Un tempo si tracciavano le migrazioni degli animali seguendo le loro tracce lasciate sulla Terra; oggi satelliti, droni, trappole fotografiche, reti cellulari, app e accelerometri ci permettono di guardare il mondo come non è mai stato fatto prima. Grazie a ricerche pioneristiche nel monitoraggio degli animali e nella raccolta dei dati, il geografo James Cheshire e le infografiche di Oliver Uberti raccontano le storie dei comportamenti degli animali selvatici. Conducendo il lettore lungo i viaggi percorsi in tutto il mondo da foche, squali, elefanti, calabroni, gufi, tartarughe e molti altri, «L'atlante della vita selvaggia» racconta come le capinere rilevano le tempeste in arrivo usando le vibrazioni sonore, perché le cicogne preferiscono le discariche al foraggio e segue i pitoni che corrono attraverso le Everglades, il lupo solitario che attraversa le Alpi e le megattere che visitano le montagne sottomarine. Un libro illustrato che utilizza la tecnologia, la scienza dei dati e la grafica per condurci a una comprensione più ampia dell'affascinante regno animale.
Un libro che vuole investigare il rapporto tra paziente e neuropsicologo. È un viaggio attraverso il labirinto a nido d'ape formato dalle stanze di un grande ospedale di Londra, dove ogni stanza contiene due persone, il paziente e il medico. La connessione tra i due è mai possibile, o meglio dove inizia il confine tra le due personalità? Prima di andare a vivere in una remota zona dell'India, A.K. Benjamin, pseudonimo del dottor Andrew Mitchell, ha esercitato come neuropsicologo per oltre dieci anni in un rinomato ospedale di Londra: questo è il suo libro di memorie, un percorso fratturato, triste, giocoso, brillante e conflittuale. Ma è anche il libro che vuole mettere in crisi il concetto stesso di autorità del medico.
Il racconto della scoperta, alla Royal Society di Londra, della lettera originale di Galileo all'allievo Benedetto Castelli su cui si basa la condanna del copernicanesimo da parte della Chiesa. La lettera, che si credeva perduta, rappresenta uno snodo nella nascita della cultura moderna: per la prima volta Galileo, nel difendere la teoria eliocentrica, rivendica la necessità di distinguere l'ambito della scienza da quello della Sacra Scrittura. Con la trascrizione del manoscritto, dove si possono vedere le correzioni apportate da Galileo alla lettera quando fu avvertito di essere stato denunciato alle autorità ecclesiastiche.
Uno degli aspetti meno conosciuti dell’ebraismo è la sua vocazione a ispirare all’umanità il senso del rispetto per la Creazione: diciassette secoli di persecuzioni, di roghi che bruciarono assieme ebrei, alchimisti e streghe, hanno spinto la cultura ebraica a rendere sempre meno visibile il suo profondo legame con la Natura. Tuttavia, se si sa dove cercare, ci si accorge che i testi sacri dell’ebraismo traboccano di rimandi agli animali, alla saggezza che rappresentano e al trattamento compassionevole e pieno di gratitudine cui hanno diritto. Scopriremo insieme all’autrice questo tesoro di nozioni e suggestioni, ma ci spingeremo anche oltre: grazie a una ricca aneddotica, osserveremo come sia possibile anche per noi leggere nelle relazioni quotidiane con i nostri animali una vasta gamma di insegnamenti, di messaggi e di intuizioni che ci apriranno gli occhi verso un sapere superiore.
Le neuroscienze stanno oggi offrendo nuove prospettive di ricerca in un campo fino ad ora ritenuto di competenza esclusiva delle religioni. Questo saggio affronta l’analisi dell’esperienza spirituale, vissuta e studiata in contesti diversi, in tono semplice e divulgativo, e spiega il funzionamento delle tecnologie e degli strumenti utilizzati nella ricerca. Nel rapporto tra spiritualità e strutture cerebrali, tra preghiera e neuroteologia, si aprono nuovi orizzonti di indagine scientifica in sintonia con le riflessioni del gesuita Teilhard de Chardin, che già nel primo Novecento immaginava una convergenza di religione e scienza.
