Qual è il vero compito di un genitore oggi? È giusto fare tutto il possibile per rispondere alle richieste dei propri figli? Come si può tornare a essere genitori autorevoli? Attraverso dieci riflessioni inedite, Alberto Pellai ci offre una visione critica dei problemi alla base dell'emergenza educativa che affligge il nostro tempo, per poi fornirci numerosi suggerimenti pratici per riaffermare il ruolo genitoriale davanti alle sfide del Terzo Millennio. Nel travagliato viaggio verso l'età adulta, è importante prima di tutto riconoscere che crescere significa diventare responsabili, accettare i limiti, gestire i propri impulsi e imparare a relazionarsi con gli altri; il rischio, in caso contrario, è quello di perdersi e di finire in balia delle proprie fragilità. La società contemporanea ha infatti introdotto nuovi scenari e opportunità per i giovani, ai quali si accompagnano però altrettante complessità e insidie: la diffusione pervasiva della cultura digitale e dei social media ha alterato profondamente il paesaggio educativo, generando spesso un vuoto interiore che compromette la genuina felicità dei nostri figli. Le ricerche e le evidenze cliniche rivelano inoltre che disagio e sofferenza sono in crescita tra gli adolescenti, sottolineando un'urgente necessità di comprendere le cause di questo fenomeno. Nel suo nuovo libro Alberto Pellai si pone dunque una domanda fondamentale: cosa sta accadendo ai nostri ragazzi e perché? Attraverso un'analisi approfondita, l'autore invita genitori e educatori a riscoprire e a riaffermare il proprio ruolo, fornendo strumenti per affrontare le sfide educative in modo più consapevole ed efficace. L'obiettivo è quello di «allenare» i ragazzi a superare la complessità della vita attingendo alle proprie risorse, e di guidarli verso una felicità autentica e duratura.
Essere ebrei, oggi Che cosa significa essere ebrei, oggi? Chi si definisce ebreo? Come si manifesta l'identificazione ebraica individuale e collettiva, attraverso quali contenuti? In una prospettiva storica, prima dell'emancipazione in Europa, un individuo identificato come ebreo per via della religione veniva solitamente identificato come tale anche attraverso l'etnia o la lingua, il luogo di residenza, il lavoro svolto e altro ancora. Questo rafforzava la separazione tra ebrei e non-ebrei. Oggi però le cose sono cambiate e stanno cambiando. Emerge un'identità ebraica contemporanea in cui la religione gioca un ruolo importante ma non predominante, in particolare in Israele, e nella quale i giovani millennials, soprattutto statunitensi, hanno posizioni molto critiche nei confronti del governo israeliano. A partire da una grande inchiesta condotta in Israele, Stati Uniti, Europa Italia, Sergio Della Pergola va al cuore di uno dei temi del nostro presente e ci aiuta comprendere davvero l'epoca che stiamo vivendo.
In Italia, in vari paesi europei e negli Stati Uniti, la democrazia di stampo liberal-democratico pare entrata in una fase di crisi profonda, assimilabile a un'agonia. Si deve ormai parlare di Demagonia. È la conseguenza di troppi anni di governi molli, che hanno inseguito il consenso immediato e facile, accantonando i problemi e rinviando le scelte impegnative. La demagonia, però, non è irreversibile. Per arginarla e respingerla occorre una politica seria, fatta da politici responsabili, disposti anche a perdere le elezioni. Occorre che i cittadini-elettori siano più consapevoli ed esigenti. Pie illusioni, sogni? No di certo! Si tratta invece di condizioni essenziali per la sopravvivenza dell'Europa e dell'Italia. Nel nuovo contesto geopolitico, se la politica continuerà a creare e cavalcare illusioni, a operare per i propri interessi e non per quello generale, l'Italia e l'Europa diventeranno periferie di stati totalitari, perdendo indipendenza, sicurezza, libertà, valori, identità, benessere. Sulla base delle sue esperienze di governo - prima di una grande università, poi come Commissario europeo e infine come Presidente del Consiglio italiano in un momento particolarmente critico per il nostro Paese - Mario Monti offre il suo contributo di esperienza e di visione in una fase di sfida decisiva per il futuro delle nostre società e delle prossime generazioni.
