
Il Colloquio Motivazionale rappresenta una modalità di counseling efficace per tutti quei problemi relazionali, psicologici, comportamentali e di salute fisica nei quali è evidente la necessità di un cambiamento personale, è inequivocabile anche la direzione da prendere, ma la persona ha comunque bisogno di aiuto per riuscirci. Sembra facile imparare i fondamenti di questo approccio, ma è più difficile applicarne strategicamente abilità e tecniche. Dunque: come fare il Colloquio Motivazionale? Il volume presenta una sintetica guida al percorso di cambiamento basato sul Colloquio Motivazionale nelle sue diverse fasi. È uno strumento utile per aiutare gli operatori - psicologi, counselor, assistenti sociali, educatori - a organizzare il proprio intervento nel modo più efficace, guidandoli con chiarezza nella conduzione del colloquio, nella scansione delle interazioni, nella progressione con cui sviluppare il processo momento per momento, facilitando nella maniera più naturale il ruolo attivò del cliente. Contenuti: La preparazione di una sessione; Gli strumenti del Colloquio Motivazionale; La centralità del cliente e il suo ruolo attivo nel cambiamento; Il piano di cambiamento; Le parole chiave del Colloquio Motivazionale.
Change Your Life – Evolution è pervaso dal mio desiderio di supportare il maggior numero di persone verso una meta ben precisa: la libertà e il potere personale. Traguardo raggiungibile attraverso l’utilizzo più funzionale della mente.
È un libro per tutti coloro che vogliono fermamente dare una svolta in positivo alla propria vita, indagare realmente i propri pensieri assumendosene la responsabilità e sviluppare capacità decisionale e facoltà d’azione, allo scopo di realizzare i propri obiettivi di felicità.
COSA PROMETTE L’AUTORE?
Leggendo le pagine di Change Your Life – Evolution ti sarà finalmente chiaro come sia possibile creare, consolidare e mantenere nel tempo un atteggiamento mentale vincente, in modo da ottenere nella vita ciò che più desideri per te e per le persone che ami.
Ti svelerò come entrare nella cabina di comando della tua mente per assumere il controllo dei pensieri, gestire al meglio i tuoi stati d’animo, lasciare andare i pesi del passato, accedere efficacemente alle risorse che già possiedi, esprimere appieno le tue potenzialità. In questo viaggio sarò felice di essere il tuo Coach e di guidarti in maniera chiara ed efficace nel percorso che ti permetterà di passare dal pensiero all’azione decisa, incisiva e risolutiva.
Leggendo attentamente Change Your Life – Evolution puoi soltanto migliorare! Parola di Coach.
Il codice dell’odio propone un utilizzo specifico degli strumenti di analisi del comportamento non verbale. Si tratta di contenuti derivanti da una ricerca condotta dall’autore che ha analizzato i processi di generazione dell’odio di gruppo da parte di leader carismatici attraverso l’impiego di metodologie narrative che utilizzano elementi emozionali espressi in modalità non verbale, in grado di potenziare i messaggi e di creare le basi motivazionali dell’aggressività e dell’odio verso i gruppi avversari.
Alessandro Balzerani è fondatore di Alfa-Beta, società di consulenza e formazione che collabora con aziende nazionali e multinazionali, università, gruppi di ricerca, organizzazioni no profit.
Possiamo “trovare” la coscienza nel cervello? In che modo i processi neuronali si riferiscono alla nostra esperienza di un senso d’identità personale? Dove finisce il cervello e inizia la mente?
Secondo Northoff, investigando la coscienza attraverso la sua assenza – nelle persone in stati vegetativi –, possiamo sviluppare un modello per comprenderne la presenza in una persona sana e attiva. Per esempio, prendendo in esame il riconoscimento di sé, distorto nei pazienti con disturbi psichiatrici come la schizofrenia, possiamo iniziare a capire come l’esperienza del “Sé” si consolidi in un cervello stabile.
Adottando un approccio integrato, il libro mostra come le intuizioni provenienti dalle neuroscienze possono essere applicate alle domande filosofiche sulla coscienza e sulla mente umana.
