Tema del volume è la ricerca su quello che viene definito il “cervello genitoriale”, ossia sulle basi neurali e psicofisiologiche dei comportamenti di cura del bambino da parte dell’adulto. La ricerca neuro e psicofisiologica tende a individuare i correlati biologici di tali comportamenti, intercettando i meccanismi adattivi e tipici, accanto a quelli atipici e/o francamente patologici, che possono costituire fattori di fragilità nell’adeguatezza con cui i comportamenti genitoriali si manifestano.
Il testo affronta la presentazione dei più attuali modelli neuro-psico-dinamici del parenting, riportando quindi i risultati delle ricerche nazionali e internazionali sul tema. Inoltre, vengono trattati i dati relativi al ruolo delle caratteristiche dei genitori e del bambino nella costruzione della relazione. Infine, vengono declinati in senso clinico i risultati delle ricerche presentate, per favorire la riflessione sulle implicazioni di queste nel lavoro di assessment e presa in carico nelle situazioni atipiche e psicopatologiche.
Il rinnovato interesse per il narcisismo all'interno della teoria psicoanalitica conferma la rilevanza di questo testo, dedicato a un tema tra i più enigmatici della psicoanalisi. Dopo aver introdotto il narcisismo nel 1914, Freud cominciò a disinteressarsi del concetto che aveva brillantemente sviluppato quando, intorno al 1920, procedette a tematizzare l'ultima teoria delle pulsioni (opposizione delle pulsioni di vita e di morte) e altre rielaborazioni teoriche. André Green è stato uno dei pochi autori a coniugare la teoria del narcisismo con l'ultima teoria delle pulsioni di Freud. Mentre il narcisismo viene generalmente considerato solo nei suoi aspetti positivi, relativi alle pulsioni sessuali di vita, in questo testo fondamentale Green mostra la necessità di postulare l'esistenza di un narcisismo di morte, che chiama narcisismo negativo. Diversamente dal primo, che tende al completamento dell'unità dell'Io, questo tende alla sua abolizione nell'aspirazione allo zero. Tale teoria del narcisismo è completata dall'esposizione di un certo numero di "forme narcisistiche" che sono altrettante configurazioni osservate nella pratica. Infine, un capitolo sull'Io enfatizza la duplicità che sta alla base della sua struttura, nella contraddizione tra il sapersi mortale e il credersi immortale. Tutto ciò porta alla conclusione di un Narciso Giano.
Quali dinamiche, comportamenti e processi collettivi determinano l'agire dei singoli e dei gruppi nei contesti organizzativi? A queste domande risponde la psicologia delle organizzazioni. La nuova edizione di Psicologìa delle organizzazioni, aggiornata nei contenuti e integrata con nuovi capitoli, analizza gli aspetti "collettivi" dell'esperienza professionale, dando risalto a temi e problemi connessi all'interazione tra le persone nei contesti lavorativi (comunicazione, decisione, leadership e followership, lavoro in gruppo, cooperazione, conflitto). Raccogliendo i contributi di alcuni tra i più autorevoli studiosi italiani, e senza trascurare la prospettiva economica e sociologica, il manuale rappresenta uno strumento di grande utilità per studenti e professionisti nell'ambito della psicologia delle organizzazioni.
Due impostazioni - una teologico-pastorale e una psicologica - diverse, ma complementari, si incontrano nelle pagine di questo volume, scritto a quattro mani da un prete esorcista e da una psicologa e psicoterapeuta. L'intento è di trasmettere, con un linguaggio semplice, temi speciali, cioè particolari, della riflessione teologica sulla demonologia, dell'esperienza tipica del ministero di esorcista diocesano e della riflessione scientifica. Prefazione di Angelo Spinillo. Postfazione di Domenico Ruggiano.