La raccolta delle riflessioni, pubbliche e private, di Aleksej Naval'nyj, il politico russo deceduto il 16 febbraio 2024 nelle carceri siberiane di Putin. Parole contenute in post pubblicati sui diversi social network, in interviste a «Der Spiegel», «Time», «New York Times», nelle perorazioni pronunciate in aula durante gli innumerevoli processi e nelle lettere scritte dalla prigione. Scritti che raccontano la sua maturazione politica e spirituale, dal nazionalismo iniziale alla lotta per la democrazia liberale e la lotta alla corruzione in Russia, fino agli ultimi drammatici anni nelle carceri, dove emerge una figura di dissidente: pronto a morire per la coerenza con la sua coscienza, a favore della libertà, la verità e la bellezza futura della Russia. Un cammino della coscienza libera, contro la paura e l'odio come sentimenti di cui vive il regime totalitario.
Clara Mucci mostra qui come la resilienza possa essere strutturata per creare individui e società più forti, a fronte di circostanze di vita sempre più traumatiche e stressanti, svolgendo un'accurata analisi di pratiche, processi e caratteristiche umane che aiutano la nostra capacità di resistere, adattarci o contrastare la traumatizzazione, anche la più estrema. Tali caratteristiche entrano in gioco nel punto di contatto tra vulnerabilità e resilienza e consentono di comprendere i meccanismi che soggiacciono alla resilienza stessa. Ogni capitolo prende in esame le componenti necessarie per il suo rafforzamento: attaccamento, connessione, memoria, testimonianza, sviluppo e pratica di attività artistiche e creative. Il libro esplora anche gli effetti positivi sul trauma dell'impegno morale, dell'altruismo e della terapia psicodinamica intergenerazionale, dimostrando che i sentimenti di compassione, nonché l'uso di strutture simboliche di ordine superiore, come l'arte e la creatività, contribuiscono a rafforzare la resilienza e la solidarietà sociale.
Qual è il progetto politico di FdI? Implica e prefigura una riduzione degli spazi della dialettica politica o è invece, come pretende, la restituzione della democrazia agli italiani, dopo una stagione di governi tecnici e di maggioranze contraddittorie? Per cogliere la natura di FdI è necessario comprenderne la genesi concreta e soprattutto le dinamiche della società contemporanea, dell'economia neoliberale, e le trasformazioni post-democratiche della nostra democrazia. Bisogna chiarire se la destra è una minaccia per il mondo liberaldemocratico in crisi o una promessa di rivitalizzazione, sia pure in chiave conservatrice, o un assecondamento di derive già in atto; bisogna collocare FdI rispetto alla destra europea, ma anche rispetto al fascismo (al neo-fascismo e al post-fascismo), al populismo, al sovranismo e al conservatorismo, analizzandone la politica istituzionale, quella economica, quella culturale e la proiezione internazionale.
L'adolescenza, dice l'autore, è un'età paradossale: è una fase di rottura rispetto al passato, eppure gli anni dell'infanzia continuano a condizionare il presente; gli adolescenti sono presi da loro stessi, eppure vivono per l'approvazione dei coetanei; sono più liberi, più indipendenti e più viziati che in passato, eppure dai loro occhi traspare sempre più spesso un malessere indefinibile. "L'adolescente è come una biglia che corre lungo un crinale di montagna: non possiamo sapere da quale parte cadrà" scrive l'autore. La loro realizzazione in una direzione o in un'altra dipende sì da loro, ma in parte anche da noi. In questo libro si dà voce ai ragazzi e alle loro storie, perché la presenza e l'ascolto rimangono fondamentali.
L'autore, alla luce delle scienze umane e sociali, partendo dai drammatici scenari socio-ambientali e di «guerra mondiale a pezzi», pone l'attenzione su una serie di interrogativi di senso e prospettive di lettura. Termini come guerra, conflitto, pace e speranza sollecitano lo sguardo sulla necessità di creare paradigmi diversi per una vera rivoluzione della speranza che abbia come fondamento un'idea di ecologia integrale. Il tema del linguaggio consente all'autore di allargare le maglie della riflessione verso la politica, nella speranza di rifondare una comunità umana che nella solidarietà tra singoli riscopra la solidarietà con l'ambiente, con la natura con la casa comune - la nostra Terra - secondo l'interpretazione di papa Francesco che, geograficamente ed esistenzialmente, incita l'attenzione e la visione di un Mediterraneo come via di pace. La speranza diviene un cammino «nonostante» tutto, non facile ottimismo ma responsabilità di ciascuno e di tutti.
Per oltre 20 anni Luciano Regolo ha condotto ricerche su Casa Savoia e ora riporta in libreria, interamente rivista e arricchita, la biografia della Regina Elena pubblicata per la prima volta nel 2000. Il libro contiene nuovi inediti e si fonda su fonti di prima mano, consultate col permesso della famiglia reale, come un epistolario di Elena, autografi di Vittorio Emanuele III, l'archivio Olivieri, segretario della regina, e l'archivio Jaccarino, le testimonianze di Nicola Romanoff e di Simeone di Bulgaria. Un ritratto completo tra vita pubblica - gli incontri con Mussolini, Hitler, don Orione, il cardinale Roncalli -, guerra, carità e vita privata a partire dal matrimonio felice con Vittorio Emanuele III.
