Il tempo di invernoin cui viviamo chiama la vita consacrata a tornare con coraggio alle radici della propria identità,così come il magistero conciliare le ha indicate: riscoprire di essere un dono dello Spirito attraverso il quale Dio stesso vuole sempre di nuovo rianimare la Chiesa e spingerla nell’avventura della missione.È per questo che la vita consacrata oggi non può che essere un coraggioso laboratorio dello Spiritoe di umanizzazione,in cui sperimentare e testimoniare che è ancora possibile vivere radicalmente il Vangelo nel nostro tempo. Il percorso si articola in quattro tappe: l’assunzione delle sfide del nostro tempo,non casualmente definito invernale;la riaffermazione della vita consacrata come irruzione dello Spirito nella vita della Chiesa;una lettura d’insieme delle varie forme di vita consacrata colte come vero e proprio laboratorio dello Spirito;una presentazione delle possibili sfide antropologichedel nostro tempo,tra le quali emergono con forza quelle della santità e della cultura. “Che cosa vuol dirci il tempo d’inverno in cui ci troviamo a vivere? In una parola,antica ma sempre nuova,è un appello appassionato a tornare all’essenziale della vita cristiana.”
AUTORE
Alessandro Andreini, nato a Firenze nel 1965, è presbitero della Comunità di San Leolino. Laureatosi in Filosofia a Firenze nel 1994,nel 2000 ha conseguito il dottorato con una tesi sul pensiero etico di Bonhoeffer sotto la guida di Bruno Forte,tesi che è stata successivamente pubblicata con il titolo Dietrich Bonhoeffer. L’etica come confessione (Paoline, 2001). Ha svolto gli studi teologici presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale ed è ora docente di Catholicism presso la Gonzaga University di Firenze.La sua ricerca si concentra particolarmente sulla comprensione delle prospettive del concilio Vaticano II.
Carmelo Mezzasalma, nato a Ragusa nel 1945,si è laureato in Filosofia a Firenze.Poeta, saggista e critico letterario, ha pubblicato numerosi studi di letteratura, teologia e musicologia,in varie riviste italiane e straniere,con un attenzione particolare alla mistica carmelitana. Ha fondato e guida la Comunità di San Leolino,che si dedica al dialogo tra fede e cultura, con una riflessione attenta all’esperienza della santità cristiana, promuovendo seminari, convegni e attività culturali presso l’omonima Pieve nel Chianti,in diocesi di Fiesole.È docente di Letteratura poetica e drammatica presso l’Istituto Superiore di Alti Studi Musicali «L. Boccherini» di Lucca.
A più di quattro decenni dalla decisione del Vaticano II di ripristinare l'esercizio permanente del diaconato nella Chiesa latina, la sua ricezione, ancora in corso, permette di coglierne l'originalità in rapporto al ministero sacerdotale del vescovo e dei presbiteri e nel contempo i rischi della sua attuazione nelle circostanze presenti della vita della Chiesa.
La modalità in cui esercitare il diaconato è multiforme: ci sono i «samaritani», impegnati soprattutto nel servizio caritativo e umanitario; i «profeti», attivi nel proprio ambiente professionale, socioculturale o associativo; i «pastori», che esercitano un incarico ecclesiale al servizio delle comunità e delle parrocchie. Queste diverse forme si dispiegano tuttavia tra due poli estremi: la supplenza presbiterale, sempre a rischio di fare del diacono un 'sub-prete', e la supplenza apostolica, che rischia invece di fare del diacono un 'super-laico'.
Il diaconato permanente è quindi una novità che fatica a esprimersi nella sua originalità di ministero ordinato. In tale prospettiva il volume intende contribuire all'elaborazione di una teologia del diaconato, muovendosi tra teologia speculativa, pastorale e spiritualità, elementi di diritto canonico e perfino di sociologia delle organizzazioni.
La cultura contemporanea è incentrata sull'individuo e i suoi bisogni, mentre il cristianesimo è essenzialmente relazione con Dio e relazione con il prossimo. Anche la vita consacrata si trova dunque ad affrontare la sfida dell'individualismo imperante. Una formazione seria chiede alle religiose e ai religiosi di misurarsi sul proprio bisogno di relazione e sui modi in cui esso si concretizza.
