L'anoressia giovanile è molto cresciuta negli ultimi vent'anni: l'età di inizio del disturbo è passato da 13/14 a 11, e purtroppo anche i casi mortali sono in aumento. Nasce da una restrizione alimentare, che a volte parte con una semplice dieta: la ragazza non si sente attraente, si sente grassa e dunque brutta. Comincia un regime alimentare troppo stretto, intorno alle 6/700 calorie al giorno che presto si trasforma in astinenza. L'astinenza chiama astinenza, e la ragazza arriva a non mangiare più. Spezzare questo circolo mortale, che non è altro che un'ossessione compulsiva, è difficile, e soprattutto è difficile scacciare in modo duraturo l'ossessione. Questa terapia elaborata dal Centro di Terapia Strategica di Arezzo ha successo nell'80% dei casi, e dura a lungo grazie a un protocollo protratto nel tempo.
Tutti i libri di self-help iniziano da due semplici affermazioni: come e cosa. Michael Breus cambia il punto di vista: non più "how" e "what" bensì "when", quando! Sostenere un colloquio di lavoro, raccogliere le idee per un nuovo progetto, chiedere un aumento, ma anche telefonare a un amico, fare sesso o andare in palestra: ogni attività, se non è svolta nel momento giusto della giornata, può portare risultati non ottimali. Breus propone quindi un nuovo "life style" basato sul bioritmo. Tre momenti storici hanno alterato la naturale variazione dei processi biochimici nell'uomo: l'invenzione dell'elettricità, che ha fatto della notte un momento da vivere appieno; la velocità e la frequenza degli spostamenti aerei che ci portano a cambiare rapidamente fuso orario; l'avvento di internet, che grazie a tablet e smartphone ci ha resi "always on". Per vivere la modernità in modo più rilassato, sano e creativo senza demonizzare la tecnologia occorre tornare in sincronia con il propio ritmo. Non tutti, però, abbiamo lo stesso "timing": un test ci permette di individuare il nostro cronotipo, esemplificando gli aspetti distintivi di ogni tipologia attraverso il comportamento animale (delfino, leone, orso, lupo), così da poter organizzare la "giornata perfetta" a seconda delle nostre caratteristiche e vivere al meglio ogni momento.
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, nei prossimi anni la depressione sarà il disturbo psichico più diffuso. Già oggi ne soffrono 350 milioni di persone di ogni età e fascia sociale. In Italia, è clinicamente depresso 1 adulto su 5, in particolare le donne, ma sono sempre più numerosi i casi che riguardano bambini e adolescenti. Ma di che cosa parla la psichiatria quando parla di depressione? Non certo di un semplice abbassamento del tono dell'umore, della comune esperienza di sentirsi con il morale a terra, ma della percezione della perdita del Sé, del tempo dell'Io che rallenta fino a fermarsi, del dolore che frantuma l'identità individuale e preclude ogni progetto e ogni apertura al futuro. Schiacciata da un profondo sentimento di vuoto, di colpa e di disperazione, la persona depressa affonda, sentendo di aver perso lo slancio vitale e smarrito il filo della propria esistenza. Per aiutarla a «risalire in superficie», bisogna imparare a conoscere e ad ascoltare la sua sofferenza. Alberto Siracusano analizza questa patologia diffusissima a trecentosessanta gradi, descrivendone origini, meccanismi, caratteristiche e indicando i possibili e più efficaci trattamenti. Con un linguaggio semplice e accessibile, ma senza rinunciare all'accuratezza e al rigore del discorso scientifico, affronta il tema della depressione da una duplice prospettiva - quella razionale, scientifica di chi cura e quella emozionale del paziente. Il tutto raccontato anche attraverso diverse storie cliniche, che arricchiscano il testo dando voce alle esperienze di chi ne ha sofferto e ha avuto la forza di uscirne.
In questo libro l'autrice narra e commenta, con profonda sensibilità, una storia di maternità con l'intento di valorizzare una esperienza fondamentale, che non sempre occupa il posto che merita nella vita delle donne. Già i mesi dell'attesa costituiscono, se non vengono prevaricati da altre richieste, un periodo di straordinaria intensità emotiva. Ma, nell'epoca della fretta, molte giovani donne si trovano sole e smarrite al momento di realizzare il desiderio di un figlio. Per aiutarle è allora opportuno riallacciare un dialogo tra le generazioni ove alcune troveranno la possibilità di rievocare situazioni ed emozioni che credevano dimenticate, altre di sentirsi motivate e preparate ad accogliere «l'ospite più atteso», il figlio che nascerà.
