
Ancora prima che il bambino venga al mondo, gli aspetti innati e l'ambiente sono al lavoro per fornirgli gli strumenti che gli serviranno ad acquisire la padronanza del linguaggio. Quasi magicamente, nei primi 3 anni di vita, egli impara a ricoscere le parole, a decifrarne il significato, a formare frasi e a fare domande. Scritto da due studiose che si occupano dello sviluppo del linguaggio, "Il bambino impara a parlare" è un'esplorazione del modo in cui il bambino apprende il linguaggio e di come i genitori e i tecnici che si prendono cura di lui possono fornire un contributo concreto per coltivare queste abilità linguistiche in ogni fase dello sviluppo del bambino.
Quest'opera si propone di ripercorrere le tappe più importanti dello 'studio dell'anima', mettendo in rilievo l'influenza determinante dell'antichità greco-romana e cogliendo, nella storia del pensiero dal XVII secolo in poi, gli elementi che hanno costituito la premessa necessaria per la successiva nascita della psicologia. Questa impostazione non trascura i rapporti con le discipline confinanti, sia quelle sul cui terreno essa è nata (filosofia e medicina) sia quelle con cui, viste le molteplici specializzazioni che ospita, essa ancora collabora.
Mentre vengono meno le promesse della cultura industriale e della tradizione democratica liberale, le condizioni di vita e il livello morale negli Stati Uniti si deteriorano ogni giorno di più, come dimostra il crescere del divario tra gli estremi della scala sociale, l'aumento del crimine e della violenza, la crisi dei modelli comportamentali, la degenerazione del tessuto sociale urbano. Eppure le élite politiche e intellettuali non sono in grado di fare fronte al problema, hanno perso i contatti con la realtà in cui vivono. Lo stesso dibattito ideologico si indirizza quasi solo a problemi d'importanza marginale (le polemiche sul "politicamente corretto" e simili). Un quadro desolante, un'analisi disincantata della società americana contemporanea.
Nessun uomo politico del Novecento ha inciso più di Mussolini sulla memoria storica e sull'immaginario, privato e pubblico degli italiani, condizionando il loro legame con il passato. Il rapporto di Mussolini con l'identità italiana sembra essere, ancora oggi, tutt'altro che risolto, sebbene siano trascorsi più di cinquant'anni dalla sua morte e si viva in un clima nel quale le divisioni del dopoguerra sono andate via via smorzandosi.
Un manuale di giornalismo radiofonico che colma un vuoto editoriale e rilancia i temi dello scrivere per la radio, che Antonio Piccone Stalla e Carlo Emilio Gadda affrontarono negli anni cinquanta del Novecento. Obiettivo del libro è indicare regole, fornire suggerimenti ed esemplificazioni, mettere in guardia da errori nella stesura di testi per l'informazione radiofonica. Da Marconi a Internet, viene ripercorsa la vitalità della radio che informa e che sfocia nell'esperienza delle Web Radio e dei canali all news, nuova frontiera dell'evoluzione di uno strumento che accetta le sfide della rivoluzione permanente nel mondo della comunicazione.
Con l'espressione persiana "i sei lati del mondo" l'autore allude al modello psicologico 'universale' che caratterizza l'uomo. Come esso filtra nelle parole che usiamo per descrivere la nostra esperienza? È il linguaggio che influenza il nostro modo di vedere il mondo o è la realtà a influire sul nostro modo di esprimerci? Affascinante alternativa che Cardona analizza in pagine ricchissime di suggestioni, dove si incrociano linguistica e psicologia, etnologia e semiologia. Giorgio Raimondo Cardona ha insegnato Glottologia nell'Università di Roma La Sapienza.