Pochi filosofi o storici della cultura hanno saputo restituire l'essenza del Romanticismo come Isaiah Berlin. L'età romantica rappresenta la sintesi definitiva del suo accurato lavoro. In sei illuminanti capitoli, Berlin spazza via con decisione i luoghi comuni su quella che egli considera la più grande rivoluzione culturale dell'Occidente moderno, e rintraccia nel Romanticismo le origini del lessico e dei concetti centrali della politica moderna e contemporanea. Dopo aver distinto un Romanticismo "temperato" e un Romanticismo "senza briglie", egli addita le ramificazioni politiche del Romanticismo nel corso del Novecento, da quelle devianti (sfociate nel fascismo) a quelle più autentiche che sviluppano le idee romantiche di libertà, identità e democrazia, parole chiave della nostra stessa vita contemporanea.
Il Sud si sta svuotando di anime, culture e popolazione, tra emigrati e denatalità. Marcelle Veneziani non parte dal Nord e si ferma a Eboli, come Levi col suo Cristo, ma parte dal Sud più estremo e profondo e arriva a Eboli. Risultato del suo viaggio è un rapporto letterario e civile sul Meridione presente e passato che si dipana tra rifiuti e ricordi, tradizioni e degrado, cafonerie e cavallerie rusticane, ragioni e sentimenti, passando per contrade reali e allegoriche. Le località toccate diventano location per ambientare temi e personaggi, scorci e denunce, colore e cultura, malavita e folclore. Rabbiose critiche si alternano ad appassionate difese, partorite entrambe dall'amore per quelle terre. Nelle sue storie e storielle, Veneziani capovolge l'idea crociana di un paradiso abitato da diavoli, e teme invece che il Mezzogiorno stia diventando un inferno abitato da angeli in fuga per salvarsi da soli e non dannarsi insieme. Il suo resoconto assume una varietà di registri narrativi: dalle denunce giornalistiche alle nostalgie, dai ritratti parodistici al saggio storico, fino a lambire un sobrio «matriotti-smo» terrone e comporre una specie di manifesto sudista.
Un viaggio nel grande apparato obeso e ingordo del sistema Italia. Un'analisi a tutto tondo sulla democrazia zavorrata di un Paese che non può decollare. Un saggio che si avvale di dati aggiornati e in gran parte inediti e non si limita alla denuncia degli sprechi e degli insensati privilegi della politica, ma fa finalmente luce sui costi abnormi degli apparati pubblici e sulle molte altre "caste" che fino a ora non sono state investigate. Un'orgia di lobbies, privilegi, corporazioni, consulenze, portaborse, parassitismo, sprechi e auto blu. Un'analisi puntuale e impietosa del dissanguamento pubblico, e la ricerca di un'amara medicina da trangugiare al più presto.
Qual è la natura di questa identità che, interagendo con i popoli che la circondano, porta talvolta a conseguenze tanto aspre e violente? Quali sono le sue componenti, la sua particolarità? In che modo essa si esprime, sia all'interno del popolo ebraico che all'esterno? Quale sostanziale mutamento ha subito in Israele rispetto ai migliaia di anni trascorsi nella diaspora? In questa raccolta di sette saggi, di cui cinque inediti, Abraham B. Yehoshua cerca di accendere un lume che possa schiarire le tortuosità di questo dedalo, e forse anche segnalare una via d'uscita senza tuttavia intaccare il nocciolo di tale identità.
"Qualcosa non ha funzionato. Il suffragio universale, alla fine conquistato (dove prima, dove poi, in Italia dopo quasi tutti) ha più e più volte deluso chi lo aveva propugnato, ha mancato i previsti effetti. Le urne sono divenute lo strumento di legittimazione di equilibri, di ceti, di personale politico quasi immutabile, non importa quanto diversificato e come diviso al proprio interno. E se il vero potere fosse altrove? Di questo, caro lettore, vorremmo discorrere nelle pagine che seguono." Canfora instilla più di un dubbio sui travestimenti del potere: un dominio di pochi - anche quando sembra essere di uno solo - che però non sussiste se non sa creare consenso, restando, beninteso, a tutti gli effetti dominio.