I vari contributi offerti dal volume trattano il tema sotto diversi profili - filosofico, teologico, pedagogico, socio-pastorale, spirituale - riconducendolo a unità vera e offrendo ai lettori nozioni teoriche e piste concrete per una relazione costruttiva e maturante.
Che cosa è il noviziato e come può essere presentato alle nuove generazioni che si affacciano alla vita religiosa? È un tempo di ‘prova’ o di messa alla prova? È un tempo ‘iniziatico’, dunque ‘misterioso’ e ‘sacro’ che toglie alle persone la possibilità del contatto con la vita e il mondo per una esperienza di full immersion nella vita consacrata alla sola presenza di Dio? Ha ancora senso riproporre oggi tale esperienza che, agli occhi di una cultura laica e laicista, è vista come una sorta di mistica trasformazione delle personalità plasmate in modo da perdere ogni colore identitario? Cosa può significare realmente l’iniziazione alla quale il noviziato intende accompagnare la persona perché scelga in maniera decisiva di seguire Gesù nella professione dei consigli evangelici?
È attorno a questi interrogativi che è stato progettato un percorso di formazione per maestre di noviziato delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nell’intento di ripensare la formazione e di ri-progettare, a partire dai nuovi e variegati contesti culturali, dei percorsi formativi ‘inculturati’.
Il focus di tutti i diversi contributi presenti nel volume è sul noviziato e sui modelli di formazione che lo strutturano come tappa di un processo formativo più ampio e come ‘luogo-spazio-temporale’ che consente l’attivazione di processi di crescita vocazionale.
Sullo sfondo l’istanza prioritaria di una responsabilità condivisa, l’urgenza di uscire da una privatizzazione o individualizzazione eccessiva della formazione che rischia di scadere in un protagonismo autoreferenziale.
La formazione è una questione profondamente relazionale e comunitaria: ben venga allora la tipica e carismatica pedagogia d’ambiente che ha caratterizzato le comunità formative delle origini.
Il 27 luglio 1918 si concludeva la breve parabola di vita del quattordicenne Maggiorino,passato come una meteora luminosa nel cielo della nascente Famiglia Paolina. Don Alberione ne scrisse, a caldo, una commossa biografia,che viene ora riproposta secondo la versione originale edita nel 1919. Essa merita questa pubblicazione,poiché costituisce il più semplice e convincente esempio di pedagogia alberioniana,la dimostrazione vissuta del suo metodo e dei suoi frutti. In un discorso del 1961, Don Alberione ebbe a sottolineare che Maggiorino Vigolungo è “l’aspirante modello di una vocazione nuova… vocazione che richiede intelligenza e visione larga delle necessità della Chiesa e una apertura che abbracci tutte le forme moderne degli apostolati,particolarmente stampa,cinema,radio,televisione”. L’esempio di questo giovane doveva essere proposto non solo quale modello per i molti ragazzi che accostavano la nascente congregazione ma anche quale modello dei giovanissimi: “Vigolungo Maggiorino può essere considerato il Savio Domenico della Famiglia Paolina” amava ripetere. Un libro che sgorga dal cuore di un Fondatore di trentacinque anni,scritto con una semplicità incantevole,nelle cui pagine risplende il proposito che segnò la vita di Maggiorino Vigolungo:“Voglio farmi santo,veramente santo, sul serio santo.”
AUTORE
Giacomo Alberione,nacque a San Lorenzo di Fossano (Cuneo),il 4 aprile 1884.Il 25 ottobre 1896 entrò nel seminario di Bra, dove rimase fino alla primavera del 1900; dopo sei mesi trascorsi in famiglia tra preghiera e lavoro nei campi,si trasferì nel seminario di Alba.Nella notte fra il 31 dicembre 1900 e il 1°gennaio 1901,durante l’adorazione eucaristica,ebbe l’intuizione di un cammino speciale voluto da Dio per lui e per altri. Venne ordinato sacerdote il 29 giugno 1907 e,il 9 aprile 1908,conseguì la laurea in Teologia.Il 20 agosto 1914,ad Alba,pose il primo germe della futura Congregazione, aprendo la Scuola Tipografica Piccolo Operaio.Il 5 ottobre 1921 fu costituita la Pia Società San Paolo,che il 12 marzo 1927 divenne società religiosa clericale di diritto diocesano.Il giorno successivo don Giacomo Alberione emise la professione religiosa, assumendo il nome di Giuseppe.Tra il 1915 e il 1960 fondò quattro Congregazioni femminili e diversi Istituti secolari.Nel luglio del 1936 si trasferì definitivamente a Roma,dove morì il 26 novembre 1971,confortato da una visita di Paolo VI.
