L'autore in questo volume si chiede se il comportamento materno si risolva essenzialmente nella prestazione di cure fisiche e di stimolazione o se, viceversa, consista in un'attività reciproca e sincronizzata, in cui il ruolo del bambino, persino del neonato, sia tutt'altro che passivo. Schaffer analizza il comportamento materno nei suoi vari aspetti concentrando l'attenzione sul ruolo determinante che esso svolge in funzione della crescita armonica del bambino, non solo nella prima infanzia, ma lungo tutto l'arco dello sviluppo, soprattutto nella sfera emotiva.
Nessuno che voglia affrontare lo studio della psicoanalisi può prescindere dalla lettura dell'Interpretazione dei sogni, l'opera capitale di Freud, il «nuovo contributo alla psicologia che sorprese il mondo» quando apparve la prima volta alla fine del 1899. La più valida di tutte le sue scoperte, l'intuizione che capita, se capita, una volta sola nella vita, come Freud scrisse pochi anni prima di morire, L'interpretazione dei sogni viene qui presentata nell'edizione condotta sul testo critico e corredata di tutte le numerose varianti, aggiunte, correzioni, arrecate dall'autore per ciascuna delle otto edizioni pubblicate fino al 1930. Si può così assistere e partecipare, seguendo la storia interna del testo, alla formazione graduale della scoperta che ha più radicalmente mutato la prospettiva della cultura moderna.
Il grande valore teorico del "Caso dell'uomo dei topi" (1909), per penetrare i sottili meccanismi della nevrosi ossessiva, si arricchisce di un inatteso interesse tecnico alla luce dell'appendice inedita costituita dagli appunti di lavoro che Freud era venuto stendendo nel corso del difficile trattamento. Anche l'altra storia clinica pubblicata in questo sesto volume delle "Opere", quella del presidente Schreber (1910), ha un particolare interesse tecnico oltre che teorico poiché Freud, per sottoporre ad analisi un caso grave di paranoia, altrimenti inaccessibile alle normali regole del trattamento, ritaglia ingegnosamente ampi passi dell'autobiografia scritta da Schreber stesso. Grande sarà l'influenza sulla letteratura posteriore di questa audacissima e discussa incursione freudiana nel campo degli oscuri processi della follia. Accanto a questi due contributi clinici, cui si affianca la suggestiva biografia psicoanalitica tratta da "Un ricordo d'infanzia di Leonardo da Vinci", Freud sviluppa in brevi ma importantissimi saggi teorici tutti i grandi temi della sua ricerca e dedica per la prima volta alla tecnica della psicoanalisi alcuni scritti insuperati per sapienza e limpidità.
In Al di là del principio di piacere, l'operetta più discussa di Freud per l'audacia delle sue tesi speculative, la dialettica delle pulsioni umane risulta governata da un dualismo drammatico: agli sforzi costruttivi e unificanti dell'Eros, che rappresenta nel mondo del vivente le pulsioni di vita, si oppone fin dalle origini, silenziosa ma inesorabile, l'attività distruttiva delle pulsioni di morte. Alla luce di questa ipotesi severa sono esaminati, in Psicologia delle masse e analisi dell'Io, i comportamenti tipicamente regressivi e irrazionali della psiche collettiva, e, in L'Io e l'Es, i reciproci condizionamenti e i conflitti profondissimi fra le tre istanze in cui si articola la struttura della personalità psichica: l'Es, l'Io e il Super-io. Sempre, infatti, anche quando i risultati del suo concreto operare nel mondo e fra gli altri uomini appaiono grandiosi per precisione ed efficacia, l'Io di ciascun individuo è per Freud minacciato e nevrotizzato dalla necessità di dare soddisfazione sia alle cieche istigazioni passionali del suo Es, sia a quei superiori e irrevocabili principi e ideali etici di cui si fa portatore il suo Super-io; ma i comandi e i divieti del Super-io si esprimono spesso nell'Io sotto forma di inconsci sensi di colpa, inducendo quindi bisogni feroci di punizione e di morte. Fanno corona a queste tre opere fondamentali, in cui il pensiero metapsicologico freudiano trova la sua definitiva sistemazione dottrinale, una trentina di altri scritti, alcuni molto importanti sotto il profilo clinico e teorico.
Il signor Z chiede e riceve da Kohut un'analisi. A cinque anni e mezzo dalla conclusione della terapia, torna da lui chiedendo una seconda analisi: non riesce a venir fuori da una profonda sofferenza, da un costante isolamento sociale; soffre per un'intensa inclinazione alla masturbazione, accompagnata da fantasie masochistiche. Kohut l'accetta per la seconda volta, perché proprio in quel periodo ha rivoluzionato le sue concezioni teoriche e sta verificando nuove idee e nuovi metodi. Così nasce, per questa coincidenza di tempi, una spettacolare quanto unica dimostrazione dal vivo della differenza tra un trattamento basato sulla psicoanalisi classica ortodossa e un trattamento basato sulla psicologia del Sé: sul medesimo paziente e dal medesimo analista. Il cambiamento di visione teorica influenzerà in maniera decisiva la percezione da parte di Kohut del nucleo centrale della psicopatologia del signor Z e gli consentirà, "con grande beneficio del paziente, di fornirgli l'accesso a certi settori della sua personalità che non erano stati raggiunti nella prima analisi". Come si vede, si tratta di un'opera coraggiosa e assolutamente originale, che offre l'occasione di seguire passo passo, come nei classici casi clinici di Freud, il minuzioso lavoro psicoanalitico di Kohut, e al tempo stesso di riflettere sul valore euristico e terapeutico della sua nuova concezione.