Da oltre mezzo secolo che la vita religiosa non si è sentita sfidata a essere parte viva delle grandi trasformazioni che hanno attraversato l'Occidente. L'incapacità di interpretare la fine di un'epoca e di uno stile ha impedito di comprendere che nella Chiesa sono apparse forme nuove, non meno ricche e più ampie di appartenenza al vangelo. Per tornare a esprimere la sua forza attrattiva, la vita religiosa è invitata a ridare un'immagine positiva di sé e della propria missione rivisitando il rapporto tra "mondo" e "convento" e cercando nuove tracce di senso. La bussola non può essere soltanto la memoria o le teorizzazioni, ma deve essere individuata nella ricerca di un nuovo profilo più realistico e meno idealistico, più virtuoso che virtuale, capace di recuperare la relazione con gli altri in una comunicazione non superficiale o mascherata, guidata dalla paura del giudizio altrui o da improprie immagini di perfezione.
Afferma il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, in postfazione: "Il linguaggio e lo stile francescano di don Tonino Bello lo stiamo rivivendo e contemplando in una sorprendente sequela di immagini: nel volto, nei gesti, nelle parole di Papa Francesco. La santità francescana di don Tonino è intrisa di risurrezione, di vita, quindi di ottimismo cristiano. Ci fa contemplare il creato con occhi nuovi. Ci aiuta a guardare con occhi pasquali, pieni di bontà e di carità, al mondo, alla storia personale e sociale, alla Chiesa". È il filo conduttore che lega all'unico dorso gli scritti nel volume, articolato in cinque saggi e altrettante testimonianze di frati minori cappuccini. Invitati dal loro ministro provinciale di Puglia, Pier Giorgio Taneburgo, a riflettere sulla "magnifica freschezza profetica" del vescovo alessanese terziario francescano, argomentano su come abbia saputo indicare cieli nuovi e terra nuova attraverso l'annuncio cristiano e la propria vita. Fede, testimonianza, eucaristia, Chiesa, pace e missione le dimensioni maggiormente approfondite.
Può un prete servire liberamente e gratuitamente il Vangelo nella Chiesa se riceve uno stipendio per il ministero che svolge, se quel dono di grazia ricevuto diventa oggetto di un contratto? Questo interrogativo attraversa le pagine della profetica Lettera che don Luisito Bianchi - "profondamente uomo, prete, incarnato nel Vangelo e nella storia" - indirizza idealmente a un amico vescovo. Il manoscritto originale - quattro taccuini a quadretti scritti tra i primi di giugno del 1998 e la fine di gennaio del 1999 - costituisce un pretesto per tornare sulle note della gratuità del ministero, tema più volte declinato dall'autore in varie formule letterarie. "Il testo è difficile da masticare, da deglutire e da digerire perché la voce di Luisito, come quella del giovane Daniele, si alza, da sola, per difendere l'innocente Susanna-Gratuità, ingiustamente condannata da due vecchi corrotti", scrive Marco D'Agostino nella postilla al volume.
Esperienze, situazioni e problemi incontrati in ogni comunità parrocchiale, avvicinati e raccontati dall'autore con ironia e spunto riflessivo. Perché è dallo stile con cui viene vissuta la quotidianità che emerge molto di un'identità e di un ministero.
Può la vocazione nascere e crescere senza un punto di riferimento comunitario?
Tutti conosciamo la risposta a tale quesito per l’importanza che hanno la relazione interpersonale e il cammino condiviso nella crescita del singolo. In questa epoca ancora tendenzialmente egocentrata, nel lavoro di animazione e di formazione vocazionale si scopre palesemente l’importanza di uno studio approfondito delle leggi che regolano l’aggregazione, l’accoglienza, la crescita, la condivisione e l’interscambio. Il gruppo, strumento fondamentale nell’animazione e nella pastorale, è sempre e comunque una palestra vocazionale. Nei gruppi vocazionali, il reciproco aiuto psicologico, morale e spirituale, a certe condizioni, che sono studiate in questo volume, favorisce e riesce a garantire la crescita serena e matura di ognuno.
