"Se hai preso in mano questo libro, è probabile che ti sia chiesto più volte perché mai la pace e la felicità a cui aspiri tanto ti siano scivolate via dalle dita così spesso. Perché una parte così importante della vita è caratterizzata da un'attività frenetica, dall'ansia, dallo stress, dall'esaurimento delle energie? Sono domande sulle quali ci siamo scervellati anche noi, per anni e anni; ora pensiamo che la scienza abbia trovato finalmente le risposte." Il "Metodo Mindfulness" espone una serie di pratiche semplici ma efficaci per rompere il circolo vizioso dell'ansia, dello stress, dell'infelicità e del sovraffaticamento. Un programma di 56 giorni capace di far nascere in noi una sincera gioia di vivere per affrontare con rinnovato coraggio anche le situazioni più complicate. "Metodo Mindfulness" si basa sulla "Mindfulness-based Cognitive Therapy", la terapia cognitiva basata sulla pratica di consapevolezza o "mindfulness" sviluppata dal professor Mark Williams dell'Università di Oxford insieme ad altri colleghi. Questo libro mostra come, con un investimento di pochi minuti al giorno, sia possibile godere di questi effetti straordinari e tornare, con rapidità, a recuperare il controllo della propria vita per godersela finalmente fino in fondo.
Può un orientamento sessuale ricevere riconoscimento sociale fino ad essere trasformato in una istituzione? Il matrimonio e l'adozione sono possibili a qualunque condizione? È sufficiente l'amore? Si può affermare che un "duo" di persone dello stesso sesso sia equiparabile a una coppia formata da un uomo e una donna? Quale relazione può essere posta a fondamento del legame sociale? Cos'è l'omosessualità? Quali sono le conseguenze della negazione della differenza sessuale a livello sociale e sulla psicologia del bambino? Nel Regno di Narciso, immagine evocativa della società contemporanea, si pretende che tutti dispongano degli stessi diritti, indipendentemente dalla propria situazione. Si esige che la società garantisca la realizzazione del desiderio soggettivo, senza considerazione per l'interesse generale. Di fronte alle rivendicazioni dell'attivismo omosessualista (in particolare l'accesso al matrimonio e all'adozione nel contesto di un'unione omosessuale), Tony Anatrella ne affronta i nodi problematici sul piano psicologico e sociale. Un libro per tutti coloro - genitori, educatori, insegnanti, medici o rappresentanti politici - che si interrogano su questo delicato argomento.
"La malattia del secolo" è il burnout, quel "bruciarsi", "esaurirsi", dovuto all'eccessiva spersonalizzazione soprattutto nel mondo del lavoro. Malattia del troppo, tipica degli eccessi del sistema di consumo, produzione e lavoro occidentale; malattia che porta alla spersonalizzazione e all'annientamento della parte umana di ciascuno di noi: prima di essere un problema individuale, il burnout è una patologia della nostra società. "Quando l'equilibrio di una persona si rompe e prendere la metropolitana per andare a lavorare sembra un ostacolo insormontabile, sorgono delle domande. Quello che funzionava da sé diventa subito problematico. Consacrare la propria esistenza a un'azienda non ha più il senso di un tempo, accettare orari di lavoro assurdi non è più sopportabile. Ma come ritrovare un nuovo equilibrio, dato che il precedente si era costruito senza che neanche ci si dovesse pensare, e che lavorare era tanto naturale quanto camminare?".
Ma se tutti sappiamo comunicare perché è così difficile farci capire? E perché, se tutti sappiamo esprimerci, si generano fraintendimenti? E perché impieghiamo mediamente un anno della nostra vita ad imparare a parlare e diversi anni non ci bastano per imparare ad ascoltare? Nella vita di coppia la comunicazione è naturalmente una dimensione fondamentale. In questo volume sono messi a fuoco il "che cosa" della comunicazione (il contenuto), il "come" (le modalità) e il "dove" (il contesto). Tutti e tre questi elementi, infatti, sono necessari per una buona ed efficace comunicazione. Il linguaggio del libro è chiaro e vivace, ricco di esempi concreti tratti dall'esperienza delle autrici.
