
Il volume illustra il modello postbioniano del campo analitico, che sta emergendo internazionalmente come un nuovo paradigma in psicoanalisi. Fra i temi trattati, la metafora, la confrontazione, l'influsso di Merleau-Ponty sulla psicoanalisi, la figura di Grotstein, la componente artistica del lavoro dell'analista. Il modello del campo analitico rifiuta di immobilizzare rigidamente i fatti dell'analisi all'interno di un quadro storico o di una visione esclusivamente intrapsichica del soggetto. L'intenzione è invece far emergere la storicità del presente, il modo in cui il campo emotivo inconscio determinato dall'incontro fra analista e paziente prende forma istante per istante. A partire da un sottile gioco di identità e di differenza, analista e paziente sono visti come impegnati in una sorta di "sognare assieme": che dà un senso all'esperienza e fa crescere la mente di entrambi.
Evitare le normali, quotidiani paure, può portare a disturbi d'ansia. Questo testo ne affronta l'approccio psicologico.
"Crediamo di essere speciali per i traumi che ci sono capitati e così ne facciamo una ragione di vita, pronti a raccontarli al primo venuto. Una madre che ci ha abbandonato, un padre tiranno, un lavoro insoddisfacente, un matrimonio infelice finiscono per catturare il nostro sguardo e farci credere di essere condannati a un destino ingrato. Niente di più falso! Mentre pensiamo alle delusioni che hanno segnato la nostra vita, perdiamo di vista che un processo creativo continua instancabilmente a produrre la nostra unicità. Se penso di essere "quello che è stato ferito", la mia interiorità viene riempita dal passato e dal ricordo, che prendono così il sopravvento su tutte le risorse dell'inconscio che, invece, sarebbero capaci di veri prodigi terapeutici. Questo libro è dedicato a tutti coloro che vogliono smettere di lamentarsi, di credere che è capitata loro una vita sbagliata. A coloro che non vogliono usare i loro insuccessi, le loro sfortune, le loro sconfitte come alibi per la rinuncia a vivere. È scritto per chi, come me, ritiene che siamo abitati da forze provvidenziali, capaci di farci guarire come per miracolo. In questi anni, con l'équipe di psichiatri, psicoterapeuti e psicologi di Riza, ci siamo chiesti cosa bisogna fare per sfatare l'idea che le conseguenze di certi episodi della nostra vita dureranno per sempre. Trovare e mettere a punto risposte terapeutiche che aiutino a non trascinarci dietro i dolori del passato ha richiesto un lungo lavoro". (Raffaele Morelli)
Il testo descrive in modo analitico le malattie di sette santi - l'apostolo Paolo, Francesco d'Assisi, Giovanni di Dio, Alfonso Maria de' Liguori, Camillo de Lellis, Teresa di Lisieux e Giovanni Calabria - e del beato John Henry Newman. In alcuni casi, soprattutto per le figure più recenti, vengono illustrate le diagnosi o le descrizioni della sintomatologia, mentre per le più remote sono presentate, sulla base della documentazione rinvenuta, le più probabili ipotesi diagnostiche. Il tutto senza indulgere in alcun modo al "dolorismo" di certa tradizione agiografica, ma evidenziando come la malattia possa essere stata evento determinante per le scelte esistenziali o compagna della vicenda biografica pur senza interferire nella dimensione della santità. Il volume offre inoltre un breve profilo "patografico" di circa cinquanta tra santi, beati e venerabili per i quali sono documentate una o più patologie significative e un glossario con i nomi delle malattie e dei termini medici utilizzati.
Il delirio di gelosia mette a nudo un soggetto ferito, che ha perso il controllo di sé e del mondo che lo circonda. A tale fenomeno patologico è dedicato questo scritto di Jaspers, pubblicato qui per la prima volta in italiano. Concentrando la propria attenzione sulla vita dei pazienti, attraverso analisi lunghe e minuziose, Jaspers ci consente di entrare nella vita di soggetti deliranti, uomini e donne presi in scacco dalla propria ossessione. La domanda che attraversa il saggio riguarda la possibilità o meno di "comprendere" questi mondi, queste vite, questi deliri. Cercando di distinguere tra la gelosia generata nello sviluppo della personalità e quella connessa a un mutamento fisiologico del cervello, obiettivo di Jaspers è capire fin dove, quando è vittima di spettri spaventosi che ne offuscano la ragione, l'uomo agisce ancora come soggetto libero e dove diventa mera espressione di un corpo malato.