Come si alimentano le disuguaglianze? Quali processi psicologici impediscono a chi è in condizione svantaggiata di ribellarsi? E chi domina, come giustifica a se stesso e agli altri il proprio privilegio? Una chiave nuova e originale per capire a fondo una delle questioni centrali del nostro tempo. Le disuguaglianze sono tra le cause principali dell’infelicità collettiva: seminano sfiducia, indeboliscono la coesione sociale e mettono a rischio la democrazia. Perché, allora, i tentativi di contrastarle sono pochi e deboli? Questo libro esamina come le disuguaglianze vengono costruite, occultate, accettate, interpretate, contrastate. Esplora il gioco dei meccanismi di assoluzione o di colpevolizzazione rispettivamente dei dominanti e dei dominati seguendo due diverse prospettive: la prima si sofferma sui processi cognitivi e motivazionali che fanno sì che i privilegiati, che della disuguaglianza beneficiano, si convincono di possedere la ‘stoffa giusta’ e di meritare i propri vantaggi. La seconda ricostruisce i processi di chi subisce la disuguaglianza e la accetta, interiorizzandola.
I fallimenti nella mentalizzazione determinano disregolazione emotiva, impulsività, comportamenti violenti e autodistruttivi. Questa guida pratica al trattamento dei disturbi di personalità basato sulla mentalizzazione (Mentalization-Based Treatment - MBT) offre un modello per la comprensione del disturbo borderline e del disturbo antisociale di personalità. Il volume guida il clinico attraverso la struttura del trattamento e spiega come illustrare ai pazienti il modello teorico della mentalizzazione per aiutarli a dare senso ai propri sintomi. Descrive inoltre le caratteristiche del processo terapeutico, volto a stabilire una capacità di mentalizzazione più coerente. Il manuale offre infine strumenti per affrontare le difficoltà di mentalizzazione che si riscontrano nelle famiglie e nei sistemi sociali, dando indicazioni utili anche per i familiari e le persone più vicine al paziente, che spesso non vengono adeguatamente coinvolti nel trattamento.
Integrando la ricerca contemporanea sulla psicopatologia con la teoria psicoanalitica, "Il disagio del narcisismo" presenta alcune strategie cliniche per affrontare situazioni complicate che possono emergere nella cura di pazienti con disturbo narcisistico di personalità. La definizione stessa del narcisismo può essere difficile, per via della natura polimorfa del disturbo. Il volume accetta la sfida e offre una serie di approcci psicoanalitici e psicoterapeutici per adattare la terapia al paziente anziché costringere il clinico e il paziente a aderire rigidamente a un trattamento manualizzato. Un capitolo sugli aspetti culturali del narcisismo tratta del fascino che il disturbo narcisistico di personalità di recente ha esercitato sulla società nel campo politico e attraverso alcuni personaggi pubblici, soprattutto nell'epoca dei social media. A prescindere dall'impostazione del trattamento - psicoanalisi, psicoterapia, cura farmacologica, ricovero ospedaliero - vengono descritti i differenti approcci che consentono di affrontare in modo efficace una variegata popolazione di pazienti problematici.
Al ventiduesimo piano di un condominio di periferia vive un vecchio. Non esce mai, non incontra nessuno, nemmeno i figli o i nipoti lo vanno a trovare. Il mondo che sta là fuori gli è estraneo, eppure lui sente che, pur non avendo più alcun ruolo sociale, la sua esistenza ha ancora un senso. Del resto, che la vecchiaia inizi a sessantacinque anni è una pura convenzione stabilita dalla società fondata esclusivamente sul lavoro e sul denaro. Così si siede davanti a un microfono e, invece di rompere la sua solitudine varcando la porta di casa diretto al bar o ai giardinetti, apre la porta verso l'universo virtuale ed entra nella rete. Con grande "sospetto" e incertezza racconta le sue riflessioni su alcune parole che hanno riempito la sua esistenza. Democrazia, assurdità, bellezza e vecchiaia: sono questi i termini attorno a cui costruisce quattro lezioni virtuali. Le sue sono parole al vento o c'è qualcuno disposto ad ascoltarlo? Con un certo stupore il vecchio scopre che il suo pubblico cresce lezione dopo lezione. Abbattuto il muro che lo escludeva da qualsiasi relazione, si rende conto di avere di nuovo una voce. Sa di essere fragile, ma è proprio quella fragilità a renderlo più umano. Nella dimensione del "noi" che emerge a poco a poco, capisce che l'unica cosa che conta davvero è il presente e che "vivere non è parlare, ma correre da chi ha bisogno". Parole vuote? Parole come semplice rumore? Vittorino Andreoli mette in scena in queste sue nuove pagine un teatro della verità a tratti autobiografico. Smaschera i pregiudizi del nostro tempo, che considera la vecchiaia come l'età della vergogna, dimenticando che la fragilità del vecchio è la rappresentazione della condizione umana, del significato stesso dell'uomo nel mondo.
