Il Comitato nazionale per le celebrazioni del V centenario della nascita di Bernardino Telesio ha promosso la pubblicazione in ristampa anastatica di tutte le opere del filosofo cosentino (1509-1588), oggi difficilmente reperibili. Sono previsti cinque volumi. In questo volume iniziale della serie si pubblicano due testi di straordinaria importanza: il "De natura iuxta propria principia" (Antonio Biado, Roma 1565) - considerato da Eugenio Garin come il capolavoro di Telesio rispetto alle due successive edizioni (1570 e 1586) - che reca non soltanto numerosissime aggiunte, correzioni e osservazioni, ma anche il rifacimento di interi capitoli; e l'esemplare di un'edizione sconosciuta agli studiosi dell'opuscolo De iride, apparso a Napoli presso Mattia Cancer nel 1566 col titolo "Ad Felicem Moimonam iris". La ristampa è arricchita da un'ampia introduzione di Roberto Bondì che ha anche curato un prezioso indice analitico in cui sono presenti le parole chiave del lessico telesiano. Premessa di Nuccio Ordine.
Dall'amore per i suoi cani alla dedizione per l'amato teatro. Dagli scritti di Pier Paolo Pasolini alla passione per il racconto televisivo. Dagli anni della guerra a quelli di Silvio Berlusconi. In questa conversazione Enrico Vaime apre il suo album dei ricordi raccontando gli episodi più memorabili e divertenti della sua intensa vita di uomo e di intellettuale non organico al sistema. Il fascismo, i bombardamenti, il boom economico, la televisione, gli scrittori, gli attori, il cinema, Berlusconi e D'Alema, il sud Italia, i cani e il futuro, sono solo alcuni dei temi trattati. Irriverente, sarcastica, a tratti cinica, ma anche melanconica e passionale, la narrazione di Vaime porta sempre sorprese, con quella capacità unica, appresa da un grande maestro come Ennio Flaiano, di rovesciare le situazioni drammatiche e renderle esilaranti. In queste pagine il lettore verrà accompagnato lungo i decenni del secolo scorso grazie a episodi celebri, personaggi indimenticabili e racconti epici di un'Italia ormai passata. Senza rinunciare a un'attenta analisi del nostro tempo, Vaime mescola finzione e realtà per irridere i nostri vizi ed esaltare le nostre virtù. Un viaggio nella parola dedicato ai suoi tanti lettori ma anche a chi non ha ancora avuto modo di incontrare questo grande personaggio della cultura italiana.
L'operato della mente ha attratto da sempre la nostra attenzione, ma solo recentemente si è cominciato a capire qualcosa di concreto in merito. Siamo inoltre nell'epoca della psicologia, che coinvolge quotidianamente la nostra conversazione, moltissime analisi condotte dai media e perfino l'intrattenimento. E difficile quindi rimanere insensibili alle problematiche della mente e della psiche. L'autore non è rimasto certamente indifferente a tutto questo e ne ha fatto un tema centrale della sua riflessione nel corso della sua vita. Questo libro raccoglie appunto i risultati di anni di osservazioni e di studi su questi argomenti. Il primo capitolo è di natura autobiografica, in linea con lo spirito della collana, e ricostruisce la storia dei diversi incontri dell'autore con il mondo della psiche. Nel secondo vengono esaminati alcuni nodi teorici del pensiero psicanalitico, mentre il terzo è dedicato interamente a un esame dei possibili meccanismi d'azione del trattamento psicoterapeutico. Tre temi fondamentali quindi: le neuroscienze, la teoria psicanalitica e la psicoterapia. L'argomento neuroscienze viene trattato con una certa ampiezza e vi si esamina in particolare un modello teorico di funzionamento della coscienza che rappresenta un contributo originale e che permette di inquadrare in un'unica cornice molti dei temi che caratterizzano il rapporto fra inconscio e coscienza.
"Gli animali sono superiori a noi in tante faccende, come la capacità di esprimere affetto, di dimostrare fedeltà, di essere sinceri e di prevaricare l'altro solo per lo stretto necessario alla sopravvivenza. L'uomo no, l'uomo prevarica per gioco, per noia, per insicurezza, per vuota ambizione. L'osservazione del mondo animale è stata per me una lezione di vita." "Preferisco i cani" non è il partito preso di un ultra animalista, ma il risultato di anni di acuta e attenta osservazione del comportamento umano e di quello animale. Maurizio Costanzo ha vissuto fin da ragazzo vicino ai cani, amandoli profondamente, entrando in simbiosi, sentendo a volte di somigliare più a loro (il bassotto in particolare) che ai propri simili umani: "I cani mi considerano uno come loro, un pari grado. E devo dire che a me non dispiace affatto". D'altra parte, nella sua vita e nella sua carriera ha avuto modo di guardare da vicino le dinamiche umane più disparate, tutti i vizi pubblici e privati della sedicente specie superiore. Oggi, dopo tanti anni di dedizione canina, sta sperimentando anche le meraviglie del rapporto coi gatti, tanto da riservare al suo piccolo Filippo una stanza del proprio ufficio.
