Le età della vita è il tema che due autori, Erich Erikson e Romano Guardini, hanno trattato secondo diversi approcci: psicologico evolutivo il primo, filosofico, teologico il secondo. Ad accomunare le riflessioni dei due autori la prospettiva della "vita come vocazione". L'esistenza dell'individuo, compresa come passaggi di età in età, è il contesto esperienziale della risposta responsabile a un progetto, insito nella vita stessa. Ogni individuo è chiamato ad agire secondo libertà, dando luogo a una propria istanza morale ed etica. Proprio nella ricerca della risposta si attua il processo di formazione dell'identità, il "chi sono", nella quale sono coinvolte tutte le dimensioni della persona: psicologica, sociale, morale e religiosa. Il confronto tra i due autori permette di definire le età della vita, secondo prospettive ermeneutiche proprie. L'esistenza di ogni individuo diventa il contesto di risposta «a ciò che non è ancora», plasmando l'identità propria. In Erikson l'identità coincide con la personale realizzazione secondo un'etica universale; in Guardini lo sviluppo dell'identità corrisponde alla definizione di "persona", secondo una visione antropologica cristiana.
Vincere senza combattere è la risposta operativa per gli educatori che dichiarano di combattere tanto e vincere poco. È il frutto di tre anni di ricerca sul campo, svolto in tre paesi europei (Malta, Irlanda e Italia) dagli autori, insieme a varie figure professionali (insegnanti, psicologi, dirigenti, educatori ecc.). Questo lavoro può essere definito un compendio di strategie e tecniche per gestire le difficoltà sociali, emotive e comportamentali, che, se non superate, mettono k.o. sia il ragazzo sia chi cerca di aiutarlo. Vincere senza combattere non è un ricettario, è un manuale che offre una nuova lente per riconoscere e scansare le trappole tese dalle etichette, suggerisce modalità non-ordinarie con cui trasformare anche le più ardue resistenze in collaborazione, creando situazioni win-win, in cui tutti vincono.
Questo volume vuole provare ad analizzare come il mondo digitale sta cambiando una serie di dimensioni centrali della nostra esperienza: identità, relazioni, esperienza religiosa, ecc. A guidare il dialogo tra i due autori, uno psicologo e un sacerdote, sono state otto parole: comunità, corpo, potenza, scelta, fraternità, relazioni, identità, Covid. Parole scelte per la loro importanza nel descrivere le trasformazioni che stiamo sperimentando. I punti di vista dei due autori, pur convergenti tra loro, sono diversi. Questo consente un dibattito e una discussione che dovrebbe garantire al lettore un'analisi ampia e diversificata di temi sicuramente complessi.
Le interazioni umane sono disordinate e complesse. E questo in realtà è indispensabile per il nostro sviluppo sociale ed emotivo. In "Il potere della discordia" gli autori sostengono che affrontare l'inevitabile dissonanza è la strada per migliorare le relazioni con i partner, la famiglia, gli amici e i colleghi. Con il suo lavoro Tronick evidenzia che il nostro senso di sé ci rende individui separati, sebbene la sopravvivenza dipenda dalla relazione. E così ci avviciniamo l'uno all'altro, acquisendo fiducia in questo processo via via che rimediamo alle tensioni che insorgono. Affrontare l'alternanza di disallineamento e riparazione nella vita quotidiana ci aiuta a costruire relazioni profonde e durature. Attingendo dalla ricerca di Ed Tronick e dall'esperienza clinica di Claudia Gold, "Il potere della discordia" rappresenta una visione nuova e originale della nostra capacità di relazionarci con gli altri e con noi stessi.
Otto Kernberg è il più famoso psicoterapeuta del mondo. Per la prima volta fa qui il bilancio della sua vita e spiega, arricchendo il dialogo con avvincenti storie di pazienti, cosa sono le malattie psichiche e come le si cura. Parla poi di princìpi, di Dio e della vita eterna. Ancora, la sua avventurosa fuga da Vienna, dai nazisti e infine la sua carriera negli Stati Uniti. A poche centinaia di metri dalla Trump Tower, a New York, il più rinomato esperto di narcisismo si esprime anche su Donald Trump. Con le parole di Manfred Lütz: "Kernberg poteva attingere dai suoi oltre 65 anni di esperienza come psicoterapeuta. Cosa ha davvero senso e cosa ne è privo nella psicoterapia, queste sono domande a cui difficilmente qualcuno potrebbe rispondere in maniera più competente di Otto Kernberg".
L'autore offre una panoramica del MMPI-2-RF e di ciascuna delle sue 51 scale, insieme a considerazioni pratiche per la somministrazione e lo scoring. Partendo dal materiale di base (item e punteggi), McCord definisce un quadro di riferimento per l'interpretazione dei risultati dei test con un approccio a due passaggi. Nel primo, l'esaminatore scansiona i risultati per ottenere una panoramica della personalità e della psicopatologia del paziente. Il secondo passo comporta un'analisi più approfondita che si concentra su ambiti specifici, come le disfunzioni somatiche/cognitive e il funzionamento interpersonale. Prefazione all'edizione italiana di Luigi Abbate.