"Ci sono tre cose che sono sicuro di sapere di te: la prima è che sei vivo, e questo è già un ottimo motivo per sorridere ed essere grati alla vita. La seconda è che purtroppo anche tu, come tutti noi d'altronde, morirai. E questo dovrebbe essere uno stimolo per vivere la tua vita pienamente. La terza è che ora stai leggendo queste righe, sei presente, nel qui e ora. Sei tu e queste parole. Tra poco la tua mente cercherà di capire se il libro che hai tra le mani è adatto a te e ti metterà davanti a una scelta. Il mio consiglio: segui il tuo intuito. Lasciati guidare dal cuore." Daniele non è uno psicologo, un coach, un guru spirituale e nemmeno un formatore. Forse è tutte queste cose messe insieme. Di base è un ragazzo di trent'anni che ha sviluppato un legame unico con la sua community di centinaia di migliaia di persone che lo seguono sui social e nei suoi eventi live. Persone, non fan, perché "Dan" condivide con loro la sua vita, le sue esperienze, le sue gioie e i suoi fallimenti nella non scontata ricerca della felicità. Ci mette letteralmente la faccia portando un messaggio nuovo, fresco e non incentrato solamente sul raggiungimento di un successo materiale, ma anche sullo sviluppo interiore della persona. Per diventare consapevoli delle persone che siamo, al netto dei condizionamenti sociali e delle attese altrui, dobbiamo innanzitutto ascoltarci in profondità (Ascolta), toglierci la maschera che ci siamo costruiti e avere la pazienza di fare due chiacchiere con chi si nasconde lì sotto. Solo così possiamo accettare le nostre debolezze, il nostro passato, le paure (Accetta) che inevitabilmente fanno parte dell'esperienza umana, abbandonando la rabbia e trasformando ciò che rimane in energia vitale. È a quel punto che scopriremo di avere idee, progetti, intuizioni, relazioni con persone belle (Apprezza) e sarà molto più naturale amare noi stessi, gli altri, la vita nel suo complesso (Ama). Daniele ci dice che la felicità è già dentro di noi: "È nelle piccole cose, nella nostra capacità di individuare e concentrarci sul bello della nostra vita, nel sentirci più ricchi interiormente". È questo il vero successo, questa la vera felicità.
Eugenio Borgna continua, con questo libro, a elaborare un altro elemento del suo personale lessico delle emozioni. Qui racconta la nostalgia ferita, con le sue collaterali parole tematiche: quella della memoria, quella del tempo, quella della patria perduta, quella dell'infanzia. Ma c'è anche la nostalgia della morte, quella di un volto che, come diceva Rilke, ci accompagna, a volte introvabile; e anche la nostalgia della vita quando la malattia è in noi. La nostalgia aperta alla speranza è diversa da quella pietrificata nel passato. Queste sono alcune delle parole che tematizzano il libro. Ci sono nostalgie ferite dal dolore, e nostalgie che se ne salvano. Ovviamente, significa fare riferimento a Leopardi e Proust ma anche a Emily Dickinson e Guido Gozzano. La nostalgia, infine, può essere intesa come recupero del passato: come sua donazione di senso; come antitesi, anche, al drago dell'indifferenza che porta al deserto delle emozioni.
Dopo anni di studi e di pratica della psicologia cognitiva, Santandreu ce ne offre una versione originale e accessibile a tutti, spiegandoci che le «nevrosi» che tormentano la nostra esistenza (stress, depressione, timidezza...), le preoccupazioni, le paure, sono semplicemente il risultato di una visione errata della realtà, che possiamo tranquillamente cambiare, e in modo definitivo. Passo per passo capiremo come «sfruttare» e non «subire» le circostanze, superare il terrore della morte e della malattia, l'ansia del rendimento sul lavoro, le cattive abitudini e i conflitti, ma anche come prenderci cura di noi e, concetto fondamentale, come imparare a imparare.
Gli autori affrontano nel volume uno dei temi centrali della nostra epoca chiedendosi, a fronte dell’avanzare della tecnica e dei mutamenti sociali connessi, cosa vogliamo che resti dell’umano. Attraverso l’analisi di questioni come la differenza tra maschile e femminile, la sessualità, l’aborto e la selezione genetica, il consumismo, Guzzo e Scicchitano cercano di individuare quei momenti del nascere, del vivere e del morire che, oggi, rischiano di trascinare l’essere umano verso ciò che umano non è.
