
Con l'avvento della Seconda Repubblica, si è avviata in Italia una smobilitazione ideologica che ha investito le fondamenta dell'identità nazionale, a cominciare dalla Resistenza. Si propone una sorta di nuovo patto fondativo basato sulla riconciliazione tra i nemici di ieri e sulla "condivisione" di storia e memoria. Una "equidistanza" tra brigate partigiane e brigate nere, tra anticomunismo e antifascismo. Luzzatto mette in discussione le premesse storiche, politiche ed etiche di questa logica, denunciando l'odierna diffusione della Vulgata post-fascista, che minimizza i crimini del Ventennio, e argomentando l'attualità dell'antifascismo quale antidoto alle derive populiste, plebiscitarie e razziste.
Un medioevo inaspettato dalle mille invenzioni: occhiali e bottoni, ma anche forchetta e spaghetti, note musicali e polvere da sparo. Un racconto affascinante, una storia documentata di sorridente ironia e di immagini colorate. Il narratore è Chiara Frugoni, uno dei maggiori medievisti italiani, che crea un dizionario ideale del Medioevo con lievità e humour rispondendo a tante curiosità implicite o esplicite poste dalle nostre esperienze quotidiane di oggetti, usanze e modi di dire.
«I saggi contenuti in questo volume sono il risultato dell'attività di ricerca e di riflessione di un medievista: essi toccano pertanto, per così dire, la "preistoria" di un concetto che è essenzialmente e squisitamente moderno, per quanto antica sia la parola che lo designa. Anzi, siamo convinti che si debba lavorare a fondo sulla coincidenza dei campi semantici di "Occidente" e di "Modernità", se davvero vogliamo comprendere a fondo quale sia stato il lungo e non certo univoco - e tanto meno casuale - iter che ha condotto e indotto molti, oggi, a ritenere che esista un "Occidente" come valore etico e culturale obiettivo e che dirsi "occidentali" sia cosa del tutto ovvia, naturale e irrefutabile.» (Dalla Postilla dell'autore)
Montezuma è entrato nella storia attraverso l'ottica dei vincitori. Questa biografia si basa invece su fonti indie, su quanto l'archeologia e l'antropologia hanno rivelato sulle antiche popolazioni del Messico e mostra la tragedia del crollo dell'impero vissuta dai vinti. Il racconto descrive il periodo che precede l'arrivo delle "case galleggianti" da cui sbarcarono stranieri vestiti di "pietra grigia" in sella a "daini senza corna". In questa parte è analizzata anche la formazione del sovrano come astrologo e guerriero, il suo ruolo nella creazione di un impero rapace e oppressivo. Una ricostruzione che permette di individuare il codice religioso attraverso cui il principe interpretava l'invasione. Con un saggio di Italo Calvino.
"Roma era diventata grande molto in fretta, con una rapidità che i Romani non si stancarono mai d'ammirare, e non senza motivo. Certo, riconoscevano che all'inizio Romolo non si era fatto troppi scrupoli, ma è giusto mettere in discussione un politico quando prepara qualcosa di così grande come Roma?" Pierre Grimal avvia così il racconto dell'incredibile fortuna della Città: dalla sua mitica fondazione alla decadenza dell'Impero, passando attraverso la vita del regno e le grandi ore della Repubblica.
Fate benefiche, visioni di fantasmi dell'aldilà, raduni di streghe nelle notti di luna piena, riti magici, folletti dell'abbondanza e della miseria: figure dell'immaginario e dell'inconscio collettivo indagate nel momento in cui presero forma. Il racconto curioso e ricco di fascino di quella cultura alternativa del sacro, condannata come superstiziosa dalla Chiesa e tuttavia sempre riemergente.