Nelle più disparate situazioni della nostra esistenza lasciamo che di volta in volta parti diverse della nostra personalità operino liberamente. Ma spesso il loro comportamento abituale può metterci in difficoltà: la loro reazione agli eventi può essere controproducente, inopportuna o, addirittura, del tutto sbagliata. Il gioco delle parti descrive il nostro mondo psicologico interiore, con il supporto di disegni talvolta evocativi, stimolanti, divertenti e spesso pungenti. Mostra come possiamo allontanarci da certi modelli consolidati che sono soliti crearci dei problemi e offre suggerimenti più efficaci per dare risalto al nostro specifico talento e al nostro personalissimo stile per vivere una vita più piena. Attraverso esempi pratici e storie di esperienze cliniche, il libro ci invita a ritrovare il nostro Sé più autentico, migliorando così anche il nostro rapporto con gli altri.
Dall’autrice del bestseller internazionale mangia prega ama
Prima di tutto, credeteci. Non datela vinta alla paura. E ogni giorno, con perseveranza, semplicità e assoluta leggerezza, mettetevi lì, rimboccatevi le maniche e rinnovate il vostro sogno. Si può fare, parola di Elizabeth Gilbert. L’autrice in questo nuovo libro esplora a fondo per noi il processo creativo, mettendoci a parte della sua esperienza e della sua prospettiva unica: la natura misteriosa dell’ispirazione riguarda tutti, ognuno di noi la contiene, ma spesso non sappiamo dove scovarla. La creatività non è, in fondo, un salto del processo logico? Coltiviamo allora la curiosità, accogliamo con spirito lieve le giravolte della vita, e combattiamo con brio ciò che ci spaventa. Poco importa se il nostro sogno è quello di scrivere un libro, o di diventare attori, o di far fronte al meglio agli impegni di lavoro, o se stiamo invece pensando di intraprendere un’avventura a lungo rimandata. Elizabeth Gilbert ci esorta, con fare scanzonato, a portare alla luce i tesori che ognuno di noi custodisce in sé e ad affrontare la quotidianità a testa alta, con consapevolezza, passione e libertà. Non è difficile, e il mondo ci si spalancherà davanti, fatto di gioia e speranze finalmente raggiungibili. Quindi “fate ciò che vi fa sentire vivi. Seguite le vostre passioni, ossessioni e compulsioni. Fidatevi. Create a partire da qualsiasi cosa provochi una rivoluzione nel vostro cuore. Il resto verrà da sé”.
Vi è sicuramente qualcosa di paradossale nel dedicarsi a scrivere la biografia di qualcuno che aveva sottolineato l'inesorabile tendenza alla menzogna, alla dissimulazione, alla alterazione, all'incomprensione, propria di ogni impresa biografica - salvo il fatto di esservisi consacrato lui stesso in diverse circostanze, scrivendo addirittura la propria autobiografia e facendosi lo storico del movimento da lui fondato. Paradosso tanto più severo, inoltre, in quanto Freud aveva costituito una disciplina e una dottrina che non si limitava a mostrare le aporie e le contraddizioni proprie del metodo biografico, ma problematizzava il carattere enigmatico del suo stesso oggetto. Tutto ciò non ha impedito il proliferare di opere che hanno aspirato a dire la verità intorno alla vita, al pensiero e all'opera di un oscuro medico di Vienna destinato a rivoluzionare il nostro modo di guardare all'uomo. Ma per riuscire nell'impresa di scrivere la storia veritiera delle venture e sventure di quel vero e proprio "fondatore" di un nuovo regime di discorso e di verità, occorreva tenere conto del fatto che l'invenzione freudiana ha cambiato anche il modo in cui viene scritta, e fatta, la Storia. La biografia di Elisabeth Roudinesco riesce in questa impresa: raccontare con rigore l'avventura della psicoanalisi ma soprattutto il suo inventore, con la consapevolezza che, in virtù di tale avventura, la Storia, e le storie, di tutti e di ciascuno, non saranno più le stesse.
Sentirsi disperati è sentirsi fuori gioco, come se tra le mani ci fosse sabbia che scorre via. L'unica arma contro la disperazione è la speranza, una luce che squarcia le tenebre, un'onda di calore che riscalda e fa rinascere.
L’esperienza della malattia può riguardare la nostra vita e quella dei nostri cari. Possiamo fingere di non vedere, cercare di negare o passare oltre, come nella parabola del buon samaritano, ma essa bussa, prima o poi, richiamando la nostra attenzione.
Quando attraversiamo la sofferenza facciamo appello alla sensibilità che abbiamo maturato e a quella di chi ci vuole aiutare, ma a volte non è sufficiente e serve saperne in più. E poiché l’esperienza di chi è malato e di chi lo cura con professionalità e amore è attraversata dal filo verde della speranza, i contributi della psicologia possono risultare molto preziosi.