"La nostra mente è una macchina costruita per dare senso alle cose. Quando questo senso fa difetto nella realtà, ne costruiamo uno con l'immaginazione. Vediamo segni e premonizioni dove invece ci sono solo fortuite coincidenze, intuiamo complotti e trame dove invece ci sono solo accadimenti tra loro slegati, attribuiamo intenzioni e progetti a chi semplicemente si fa i fatti suoi. Questa macchina lavora a molti livelli, da quelli più alti, quando si cerca di dare un senso alla vita, alla storia, a un'intera vicenda, giù giù fino ai minimi, quando si ricostruisce la scena circostante guidando nella nebbia, o udendo rumori e voci esterne da dentro una stanza." Conoscere noi stessi e capire la differenza tra percezione e realtà è ambizione antica: filosofi, psicologi, teologi e scienziati si sono cimentati per secoli con questa sfida, sviluppando alcune intuizioni, senza giungere, tuttavia, alla piena comprensione del nostro sistema psicologico ed emotivo. Nemmeno le scienze cognitive moderne e le neuroscienze sono riuscite a svelare completamente i meccanismi nascosti dei nostri pensieri e comportamenti. Se però il pensiero umano non può essere ridotto a una raffica di impulsi neurali, certamente lo studio del cervello ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e può dirci molte cose sul funzionamento della mente. Sul perché, per esempio, quando incontriamo un bambino diventato ragazzo, ci stupiamo di quanto sia cresciuto, non riuscendo a contestualizzare il tempo trascorso."
La Terra, se ci guardiamo intorno, è talmente grande rispetto alla dimensione umana, da dare l'impressione di essere immune dalle azioni anche negative dell'uomo. Se però guardiamo la Terra dalla Luna, questa ci appare come un oggetto abbastanza fragile rispetto alla maestosità dello spazio e dell'universo. Le azioni dell'uomo potranno mai mettere a rischio il pianeta e, soprattutto, la vita che esso ospita?
Il tuo bacio è come un rock", cantava Adriano Celentano. Certo, conoscete tutti la dolcezza di un bacio, ma sapevate che baciare un ragazzo scatena uno shock nel suo cervello? E chi ha mai pensato a quanto i baci possano apparire disgustosi a quei popoli che non se li scambiano? Con dati, curiosità ed esperimenti tratti da biologia, neuroscienze, psicologia e antropologia, per non dire del variegato mondo del pop, Sheril Kirshenbaum vi insegna tutto quello che è imprescindibile conoscere su questo splendido modo di usare le labbra. E se temete che la "scienza" del bacio distrugga la sua magia, non abbiate paura. Questo libro non smentirà le parole di Edmond Rostand: "Ma poi che cos'è un bacio? Un giuramento fatto un po' più da vicino, una promessa più precisa, una confessione che si vuol confermare, un apostrofo rosa messo tra le parole t'amo".
Dall’alto della rocca Sillana, nel comune di Pomarance, si vede tutta la vallata. È il tramonto e il cielo si tinge di rosa. Sembra davvero di vedere l’anima della Terra dall’alto della sfera delle stelle fisse. La musica di Andrea alla chitarra e allo tzouras greco, di Luca alla batteria e di Francesco al pianoforte accompagna e sottolinea il canto di Ginevra. Sulla scena, un orologio a pendolo a segnare il passare del tempo e un alberello a indicare lo spazio terrestre, illuminati dalla luce bianca della Luna, mentre le stelle multicolori occhieggiano dall’alto del cielo… Musiche tradizionali del Mediterraneo innalzate da una terra fatta di colline, boschi e campi coltivati. Silenzi, pause, il ritmo prevaricante.
• IL LIBRO – Margherita Hack racconta il suo Novecento. Il fascismo, la rinascita del dopoguerra, la fine del secondo millennio. Un testo che indaga su tematiche sociali scottanti quali immigrazione/emigrazione, nuove energie, lavoro, corruzione e lo fa secondo il punto di vista delle due “stelle” Ginevra e Margherita, impegnate in un percorso di rinascita spirituale e di speranza contro i soprusi e le debolezze umane.