Quindi, la crescita del singolo individuo all’interno del gruppo non è scontata, anche quando la natura comunitaria della vocazione è una sua nota essenziale. Essa esige dialogo e conduzione pedagogica, aspetti che oggi sono approfonditi e offerti dagli studiosi del Counselling di Gruppo. L’abilitazione alla gestione dei principi e delle strategie proprie di questo settore, con i migliori contributi di ogni approccio teorico, aiuteranno educatori e pastori della vocazione nell’esperienza di orientare nel cammino vocazionale perché diventi stimolante ed efficace.
Il testo studia prima la natura e le forme di vita del gruppo e della sua evoluzione; riconosce, poi, i lineamenti teorici del Counselling Vocazionale di gruppo e conclude, in terzo luogo, con un’applicazione pedagogica al campo del Counselling nei gruppi vocazionali.
In appendice, l’autore propone una serie di tecniche di animazione facilitatrici del dialogo, della conoscenza reciproca e della maturazione personale e di gruppo. Il testo, in questo modo, rende esplicite e operative le ragioni che stanno a monte della sapienza popolare quando afferma: «L’unione fa la forza».
Partendo dalla considerazione della necessità di avere una linea-guida nella formazione, tenendo conto delle priorità istituzionali e dei soggetti che chiedono l’accompagnamento per la loro crescita, questo testo insiste sulla necessità di programmare con saggezza i cammini formativi, con l’uso di tutti i mezzi e di tutte le risorse che la pedagogia mette oggi a disposizione delle persone. Esso offre una riflessione ed elementi fondamentali sui concetti di “progetto formativo”, di “itinerario formativo”, di “programmazione”, di “realizzazione dell’itinerario formativo”, e di “valutazione dell’azione formativa”.
Il volume offre anche delle indicazioni su come programmare: determinare o meglio cercare di capire le finalità istituzionali (l’ideale d’uomo da formare); individuare gli obiettivi intermedi sulle varie tappe dell’itinerario e formularli correttamente; analizzare la situazione di partenza (il quadro di riferimento teorico e quello della situazione); selezionare i contenuti e le attività, i metodi, gli strumenti e le strategie da impiegare per raggiungere gli obiettivi educativi.
Il terreno di applicazione dei concetti qui esposti è la comunità formativa del seminario e di una casa di formazione consacrata. L’intenzione di questa riflessione e ricerca è di fornire alle case di formazione presbiterale e religiosa uno strumento pratico per l’elaborazione di progetti e la programmazione d’itinerari formativi realistici ed efficaci. Tuttavia, la proposta rimane valida per tutti i cammini possibili nel campo della formazione. La presentazione semplice degli argomenti, e lo schema pratico e chiaro delle proposte, vogliono rispondere a questa esigenza di strumento per la elaborazione dei piani formativi su vari livelli di formazione.
Al fine di raccogliere e sostenere ogni germoglio vocazionale della vita della Chiesa, è stato organizzato dall'Istiuto di Pedagogia Vocazionale dell'Università Salesiana di Roma e dall Pont.Opera per le Vocazioni Sacerdotali un importante seminario di studio e approfondimento sugli orientamenti pastorali per la promozione delle vocazioni. Sono qui raccolti i contributi delle autorità che hanno partecipato a questo convegno: S.E. Mons. Vincenzo Zani (Segretario della Congregazione per l'Educazione Cattolica), Mario Oscar Llanos (Direttore dell'Ist.Ped.Voc.), Paolo Selvadagi (Consultore POVS), Nico dal Molin (Direttore del Centro Vocazioni CEI), Ubaldo Montisci (Coordinatore Dipartimento pastorale giovanile)e Jesus Pulido Arrisero (altro consultore POVS).
"Con questa opera gli autori ci offrono un'eccellente sintesi della dottrina del sacerdozio, solidamente fondata sulle fonti e con riferimento all'insegnamento degli ultimi Pontefici. Affrontano anche, oltre i problemi dottrinali, molti problemi attuali più immediati e mostrano la via di una vita sacerdotale generosa e feconda", J. Galot, in Gregorianum.