La pace è finita e ora le gang sono in guerra. Sotto il manto della grande bellezza, nel sottosuolo perso e dannato di Roma scorre un fiume di violenza. Sequestri, pestaggi, torture e omicidi si susseguono. Lo scontro infuria, invisibile agli occhi dei più. È così da quando, il 7 agosto 2019, Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, capo degli Irriducibili della Lazio e ai vertici della "batteria di Ponte Milvio", viene freddato da un sicario che gli spara alla testa, mentre se ne sta seduto su una panchina al parco degli Acquedotti. Ma Diabolik è solo la punta dell'iceberg di quella rete di organizzazioni criminali che governano sul territorio: connection tentacolare che comprende il cartello di Michele 'o Pazzo, la malavita storica e quella emergente, e poi il sodalizio, spietato e potente, degli albanesi, che sono cresciuti all'ombra di Piscitelli e sono diventati i Signori del narcotraffico. Così, la vendetta è l'innesco di un conflitto senza quartiere per il controllo delle piazze di spaccio, dal litorale ostiense a Tor Bella Monaca: un business gigantesco in cui tonnellate di coca muovono milioni. In queste pagine, voci urlano prima di spegnersi nel buio, armi sparano in pieno giorno, la droga invade le strade, i soldi si prestano a strozzo e i debiti si saldano sempre: a qualunque costo e spesso nel peggiore dei modi. Con il rigore della cronista di razza, Francesca Fagnani esamina le fonti giudiziarie, collega i fatti, ricostruisce antiche alleanze e recenti rivalità che definiscono la geografia criminale della Capitale. "Mala" è un'inchiesta documentata, implacabile e travolgente come una serie tv sui narcos sudamericani, che svela chi sono i nuovi padroni di Roma, la città che si diceva non volesse padroni.
La guerra è la malattia del mondo. Appena scoppia, è causa immediata di dolori infiniti, disastri, morte. Ma le guerre continuano a mietere vittime anche dopo che finiscono. Ne è un tragico esempio la "Sindrome dei Balcani", la lunga serie di malattie provocate dall'esposizione ai proiettili con uranio impoverito o dall'inalazione di particelle d'amianto rilasciate nell'aria in seguito alla distruzione di palazzi e complessi industriali. È accaduto durante i conflitti esplosi in ex Jugoslavia e Kosovo: piccole particelle infinitesimali, invisibili agli occhi, che una volta entrate nel corpo di soldati, civili e persino reporter non lasciano scampo. A distanza di molti anni si ripresentano quasi fossero un prolungamento dell'orrore bellico, e colpiscono. Proprio come è successo all'autore del libro che stringete tra le mani. In questo breve ma densissimo volume Franco Di Mare passa in rassegna parole-chiave quali "assenza", "memoria", "resilienza", "amore", "storia". E nel farlo affianca alle riflessioni la potenza del racconto, nutrito dalle emblematiche vicende a cui ha assistito sul campo nei tanti anni da inviato: vicende che lo hanno segnato e adesso riecheggiano nella battaglia contro il male dentro di lui. "Le parole per dirlo" raccoglie il vissuto di chi ha attraversato la Storia mentre questa scriveva le sue pagine più dure. Ma è anche il diario di bordo di una vita costellata di incontri esemplari, capaci di urlare il loro sdegno per la guerra e restituire il senso più profondo dell'amicizia, dell'affetto e della solidarietà tra esseri umani.
L'editoria italiana è un arcipelago di luoghi, presidi della cultura, con belle storie da raccontare. Dai sestieri lagunari di Manuzio alle gallerie del centro storico di Milano; dalla Mole di libri torinesi tra Gobetti, Einaudi e don Bosco, alla Bologna del Mulino e alla Firenze dei caffè scelti dai poeti per le riunioni di redazione; dalla Roma di politica e santità alla Napoli delle bancarelle, alla Bari laterziana e alla Palermo della «Memoria» si incontra la storia di chi ancora oggi è animato dalla passione delle parole stampate. Scoprire i luoghi dove gli editori hanno le loro case e dove nascono amati libri significa anche ricostruire i contesti storici e la temperie culturale che li hanno motivati, e la proposta civile e formativa che ancora ci rivolgono. Conoscere le loro storie ci racconta come e perché si produca tanto sapere lungo tutta la penisola. Una bibliodiversità che è lo specchio della variegata identità del nostro paese.