Le tre parole "grazie, permesso, scusa" sono tre "perle" da recuperare e reinserire nella vita personale, familiare e sociale per ritrovare significati e modi di essere con se stessi e con gli altri che ci aiutino a vivere appieno il dono della vita, a lavorare nella "vigna" della famiglia umana sentendola propria e desiderando di migliorarla con la gioia nel cuore.
Le statistiche su separazioni e divorzi evidenziano la fragilità della famiglia e dei suoi componenti. Tuttavia, anche se vivere insieme è difficile, ci si continua a sposare, affrontando delusioni e superando problemi complicati. La vita domestica può trasformarsi in conflitto, il dialogo tradursi in incomprensione, i contrasti emotivi sfociare in litigi e, nei casi più eclatanti, in drammi umani dagli esiti tragici, come purtroppo la cronaca segnala di continuo. Appartenere a un gruppo, una confessione religiosa o a una scuola psicoterapeutica non mette per forza al riparo. Il libro si rivolge a tutte le persone che si domandano perché le relazioni possono diventare difficili, che si chiedono come è possibile migliorare la vita di coppia e della famiglia, che non si arrendono di fronte alla conflittualità e intendono trasformare i dissapori in opportunità di cambiamento. La prima parte illustra tre approcci teorici che inquadrano le relazioni interpersonali, la seconda analizza le più comuni difficoltà della vita familiare e la terza si propone di offrire indicazioni pratiche per considerare la propria famiglia non un romantico castello o una prigione soffocante, ma un luogo in cui poter maturare e crescere.
Il conflitto caratterizza e costituisce la relazione con sé, con gli altri coinvolge il nostro mondo interno, gli interessi, i nostri valori e le nostre culture, la conoscenza di noi stessi e del mondo. I livelli a cui si può esprimere, quindi, sono quello intrapsichico, le relazioni con gli altri, i gruppi in cui siamo coinvolti, le istituzioni e le organizzazioni, la nostra vita pubblica e collettiva. L'autore propone, in modo accessibile e documentato, le principali riflessioni che possono aiutare a comprendere che il conflitto non è la guerra, ma indica le vie del dialogo e del confronto generativi. Molto spazio è dato ai suggerimenti operativi per una pratica efficace e evolutiva del conflitto nella vita, nel lavoro, nella nostra esperienza sociale e nel cercare di cambiare idea e comportamenti, in ogni campo e, in particolare, nel divenire parte del tutto nei sistemi viventi a cui, di fatto, apparteniamo.
"Il mio tentativo è quello di mostrare come l'antichità possa essere rilevante per la vita della psiche e come la vita psichica possa rivitalizzare l'antichità" afferma Hillman in uno dei saggi raccolti in questo denso volume, in cui alcune figure del mito greco sono riconnesse alla storia e alla vita quotidiana: da Dioniso - prendendo le mosse dalle intuizioni di Nietzsche e di Jung - ad Atena, che troviamo "al cuore del mito del progresso della civiltà occidentale"; dal motivo mitologico dell'abbandono del bambino, "realtà psicologica permanente", a Marte, ispiratore di quell'"amore nella guerra e per la guerra che è più forte della vita"; dal titanismo dell'epoca presente, responsabile dell'"anestesia psichica" che è il contrassegno della nostra civiltà, a un Edipo reinterpretato nel quadro di "una revisione archetipica della psicologia del profondo". E poi Afrodite, Estia, Era, Ermes, Oceano, Orfeo, Apollo, in un percorso affascinante attraverso le fibre più intime della nostra civiltà e della nostra psiche. Con le parole dello stesso Hillman, ancora: "La 'Wirksamkeit' del mito, la sua realtà consistono precisamente nel potere che gli è proprio di conquistare e influenzare la nostra vita psichica. I Greci lo sapevano molto bene, per questo non conobbero una psicologia del profondo e una psicopatologia, contrariamente a noi. Loro avevano i miti. Mentre noi non abbiamo miti veri e propri - solo una psicologia del profondo e una psicopatologia.
