Nella mente di Pietro Bagnoli rimarrà impressa per sempre quella mattina del luglio 2009, quando un avviso di garanzia è caduto come un fulmine sulla sua vita, fatta di lunghe ore in sala operatoria, turni in reparto, studio dei tumori dell'addome. Quel foglio lo proietta in un mondo a lui estraneo, fatto di procedure astruse, perizie e interrogatori che tentano di tradurre nei termini della certezza giuridica uno sfortunato caso clinico e una tragedia umana: la morte di una ragazza operata di un brutto cancro allo stomaco. Un intervento difficile, in cui le complicazioni sono frequenti: la giovane non le ha superate, e per i famigliari la colpa è dei chirurghi. Ci vorranno quattro anni per arrivare all'assoluzione "perché il fatto non sussiste". Delle oltre trentamila cause intentate ogni anno in Italia, solo una piccola percentuale accerta una colpa effettiva del medico. Ma il fenomeno ha pesanti conseguenze: mentre i "camici" si tutelano dal rischio di denunce prescrivendo esami, farmaci e ricoveri inutili, i conti della sanità vanno in tilt e i "pigiami" rimangono ostaggio di liste d'attesa troppo lunghe, che ritardano le cure. Medici e istituti sanitari pagano alle assicurazioni premi sempre più alti, e intanto studi legali spregiudicati inseguono i pazienti allettandoli con promesse di risarcimenti milionari. In questo racconto l'autore ripercorre la sua vicenda processuale per mostrare i pericoli della medicina difensiva, un sistema distorto che danneggia tutti
Questo piccolo libro contiene la Lectio Magistralis tenuta dal prof. Antonino Zichichi nell'ambito della X Edizione Culturale "La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone: Ascoltare, Leggere, Crescere". Vengono messi in evidenza i valori della Scienza per ricordare come questi siano in comunione e in perfetta sintonia con i valori della Fede; quanto sia distante dalla Scienza la Cultura dei nostri giorni. Pone in un confronto logico l'Ateismo, la Scienza e la Fede ed affronta la differenza fondamentale che esiste tra la Scienza e la Tecnica.
Solo noi possediamo lo strano oggetto biologico chiamato "linguaggio". Noi e nessun'altra specie animale, compresi i primati non umani, visto che uno scimpanzé non sfiora neppure le capacità sintattiche di un bambino di tre anni. Il linguaggio è l'unicità più intrigante ed enigmatica in cui si sia mai imbattuto chi studia l'animale uomo, quella che ha avuto effetti incalcolabili sulla nostra vicenda. Da lungo tempo stuoli di scienziati delle più varie discipline e dei più diversi orientamenti sono alla ricerca delle sue origini; un'avventura intellettuale in cui si incrociano spade e si mettono in campo saperi sofisticati, sempre di nuovo riarmati in una tenzone senza fine. Un vero rovello soprattutto per l'evoluzionismo, alle prese con un "salto" che ne sfidava la tradizionale impostazione gradualistica. Oggi però molto è cambiato, perché negli ultimi venticinque anni abbiamo appreso sulle basi neurofisiologiche e genetiche del linguaggio più che nei secoli precedenti, mentre i biologi evoluzionisti sono approdati, con matematiche avanzate, a interpretazioni stocastiche del cambiamento evolutivo. Dall'analisi di queste risultanze ripartono Noam Chomsky, supremo teorico della grammatica universale innata, e il linguista computazionale Robert Berwick, tra i maggiori studiosi dell'apprendimento vocale negli uccelli canori. La loro tesi, insieme evoluzionistica e discontinuistica, è un punto di arrivo nel dibattito sull'argomento...
Tutto ciò che vive prima o poi è destinato a morire. È una delle poche certezze che abbiamo, probabilmente l'unica. Sappiamo anche che la durata della vita non è identica per tutti gli esseri viventi. Negli esseri umani la sua variabilità è altissima, nemmeno lontanamente comparabile con quanto accade negli altri animali, la cui aspettativa di vita pare avere maggiore uniformità. E quindi perché alcuni esseri viventi sono tanto più longevi di altri? Studiandoli, possiamo imparare qualcosa riguardo al nostro invecchiamento? Possiamo senz'altro, e molta strada è stata fatta di recente dalla scienza. Nella specie umana la vita si è allungata sensibilmente nell'ultimo secolo e l'evidenza ci dice che la durata della vita è mutevole e può essere alterata da diversi fattori come la dieta, i geni che ci sono toccati in sorte, il tipo di vita che conduciamo, tutti aspetti che vengono analizzati minuziosamente in questo libro. Possiamo imparare molte cose dalla scienza dell'invecchiamento, ed è questo che si propone di fare Jonathan Silvertown, spiegando in modo accessibile e coinvolgente i complessi meccanismi biologici che determinano la durata della vita di tutti gli esseri viventi.