Il testo si apre con uno sguardo sulla comunità scientifica internazionale, che non cessa di misurarsi con il tema complesso della terapia dei bambini abusati, senza desistere dal cercare strumenti sempre più efficaci. Una rassegna bibliografica sul tema costituisce l'introduzione al volume. Ci si concentra poi sul panorama nazionale, attingendo all'esperienza di terapeuti che si riconoscono nel CISMAI (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia). Attraverso i tredici casi clinici riportati, gli autori, a partire da formazioni di base differenti (psicoanalitica, sistemica, cognitivista), illustrano diverse specificità dell'abuso sessuale sui bambini e descrivono nel dettaglio come hanno utilizzato nella terapia tecniche e competenze. Li accomuna il fatto che tutti hanno completato le risorse di base per adeguarle alle specificità del funzionamento post-traumatico di questo gruppo di pazienti, arrivando a una confortante convergenza di scelte terapeutiche, in un percorso che non nasconde ostacoli, fallimenti e risonanze personali.
John Bargh è probabilmente il principale esperto mondiale della mente inconscia. In questo libro mette per la prima volta in pagina il risultato delle sue ricerche più che trentennali, regalandoci una nuova e rivoluzionaria comprensione dei meccanismi mentali nascosti che governano segretamente ogni aspetto del nostro comportamento. Ricco di aneddoti e di racconti esilaranti, "A tua insaputa" trasmette un entusiasmo contagioso. Vi sono descritte le grandi scoperte compiute nei laboratori della New York University e di Yale, dove Bargh e i suoi colleghi hanno cercato di comprendere in che modo l'inconscio - a nostra insaputa - guida i nostri fini e i nostri comportamenti nei contesti più diversi, dalle relazioni sociali alla genitorialità, dagli affari economici ai gusti personali. Noi ci illudiamo di essere pienamente al comando delle nostre vite, ma scopriamo che il più delle volte non è così e questo libro ve lo dimostrerà in modo chiaro e ineludibile. Dai moltissimi e ingegnosi esperimenti che gli psicologi sociali hanno compiuto negli ultimi anni risulta evidente che l'inconscio ci guida di nascosto nei campi più disparati: ci indica chi amare, come votare, cosa comprare e persino in quale città vivere, oltre a molto altro. Dal momento che siamo inconsapevoli dei meccanismi che lo governano, l'inconscio fornisce anche spunti narrativi irresistibili e sorprendenti, che Bargh sfrutta in queste pagine con grande gusto. Ma non si tratta di arrendersi alle manovre di un oscuro «burattinaio» della mente. Essere consapevoli dei meccanismi del pensiero inconscio ci consente infatti anche di operare dei trucchi e di attuare delle strategie efficaci, in grado di migliorarci la vita, per cui la lettura di questo libro potrebbe letteralmente cambiare la vostra esistenza. C'è un intero mondo sotto la superficie della nostra consapevolezza. Le scoperte più recenti indicano che proprio lì si trova la chiave per conoscere se stessi e per inventare nuovi modi di pensare, sentire e comportarsi. Vale certo la pena addentrarsi nei meandri della mente per esplorare parti di noi che non sapevamo neppure di avere.
La tesi di Jean M. Twenge è semplice ma rivoluzionaria: i ragazzi non sono più quelli di un tempo. Sono nati negli anni zero del Duemila, sono cresciuti costantemente connessi, immersi negli smartphone (iPhone in particolare) e nei social network. La rete ha preso il sopravvento sui rapporti faccia a faccia e i giovani di oggi sono più aperti e più attenti delle precedenti generazioni, ma anche più ansiosi e infelici. E sono immaturi, infantili: non bevono, usano meno droghe e fanno meno sesso, ma sono anche meno pronti ad affrontare la vita reale, al punto di essere sull'orlo della peggior crisi esistenziale di sempre.
Una guida per analizzare la scrittura di un individuo che entra nel tunnel della psicosi, del disturbo bipolare, della depressione e della dipendenza da alcol.