"Ho visto troppa gente parlare di me e delle mie idee per non rendermi conto di quanto io e la mia vita siamo in realtà distanti dal racconto che se ne fa. E ho deciso di aprirmi, di raccontare in prima persona chi sono, in cosa credo, e come sono arrivata fin qui." In questo libro, Giorgia Meloni parla per la prima volta di sé a tutto tondo. Delle sue radici, della sua infanzia e del suo rapporto con la mamma Anna, la sorella Arianna, i nonni Maria e Gianni e del dolore per l'assenza del padre; della passione viscerale per la politica, che dalla "sua" Garbatella l'ha portata prima al Governo della Nazione come Ministro e poi al vertice di Fratelli d'Italia e dei Conservatori europei; della gioia di essere madre della piccola Ginevra e della storia d'amore con Andrea; dei suoi sogni e del futuro che immagina per l'Italia e per l'Europa. Ma affronta anche, con la schiettezza e la chiarezza che la caratterizzano, temi complessi come la maternità, l'identità e la fede. Un racconto appassionato, scandito nei titoli da quel tormentone nato per essere ironico ma diventato un manifesto identitario. Passato, presente e futuro del leader politico sul quale sono puntati gli occhi di molti, in Italia e non solo.
Giacomo Matteotti è stato il primo vero antagonista di Mussolini, ed è stato il fantasma che ha aleggiato sul Fascismo per tutta la durata della dittatura. In "Solo" Riccardo Nencini ricostruisce in forma romanzesca, con la precisione dello studioso, la passione dell'uomo politico e la creatività dell'intellettuale e narratore, la vita di questo grande eroe italiano: l'infanzia, le prime esperienze politiche, gli amori, le amicizie, la militanza comune con Mussolini nel Partito socialista, e i giorni drammatici della durissima opposizione al Fascismo nascente, opposizione che gli costò la vita. Il risultato è un romanzo di ampio respiro, epico e struggente, che ci restituisce il ritratto emozionante e commosso di una stagione cruciale della nostra storia, e di un uomo coraggioso e solo, come tutti i grandi eroi.
La qualità di una democrazia dipende anche dall'esistenza di un'opposizione. Al momento, in Italia, un'opposizione degna di questo nome non esiste. Draghi e il suo governo dei "migliori" hanno messo tutti d'accordo: i gruppi di potere, i principali partiti politici, il sistema mediatico occupato a dipingere un ritratto agiografico del nuovo presidente del consiglio. Tutti allineati e conformati. Questo libro va in senso inverso. Un elenco di verità storiche, verità processuali e scelte politiche mostra quanto sia pericoloso l'assembramento al governo di determinati politici e partiti. Pericoloso per la democrazia, pericoloso per l'etica politica, pericolosissimo per la classe media. "Contro!" è un libro di opposizione, uno strumento per coltivare la memoria, per fornire elementi alla pubblica opinione e per contrastare la santificazione del governo di tutti.
«Quell'automobile traforata di colpi, quei giornali sparsi sul sedile posteriore, quel corpo coperto da un lenzuolo, quel rivolo di sangue che attraversa l'asfalto di via Fani. Immagini, impresse nella nostra memoria, che scandiscono un passaggio d'epoca.» Quando e perché è finita la Prima Repubblica? Per rispondere a questa domanda Walter Veltroni ricostruisce un intero, travagliato, capitolo della nostra storia a partire dal rapimento e dall'uccisione di Aldo Moro, che mette fine al disegno politico più ambizioso del secondo dopoguerra, un'alleanza tra la Dc di Zaccagnini e il Pci di Berlinguer, e apre una crisi che forse non si è mai chiusa. Attraverso gli anni del terrorismo e della strategia della tensione, degli attentati e dei Servizi segreti, delle sfide elettorali e delle mancate riforme; da Andreotti a Craxi, da Leone a Cossiga, dal rischio di un colpo di Stato alla scoperta dell'organizzazione segreta Gladio, dalla P2 a Tangentopoli e oltre. L'autore riavvolge il filo della memoria nazionale attraverso eventi e ricordi vissuti da se stesso e dai protagonisti dell'epoca: intreccia così le testimonianze di Virginio Rognoni, Claudio Martelli, Emma Bonino, Beppe Pisanu, Claudio Signorile, Rino Formica, Aldo Tortorella, Achille Occhetto, Mario Segni, ma ritrova anche una rivelatrice intervista al brigatista Prospero Gallinari, carceriere dello statista democristiano assassinato. Un'inchiesta nel nostro passato che illustra fatti, personaggi, versioni inedite e interpretazioni politiche riportando alla luce l'eredità di un disegno infranto che ancora grava sull'Italia di oggi.