"Viviamo, si dice, in un Paese libero. Nulla di più falso: oggi in Italia tutto è vietato tranne ciò che è esplicitamente consentito. Da Nord a Sud, i cittadini si trovano ostaggio di uno Stato potentissimo, a cui un'infinità di regolamenti e decreti, imposte e balzelli permette di infiltrarsi in ogni recesso della vita quotidiana: dalle leggi sulla procreazione a quelle sulla prostituzione, dai meandri della giustizia all'autovelox. Un'Entità che governa, senza averne delega, la nostra esistenza ma che è nel contempo abbastanza debole da trovarsi nelle mani di una oligarchia incolta e becera, seppure voracissima. Intanto, nell'economia gravata dalla crisi, dilagano le distorsioni del mercato, dal canone televisivo alla vicenda Alitalia, passando per "liberalizzazioni" che sono solo una cortina di fumo di dirigismo e demagogia. A fare le spese di provvedimenti di salvataggio che a stento nascondono le eterne logiche di interesse, al solito, è il cittadino tassato e vessato, inibito nelle sue libere iniziative." In questa spietata analisi del declino culturale, politico ed economico italiano, Piero Ostellino presenta una preoccupante carrellata di nomi, fatti e dati. Denuncia la latitanza del pensiero liberale, asfissiato da collettivismo e corporativismo. Torneranno mai in Italia le idee, e le prassi, dell'autonomia, della responsabilità individuale, della certezza della pena? La risposta è un durissimo j'accuse rivolto alla pessima politica cui permettiamo di governarci.
Il G8 continua a rimanere una ferita aperta nel cuore della nostra convivenza civile e democratica. Ci sono domande a cui una sentenza di tribunale non può dare risposta. Lucarelli ricostruisce nel volume i giorni di Genova, dando la parola a protagonisti e testimoni. E analizza le prime sentenze, i cui dispositivi sono riportati integralmente. Nel DVD, scena per scena, il racconto televisivo del G8. C'erano tante telecamere a Genova in quei giorni, tanti registratori, tanti telefonini. Praticamente ogni momento è stato documentato da più angolazioni. Le immagini, i suoni si possono interpretare ma ci sono e restano. E quando sono così, pongono domande che richiedono risposte, con decisione, senza paura e pubblicamente. In una democrazia, i panni sporchi, quando ci sono, non si dovrebbero lavare in casa.
"Esprimo un disagio - scrive Vannino Chiti - che credo non sia soltanto mio: nella politica italiana, da troppo tempo, c'è un di più di conflittualità, a volte di vera e propria contrapposizione, tra gli schieramenti, e al tempo stesso di scontri prevalentemente personalistici all'interno di essi". Si tende a ricondurre questo stato di cose alla caduta delle appartenenze, alla modernità della politica. È una spiegazione che non convince, specie se si guarda ad altre democrazie dell'Occidente (basti pensare agli Stati Uniti), nelle quali il confronto, anche duro, si lega in modo esplicito a proposte programmatiche e a sistemi di valori alternativi. Una simile, schietta, aperta battaglia delle idee non sembra oggi prevalere, nella politica italiana, che elude, più che affrontare, le questioni essenziali. È la debolezza delle proposte, la non chiarezza e coerenza dei comportamenti, a produrre quell'eccesso di conflittualità che allontana le persone dalla politica, rendendo sempre più esile la partecipazione alla vita delle istituzioni democratiche. È da qui che è necessario ripartire per una nuova, forte proposta del riformismo italiano.
"La nuova frontiera di Kennedy introduce un elemento nuovo di sfida e di orgoglio: il primato americano è minacciato, bisogna riscoprire il coraggio dei pionieri che si aprirono la strada verso ovest, bisogna sacrificare il presente a vantaggio del futuro. I campi di azione della nuova frontiera disegnano non promesse, ma sfide: le aree inesplorate della scienza e dello spazio, i problemi irrisolti della pace e della guerra, le sacche di ignoranza e pregiudizio non ancora conquistate, le disugualianze, la povertà". (dall'introduzione di Giancarlo Bosetti)
Il costituzionalismo è un movimento di pensiero orientato sin dalle proprie origini a finalità politiche concrete, come la limitazione dei poteri pubblici e l'affermazione di sfere di autonomia garantite dalla norma. In una parola, è ciò che in ogni fase storica impedisce all'intero politico di assorbire le parti che lo compongono. Ma se da un lato difende spazi di autonomia, il costituzionalismo tende anche alla costruzione di unità politiche sempre più forti e coese, e quindi concorre a istituire quel potere comune nei confronti del quale rivendica limiti e garanzie. Il volume illustra, in primo luogo, i percorsi storici del costituzionalismo. Nella prima parte viene esaminata la sua complessa vicenda per tappe e modelli, con riferimento al suo dipanarsi nel corso dell'intera età moderna. Dalla analisi dei caratteri storici del costituzionalismo, nella seconda parte il volume passa ad affrontare i grandi problemi delle odierne democrazie costituzionali: il declino del tradizionale principio di sovranità, l'affermarsi di una dimensione costituzionale sovranazionale (come nel caso dell'Europa), il prodursi di rinnovati significati storici degli atti fondamentali del legiferare, del governare, del giudicare e il complesso strutturarsi di principi costituzionali fondamentali come il principio di uguaglianza.