• IL DVD – Un film documentario con la regia di Andrea Salvadori liberamente tratto dall’omonimo spettacolo ideato e diretto da Francesco Magnelli. Un luogo mozzafiato: una rocca si erge sopra un rilievo roccioso e domina un territorio vastissimo fra le province di Siena, Pisa e Grosseto. Il racconto di Margherita Hack è “la memoria”, il canto di Ginevra Di Marco è “il motivo”, e nasce “il pensiero”, rappresentato in scena da un bambino. Ginevra canta canzoni come Amara terra mia e Malarazza di Domenico Modugno, Gracias a la vida di Violeta Parra, Montesole dei PGR.
"La storia del pensiero biologico" di Ernst Mayr è uno di quei libri che da trent'anni gli studiosi di biologia, di storia e di filosofia della scienza tengono nello scaffale più comodo, a portata di mano. Scritto nel momento in cui la cosiddetta "sintesi moderna" dell'evoluzionismo si era definitivamente affermata in campo scientifico, questo lavoro è stato il primo a raccontare la storia della biologia a partire da questa prospettiva. Fu proprio grazie allo zoologo Mayr, con un lavoro pubblicato nel 1942, che la selezione naturale darwiniana potè finalmente liberarsi dai residui essenzialisti e finalisti, e diventare la teoria scientificamente solida e universalmente accettata che oggi conosciamo. La rilettura dei lavori di Darwin operata da Mayr e da altri studiosi in chiave moderna e sperimentale si rivelò la chiave vincente, che permise di venire a capo del "problema dei problemi", ovvero la nascita e la moltiplicazione delle specie viventi e il loro adattamento all'ambiente. Questo percorso non è stato privo di ricadute culturali di ampio respiro, ben oltre i confini della biologia. Mayr più di ogni altro ha messo in luce il valore rivoluzionario della sintesi darwiniana moderna per la cultura novecentesca.
In occasione dei centocinquant'anni dell'Unità d'Italia Gennaro De Michele ci regala le storie degli scienziati italiani che con le loro idee hanno contribuito allo sviluppo dell'industria elettrica. Non solo Galvani, Volta, Galileo Ferraris, Marconi e Fermi, però; le pagine di "Centocinquant'anni elettrizzanti" ci parlano di alcuni "eroi dimenticati", brillanti ricercatori che con le loro scoperte hanno dato un contributo importante all'affermazione dell'elettricità come vettore energetico decisivo per l'umanità. La storia, come tutte le storie, ha un protagonista. Siamo alla fine degli anni Sessanta, al Caltech di Pasadena, in California. Qui Giovanni Manconi, allievo del fisico napoletano Gustavo Hermann, viene invitato a chiudere le lezioni di fisica di una delle leggende della scienza del Novecento, Richard Feynman, con una serie di interventi sul contributo italiano allo sviluppo della scienza mondiale.
Il racconto della storia d'Italia attraverso i brevetti depositati dai nostri concittadini presso il Patent Office degli Stati Uniti: una scelta originale da cui emerge il ritratto di una nazione vitale, industriosa e geniale, il quadro che nessun manuale di storia potrà mai restituire. Nei 150 brevetti presentati da Vittorio Marchis convivono premi Nobel, operai, capitani d'industria, ingegneri, soldati, campioni dello sport; trovano spazio la Programma 101 dell'Olivetti, un coltello da tavola a cinque lame, la pistola Beretta, un attrezzo da giardino per potatura, un "processo di produzione di sostanze radioattive" (titolare del brevetto, con altri, un certo Enrico Fermi...), una pompa da bicicletta installata direttamente tra i raggi delle ruote e tantissimi altri. Pagina dopo pagina prende forma il profilo sociale, industriale e culturale dell'Italia, profilo in cui la storia con la S maiuscola appare in controluce attraverso il genio degli uomini (conosciuti e meno conosciuti) che hanno contribuito a scriverla.
Che cosa ha prodotto la scienza italiana nei centocinquant'anni dell'Unità? Non è difficile rispondere. Bastano alcuni esempi, tra i tanti raccontati in questo libro, per dire quanto l'Italia abbia contribuito alla realizzazione di svolte scientifiche e culturali decisive a livello internazionale, nonostante gli ostacoli e le resistenze opposte da una politica spesso ottusa. Giovanni Virginio Schiaparelli; il rilevamento dei neuroni; Enrico Fermi; Rita Levi Montalcini, Salvador Luria e Renato Dulbecco; i neuroni specchio studiati all'Università di Parma; la decisiva presenza italiana nel progetto dell'LHC. I saggi contenuti in quest'opera vanno ben oltre le celebrazioni del passato e le lamentele sul presente; alimentano piuttosto le radici di una possibile modernizzazione del paese, in modo da riportare l'Italia nella cornice dell'innovazione e della crescita culturale.