L'Italia è il paese del debito pubblico: da sempre alto e difficile da gestire, ha costantemente condizionato la nostra storia. Ma come abbiamo potuto crescere nonostante questo peso? Quali sono le conseguenze che ha prodotto sulla politica e sulla società? Fin dalla sua origine, il forte debito pubblico è stato uno dei grandi problemi dell'Italia unita. Un problema che ha accompagnato tutta la nostra storia, tanto da essere l'unico paese al mondo ad aver avuto un debito superiore al 60% del Pil per più di 110 anni. Dal 1992 è divenuto l'asse centrale di tutta la vita politica nazionale: prima con le ingenti misure e i 'tagli' per entrare nell'euro, poi con i limiti imposti dal rispetto dei parametri di Maastricht. Questo libro, oltre a ricostruire l'andamento storico delle politiche del debito e ad analizzare le responsabilità della classe politica e della società italiana che spesso del debito si sono alimentate, mostra altresì un'inaspettata dinamicità dello Stato, dello Stato 'debitore' italiano, di fronte alle sue crisi, a quelle dei decisori politici, al susseguirsi di squilibri e riequilibri dei conti. Tale dinamicità, tuttavia, dopo l'esplosione della pandemia pare non bastare più e ha bisogno di essere sostituita da una più organica visione che si misuri con la natura 'fisiologica' del debito stesso.
Il volume ha l'obiettivo di ricostruire i nessi principali che definiscono la relazione tra social media e comunicazione politica. Con i contributi, teorici ed empirici, di ricercatori e professionisti della comunicazione, si discuterà delle forme moderne della popolarizzazione del discorso politico, di come gli attori politici usano i social network, di campagne elettorali online, pubblici connessi, transmedialità e memetic politics, chiavi di lettura per comprendere il funzionamento della sfera pubblica digitale contemporanea.
Oggi la parabola del liberalismo sembra essere giunta alla fine: l'internazionalismo liberale sta conoscendo una crisi senza precedenti, minacciato dall'esterno da sfidanti illiberali e dall'interno dai movimenti nazional-populisti. Un altro ordine del mondo lo sostituirà? Secondo John Ikenberry il liberalismo rimane il progetto più praticabile per proteggere i valori democratici ma ha bisogno di essere riformato, con uno sguardo alle conquiste e agli errori della sua lunga storia e con gli occhi aperti sui laceranti problemi dell'oggi, soprattutto in termini di disuguaglianze. In questo libro il politologo americano scrive: "Anche se l'ordine liberale ha consumato le proprie fondamenta e compromesso i propri scopi sociali, la sua logica profonda di cooperazione aperta e fondata su regole rimane intatta. Anzi, la crisi l'ha illuminata". È allora il momento di far conto sulla sua grande resilienza per reinventare non solo "un mondo sicuro per la democrazia", ma la sopravvivenza dello stesso pianeta.
Mai come in questi anni il ruolo del Presidente della Repubblica ha assunto un peso politico cruciale nelle dinamiche istituzionali del Paese: da puro garante dell'attuazione del modello democratico, la figura del Presidente ha acquisito un profilo più complesso e anche più esposto ai giudizi della politica. Con la prossima estate comincia quel decisivo periodo di tempo che prelude al termine del settennale mandato di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica e che culminerà in una nuova elezione. Alla vigilia di questa "scadenza", e riflettendo su quanto sia cambiato nel tempo il ruolo del "Presidente degli Italiani", Bruno Vespa, in questo libro, disegna i ritratti delle dodici diverse personalità che hanno avuto l'onere e l'onore di ricoprire la più alta carica dello Stato. Attraverso una precisa ricostruzione storica delle diverse elezioni del Presidente - arricchita di aneddoti, retroscena, dichiarazioni e moniti - compone anche un racconto politico e sociale dell'Italia repubblicana da De Nicola a Pertini, da Cossiga a Mattarella. In attesa della prossima elezione.