Lo psicologo non ha il compito di prescrivere ricette già pronte su cosa fare e su come farlo, ma ha la competenza per offrire conoscenze e indicazioni finalizzate a migliorare l’attenzione su ciò che facciamo, soprattutto quando vogliamo aiutare le persone che soffrono e accompagnare le loro attese.
Sommario
Premessa. I. Prima di tutto capire. Per meglio aiutare. II. La psicologia della salute. Allargare lo sguardo. III. La psicologia del malato. Malattie uguali, comportamenti diversi. IV. I bisogni del malato. La scala di Maslow. V. Difendersi dall’angoscia. Dinamiche inconsce. VI. Verità e speranza possono convivere.
VII. Decifrare i messaggi. Anche il malato ci studia. VIII. Fiducia e speranza. L’effetto placebo. IX. Affrontare la malattia. L’importanza del significato. X. Convivere con la malattia. Una nuova identità. XI. La prova del cancro. La psiconcologia. XII. Il bambino malato. Dalla fiducia nasce la speranza. XIII. L’esperienza della disabilità. La speranza del «dopo di noi». XIV. La resilienza. La forza di crescere nel dolore. XV. Quando l’anziano si ammala. L’incertezza del futuro. XVI. La famiglia del malato: un soggetto dimenticato. XVII. Un buon adattamento. L’importanza del sostegno sociale. XVIII. Quando il futuro si chiude. Rinegoziare la speranza. XIX. Accanto a chi muore. Attaccamento e separazione. XX. Riconciliarsi con la vita e con le persone care. XXI. Saper stare nella relazione. Empatia e coinvolgimento. XXII. Aiutare senza bruciarsi. Il rischio di burnout. XXIII. Vera e falsa speranza. Un difficile equilibrio. XXIV. Il lavoro del lutto. La consolazione della speranza. XXV. Guardare al futuro. Ottimismo e speranza. Conclusione. Il prossimo che non t’aspetti. Bibliografia.
Note sull'autore
Luciano Sandrin, sacerdote camilliano, è professore di Psicologia della salute e della malattia al Camillianum (Roma) e di Psicologia generale al Seraphicum. Presidente dell’Istituto internazionale di Teologia pastorale sanitaria, per EDB ha pubblicato Vivere il dolore e la speranza (2009), Aver cura di sé. Per aiutare senza burnout (con Nuria Calduch-Benages e Francesc Torralba Roselló, 2009) e Lo vide e non passò oltre. Temi di teologia pastorale (2015).
Chi sono le Donne Selvatiche? Perché
è necessario, per le donne e anche per gli uomini, recuperare il rapporto con l’istintuale e la terra che la cultura occidentale ha quasi completamente smarrito?
Claudio Risé e Moidi Paregger guidano
i lettori alla (ri)scoperta dell’archetipo universale della Donna Selvatica, presente nelle saghe diffuse lungo tutto l’arco alpino e soprattutto nella mitologia del nord Europa, e delle energie del femminile naturale molto spesso mortificate da una società che si rifiuta di riconoscerle.
Questa nuova edizione di Donne Selvatiche, rivista dagli autori e arricchita da un capitolo dedicato a Maria, la madre del Signore, diviene così un tassello essenziale per
un processo di rigenerazione del femminile, per ritrovare la tranquilla sicurezza e benessere dell’orientamento di vita naturale.
Claudio Risé, psicoterapeuta e psicoanalista, lavora da trent’anni sulla psicologia del maschile e sui problemi derivanti dalla crisi della figura paterna. Con le Edizioni San Paolo
ha pubblicato, tra gli altri: Il Padre l’assente inaccettabile (2003), Cannabis. Come perdere la testa e a volte la vita (San Paolo 2007), La crisi del dono (San Paolo 2009), Felicità è donarsi (San Paolo 2014).
Moidi Paregger, medico a Bolzano,
ha una formazione in medicina antroposofica e omeopatica, e una in psicologia analitica. Da anni conduce una ricerca sulle narrazioni tradizionali delle Donne Selvatiche delle Alpi, con pubblicazioni anche in lingua tedesca.
Paura, autosufficienza, perfezionismo, senso di colpa, invidia, ansia, aggressività, bisogno di sicurezze: malattie dell'anima e dello spirito da cui possiamo guarire. Un percorso coinvolgente e concreto all'interno di alcune tipiche dinamiche umane integrato dall'ottica di fede.
Per scoprire la presenza di un Medico più forte delle nostre infermità, l'unico capace di toccare la profondità del nostro essere e di trasfigurarle.
ANNA BISSI, psicoterapeuta, appartiene alla Fraternità della Trasfigurazione. Ha pubblicato svariati testi e collabora con alcune riviste su temi di psicologia e spiritualità.