Il volume si propone di individuare le strette connessioni tra il movimento costruttivista e i grandi problemi dell'epistemologia genetica di Jean Piaget. Inevitabilmente l'adozione di un simile intento ha condotto a considerare un sempre più vasto numero di problematiche, in ossequio alla fondamentale tesi piagetiana decisamente avversa ad una concezione locale e parziale della conoscenza, e che per questo non poteva né doveva essere una feyerabendiana "consolazione" per lo specialista. Da qui la progressiva adozione di un approccio globale alle problematiche dello sviluppo cognitivo, che proprio per la sua natura deve correlare, in modo dialettico piuttosto che sistemico, le componenti essenziali (biologica, sociale, ambientale), che costituiscono questi studi. Il presente lavoro è da intendersi come appartenente alle scienze dell'uomo che, grazie alla definizione data, devono andare oltre la oramai canonica e stantia suddivisione delle discipline, per spingersi in ambiti solo ideologicamente ritenuti tra loro separati ed incommensurabili. Da qui la necessità di riprendere un legame con la filosofia, che fornisce problemi epistemologici di capitale importanza e demanda la loro discussione e soluzione a discipline specifiche, senza mai scinderle l'una dall'altra.
Le emozioni sono lo strumento indispensabile per entrare in contatto con il mondo esterno e interpretare la realtà circostante. Qualunque sofferenza è caratterizzata da emozioni disturbanti. Provare un'ansia intensa, una rabbia difficilmente controllabile, una tristezza profonda può spingere una persona a chiedere aiuto psicologico. Dobbiamo capire cosa stiamo provando e perché sia proprio quella l'emozione provata. È necessario distinguere se ciò che avvertiamo è paura piuttosto che rabbia; tristezza piuttosto che senso di colpa. È attraverso questa comprensione che saremo in grado di valutare la qualità del rapporto che intercorre tra noi e gli altri.
Sotto il titolo "Il seminario" è raccolto l'insegnamento orale che Lacan tenne a Parigi senza interruzione dal 1953 fino a poco prima della sua morte. A Roma, nell'estate del 1953, alcuni mesi prima quindi dell'inizio del suo seminario, si era tenuto un congresso in cui Lacan aveva pronunciato il cosiddetto "Discorso di Roma", che segna l'inizio del suo insegnamento e che troverà forma definitiva nel testo "Funzione e campo della parola e del linguaggio in psicoanalisi". Per i primi dieci anni Lacan si dedicherà al commento della teoria e della pratica clinica di Freud, facendo anche riferimento ai lavori degli psicoanalisti formati da Freud. Dal 1964 in poi, invece, ossia dalla rottura definitiva con l'Associazione freudiana, Lacan si dedicherà alla messa a punto della dottrina psicoanalitica che stava elaborando, precisando gli aspetti strutturali e logici della scoperta freudiana. Questo "Seminario" è il primo della serie dedicata all'opera di Freud. Come indica il titolo stesso, "Gli scritti tecnici di Freud", Lacan prende spunto da alcuni articoli, che all'epoca furono riuniti in Francia in una pubblicazione e che mettono l'accento sull'applicazione clinica della teoria freudiana. Per questo i temi trattati riguardano sostanzialmente la conduzione della cura, e quindi interessano chiunque si domandi da che posizione uno psicoanalista possa ascoltare e possa interloquire con chi gli si rivolge.
Come avviene che la mente si ammala? Il volume affronta il tema delle malattie della mente presentando le principali determinanti dei disagi psichici e i modelli di comprensione del loro insorgere, e chiarendo inoltre cosa si intenda per sviluppo normale. L'autore tiene conto sia del succedersi storico delle differenti teorie, sia del modello esplicativo più recente, qui definito "del disconoscimento e della dissintonia". Riprendere contatto con le proprie emozioni e fiducia nel proprio modo di sentire sembra essere il compito primario per "curare la mente" e recuperare la vitalità smarrita dal corpo.