Secondo Sant'Agostino, la vita pastorale del sacerdote è amoris officium, compito di amore. Eppure, come ha osservato Erich Fromm, l'amore non è «facile per nessuno, qualunque sia il grado di maturità raggiunto». Chi si lascia istruire dalla vita e conosce un po' se stesso intuisce che l'apprendistato è continuo e che fino all'ultimo giorno possiamo scoprire, spesso con dolore, che restano in noi ripiegamenti egoistici, ricerche occulte, immaturità più o meno assecondate.La prima parte di questo libro è dedicata alla convivenza e all'intreccio di eros e agape, due dimensioni della vita affettiva che vanno coniugate con equilibrio. «C'è stato un tempo in cui ha predominato una tendenza alla negazione o alla repressione dell'eros, trascurando legittime necessità della persona del ministro», osserva Recondo. «Di recente, invece, molte volte si è passati da un eros atrofizzato a un eros ipertrofico che ci predispone a uno sguardo autoreferenziale e a una vita auto centrata». Che cosa significa dunque, nella concretezza del ministero, «amare da pastori»? Risponde a questa domanda la seconda parte del libro, orientata a delineare una formazione del cuore capace di integrare la dimensione umano-affettiva e quella spirituale offrendo l'humus alle radici della carità pastorale.
A cinquant’anni di distanza, il Concilio Ecumenico Vaticano II continua a segnare la vita della comunità cristiana e il suo cammino nella storia. La chiesa riscopre continuamente nei documenti conciliari la freschezza degli insegnamenti e l’anelito missionario in essi con- tenuto, che spingono verso una nuova primavera di evangelizzazione. Il cinquantesimo anniversario (7 dicembre 2015) della promulgazione del decreto con- ciliare Presbyterorum Ordinis, sul ministero e la vita dei presbiteri, ha permesso di avviare un percorso di riflessione e di studio, voluto dalla commissione presbiterale siciliana e dal centro regionale per la formazione permanente del clero “Madre del Buon Pasto- re”, in seno ai presbitéri delle cinque metropoli della Sicilia.
Il volume raccoglie i contributi di diversi studiosi con- venuti insieme ai presbiteri e ai vescovi dell’isola per riflettere sul presbiterio, chiamato a diventare scuola di formazione alla relazione.
«Sul diaconato femminile, mi sembra utile una commissione che chiarisca bene questa cosa, soprattutto riguardo ai primi tempi della Chiesa». È bastata questa frase di papa Francesco – pronunciata il 12 maggio 2016 durante l’incontro con le rappresentanti dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali – per riaprire una questione già affrontata più volte in passato, soprattutto in chiave di «rivendicazione femminile». Come contributo al dibattito in corso nasce questo agile saggio, in cui don Albanesi fa il punto sulla storia e la teologia del diaconato e ricostruisce anche la vicenda per molti versi oscura delle «diaconesse» nel primo millennio cristiano. E non teme di prendere posizione sull’oggi, con un «sì» deciso al diaconato femminile, visto come l’occasione per configurare in modo nuovo e convincente un ministero rinato con il Vaticano II e dall’identità ancora incerta. La vera posta in gioco non è infatti il riconoscimento anche ecclesiastico del ruolo fondamentale delle donne, quanto il riportare nel cuore stesso della missione della Chiesa il servizio della carità. Don Vinicio lo dice da esperto canonista, ma anche e soprattutto da «prete di strada» che ha dedicato la sua vita al servizio degli ultimi.
Gli interventi raccolti in questo volume trovano il loro contesto in una iniziativa nata da una collaborazione fra l'Arcidiocesi di Milano e il Centro Studi di Spiritualità della sede milanese della facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, che intendeva rispondere all'invito rivolto da Papa Francesco a tutta la chiesa, in occasione dell'anno dedicato alla Vita Consacrata. L'itinerario formativo qui proposto è scandito dalle tre parole: Vangelo, profezia, speranza, sulle quali si è concentrata la riflessione. Riprendendo questi temi classici, alla luce dell'attuale stagione culturale, l'intento era di aiutare da un lato la vita consacrata a comprendere i cambiamenti in atto e a riformulare in modo adeguato i suoi valori essenziali, e dall'altro la Chiesa locale a cercare le modalità più adatte oggi a mantenere vive le tradizionali relazioni che la legano alla vita consacrata.
La Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica raccomanda che: «Sarebbe importante includere nella formazione continua una seria iniziazione al governo: perché questo compito è talvolta affidato con improvvisazione e attuato in maniera impropria e lacunosa». La serie dei Quaderni di Vita consacrata, Laboratorio di governo, si muove secondo tale utilità, aprendo una riflessione concreta e mirata circa il servizio dell'autorità, declinata su tematiche fondamentali per tale servizio, varie e complementari, utili ad accompagnare le persone consacrate nell'esercizio di «quella potestà che hanno ricevuto da Dio mediante il ministero della Chiesa» (can. 618). Il primo Quaderno della serie approfondisce il servizio di governo ispirato e fondato sull'identità carismatica, sull'esigenza dell'affidabilità evangelica dei carismi nella Chiesa oggi, sul discernimento voluto dall'incontro del carisma con la storia e le provocazioni delle culture contemporanee, secondo l'invito continuo e autorevole di Francesco a scrutare la storia e a guidare i consacrati e le consacrate a seguire il Signore in modo profetico.
