristiano, cosa che solo una prospettiva analogico-sapienziale può garantire.
«Durante ogni epoca i cristiani hanno tentato di giungere all'essenza, al nocciolo del cristianesimo. Ebbene, il Vangelo stesso ce lo trasmette con il Padre Nostro. È in una preghiera, e non in una dottrina o in un insieme di dogmi, che è riassunto il messaggio di Gesù. E ciò è denso di significato: pregare è l'evangelo. Buona, lieta e umana notizia fatta risuonare in una cultura che ha perso la fiducia, piena di divinità irate e di miti sfiduciati. Preghiera è relazione. Il Vangelo non si riassume in una verità, bensì in una relazione». Il commento al Padre Nostro di Ermes Ronchi avvince e penetra nell'animo, perché fonde sapienza biblica e afflato poetico, permettendo al lettore di gustare e di vivere come sua la "preghiera di Gesù". Un'edizione illustrata con i capolavori di Caravaggio, Lotto e i grandi artisti della tradizione italiana.
Dopo la Legge e i Profeti vengono gli Scritti, che le nostre Bibbie chiamano Libri sapienziali. Essi esplorano il modo di vivere la propria fede negli aspetti più quotidiani e banali dell'esistenza umana, così come nelle prove della vita... Partendo dalla domanda:«Dove trovare la sapienza?», gli autori biblici arrivano a chiedersi: «Chi è la Sapienza?». Ora, più la si conosce, più si prende coscienza che essa è seduta accanto a Dio, pur essendo dalla parte degli uomini. Accompagnare il più fedelmente possibile la comprensione di questi libri, come si fa qui, permette di prestare attenzione alla lettera e alla struttura dei testi, che sono sempre finemente costruiti. In questo modo possiamo entrare in un'esperienza di lettura simile a quella della vita e in un movimento che ci conduce alle soglie del Nuovo Testamento. In questa sua introduzione alla lettura dei libri sapienziali, Jean-Marie Carrière alterna oculatamente i classici capitoli dedicati ai singoli libri sapienziali, ricchi di tabelle e di rimandi al testo, con alcuni originali "Interludi" a tema trasversale, focalizzati sull'educazione, il comportamento sociale, la politica, la creazione, il male e la morte e così via. Una introduzione innovativa agli Scritti sapienziali, maturata in anni di lenta meditazione e di confronto con la vita. Una bussola contemporanea: l'autore non si limita all'esegesi, ma illustra la portata dei libri sapienziali per l'azione sociale oggi. La sapienza abita là dove, nel cuore della vita, un'armonia divina si intreccia al tessuto della nostra esistenza.
Con una esposizione chiara e sobria, Arnold Angenendt descrive la storia della tolleranza nel cristianesimo, dagli inizi fino ai giorni nostri, inclusi la dichiarazione dei diritti dell'uomo e il riconoscimento della libertà religiosa. Il libro, come lascia intendere il titolo tratto da Matteo 13, si incentra sulla parabola del grano e della zizzania. L'esortazione conclusiva di Gesù: «Lasciate che l'uno e l'altra crescano insieme fino alla mietitura» assegna soltanto a Dio il compito di giudicare gli eretici e i ribelli, alla fine dei giorni. È un giudizio che non spetta all'uomo. Ebbene, per Angenendt, questo comando biblico che ha ispirato nei secoli lo sviluppo storico del concetto di tolleranza religiosa è il contributo più significativo datovi dal cristianesimo. Quella della tolleranza nel cristianesimo, tuttavia, non è la storia solo di un progresso: la vicenda, più complessa di così, non manca di riscontri in senso radicalmente opposto. Papa Gregorio IX e Tommaso d'Aquino, per dire, approvano l'uccisione degli eretici «per il bene spirituale comune», seguiti a ruota da riformatori come Lutero, Zwingli e Calvino... Ecco l'interpretazione di una parabola evangelica lungo la storia della chiesa e del mondo occidentale, fra luci e ombre. Angenendt è geniale nel rendere la storia del cristianesimo e del pensiero teologico stimolanti per il presente.