Dalla speculazione sui titoli 'tossici' alla crisi dei mutui immobiliari, dalle scorribande dei maghi della finanza al crollo delle banche d'affari, dalle certezze ideologiche della politica liberista alla gigantesca operazione di salvataggio del sistema. Negli Stati Uniti d'America si è originata la più grande recessione economica dell'ultimo mezzo secolo, che oggi il nuovo presidente cerca di combattere con una svolta radicale nella politica economica. In questo libro l'inviato del "Corriere della Sera" a New York racconta la catena di pregiudizi, superficialità, speculazioni, manipolazioni del mercato che hanno portato all'attuale disastro, e le misure che Obama e i governi europei stanno assumendo per farvi fronte. Una vicenda drammatica - a tratti surreale - ricca di personaggi, colpi di scena, insegnamenti per il futuro.
«Sta scritto in Lettera a una professoressa:“Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”.Non si dà politica autentica senza generosità,termine quanto mai antiguicciardiniano. Recita il vocabolario alla voce generosità:“Carattere di chi possiede grandi qualità morali”.Quel che manca alla politica odierna,dal momento che le “grandi qualità” appaiono introvabili. Nani figli di giganti. Malinconico declino. Democrazia triste… L’esperienza di dodici anni nel Parlamento italiano mi ha dato occasione di incontrare molte intelligenze, ma poche generosità.Dove,per me,generosità significa:dare ogni volta più di quel che si riceve». Questo libro presenta e analizza,con ampiezza di vedute,acutezza di pensiero,ricchezza di riferimenti autobiografici inediti,la storia e i valori dell’impegno politico dei cattolici in Italia, dall’Unità alle ultime elezioni politiche dell’aprile 2008, soffermandosi in particolare sull’Italia della Prima e della Seconda Repubblica,e suggerendo alcune riflessioni volte a una rifondazione (o quanto meno a un consolidamento) di tale impegno politico nella Società moderna e futura. La conclusione di questo approfondito lavoro di ricostruzione storica,di analisi e di riflessione non è tanto che «solo la sinistra va in Paradiso», ma piuttosto che per il cristiano impegnato nel politico e nel sociale vi sono dei valori (la centralità dell’etica e della dimensione spirituale,la generosità fino al sacrificio,la capacità di dialogare e mettere in comune idee ed esperienze, accettando le diversità) che ispirano la sua vocazione e la sua azione politica.
AUTORE
Giovanni Bianchi,nato a Sesto San Giovanni (Milano) nel 1939,è stato consigliere comunale a Sesto San Giovanni per la DC, poi Presidente regionale delle Acli Lombarde e successivamente Presidente nazionale.Dal 1994 al 2006 è stato Deputato al Parlamento italiano,dove ha fatto parte della commissione Affari Esteri,è stato relatore della legge per la remissione del debito ai paesi poveri e ha presieduto il comitato permanente della Camera dei Deputati per gli Italiani all’estero. Collabora con riviste,quali Animazione sociale e Rocca,e dal 1987 ha diretto la rivista di spiritualità e politica Bailamme.Ha pubblicato numerose opere di narrativa e di poesia.Tra la sua produzione saggistica:Per una teologia del lavoro(1985);Al Dio feriale.Teologia minima (1990);Testimoni e maestri. Materiali per un laburismo cristiano(2005);Martini «politico» e la laicità dei cristiani (San Paolo,2007).