
La lettura è una tra le chiavi di accesso alla conoscenza. Di noi stessi, degli altri e del mondo. Come possiamo accedervi in situazioni di grave disabilità, fisica o psichica che sia? Possono genitori e educatori essere sostenuti dalla parola narrata di fronte al limite che il bisogno speciale di un bambino o di un ragazzo potrebbe porre? Molto spesso, quando ci si trova ad avere a che fare con la disabilità, si avverte la necessità di capire e di esplorare insieme quegli spazi che il limite non deve condizionare. E allora, cosa meglio di un libro per aiutare a capire e a condividere una condizione complessa? Leggere può essere considerata un'azione, uno spazio del pensiero e quindi dell'agire che conduce la persona con disabilità verso l'indipendenza, può aiutare a recuperare il proprio mondo interno per raggiungere la piena consapevolezza del valore di ciascuno. Le disabilità sono differenti così come i livelli di gravità e quindi è impossibile generalizzare ma l'autrice invita a lavorare su due aspetti: le immagini e le parole. La tecnologia oggi può aiutare, ma non solo, bisogna anche formare e informare, aiutare a raccontare la disabilità in classe, portare la lettura in contesti non tradizionali. Ricordandoci sempre che davvero la letteratura può salvare la vita.
È facile fare l'insegnante... a parole. Così come è facile fare lo scolaro, lo studente... sempre a parole. E allora, perché la scuola non funziona? Perché, prima ancora degli edifici fatiscenti, sta lasciando andare in rovina gli spiriti, gli slanci, la spinta motivazionale? Perché ha dimenticato di essere un'istituzione fatta di persone e non di programmi. Sono persone i bambini e i ragazzi, con le loro fatiche e potenzialità. Sono persone gli insegnanti, con le loro capacità e fragilità. Ma la scuola, per come funziona e per come sta diventando, non valorizza i primi e non gratifica i secondi. Risultato: troppi ragazzi parcheggiati tra i banchi, se non addirittura violenti, o disperati. E troppi insegnanti stanchi e in affanno, se non addirittura cattivi e tossici. Il rischio, per tutti, è di non farcela a sopportare lo stress. Ed ecco che l'abbandono scolastico è diventato una vera emergenza: quello degli studenti ma anche quello di tanti docenti che gettano la spugna e, in silenzio, si ritirano. È successo a Cristina Petit, che con sofferenza ha lasciato il suo mestiere di maestra per seguire altre strade. E che in questo acceso, accorato libro racconta quella scelta e traccia un percorso attraverso vent'anni vissuti in un luogo che è e rimane per tutti l'unica possibilità di crescita personale e civile. Petit non fa sconti: agli ignavi, ai frustrati, ai «cattivi» che inquinano le aule. E invita a tornare su un campo che abbiamo dimenticato, per troppo tempo, di coltivare: quello dell'emozione e del desiderio. Questa è la sua ultima lettera d'amore alla scuola: un'istituzione che ha ancora molto da offrire ma che ha anche molto bisogno di cambiare.
Cosa c'entra la scuola con la felicità? Chi è un insegnante? Chi uno studente? Qual è lo scopo della scuola? Che frutti possono emergere da un lavoro ben fatto? Che rapporto può nascere tra docenti e studenti quando ciascuno svolge con serietà il proprio lavoro? Appoggiandosi a maestri del pensiero filosofico quali Platone a San Tommaso, l'autore propone una riflessione sullo straordinario valore della scuola quando vissuta come luogo di cammino verso la crescita e la realizzazione del sé.
In un mondo in continuo cambiamento è importante non solo saper cogliere i semi di progresso e di novità al servizio della crescita, ma anche mantenere vivi i valori fondanti la persona e l'educazione. E la Chiesa ci ricorda che la prima comunità è la famiglia, terreno ove ciascun essere umano cresce e si sviluppa. Il volume si articola in cinque capitoli che trattano dei fondamenti dell'educare, dall'infanzia alla giovinezza, e si propone di accompagnare genitori, educatori ed educatrici, insegnanti, nel loro delicato compito educativo, mediante un'"alfabetizzazione" relativa ai processi di crescita umana e dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti.
«Molte donne e molti uomini diventano genitori senza avere la più pallida idea di come si educa un figlio. La procreazione è un fatto naturale, la capacità di educare i figli, no. La si deve imparare con fatica e pazienza» (Giacomo Dacquino, medico, neurologo, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo). Questo è l'incipit del nuovo libro di Pino Pellegrino, come sempre provocatore e buon consigliere, proprio come un padre. Don Pino dichiara subito il fondamento su cui i genitori devono basare la buona crescita dei figli: puntare sulla buona educazione. Senza se e senza ma. Oggi troppo sovente preferiscono delegare questa missione agli insegnanti, ai coach sportivi, alle catechiste... La prima agenzia educativa è, e resta, la famiglia. Lo richiede la genitorialità, la dimensione su cui punta il dito l'autore. Il suo non è un dito accusatore, ma il dito che indica il centro di tutto: l'educazione genitoriale. Una "professione" che non prevede un diploma, ma un impegno costante che matura in qualità ...strada facendo, imparando anche dai propri errori. E dura tutta la vita.