Il regno di Dio è il fulcro della predicazione di Gesù e il nucleo della fede cristiana. Oggi sembra però trascurato nell'annuncio ecclesiale e nella teologia. Vi domina infatti ampiamente una dottrina della redenzione incentrata sulla croce e la risurrezione: per il Catechismo della Chiesa cattolica, centro della buona novella è essenzialmente il mistero pasquale; per la teologia, salvezza e redenzione non si ricollegano in modo incisivo con la predicazione di Gesù; nelle preghiere eucaristiche è raro che compaia in modo esplicito il messaggio di Gesù sulla venuta del Regno; la signoria di Dio, concetto chiave in teologia biblica, è estranea a molti fedeli... Christoph Böttingheimer cerca perciò di riportare al centro dell'attenzione il messaggio sul regno di Dio, spiegandone il senso e l'importanza. Il regno di Dio è già presente o deve ancora venire? In che misura il ritorno di Cristo, che sembra prendere il posto della venuta del Regno, si riferisce all'universo intero? La redenzione e la salvezza derivano soltanto dalla passione e morte di Gesù in croce, o c'è di più? Dato che l'odierna crisi ecclesiale è di fatto una crisi della fede, è essenziale chiedersi: l'annuncio attuale riflette integralmente il messaggio del Gesù consegnatoci dai vangeli canonici? Una indagine rigorosa che si interroga in modo specifico sul messaggio centrale di Gesù, finito in secondo piano. Il teologo di Eichstätt intende quest'opera in chiave molto personale: come espressione di proprie ricerche e anche di proprie lotte, come appello a "pensare oltre".
Pensieri in continua evoluzione si accumulano nelle nostre menti, ma noi vorremmo tanto liberarci da queste catene e ritrovare la strada per tornare a noi stessi. Questa strada esiste, ed è quella della semplicità. Mariel Mazzocco, facendone l'elogio in questo libro, ci offre un magnifico inno alla libertà interiore. Spesso associamo spontaneamente la semplicità alle cose ingombranti di cui dovremmo sbarazzarci per vivere meglio. Eppure le grandi tradizioni spirituali ci insegnano che la semplicità è ciò che ci permette di far crescere insieme le diverse dimensioni della nostra vita. Sì, percependo gli accordi che orientano la nostra esistenza al di là delle apparenti dissonanze, ci è dato di re-incantare il mondo. Questo libro ci propone una vera e propria grammatica di leggerezza, come quella suggerita non da ultimo da Teresa d'Avila, Meister Eckhart e molte altre figure spirituali. Non appena intraprendiamo il viaggio alla ricerca della semplicità, percorrendo le vie della libertà interiore, essa si palesa a noi in modo inaspettato. E il futuro si colora di speranza. Un libro pieno di poesia e leggerezza, scritto in modo elegante e raffinato, fluido e profondo. «La semplicità collega fra loro le pagine del libro della vita, armonizza le trame del tessuto dell'esistenza, abbatte le barriere che ci ostacolano, ci fa scoprire nuove latitudini. Una persona semplice non si lascia rallentare dalle cose che possiede: nulla potrebbe ostacolare la sua corsa verso l'immensità. Perché, come assicura Meister Eckhart, il vero amore risiede nella semplicità» (Mariel Mazzocco)
Parlare di morte ha senso ai nostri giorni?
Che cosa suscita pensare ad essa?
Tra cronaca e fiction ci appare sempre lontana, riguarda sempre altri, fino a trovarci assuefatti ad essa.
Le cose cambiano quando la morte entra prepotentemente nel nostro orizzonte e sconvolge la nostra vita.
Lo sguardo cristiano sulla morte allarga la prospettiva e ci proietta oltre, ci lascia intuire un “dopo” carico di speranza, mentre l’arte cristiana ci offre meravigliosi scorci, forti provocazioni, stimolanti riflessioni su questi temi.
Queste pagine, attraverso il confronto con opere d’arte di forte impatto, cercano di riportare l’attenzione su temi un po’ dimenticati, come morte, resurrezione, misericordia, giudizio, che sono al centro della fede cristiana, forza scaturita proprio dalla morte e resurrezione di Gesù, per ritrovare speranza per il nostro oggi.