"Docenti e studenti possono attingere a piene mani a questa pubblicazione che ripropone con originalità sia il magistero di Giovanni Paolo II sul sacerdozio sia quello della Chiesa. Il linguaggio usato dagli Autori è moderno e convincente e questo è un altro punto a loro favore. La bibliografia con le fonti e gli studi, l'indice degli autori, completano una fatica che è degna di compiacimento e di lode", G. Grieco, in L'Osservatore Romano.
"Cristologia, pneumologia, ecclesiologia: ecco le coordinate, lungo le quali Renzo Lavoratori e con lui il suo collaboratore Ruggero Poliero, esplora il mistero e l'identità del prete, esplicitando in che cosa l'uno e l'altra consistano: il prete è una sacramentale ripresentazione di Gesù Cristo… L'intero itinerario percorso alla scoperta dell'identità presbiteriale risulta così degno della massima attenzione: dal sacerdozio di Cristo alla Chiesa comunitaria sacerdotale, dall'identità del prete alla sua ministeriali. Il metodo è rigorosamente scientifico", G. Gherardini, in Divinitas.
"Il volume sarà certamente di valida utilità sia a coloro che frequentano le scuole teologiche e ai seminaristi sia a tutto il popolo di Dio, e specialmente ai presbiteri, per ridestare in loro la coscienza del proprio essere, vivere e operare sacerdotale, in simbiosi a quello di Cristo e nella donazione amorevole ai fratelli della comunità cristiana. Sotto questo aspetto il libro assume accenti non solo di riflessione rigorosamente speculativa, ma anche di calore spirituale e di stimoli pastorali. Un prezioso strumento per un serio rinnovamento della missione sacerdotale e per una vigorosa ripresa della vocazione al sacerdozio, quale speranza per un futuro migliore e benedetto dal Signore", Card. J. Saraiva Martins, nella Presentazione di Mistero e identità del presbitero.
Con coraggiosa scelta evangelica, il Vaticano II ha fatto prevalere una concezione di Chiesa intesa come «mistero», «comunione» e «popolo di Dio» e ha aperto le porte alla possibilità di elaborare nuove forme espressive del servizio dell'autorità.
L'autore approfondisce questo aspetto richiamandosi al pensiero di alcuni tra i più influenti protagonisti del Concilio, in particolare coloro che configurarono la grande svolta ecclesiologica. Si tratta, in particolare, di Y. Congar, considerato il teologo per eccellenza dell'evento conciliare; J.-M.R. Tillard, pioniere nella riscoperta della teologia dei Padri; K. Rahner, propositore della svolta teologico-antropologica; B. Häring, il più autorevole teologo morale; E. Schillebeekx e H.U. von Baltassar, le cui riflessioni hanno inciso in modo determinante nella riflessione sulla nuova ecclesiologia.
Sommario
Presentazione. Proemio. I. Lo sviluppo di una grande storia che viene da lontano. II. «Rimanete in ciò che fu dall'inizio» (s. Giovanni). III. Nella Chiesa popolo di Dio, come dovrebbe essere l'autorità? IV. Nella Chiesa popolo di Dio, come si pone l'obbedienza? V. Il posto dei profeti. VI. «La tua Chiesa sia testimonianza viva di verità e libertà… perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo» VII. Domande in attesa di risposta. Postfazione. Se Dio seduce ancora è perché Dio non appartiene alla logica del potere ma dell'amore. Opere consultate.
Note sull'autore
RINO COZZA, presbitero della Congregazione di san Giuseppe, comunemente nota come Giuseppini del Murialdo, ha conseguito la laurea in Teologia dogmatica ed il dottorato in Teologia pastorale. È vicario episcopale per la Vita consacrata nella diocesi di Trento, collabora con il mensile Testimoni del Centro Editoriale Dehoniano e con alcuni «osservatori» di ricerca socio-religiosa. Con EDB ha pubblicato Voglia di vita evangelica. Nuovi modelli di vita religiosa (2012).