"Cosa posso fare per i miei figli?", "Qual è il meglio che posso offrire loro?" A queste domande, che sintetizzano le mille preoccupazioni dei genitori nei confronti dei figli, Alain Braconnier dà una risposta univoca e chiara: l'ottimismo! Più dei prestigiosi percorsi formativi, dei tanti corsi "di qualcosa", delle amorevoli cure e attenzioni perché siano sempre ben nutriti, ben vestiti, ben educati, in salute, in forma, istruiti, protetti, e chi più ne ha più ne metta, ciò che serve davvero ai nostri figli è una buona dose di ottimismo. Alain Braconnier ci spiega come trasmettergliela e fare in modo che gli appartenga per tutta la vita, anche se siamo noi per primi perdutamente pessimisti. Con semplicità e interessanti spunti pratici, Braconnier offre il frutto di un'esperienza trentennale di supporto psicologico a bambini e adolescenti: identifica con chiarezza i legami che sussistono fra l'ottimismo, le speranze e i risultati scolastici; mostra a genitori e insegnanti come aiutare un bambino a credere in se stesso, come instillare in lui questa forza basilare che lo renderà più motivato, più fiducioso, più capace e positivo nei confronti della vita, anche nelle avversità. In breve, insegna come renderlo un uomo più felice. E, a chi vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, spiega come evitare il "contagio del pessimismo" che può avvelenare la vita dei figli.
La malinconia è analizzata e descritta qui come esperienza psicopatologica: come esperienza clinica che abbia non una connotazione neurotica o reattiva, ma una sua connotazione psicotica che la contrassegni come esistenza radicalmente altra dalla nostra. Il discorso riportato in queste pagine non intende essere un discorso clinico: un discorso incentrato sugli aspetti sintomatologici della depressione come realtà clinica; ma intende essere un discorso incentrato sugli aspetti psico(pato)logici e antropologici della depressione che insorge al di fuori delle quotidiane modalità di esperienza, ma mantendo una sua radicale dimensione psicologica e umana.
Un bambino in età prescolare fa in media 75 domande all'ora. È un vulcano di curiosità, di tentativi ed errori, di invenzione di mondi alternativi, di "facciamo finta che" e di mille cose ancora. E ogni bambino lo è in modo diverso e peculiare, un modo tutto suo. A fronte di questa esuberante diversità, propria di tutti i bambini, la nostra società ha sempre di più prodotto una pletora di rigide "ricette" per educare nel modo "giusto" i nostri figli, proponendo "metodi" infallibili per farne adulti di "successo". Prendersi cura dei bambini è naturalmente importantissimo, ma non dovrebbe essere inteso come un compito il cui scopo sia quello di produrre un particolare tipo di individuo; piuttosto, significa lasciare che quei piccoli esseri confusionari, imprevedibili e tanto diversi dai genitori siano liberi di svilupparsi secondo le loro caratteristiche. È la differenza che c'è tra un falegname e un giardiniere, sostiene Gopnik, in una felice metafora continuamente richiamata nelle pagine di questo libro. Un falegname è mosso da uno scopo, assembla il legno, lo taglia e lo modella in modo da raggiungere la forma necessaria a soddisfare una funzione precisa. Il suo è a tutti gli effetti un "mestiere". Un giardiniere invece si confronta con la natura propria delle piante con cui si relaziona; il suo compito è quello di creare attorno a loro l'ambiente migliore perché queste si sviluppino al meglio seguendo le proprie caratteristiche. Questo libro è un appello perché il mondo veda sempre più genitori-giardinieri e sempre meno genitori-falegnami.