Non si tratta qui di riconoscere la rilevanza di Anastasio Ballestrero per i "ruoli" ricoperti nel corso dei decenni, ma di non dimenticare il valore imprescindibile della sua testimonianza, in particolare in casa carmelitana. Gli esercizi spirituali e gli incontri tenuti ai Carmelitani in varie parti d'Italia sono un banco di prova che il Carmelo fu la sua casa e che conosceva molto bene la porta d'ingresso di questa casa: la Regola. L'equilibrio tra contemplazione e apostolato che vi trovò espresso e che egli incarnò costantemente,è ciò che chiedeva al Carmelitano del suo tempo, e questo libro oggi insieme a lui ai suoi discepoli.
Il presente volume contiene le riflessioni emerse nel corso della Plenaria che la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica hanno tenuto dal 27 al 30 novembre 2014 sul tema: «Vino nuovo in otri nuovi. La vita consacrata a 50 anni dalla Lumen gentium e dal Pefectae caritatis» che ha rivolto l'attenzione al cammino compiuto dalla vita consacrata nel post-Concilio, cercando di leggerne in sintesi le sfide rimaste ancora aperte. Tali Orientamenti sono anche il frutto di quanto emerso a seguito dei numerosi incontri che nel corso «dell'Anno della vita consacrata hanno visto convergere a Roma, presso la Sede di Pietro, consacrate e consacrati provenienti da ogni parte del mondo» (pag.7). Il Magistero della Chiesa, a partire dal Concilio Vaticano II, ha sempre accompagnato la vita delle persone consacrate anche attraverso grandi coordinate di riferimento e di valore come: «le Istruzioni Potissimum institutioni (1990), La vita fraterna in comunità (1994), Ripartire da Cristo (2002), Il servizio dell'autorità e l'obbedienza. Faciem tuam (2008), e Identità e missione del Fratello religioso nella Chiesa (2015)». Per vino nuovo otri nuovi si colloca nella linea «di un esercizio di discernimento evangelico, nel quale si cerca di riconoscere - alla luce dello spirito - quell'"appello" che Dio fa risuonare nella stessa situazione storica: Anche in essa e attraverso di essa Dio chiama» (pag.8).
Il presente documento propone alcuni nuovi sviluppi rispetto al percorso formativo proposto dalla Ratio Fundamentalis del 1970. La formazione iniziale viene articolata in varie tappe: propedeutica, degli studi filosofici o discepolare, degli studi teologici o configuratrice, pastorale o di sintesi vocazionale. Gli orientamenti contenuti sono di vario genere – teologico, spirituale, pedagogico, canonico – vere e proprie norme, che ripropongono quelle del Codice di Diritto Canonico e determinano più precisamente i modi da osservarsi nella loro applicazione. All’interno di questa Ratio Fundamentalis, come già in quella del 1970, si trova anche l’Ordo Studiorum, che comprende un elenco indicativo delle materie che devono essere parte del corso di studi dei seminaristi, nelle sue diverse fasi, all’interno della più ampia formazione intellettuale.
Il ministero ordinato, partecipe della Successione Apostolica, è l?espressione della carità divina verso l?umanità perché sia possibile, in ogni luogo e in ogni tempo, l?esperienza unica e irripetibile della Chiesa Apostolica, iniziata da Gesù con i suoi discepoli. Per questo anche del sacramento dell?ordine si può affermare con sant?Ambrogio: «In tuis Te invenio sacramentis».
Fratel MichaelDavide commenta il documento di papa Francesco «Vultum Dei quaerere», dedicato alla vita monastica. Il testo del pontefice è un punto più di partenza che di arrivo, avvia un processo, secondo lo stile bergogliano. «Sembra non ci sia più bisogno di rimarcare un aspetto di sacralità o di deputazione a vivere in un mondo a parte che garantisca uno spazio preservato dalla complessità e dall'ambiguità della vita di tutti», afferma l'autore. «La vita di tutti è anche quella dei monaci e delle monache».
La mattina di martedì 18 ottobre 2016, due giorni dopo aver canonizzato il presbitero José Gabriel del Rosario Brochero, papa Francesco ha ricevuto José María Recondo, direttore della rivista "Pastores", per parlare del nuovo patrono del clero argentino e della vita dei sacerdoti. Al testo dell'intervista si aggiungono tre riflessioni rivolte ai parroci e ai seminaristi.