Antico sogno dell'uomo, nel dopoguerra la conquista della Luna divenne un obiettivo di interesse strategico e propagandistico per ciascuno dei due blocchi di qua e di là dalla Cortina di ferro: ultimo gradino d'una scalata allo spazio poggiata sull'esperienza degli scienziati nazisti e motivata dalle nuove esigenze militari. Grazie al genio di Sergej Korolëv i sovietici vinsero tutte le tappe di un'eroica epopea, ma sul traguardo dovettero arrendersi alla sorte e alla maggiore potenza degli americani.
È tarda sera, la stanza è vuota. Fuori dalla porta sono allineate infinite palle da tennis numerate. Quando mancano 30 secondi alla mezzanotte, nella stanza vengono gettate le palline 1 e 2, ma la 1 è subito espulsa. Passano 15 secondi: entrano la 3 e la 4, ed è respinta la 2. Lo schema si ripete così senza sosta: via via che il tempo si dimezza, due palline rotolano dentro e una fuori. Quante ce ne saranno a mezzanotte? Infinite e nessuna, entrambe le risposte sembrano valide e da tempo autorevoli sostenitori si battono per dimostrare l'una o l'altra. È il famoso paradosso di John Littlewood, che nella sua semplicità dimostra la vastità della matematica: rigorosamente logica, frutto del pensiero più puro, ma anche acrobazia intellettuale aperta a tutti i ragionamenti e le contraddizioni. Haim Shapira, pensatore acuto con il gusto per le implicazioni filosofiche della matematica, ha raccolto i più stimolanti paradossi, equazioni, dimostrazioni e controdimostrazioni che ruotano intorno al concetto di infinito, da Pitagora a Hilbert, e li espone in questo libro con umorismo e leggerezza. Ponendosi un solo limite: utilizzare un linguaggio comprensibile a tutti e attenersi alle quattro operazioni di base. Dietro l'apparente semplicità, si nasconde una vera palestra per la mente, accessibile e stimolante, che dimostra al contempo la finitezza del nostro orizzonte e l'infinitezza del nostro sguardo.
La tecnologia è antica quanto la specie umana e ci ha profondamente plasmato, influenzando la nostra evoluzione, tanto che non riusciamo neppure a immaginare come potrebbe essere la nostra vita in un mondo non trasformato dall'uomo. Fin dalla preistoria, in ogni angolo del pianeta l'homo sapiens ha agito sull'ambiente circostante, realizzando strumenti sempre più raffinati. Soltanto in Occidente, però, questo processo ha intrecciato il proprio cammino con quello della scienza, generando un rivoluzionario ciclo di innovazioni che ha letteralmente proiettato il genere umano «oltre l'orizzonte». Cos'ha reso possibile questa rivoluzione tecnologica? Secondo gli autori, a rivestire un ruolo decisivo è l'incontro tra filosofia greca e razionalismo spirituale giudaico-cristiano, verificatosi per la prima volta nel Medioevo europeo. A dispetto dei luoghi comuni, infatti, è da lì che il progresso tecnologico ha iniziato ad accelerare fino alla velocità vertiginosa dei nostri giorni, senza peraltro smettere di suscitare riflessioni e discussioni riguardo alle possibili ricadute sulla nostra vita e su quella del pianeta. Questo libro, accessibile anche ai lettori non specialisti, si inserisce autorevolmente nel dibattito sul valore e l'importanza della tecnologia per lo sviluppo umano e sul futuro della nostra civiltà.
Chi era veramente Rita Levi-Montalcini? Una visionaria dotata di ferrea volontà per affrontare il presente sognando il futuro, oppure una tessitrice di rapporti che per sbarazzarsi dei condizionamenti ambientali era disposta a trascurare chiunque si frapponesse tra lei e suoi obiettivi? Per capirla occorreranno forse decenni. Rita nacque in un periodo senza telefoni, televisione, aerei, computer, sanità pubblica, voto alle donne, pensione. Morì quando tutto quanto citato era stato raggiunto. Ma lei in 103 anni di vita conquistò il Premio Nobel per la Medicina, divenne senatrice a vita, incontrò papi, presidenti degli Stati Uniti e della Repubblica Italiana, re, regine, capi di governo di mezzo mondo. Una scienziata tenace, ma pure una donna, capace di tenerezze ripetute come raccontano molti episodi di questo libro.