Quarta di copertina
Il trionfo della morte di Clusone e la Danza macabra di Pinzolo con sottile ironia e con un certo coraggio offrono un richiamo a «ben vivere», per poter anche «ben morire». Perché la risurrezione è la destinazione finale del nostro pellegrinare.
Biografia dell'autore
Sergio Dell’Orto, nato a Carate Brianza (MB), dopo aver svolto il suo ministero in parrocchie di Monza e della Brianza, attualmente è parroco di San Bernardo, alla Comasina a Milano.
Pablo Picasso (1881-1973) ha attraversato tutte le rivoluzioni del Novecento, esprimendole in migliaia di opere: le ricerche di nuovi linguaggi artistici, la psicanalisi, il femminismo, le guerre mondiali, i totalitarismi, la rivoluzione sessuale, la crisi dell’autorità, le metamorfosi dell’esperienza religiosa.
Quale incontro con Dio nell’arte di Picasso? Questo libro risponde a tale audace domanda attraverso due contributi: il primo si sofferma sul rapporto tra teologia e cubismo, in un dialogo serrato e profondo fra questi insoliti interlocutori; il secondo esplora la Crocifissione (1930) di Picasso, con uno sguardo ispirato a Romano Guardini che fa emergere l’estetica della religione propria dell’artista.
Personaggio controverso e geniale, guardato con sospetto e criticato dai cattolici, Picasso può offrire molte provocazioni per un ripensamento del rapporto tra cristianesimo ed estetica contemporanea e per imparare, sulla scorta della riflessione di Guardini, ad avere “occhi nuovi” sul mondo.
Quarta di copertina
La Crocifissione di Picasso, dipinta nel 1930 e considerata una dei capolavori dell’artista spagnolo, resta a quasi cent’anni dalla sua realizzazione segno e luogo di quella invocata redenzione che attraversa ogni esistenza e interpella ciascuno di noi. I due saggi che compongono questo volume ci aiutano a rileggerla con occhi nuovi.
Biografia degli autori
Yvonne Dohna Schlobitten è professoressa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e membro del Comitato di direzione dell’inserto «Donne Chiesa Mondo» dell’«Osservatore Romano». Tra le sue pubblicazioni, La Trasfigurazione di Raffaello. La Maddalena e la guarigione dello sguardo (2020) e Verso nuovi occhi. L’arte dello sguardo sul tutto (2023). Ha curato i volumi La lotta di Giacobbe, paradigma della creazione artistica (2020) e Pope Art (2022).
Luigi Missaglia, presbitero della diocesi di Padova e dottorando in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, è scomparso nel 2006, a 39 anni, per un arresto cardiaco. È autore del saggio su cubismo e teologia pubblicato in questo volume.
Giulio Osto, presbitero della diocesi di Padova, è docente presso la Facoltà teologica del Triveneto, l’Istituto superiore di scienze religiose e l’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova. Tra le sue pubblicazioni, Un pentagramma teologico (2010), Diversamente credenti (2012), Gocce di benedizione (2015), Il labirinto della vita (2016), Come olio profumato (2018), La testimonianza del dialogo (2019), Camminare. Un kit teologico (2020), R. Guardini. Silenzio e verità (2022), Pietro Rossano (2023).
Gli uomini si sono sempre confrontati sul senso e sulle modalità dell'intervento di Dio a proposito del male, della sofferenza, dei drammi della condizione umana. La teodicea, o discorso sulla giustizia dell'agire divino, formula un pensiero «sensibile alla sofferenza» che si pone come superamento della sua stessa questione di fondo, non mirando a una spiegazione del male ma a una «soluzione», come nella teologia trinitaria della croce di Jürgen Moltmann. Questo volume affianca le antiche risposte dei padri e dei medievali alle riletture moderne e contemporanee di questo lato oscuro dell'universo, umano e non solo, da parte di esperti sul campo. Esso mette a fuoco con chiarezza la questione di un recupero «evangelico» della qualità delle risposte e lo confronta con le acquisizioni classiche e contemporanee della migliore teologia cattolica.