"Il Nagorno Karabakh è ancora una volta un paese dell'Islam e riacquista il suo posto all'ombra della Mezzaluna" annunciava trionfante Recep Tayip Erdogan, mentre nella piccola enclave che è stata la culla della cultura armena, il popolo che per primo abbracciò il cristianesimo nel 301 e che fu sterminato nel 1915 dai turchi, si avviava a un nuovo esodo. Tre mesi prima, il presidente turco aveva riconvertito a moschea la Basilica di Santa Sofia a Istanbul in una riedizione della conquista di Costantinopoli del 1453. Intanto, la Turchia pianificava la costruzione di moschee in Europa più alte delle nostre chiese, a Strasburgo, a Colonia, ad Amsterdam. Perché "l'Europa sarà musulmana, se Allah vuole", come dichiarano i dirigenti del Partito per la giustizia e lo sviluppo di Erdogan, impegnato anche in una reislamizzazione della Turchia che fu laica tramite le scuole religiose, la censura intellettuale e la scristianizzazione di decine di luoghi di culto che risalgono ai tempi degli Apostoli.
"La storia popolare di cui è protagonista Roberto Formigoni è divisa in quattro parti: la giovinezza e l'incontro con Gioventù Studentesca e Comunione e Liberazione; gli anni alla guida del Movimento Popolare; gli anni al governo di Regione Lombardia; bilanci e rivelazioni sul rapporto di CL con la politica, sulla DC, Silvio Berlusconi, la Lega di Bossi, i giorni in carcere, don Giussani e don Julián Carrón. Un libro concepito per preservare la memoria di ciò che l'establishment (politico, mediatico, forse anche ecclesiastico) vorrebbe far dimenticare. Che spazia dalla ricostruzione dell'operato come governatore di Regione Lombardia ai retroscena su Andreotti, Pertini, Saddam Hussein, Fidel Castro... Le prime due parti sono come un grande romanzo storico, documentatissimo ma anche traboccante di aneddoti e avventure inedite. La terza parte è una sorta di manuale per il buon amministratore pubblico, con approfondimenti tecnico-scientifici, e la descrizione di un metodo con cui si costruisce una regione. La quarta parte racconta degli ideali messi alla prova. I due post scriptum finali gettano uno sguardo sul futuro". Introduzione Camillo Ruini.
Non siamo in un'epoca di cambiamento ma in un cambiamento d'epoca. Così principia l'autore in questo libro, che analizza un percorso storico iniziato con la Pace di Versailles e confluito nel postmodernismo. Il fine? Un nuovo ordine del mondo, fondato sul libero mercato e ostacolato soltanto dagli interessi degli ultimi Paesi socialisti. Negli ultimi decenni, tuttavia, sono emersi alcuni elementi che ci obbligheranno a cambiamenti sostanziali nella nostra vita pubblica e privata. L'autore esamina i fatti storici che hanno accelerato questo processo e gli attori politici che, più di altri, godranno dei vantaggi di un pianeta globalizzato. Un processo di cambiamento che, con l'attuale pandemia mondiale di Coronavirus, ridisegna il nostro modo di pensare, di sentire, di vedere il mondo.
Da quando gli esseri umani hanno cominciato a colonizzare i continenti, 60.000 anni fa, la mobilità è sempre stata una caratteristica della civiltà umana, nella costante ricerca di risorse e stabilità. La Storia è ricca di eventi globali sismici: pandemie e pestilenze, guerre e genocidi. Ogni volta, dopo una grande catastrofe, il nostro istinto ci spinge a muoverci in cerca di sicurezza fisica. La mappa dell'umanità non è stabile, né ora né mai. Di fronte a un clima sempre più imprevedibile, all'arrivo di nuove pandemie e a un'economia altalenante, quali saranno le aree da cui le persone fuggiranno e verso quali aree migreranno? Quali paesi le accetteranno e quali no? Quale sarà la mappa futura della geografia umana che tracceranno i miliardi di persone in vita oggi e i miliardi in arrivo? In questo libro autorevole e chiarificatore, il consulente di strategia globale Parag Khanna risponde a queste e ad altre domande sulla civiltà del futuro. Mostrando come le prime due rivoluzioni dell'umanità - quella agricola e quella industriale - ci abbiano condotto sulla soglia della terza rivoluzione: quella della mobilità e della sostenibilità. La sfida che abbiamo di fronte è quella di spostare le persone nei luoghi in cui si trovano le risorse e le tecnologie nei luoghi in cui le persone ne hanno bisogno. Alla radice di questa accelerazione della mobilità vi sono cinque fattori in particolare: gli squilibri demografici; la dislocazione economica; gli sconvolgimenti tecnologici; le crisi politiche e il cambiamento climatico. "Il movimento del mondo" è un'analisi affascinante sul futuro delle migrazioni: un testo che mette in luce tendenze profonde che plasmeranno l'economia e la società di domani, ma che soprattutto ci permette di identificare la nostra posizione sulla mappa in continua evoluzione dell'umanità.