Ogni anno centinaia di migliaia di uomini si sottopongono a dolorose biopsie per il cancro della prostata e moltissimi subiscono prostatectomie radicali, che spesso danno luogo a conseguenze devastanti come incontinenza, impotenza e trauma psicologico. Ma il fatto sconcertante è che la maggior parte di questi uomini non sarebbe mai morta per una forma tanto comune di cancro, che spesso cresce così lentamente da non fare danno. Come siamo arrivati a un tale eccesso di esami clinici e di interventi chirurgici inutili? Questa è la storia scioccante di come l'uso improprio di un test per il cancro della prostata abbia rovinato sistematicamente la vita di milioni di uomini, derubando il sistema sanitario di risorse preziose, scritta dallo scienziato padre della scoperta che ha portato allo sviluppo del test. Per la prima volta, medici e vittime denunciano i danni causati dal test e chiedono che si individui un marcatore davvero specifico per i cancri aggressivi. "Il grande inganno sulla prostata" pone domande provocatorie sulla natura del sistema sanitario e sulle terribili conseguenze umane che derivano dalla manipolazione della scienza per vantaggi personali ed economici.
Per gli antichi egizi le rane nascevano direttamente dal Nilo. La cosa era data per scontata e non creava scandalo alcuno. In effetti il "mistero" dell'origine della vita nel mondo antico non era poi così misterioso: i vermi nascevano dal terreno e gli insetti dai tronchi marcescenti, tanto che Aristotele dava per scontato che la vita provenisse spontaneamente dalla materia inanimata. Creare la vita dalla non-vita divenne un problema (anche teologico) solo in tempi relativamente recenti, dopo che Francesco Redi, nel XVII secolo, aveva dimostrato che ciò che è vivo deriva esclusivamente da ciò che è già vivo, negando risolutamente, e sperimentalmente, la generazione spontanea. Tutto deve nascere da un uovo, Omne vivum ex ovo. E allora com'è nata la vita all'inizio dei tempi? Nel corso dei secoli il tentativo di rispondere a questa domanda si è intrecciato con alcuni dei progressi scientifici più rivoluzionari, tra cui la scoperta del microscopio di van Leeuwenhoek, la teoria dell'evoluzione di Darwin, la ricostruzione della struttura del DNA da parte di Watson e Crick e la creazione dei primi composti organici in laboratorio ad opera di Stanley Miller. Oggi, in un'epoca di grande sviluppo dell'ingegneria genetica e delle esplorazioni spaziali, alcuni scienziati pensano di essere sul punto di poter creare la vita a partire da elementi non viventi.
Gli uomini sono figli dell'Era glaciale: solo quando il freddo intenso dell'ultima glaciazione cominciò a stemperarsi, oltre 10000 anni fa, apparve la coltivazione, e con questa l'urbanizzazione e l'inizio della storia. Può apparire paradossale, ma è stato il riscaldamento del clima a crearci. Nel corso di tutta la storia umana, d'altra parte, il clima non è certo rimasto stabile e i suoi effetti sulle culture sono stati enormi. Non si può prescindere dalle condizioni climatiche nello studio delle civiltà, dei popoli, delle guerre, delle migrazioni, delle carestie, delle religioni e persino dell'arte e della letteratura. Diventa sempre più chiaro che il clima della Terra è parte integrante e motore inconsapevole dello sviluppo storico, politico e culturale dell'uomo e Wolfgang Behringer lo dimostra per la prima volta in forma estesa, con chiarezza e abbondanza di esempi.
Il creato è un dono. Non è qualcosa che si compra. Ci precede e ci succederà. È un dono che deve essere condiviso. Come vogliamo lasciare questa terra? A che scopo lavoriamo, perché studiamo? Ci viene chiesto di guardare la realtà in modo organico, dal momento che tutto è in relazione. E la vita ci sfida a rispondere a due domande: perché la terra ha bisogno di noi? Dov'è tuo fratello? Sono questi gli interrogativi al centro della lettera enciclica Laudato si' sulla cura della casa comune con cui Papa Francesco si rivolge a tutte le persone che abitano il pianeta. Da tali questioni prende le mosse il volume curato da Claudio Giuliodori e Pierluigi Malavasi. Ai giovani, protagonisti del cambiamento, è dedicato questo libro, nel quale autorevoli studiosi si confrontano sui temi toccati dal documento pontificio. La radice umana della crisi ecologica chiama in causa la politica e l'economia, i percorsi educativi e la ricerca scientifica. I saggi qui riuniti, frutto di sensibilità disciplinari diverse, concentrano l'attenzione su quell'ecologia integrale che costituisce il cuore dell'enciclica. Ecologia integrale intesa come "una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia". Tutto è connesso: la responsabilità verso l'ambiente e l'inclusione sociale dei poveri, il rispetto delle culture umane e le linee d'azione per uno sviluppo equo e solidale. Ecologia integrale per puntare su nuovi stili di vita: alleanza, dialogo e pellegrinaggio per custodire la Terra Santa di Dio. Saggi di: Francesco Botturi, Roberto Zoboli, Pier Sandro Cocconcelli, Stefano Pareglio, Luigi Bruzzi, Enrique Toscano, Francisco Serrano, Cristina Birbes, Ilaria Beretta, Alessandra Vischi, Sara Bornatici, Caterina Calabria, Orietta Vacchelli
Albert Einstein (1879-1955) è il simbolo più imponente della scienza del Novecento nell'immaginario collettivo; ha formulato la teoria della relatività ristretta e generale, contribuito alla teoria dei quanti e gettato le basi della cosmologia contemporanea. Il volume "Cosmic Religion with Other Opinions and Aphorisms", qui tradotto per la prima volta in italiano - insieme a una conversazione sulla religione con Rabindranath Tagore (1861-1941) -, è dedicato a un aspetto meno conosciuto del pensiero di Einstein: la proposta di una religione cosmica. Religione cosmica significa reverenza per tutto l'universo e compassione per tutti gli esseri viventi, perché per Einstein Dio e universo coincidono. Una prospettiva affine a quella di Spinoza, al punto che Einstein scrive: "Noi seguaci di Spinoza vediamo il nostro Dio nell'ordine meraviglioso e nella pienezza della legge di tutto ciò che esiste e nella sua anima come si rivela negli esseri umani e animali".
