
La campagna romana è uno di quei luoghi e di quei nomi che più di altri suscitano ed evocano un fascino incredibile e straordinario. In particolare, per tutto il XVIII° e XIX° secolo quei luoghi incantati fecero sognare e furono motivo e ragione di un viaggio per intere generazioni di poeti, pittori e scrittori che andavano alla ricerca di una natura e di un paesaggio incontaminati oltreché delle vestigia e delle testimonianze delle antiche civiltà che quei luoghi e quelle contrade avevano a lungo abitato e reso così splendide. Nacque così il fenomeno del Grand Tour che ebbe nell'Italia e nella Campagna Romana una tappa fondamentale ed imprescindibile per tutti coloro che lo intraprendevano per trovare le ispirazioni alla base delle loro produzioni pittoriche e letterarie. Chateaubriand, Goethe, Zola, Poussin, Corot, Hackert (solo per citarne alcuni) lasciarono tracce indelebili nei loro scritti e nei loro dipinti di quei luoghi così desolati ed abbandonati ma quantomai ricchi di straordinarie bellezze artistiche ed archeologiche. Il paesaggio naturale e bucolico modificato anche dall'opera dell'uomo oltreché dalla natura, i resti degli antichi acquedotti, delle ville, dei sepolcri e dei monumenti che ancora oggi si possono osservare ed ammirare seppure come isole non in mezzo al mare ma fra le edificazioni troppo spesso invasive, sono raccontati e descritti dall'autrice del volume che li presenta al lettore provando e cercando di stimolarne la curiosità alla loro scoperta e conoscenza.
"'Bisogna discernere come Roma sia succeduta a Roma, e non soltanto la nuova sopra l'antica, ma le varie epoche della nuova e dell'antica l'una sull'altra'. Cosi scriveva nel 1786 un turista illustre come Johann Wolfang Goethe che aveva intuito come la cultura figurativa del suo presente non potesse prescindere da quella passata e quella passata da quella ancora più remota. Roma con le sue infinite possibilità di lettura ha un filo rosso che tutto contiene e tutto collega: l'antico. È la classicità in tutte le sue forme a rappresentare l'elemento di riferimento costante della cultura figurativa romana. Roma possiede alcuni luoghi nei quali il tempo pare essersi fermato ed è possibile passeggiare o sostare ammirati di fronte ai monumenti antichi o alle rovine ancora imponenti cercando di rivivere la dimensione del passato. Nella straordinaria continuità di vita della "città eterna", il trascorrere dei secoli e l'avvicendarsi degli eventi e degli uomini hanno trasformato lo spazio urbano. Di alcune costruzioni antiche non si è mai persa memoria, anche se a volte il loro significato è stato a lungo frainteso o modificato, come nel caso dei templi trasformati in chiese cristiane; altri edifici sono stati abbandonati e con il tempo sommersi dall'accumularsi degli strati archeologici, fino a che non sono stati riportati alla luce dagli scavi, mirati sotto la guida degli indizi contenuti nelle fonti antiche o semplicemente finalizzati a lavori di manutenzione..." (dall'introduzione)
Programmare il viaggio, una panoramica generale sulle principali attrazioni di Roma che aiuta a organizzare la visita in base al tempo a disposizione e agli interessi specifici. Da provare, pratiche e originali idee per fare esperienze uniche, come gustare il miglior gelato artigianale della città, assistere a un concerto all'interno di una chiesa ed esplorare la Roma sotterranea. Suggerimenti forniti da fotografi, autori, ricercatori di National Geographic o da esperti conoscitori della città su mete e località da non perdere, aspetti pratici e molto altro ancora. Itinerari a piedi, corredati da cartine con rimandi alle descrizioni dei luoghi toccati, nell'antico e affascinante quartiere di Trastevere, tra le rovine medievali e i tesori rinascimentali vicino a Campo Marzio, e tra i parchi e i monasteri nei pressi del Colosseo. Escursioni fuori città, per scoprire le rovine di Ostia Antica e la villa dell'imperatore Adriano a Tivoli. Da non perdere, un elenco di località e attività vivamente consigliate con rimandi di pagina alle descrizioni puntuali di ogni capitolo della guida. Stupende fotografie e cartine dettagliate che facilitano la selezione delle mete, la creazione di percorsi di visita e consentono di cogliere il meglio di ogni luogo.
Esiste una Roma che non compare in nessuna guida turistica, una città nella città fatta di inattesi frammenti di magia. Una Roma in cui la parola d'ordine è girovagare, dalla primavera all'inverno, sotto la pioggia e sotto il sole, con il naso all'insù o gli occhi ben piantati, in attesa di quelle scoperte che fermano il tempo e ripuliscono lo sguardo: il capolavoro meno visibile della storia dell'arte, una piazza affollata di poeti come un ascensore, l'elefantino del Bernini "con un obelisco sul groppone", il pavone che passeggia sulla Garbatella... Nove anni dopo "Isole", Marco Lodoli torna a vagabondare nella capitale per recuperare tutto ciò che non aveva trovato posto nella sua prima "guida". Un libro che è un invito a "scantonare" dalla vita di tutti i giorni, per imparare a riconoscere la bellezza e godersela, fino in fondo.
Qual era l'aspetto di Roma all'epoca dei Templari, e quali luoghi della città furono teatro di eventi cruciali per la storia del leggendario Ordine? Lo si scoprirà attraverso una serie di tappe significative. Come guida, avremo alcune figure illustri: Hugues de Payns e Jacques de Molay, il primo Maestro e l'ultimo, e fra loro san Bernardo di Clairvaux, il grande mistico del XII secolo che a buon diritto può essere considerato la colonna ideologica e spirituale del Tempio.
Le cronache di quartiere e i cliché sul carattere dei romani. La costante oscillazione tra lo stupore 'dell'anvedi' e il ruvido disincanto del 'che tte frega'. L'indolenza contagiosa e l'ironia su ogni pretesa di grandezza, il quieto disincanto e la dolce sbracatezza. I ricordi, dalla scuola con Carlo Verdone al concerto del '68 di Jimi Hendrix, dalla inflessibile 'militanza' politica in periferia a un'istantanea del centro storico nell'ultimo momento in cui è stato bello. Da Fellini a Nanni Moretti e a Sorrentino, da Carlo Levi a Pasolini e ai nuovi narratori della città. Tutto questo è Roma, raccontata da Filippo La Porta: un'ambigua, barocca miscela di disfacimento e di vitalità.
Visitate palazzi chiusi al pubblico, ammirate opere d'arte straordinarie senza essere circondati da turisti, assistete a un concerto in un magnifico oratorio segreto, fate benedire il cane o l'auto, assistete alla liquefazione del sangue di San Pantaleone, sorprendetevi davanti a una rara meridiana catottrica o stupitevi per un'insolita anamorfosi; scoprite il quadro motorizzato di Rubens e i segreti del Vaticano, ritrovate un capolavoro perduto del Bernini, fermatevi in raccoglimento davanti all'immagine del Sacro Volto di Cristo che, impressa su una medaglia, nel 1968 arrivò sulla luna, organizzate una cena romantica in un palazzo privato, proteggete la gola dai rigori dell'inverno... Lontano dalla folla e dai consueti cliché, Roma conserva tesori nascosti che rivela solo ad abitanti e turisti pronti ad uscire dai sentieri battuti. Una guida per coloro che pensavano di conoscere bene Roma e desiderano scoprire il volto nascosto della città.