A cento anni dalla nascita (1923), don Lorenzo Milani è ancora un interlocutore attuale, lodato, amato, ma anche criticato e semplificato in slogan che ne impoveriscono il portato. L'idea nata da Adele Corradi è stata di riaccostarsi a lui attraverso le pagine dell'epistolario privato, selezionando 200 lettere tra le oltre mille conosciute, ritenute più incisive, per stile e tematiche.
Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
"A partire dalla descrizione di contesti e situazioni in cui molti genitori e "professionisti dell'educazione" possono ritrovarsi, l'autore, con esempi concreti, ci accompagna a comprendere i comportamenti e le emozioni dei bambini. Facciamo così la conoscenza di bambini e bambine alle prese con rabbia, tristezza, paura e una vasta gamma di altri stati emotivi, che si manifestano attraverso comportamenti a volte dis-regolati. In questo percorso alla scoperta dell'interiorità dei più piccoli, l'autore invita gli adulti a "stare" nella relazione con loro, a mettersi accanto ai bambini per sostenere più che stimolare, accogliere più che intrattenere, dare confini più che attivare. Fabio Porporato ci accompagna in un viaggio alla scoperta della vita emotiva dei bambini, dandoci utili suggerimenti su come relazionarci a loro. Ci insegna ad accettare le emozioni e i comportamenti dei bambini, aiutandoci a capirli e sostenerli nel loro percorso di crescita." (Dalla prefazione di Silvia Iaccarino)
Il presente volume vuole essere una guida per orientarsi nel Magistero della Chiesa universale in materia di educazione. Prendendo le mosse dal Concilio Vaticano II arriva fino ai giorni nostri con una sintesi ragionata dei pronunciamenti dei Pontefici e dei principali documenti delle Congregazioni vaticane.
Quantunque redatto in Italia, il libro vuole proporsi a un pubblico quanto meno attento a uno scenario internazionale e globale, per offrire un solido riferimento teorico a tutte le situazioni particolari che si possono creare nei singoli Stati.
Il volume si articola in una introduzione seguita da cinque capitoli: il primo tratta le motivazioni teoriche che giustificano l’azione educativa della Chiesa; il secondo prende in esame tutte le caratteristiche delle scuole cattoliche; il terzo è dedicato all’insegnamento scolastico della religione cattolica; il quarto presenta la realtà delle università cattoliche e delle istituzioni accademiche ecclesiastiche; il quinto descrive le conseguenze pastorali che possono derivare da tutta l’articolazione del settore.
Questa storia della scuola in Italia, che vede il contributo di alcuni dei massimi specialisti, abbina il rigore storico e lo sguardo pedagogico, proponendo una struttura a tre livelli. Nel primo si presenta la situazione di partenza, gli Stati italiani prima dell'Unità, mentre nel secondo livello si ricostruisce lo svolgersi storico dei diversi ordini e gradi scolastici: asili nido e scuole dell'infanzia, scuola primaria, istruzione post-elementare e secondaria (con specificazioni sull'istruzione magistrale e su quella tecnica e professionale), università. Nel terzo livello si approfondiscono tre problemi trasversali, come la visione di genere (le donne a scuola), i rapporti tra istituzione ed economia, le complesse relazioni tra la scuola italiana e la religione cattolica. Per finire, un confronto tra la situazione attuale della scuola in Italia rispetto agli altri Paesi europei e agli Stati Uniti. Introduzione di Fulvio De Giorgi. Contributi di: Nicola S. Barbieri, Paolo Bonafede, Pietro Causarano, Daria Gabusi, Angelo Gaudio, Andrea Mariuzzo, Tiziana Pironi, Maurizio Piseri, Fabio Pruneri, Vincenzo Schirripa, Caterina Sindoni.
Questo lavoro ha come scopo di aiutare tutti coloro che aspirano a diventare insegnanti di sostegno iscrivendosi ai corsi di specializzazione, desiderosi di superare le prove di accesso del bando che istituisce e governa il piano formativo previsto dal decreto ministeriale. Il volume contiene una sintesi di legislazione e normativa scolastica, una presentazione del ruolo del docente e del sistema scolastico, l'esame delle problematiche educative e didattiche più significative per la scuola di oggi, un quadro completo delle questioni che caratterizzano l'insegnamento con persone con disabilità e una ricognizione delle potenzialità della didattica speciale inclusiva.
Risultato di uno specifico percorso di studio e di ricerca svolto in merito al paradigma dell'ecologia integrale dalla comunità docenti dell'Area di Pedagogia dell'Istituto Universitario Salesiano di Venezia, il volume raccoglie una serie di domande e spunti di riflessione sull'educazione alla luce del grande tema della conversione ecologica. Un cambiamento che oltrepassa le coscienze dei singoli, nella consapevolezza che i rischi prodotti da un modello pervasivo di società consumistica senza etica e senza senso sociale ed ambientale possono essere affrontati solo attraverso uno sforzo di rigenerazione dei legami comunitari. I saggi raccolti, di fronte alla domanda su quale postura può assumere l'educatore per confrontarsi con questa sfida, definiscono un poliedro di significato, propongono pratiche, articolano le questioni, in un processo condiviso di costruzione di saperi orientato da uno sguardo transdisciplinare.