Ogni giorno interagiamo con l'ambiente e ne utilizziamo le risorse. Ma ogni comportamento, ogni azione, lascia un segno, determina una modificazione che pone le basi di quello che accadrà. Nel presente scriviamo il futuro, e sono in tanti a sostenere che, data la nostra attuale condotta, siamo ormai prossimi a quel punto critico in cui lo squilibrio biologico e climatico del pianeta produrrà cambiamenti tali da compromettere radicalmente la vita e la coesistenza pacifica degli esseri umani sulla terra. Infatti, non si tratterà soltanto di eventi calamitosi circoscritti, ma di una catastrofe globale che determinerà spostamenti di intere comunità e guerre per il controllo delle risorse ancora disponibili. "Domani" è il racconto di un viaggio: un viaggio nel mondo di oggi, là dove esistono iniziative e progetti, ricercatori e gente di buona volontà al lavoro per modificare da subito il corso delle cose. Dall'Islanda a San Francisco, da Copenaghen all'isola della Riunione, Dion ha percorso il mondo per parlare a coloro che operano in modo creativo e innovativo nei settori più disparati - agricolo, energetico, economico, politico, architettonico e urbanistico e dell'istruzione. Il risultato è un mosaico di piccole grandi storie che hanno spesso per protagoniste persone comuni e che ci aiutano a comprendere i problemi e le sfide da affrontare, indicandoci la strada da seguire per cambiare il nostro domani.
Due passi in giardino, cesoie ajlà cintola. Qui un rametto da potare, là un pomodoro da legare. Sugo di more di gelso mature, velluto di pesche e albicocche, un profumo inebriante. Se l'umore del risveglio era nuvoloso, uscire di casa e immergersi in un corpo a corpo con la natura non può che aiutarci a uscire da noi stessi, da quel crampo mentale notturno che ci aveva lasciati intorpiditi, fiacchi svogliati depressi. Fuori, un mondo intero che ha bisogno delle nostre cure e dei nostri gesti ci attende: un terreno incolto in cui lanciare manciate di semi, un davanzale dove stanno allineati bei vasi di coccio, una siepe dove ospitare uccelli o un orto da cui farsi nutrire. "Lavorando in giardino" dice Pia Pera in queste pagine, "si rafforza in modo molto rasserenante la connessione tra azione e risultato. L'esatto contrario della depressione, quel misero stato in cui si ha l'impressione che nessuna nostra iniziativa approderà mai a qualcosa di bello". Un libro dove andare a passeggiare quando il buon umore ci volta le spalle, perché in giardino, luogo di operosa e nutriente bellezza, c'è spazio solo per la vita pura e semplice. "La virtù dell'orto," uscito per la prima volta nel 2010 con il titolo "Giardino & orto terapia", fa il suo ingresso ora nella collana Scrittori in una versione riveduta e aggiornata.
Alla metà degli anni Settanta, Stephen Hawking fece una serie di scoperte inquietanti, secondo cui i buchi neri potrebbero evaporare, o anche esplodere, e distruggere tutta l'informazione della materia caduta al loro interno. I fisici hanno impiegato i successivi quarant'anni a mettere ordine alle conseguenze di questo risultato, finora indimostrato. In queste due lezioni, Hawking ritorna sul tema chiave della sua ricerca per raccontarci qual è il punto della situazione, e cosa rimane da capire sullo spazio, sul tempo, sulla nostra parte nell'universo. "I buchi neri rappresentano una sfida al principio più fondamentale che riguarda la prevedibilità dell'universo e la certezza della storia", scrive. E ci coinvolge nell'ultima puntata di un'appassionata disputa scientifica, iniziata parecchi anni fa, tra la fisica classica della relatività generale e la fisica quantistica.