Come fa la coppia ad affrontare gli alti e bassi della vita? Cosa vuol dire davvero crisi e perché la ricerca ritiene che anche ciò che di bello accade alle coppie deve essere valorizzato? Questo libro accompagna ogni coppia, nella sua quotidianità e con gli strumenti cha ha a disposizione, a trovare delle grandi e piccole strategie per rigenerare la propria relazione, facendo leva sulla capacità di supportarsi e fare squadra nei momenti difficili (una malattia, un cambiamento lavorativo…) e di comunicare in modo adeguato gli eventi positivi, ascoltandosi ed esprimendo insieme la gioia per i successi reciproci.
Oggi parlare di identità culturale significa addentrarsi in una zona di pencolo, perché in suo nome si sono perpetrati crimini che sfidano l'idea stessa di umanità, e nel suo cono d'ombra ancora si annidano le pulsioni più aggressive. Ma l'ambivalenza dei processi identitari, in cui spesso vanno a incagliarsi i tentativi di riflessione sul tema, per Franco Fabbro non ostacola la comprensione, anzi ne è il presupposto. E, se indagata con strumenti conoscitivi adeguati, che integrano le osservazioni paleoantropologiche e le analisi storico-religiose, può suggerire strategie di disinnesco dei potenziali dannosi. Fabbro ha studiato per decenni sotto il profilo neuroscientifico le due componenti identificative e coesive dei gruppi umani, ossia le lingue e le religioni: acquisite entrambe nelle prime età della vita, scolpiscono il cervello con analoghi meccanismi neurali, organizzandosi nella memoria implicita e determinando un'architettura neuropsicologica che differirà a seconda delle singole tradizioni. Questi marcatori culturali sono collegati ai sistemi emozionali, quindi alle reazioni difensive e aggressive. Allora, come mitigare gli aspetti violenti dell'identità culturale e preservarne al tempo stesso gli elementi che conferiscono «consistenza e spessore» agli esseri umani, come scrive il teologo Vito Mancuso nella Prefazione? La proposta neuropedagogica di Fabbro è di esporre precocemente i bambini a quella pluralità di religioni e di lingue che, secondo ricerche ormai consolidate, favorirebbe una più efficace regolazione del comportamento e una maggiore autoconsapevolezza. Proprio là dove adesso c'è pericolo crescerebbe - in ottemperanza a un verso celebre - «ciò che salva».
II modello di adolescenza elaborato dalla psicologia e dalla psicoanalisi a partire dal primo Novecento sembra oggi inadeguato a descrivere il periodo della transizione dall'infanzia all'età adulta. La fisionomia dell'adolescente appare mutata. In particolare, le profonde trasformazioni sociali e culturali che hanno segnato gli ultimi settant'anni, la rivoluzione digitale anzitutto, hanno rimodellato via via le caratteristiche delle generazioni che si sono succedute. Nel nostro tempo, l'adolescenza si estende ben oltre i vent'anni, a volte sembra non terminare mai. Occorre chiedersi se l'adolescenza dei trattati di psicologia esista ancora o non si debba invece ridefinire questa età attraverso i molteplici comportamenti che esprime. Con il supporto di esempi concreti ed evocative citazioni tratte dal mondo dell'arte, Massimo Ammaniti descrive i diversi percorsi di ragazze e ragazzi per i quali il tempo della crescita si congela. E i genitori? Di fronte alla difficoltà del compito, oscillano spaesati tra complicità e assenza, consapevoli di dover ridefinire il proprio rapporto con i figli.