Il libro è uno studio storico-teologico sulla consacrazione secolare, cioè quel modo assunto da laici e laiche di vivere la fede in Cristo come «scelta di una dedizione totale a Dio vissuta nella città degli uomini, nella piena secolarità». L’autore svolge le proprie analisi facendo abbondante ricorso alla Scrittura e ai testi del Magistero. La spiritualità degli Istituti Secolari è interpretata dall’autore come «modo di vivere la verginità-celibato per il Regno, la povertà e l’obbedienza nel cuore della storia, nella condivisione della sorte comune degli uomini, vivendo le esigenze profonde e crocifiggenti della sequela di Cristo, senza segni distintivi, cioè senza manifestare apertamente la propria scelta se non attraverso una testimonianza di vita».
Il volume raccoglie gli atti del Convegno nazionale degli educatori dei seminari d'Italia (Rocca di Papa, 2-4. 7. 2007), organizzato dalla Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata con l'obiettivo di presentare la terza edizione de La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari, promulgata dal card. Camillo Ruini il 4. 11. 2006. I numerosi contributi che hanno innervato il confronto e le discussioni, alla presenza di 300 educatori di seminari e case di formazione religiosa in rappresentanza di 115 diocesi e di numerosi istituti di vita consacrata, testimoniano quanto il convegno sia stato un laboratorio ricco e stimolante, nella prospettiva di meglio orientare la formazione dei futuri preti nel mutato contesto culturale ed ecclesiale.
Possono dei laici partecipare al carisma di un Istituto religioso? Chi può erigere delle Associazioni legate a un Istituto religioso? Che cosa bisogna tenere presente quando si associano dei laici? Quali sono i lati positivi e i rischi di una cattiva interpretazione del rapporto fra i religiosi e i laici? Quali gli elementi essenziali da considerare nella riflessione teologica e canonica? L'intento dell'autore è di invitare alla sorpresa e alla novità, ma anche di educare al senso critico e alla vigilanza. L'accostamento dei dati teologici a quelli canonici, organizzativi e pratici aiuta a decodificare il nuovo che convive accanto all'eredità del passato. Presentazione dell'arcivescovo Gianfranco Gardin.
In un unico volume, i grandi temi della vita consacrata dal punto di vista del Nuovo Testamento. Il primo tentativo, unico in Italia.
Il presente studio nasce dalla ricerca che accompagna il corso di “Nuovo Testamento e vita consacrata” che, ad anni alterni, si tiene presso l’Istituto di vita consacrata “Claretianum” della Pontificia Università Lateranense in Roma, con l’obiettivo di offrire una prima introduzione ai temi e ai testi neotestamentari che da sempre hanno illuminato la vita religiosa.
Dopo un capitolo introduttivo che sintetizza come la storia e la ricerca teologica abbiamo configurato, lungo i secoli, il rapporto tra Nuovo Testamento e vita consacrata, il lavoro si struttura in due parti: la prima riguarda gli elementi di fondo che caratterizzano la vita religiosa, quali la consacrazione, la vocazione e la vita comunitaria, mentre la seconda si sofferma sui voti di castità, povertà e obbedienza, cercando di capire come il Nuovo Testamento illumini i cosiddetti “consigli evangelici”. Segue un capitolo di sintesi che vede nell’immagine del pane spezzato il luogo per eccellenza in cui i religiosi vengono plasmati per vivere a fondo la radicale vocazione che le pagine del Nuovo Testamento additano.