Il comportamento dell’uomo è il frutto di molte capacità e di molte emozioni, ma nelle condizioni del ritardo mentale queste appaiono ridotte, impoverite e distorte. Due voci autorevoli della neuropsichiatria infantile ci spiegano che cosa accade nella persona con ritardo mentale, mostrando come la mente possa essere ferita ma mai distrutta: è proprio questo che rende sempre possibile un intervento riabilitativo. Uno strumento prezioso per genitori, insegnanti, operatori, perché ogni essere umano può conquistare una maggiore autonomia, realizzando al meglio le proprie potenzialità nella vita affettiva, familiare e sociale.
E se i bambini più fragili fossero in realtà quelli destinati al futuro più radioso?
Essere genitori è il mestiere più difficile del mondo e talvolta il compito può risultare persino più arduo, perché non tutti i bambini sono forti, resistenti, capaci come i denti di leone di fiorire e adattarsi a ogni ambiente. Alcuni sono più fragili, e come orchidee hanno bisogno di maggiori cure e attenzioni per sbocciare in tutta la loro bellezza. Ma perché fanno più fatica? E perché alcune vite saranno poi ricche di soddisfazione e felicità, e altre invece piomberanno nella frustrazione? Oggi, grazie alle ricerche svolte da W. Thomas Boyce, sappiamo che i geni alla base di queste difficoltà possono rappresentare non più una debolezza da curare o con cui si è costretti a convivere, ma un reale vantaggio nelle opportune condizioni famigliari e ambientali. In un libro che fonde l’esperienza di scienziato con quella di padre e fratello, W. Thomas Boyce offre consigli pratici e ridà speranza a tutti coloro che nella vita affrontano i maggiori ostacoli, ricordando che la sensibilità non è una colpa e che può trasformarsi nella risorsa più potente.
Uno strumento unico e riccamente illustrato: la storia millenaria del giardino in occidente
Dalle lontane origini mesopotamiche alla rinnovata coscienza attuale della necessità di pensare il mondo come un giardino affidato alla responsabilità di tutti, si svolge l’avventura di pensiero e di vita sociale che questo libro presenta. Attraverso il giardino ellenistico e romano e poi quello medievale, il lettore è condotto all’innovazione del giardino rinascimentale italiano. Questo, pur continuando l’immagine medievale di hortus conclusus, costituisce una svolta quanto a disegno e tecnica di realizzazione e diviene un modello da imitare in tutta Europa. Spazio di rappresentanza e di loisir, è anche luogo di studio e di sperimentazione scientifica. Nella Francia d’ancien régime la dimensione del giardino come luogo di esercizio pratico e simbolico del potere viene sottolineata con la forza del rigore formale che Versailles, Fontainebleau, le Tuileries impongono a tutti i sovrani europei, dalla Prussia all’Italia. Ma tanto uso porta a vedere i limiti del formalismo alla francese: cadono i confini del giardino e oltre essi si inizia a vedere il paesaggio, una natura non più ostile e separata. È la grande stagione del paesaggismo, che inizia in Inghilterra per diffondersi altrove e impone una diversa riflessione sul rapporto tra artificiale e naturale, sugli elementi che compongono giardino e paesaggio, sul recupero dell’antico e l’introduzione di finto antico, sull’assunzione di apporti esotici e la costruzione di architetture apposite come padiglioni e belvedere. Le nuove forme di urbanesimo introdotte dall’Ottocento impongono però anche di ripensare la forma del giardino, vuoi come ridotta espansione verde delle abitazioni suburbane, vuoi come parco aperto a tutta la cittadinanza. Il volume segue poi il destino di questa ricchissima varietà di apporti nell’America tra Ottocento e primo Novecento, dove la diversa scala degli spazi selvaggi e delle urbanizzazioni impone soluzioni e collegamenti inediti, che si riflettono poi nell’esperienza europea del Novecento. Il percorso del libro si conclude nei nostri anni, quando va in frantumi la separazione tra giardino e paesaggio e il giardino penetra nella città in modi finora impensati, come la trasformazione di viadotti abbandonati in giardini pensili, la creazione spontanea di verde urbano in spazi di risulta e la trasformazione di pareti di grandi edifici urbani in muri vegetali. Oggetto di grandi sperimentazioni, il tema del giardino si presenta oggi in tutti i livelli e gli ambiti della vita sociale come riflessione e invenzione del modo di rapportarsi con la natura, teso tra la progettazione della comunità degli abitanti e l’autorappresentazione degli architetti paesaggisti e della comunità politica.