Uno studio e una riflessione per superare il contrasto tra parrocchia e religiosi, tra sacerdoti e religiosi, per concentrarsi sulla comunità parrocchiale proiettata nella sfera della nuova evangelizzazione.
Con l’espressione “Famiglia Paolina” si intende l’insieme delle dieci Istituzioni affiorate dal cuore del beato Giacomo Alberione, sacerdote della diocesi di Alba (Cuneo), nato il 4 aprile 1884 a San Lorenzo di Fossano (CN) e deceduto a Roma il 26 novembre 1971. L’attributo Paolina evidenzia il singolare riferimento all’Apostolo Paolo: la Famiglia non solo riconosce in san Paolo il padre, il modello e l’ispiratore, ma, nel pensiero di don Alberione, intende riprodurre nel presente la persona stessa dell’Apostolo delle genti; esattamente essere «Paolo oggi vivente». Le dieci fondazioni non sono state il frutto di un “piano di lavoro” concepito e realizzato dall’Alberione, ma la sua risposta ad altrettanti appelli di Dio che lo andava illuminando passo per passo.
L'AUTORE
Guido Gandolfo è sacerdote della Società San Paolo dal 1967. Si è dedicato, dapprima, alla formazione dei giovani paolini, e all’insegnamento in alcuni licei italiani. Dopo una parentesi come officiale della Segreteria di Stato, in Vaticano, dal 1989 è stato inserito nel Centro di Spiritualità Paolina in Roma. In questo organismo ha avuto modo di studiare il carisma del beato Giacomo Alberione – curando anche la pubblicazione degli scritti più significativi del Fondatore della Famiglia Paolina – e di trasmetterne i contenuti, soprattutto attraverso i ritiri e gli esercizi spirituali.
DESTINATARI
Laici, religiosi e lettori interessati alla storia della comunicazione.
«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34). Ma cosa significa e cosa implica essere discepoli di Gesù Cristo, secondo il Nuovo Testamento? In che modo le pagine di Marco, Giovanni, Paolo e degli altri autori biblici descrivono la nascita e lo sviluppo del discepolato cristiano? Quali indicazioni per la vita cristiana oggi se ne possono trarre? Nel tentativo di rispondere a queste decisive domande, il presente libro indaga l’esperienza di discepolato descritta nel Nuovo Testamento, fornendo soprattutto un contatto il più possibile diretto con il testo biblico. Tenendo insieme il rigore dell’esegesi e la semplicità dell’esposizione, l’Autore propone l’analisi di tutte le principali pagine del Nuovo Testamento relative al discepolato (Vangeli e Atti, Lettere, Apocalisse), per poi fornire, nella sezione conclusiva, le linee essenziali e permanenti del discepolato cristiano: la relazione con Gesù, le condizioni necessarie alla sequela, il dono della vita nuova, la missione.
l’AUTORE
Paolo Mascilongo, nato a Termoli (CB) nel 1969, è sacerdote della Diocesi di Piacenza-Bobbio dal 2001. Ha conseguito la Laurea in Matematica presso l’Università degli Studi di Milano, la Licenza in Scienze Bibliche nel 2004 e successivamente il Dottorato sempre presso il Pontificio Istituto Biblico in Roma nel 2011. Impegnato nella pastorale in parrocchia e presso l’Ufficio Catechistico Diocesano, è docente di Sacra Scrittura, in collaborazione con l’Istituto teologico Collegio Alberoni di Piacenza e l’ISSR Sant’Ilario di Poitiers di
Parma. Dal 2012 è membro del gruppo nazionale del Settore Apostolato Biblico della CEI. Sul Vangelo di Marco ha pubblicato: «Ma voi chi dite che io sia?». Analisi narrativa dell’ identità di Gesù e del cammino dei discepoli nel Vangelo secondo Marco, alla luce della “Confessione di Pietro”(Mc 8,27-30) (AnBib 192), G&B Press, Roma 2011.