Giacomo Perego, sacerdote della Società San Paolo, dopo la Licenza presso il Pontificio Istituto Biblico, ha conseguito il dottorato in Scienze Bibliche presso l’Ecole Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme. Attualmente è docente di Nuovo Testamento presso l’Istituto di vita consacrata (Claretianum) della Pontificia Università Lateranense di Roma e presso il CICS della Pontificia Università Gregoriana, dove tiene un corso su “Bibbia e comunicazione”. Coordinatore del settore biblico delle Edizioni San Paolo, è membro del SAB (Settore Apostolato Biblico nazionale) della CEI e autore, tra altre opere, del volume La nudità necessaria. Il ruolo del giovane di Mc 14,51-52 nel racconto marciano della passione-morte-risurrezone di Gesù (San Paolo 2000), dell’Atlante biblico interdisciplinare. Scrittura, storia, geografia, archeologia e teologia a confronto (San Paolo 20074) e di diversi strumenti di iniziazione biblica di carattere pastorale come l’ABC dei Vangeli apocrifi (insieme con Giuseppe Mazza, San Paolo 2007) e l’ABC per la lettura della Bibbia (San Paolo 20083).
La formazione permanente dei presbiteri è una delle preoccupazioni più vive della Chiesa. Per loro questo impegno non è soltanto un diritto di apprendere lungo tutta la vita, come per tutti gli uomini (UNESCO). La fedeltà alla vocazione e al ministero esige una conversione continua e uno sforzo di aggiornamento. C’è da rispondere a tante sfide: equilibrio affettivo e sessuale, capacità relazionale, libertà decisionale, amicizia con Cristo, comunione con la Chiesa, inculturazione del vangelo, approfondimento della fede, problemi particolari come gli abusi sessuali, l’omosessualità, la politica, i mezzi di sopravvivenza, le nuove associazioni ecclesiali, i mezzi di comunicazione, ecc.
Questo volume, che analizza le situazioni prima di fare delle proposte formative, è uno strumento molto utile per determinare scelte operative e programmare itinerari pedagogici a servizio della formazione dei preti nelle diocesi.
L’autore afferma che o si è missionari o dimissionari,dove essere missionari non implica tanto l’andare in terre lontane per evangelizzare,ma assumere e vivere in pienezza l’essere cristiani.La missione è prendere coscienza della propria identità e responsabilità, comprendere la forza dell’invio e dedicarsi con totalità e passione al servizio dell’altro,come annunciatori di salvezza. Da qui sorge la responsabilità da parte degli educatori,genitori,sacerdoti e religiosi di assumere la dimensione missionaria nella pastorale giovanile vocazionale. L’educare alla missione comporta allargare gli spazi, rompere certi confini per aprirsi a nuovi orizzonti di evangelizzazione. L’obiettivo finale di ogni educazione alla missione è la crescita nella fede e la fede è un dono da comunicare.Il giovane che viene guidato deve comprendere che l’unica fede che ha è quella che comunica,è la freschezza che si sente dentro nel momento in cui annuncia Gesù,salvatore del mondo… ed è questo il segno che l’accompagnamento vocazionale è missionario. Il senso fondamentale dell’essere missionari è scoprire e vivere la passione dell’essere scelti, amati e inviati da Dio per la salvezza degli altri.
AUTORE Amedeo Cencini,religioso canossiano,è for-matore, insegnante alla Pontificia UniversitàSalesiana a Roma e allo Studio Teologico S.Zeno di Verona, e psicoterapeuta. Autore dinumerose pubblicazioni per altre case editrici,per Paoline Editoriale Libri, oltre a quattrotesti in questa collana, ne ha pubblicato altrinella collana Animatori di pastorale giovanile evocazionalee per le collane Religiosi 2000e Figliin cielo. Specializzato in psicoterapia analitica,svolge attività di consulenza, di relatore sutematiche legate all’ambito formativo e di inse-gnamento in Italia e all’estero.Dal 1995 è con-sultore della Congregazione per gli istituti divita consacrata e le società di vita apostolica
Il libro presenta gli atti del convegno 2007 promosso dal prestigioso Istituto di Teologia della Vita Consacrata Claretianum" di Roma. "