Al giorno d'oggi, la metafora più diffusa per descrivere il cervello è quella che lo paragona a un computer: la sua struttura fisica corrisponderebbe all'hardware, la mente al software. La psiche in via di sviluppo di un neonato non sarebbe altro che un database da riempire di informazioni. Una simile visione ci porta spesso a interpretare i nostri processi mentali quasi fossero programmi, capaci di offrirci soluzioni semplici, rapide e lineari a ogni problema. Esperienze, pensieri, ricordi e sentimenti plasmano senza sosta le nostre reti neurali, che a loro volta determinano il modo in cui pensiamo e sentiamo. Paragonarci a delle macchine, per quanto meravigliose e sofisticate, ci porta a travisare la nostra natura. Sempre più spesso, invece, la psicologia e la biologia contemporanee tendono a recuperare una metafora antica ma efficace: l'idea che possiamo coltivare il nostro io più profondo, che lo si chiami mente o animo, proprio come faremmo con un giardino. Combinando mirabilmente scienza e letteratura, psicoanalisi e racconto, indagine teorica e consigli pratici, questo libro si propone di ricordarci una verità fondamentale, che chi lavora a contatto con la natura conosce da sempre: prenderci cura di un orto o un giardino, di piante che crescono seguendo il proprio ciclo vitale, può influire in modo positivo sulla nostra salute, il nostro benessere psicologico e la nostra autostima. I carcerati cui viene concesso di dedicarsi a coltivare un piccolo giardino hanno meno probabilità di ricadere nel crimine; i giovani a rischio che si sporcano le mani di terra hanno più probabilità di finire gli studi; gli anziani che si dedicano all'orticultura vivono meglio e più a lungo. Dai richiedenti asilo ai giovani in carriera, dai veterani di guerra ai neopensionati, Sue Stuart-Smith ci racconta storie illuminanti di persone che lottano con depressione, lutti e dipendenze, per mostrarci quanto poco sappiamo ancora del potere rigenerativo che la natura può esercitare sulle nostre vite.
Il volume illustra il valore di cura dell'esperienza umana della terapia, in cui il terapeuta si libera della sua uniforme professionale, per sintonizzarsi con aree di sofferenza profonda portate in terapia da persone e famiglie in difficoltà. I suoi strumenti sono le parole quanto l'ascolto e il linguaggio del corpo e del movimento, che diventano veicoli di trasformazione quando il suo mondo interiore si incontra con quello di chi lo ha scelto come fonte di aiuto. La ricerca di autenticità si concretizza in un dono reciproco di verità, in cui l'essenza di ciascuno si incontra con quella degli altri, rompendo le barriere dei ruoli. La cura coinvolgerà dunque l'intera famiglia in un processo trasformativo.
I progressi raggiunti in ambito farmacologico e psicosociale negli ultimi decenni hanno reso possibile la gestione clinica di quadri psicopatologici complessi; disturbi che rientrano nell'area delle psicosi o dei disturbi gravi di personalità sono ora oggetto di trattamento, e non soltanto di semplice contenimento. Ma è sufficiente questo per consentire ai nostri pazienti di raggiungere la migliore qualità di vita per loro possibile? I pazienti gravi sono accomunati da importanti difficoltà in ambito lavorativo e relazionale, nella cura di sé così come nella gestione del proprio spazio. Non basta più cercare la remissione sintomatologica per permettere al paziente un miglior funzionamento sociale. Questo manuale di psico-educazione è rivolto a tutti coloro che operano nell'ambito della salute mentale pubblica. Lo scopo è quello di fornire uno strumento di intervento agile finalizzato all'incremento del funzionamento sociale compromesso, a volte in modo significativo, nei pazienti gravi. Oggi è possibile parlare di miglioramento del funzionamento anche nei pazienti più complessi in quanto anni di osservazione hanno permesso di considerarli non necessariamente destinati ad un progressivo deterioramento. Diverse reviews hanno mostrato che pazienti con disturbi mentali gravi possono andare incontro a una remissione dei propri malfunzionamenti. Lo strumento che proponiamo fornisce le indicazioni per realizzare e gestire una piccola comunità di apprendimento di tutte quelle operazioni mentali che sottendono le "competenze" sociali di una persona (ad esempio, abilità cognitive di base e metacognitive). Il protocollo di intervento ha come scopo quello di portare i pazienti a sapersi interrogare in gruppo sulle proprie capacità relazionali e di fronteggiamento delle difficoltà quotidiane, a poter valutare le proprie abilità di ragionamento, anche in funzione delle condizioni psicopatologiche del momento o della terapia farmacologica assunta. E la psicoeducazione si è dimostrata nel tempo una modalità efficace, anche per incrementare e valorizzare le risorse dei pazienti.
La psicoterapia è più efficace quando si concentra in modo particolare sul contatto emotivo. Questo è quanto sostiene Susan M. Johnson in questo volume, attingendo alle più recenti ricerche sull'attaccamento, e rivalorizzando allo stesso tempo il contributo di pionieri come John Bowlby, Carl Rogers e Harry Stack Sullivan. Dopo aver presentato una sinossi sulla teoria dell'attaccamento e una prospettiva analitica dello sviluppo della personalità e della regolazione affettiva, la Johnson, evidenziando le implicazioni di questa teoria sulla pratica generale della psicoterapia, mostra come la terapia focalizzata sulle emozioni (Emotionally Focused Therapy - EFT) si allinei perfettamente con la teoria dell'attaccamento, fornendo tecniche collaudate per il trattamento dell'ansia, della depressione e dei problemi di relazione. Per ogni modalità (setting individuale, di coppia e familiare) sono analizzati i concetti chiave, presentati in modo approfondito attraverso numerosi casi clinici. Di particolare utilità è, alla fine di ogni capitolo, la presenza di esercizi e domande di approfondimento.