Partendo da una rassegna aggiornata della letteratura psicoanalitica, che mette a confronto la concezione dell'enactment nel modello teorico delle relazioni oggettuali e in quello relazionale, l'autore propone una personale riflessione teorico-clinica sull'enactment, intendendolo come una messa in atto, da parte del paziente, di memorie traumatiche depositate in aree "disaggregate" del proprio Sé, che fanno risuonare nel terapeuta contenuti protopsichici del suo inconscio personale responsabili di una temporanea dissociazione corpo-mente. Si tratta quindi di una comunicazione fra inconsci. Ma a quale tipo di inconscio bisogna fare riferimento? Prendendo spunto dalla propria esperienza clinica, l'autore suggerisce che si tratti dell'inconscio non rimosso, ovvero di un inconscio primitivo, pre-riflessivo, pre-verbale, un organo emotivo-ricettivo capace, nei soggetti sani, di intercettare il segnale emotigeno e di inviarlo all'altro inconscio, quello rimosso, perché possa essere simbolizzato e mentalizzato: una capacità, questa, che risulta gravemente compromessa nei cosiddetti pazienti difficili. In sintesi, il riferimento all'inconscio non rimosso porta a interpretare l'enactment come un temporaneo blackout di tipo dissociativo, che assume una fondamentale importanza per raggiungere quei nuclei emotivi del paziente esclusi dal circuito della simbolizzazione e dell'elaborazione verbale.
La memoria non è immobile, non è statica. Si modifica in continuazione. La puoi modificare tu, ma anche gli altri, un po' come una pagina di Wikipedia. Tutti sanno cosa sia la memoria, ma pochi sanno come funziona veramente. È come possedere una macchina: anche se la sai guidare, non sempre sai che cosa succede esattamente nel vano motore. Abbiamo bisogno della memoria, contiamo su di essa: abbiamo bisogno di una rappresentazione accurata del nostro passato. Abbiamo bisogno di mantenere una traccia dei giorni importanti della nostra vita, delle conversazioni emozionanti e delle informazioni più importanti. È sulla memoria che si basa la nostra identità. Ma come funziona realmente? E possiamo fare davvero affidamento su di essa? Possiamo fidarci?
Minacce e pestaggi dentro e fuori dalle scuole. Violenze fisiche e psicologiche protratte per mesi o anni. E, sempre più spesso, persecuzioni "virtuali" con conseguenze tragicamente reali. Nelle sue molteplici forme, il bullismo è una delle costanti preoccupazioni di genitori e insegnanti, alla ricerca di soluzioni per un fenomeno che continua ad avere un impatto devastante sulla crescita di molti ragazzi e ragazze. Da sempre attenta e sensibile studiosa del tema, in questo libro - appositamente rivisto e aggiornato con un nuovo capitolo dedicato al cyberbullismo - Anna Oliverio Ferraris esamina il bullismo giovanile in tutti i suoi aspetti: origini e cause delle violenze, dinamiche individuali e di gruppo, reazioni e sentimenti di aggressori e vittime, pericoli e trappole on line, interventi e misure di prevenzione. Spiegando come interpretare i messaggi nascosti dietro i comportamenti dei nostri figli, Oliverio Ferraris ci aiuta ad affrontare i casi di violenza e aggressività in cui bambini e adolescenti possono trovarsi coinvolti. Per capire e trovare soluzioni, per imparare a farsi ascoltare e intervenire nel modo più efficace.
Mantenere un'ottima memoria e un cervello sano e brillante: è l'auspicio che tutti ci rivolgiamo pensando a quando saremo in là con gli anni o notando i primi segnali che la nostra mente sta facendo cilecca. Ebbene, in realtà è un obiettivo più facile da raggiungere di quanto abitualmente non si creda. Unendo gli esiti della più recente ricerca nell'ambito delle neuroscienze con gli antichi saperi orientali in merito alla resilienza, alla mindfulness e alle pratiche di riduzione dello stress, Henry Emmons e David Alter mostrano che invecchiare bene, con un cervello sano, vivace e attivo, è a portata di mano. Di più, mostrano che è addirittura possibile far fare dietrofront all'invecchiamento cerebrale e innescare un processo, non farmacologico, di ringiovanimento del cervello. Con il ricco bagaglio di teorie spiegate in modo semplice e di esercizi pratici per allenare la mente e il cervello, il lettore sarà guidato a vivere con più gioia e a invecchiare con più leggerezza, a prescindere dall'età anagrafica.