
La guerra più lunga è quella dei soldati italiani che, dopo l'8 settembre 1943, furono abbandonati in terra straniera ai soprusi e alle violenze di nemici vecchi e nuovi. Benanti, ufficiale medico in Albania presso il 130° reggimento fanteria della «Perugia», dopo l'armistizio si aggregò alle unità combattenti partigiane. Alla liberazione le autorità comuniste albanesi lo sottoposero al regime di internamento e dopo un processo di stampo staliniano fu condannato ai lavori forzati. Rientrò in Italia nel 1948 dopo anni di «agonie, fame, sete, violenze, brutalità, torture, via disumana, angosce interminabili. E partire, partire, partire sempre».
Il 9 settembre 1943 la corrazzata Roma, nave ammiraglia della Marina Militare italiana, venne affondata da aerei tedeschi mentre navigava nelle acque della Sardegna. Morirono 2 ammiragli, 86 ufficiali e 1.264 uomini d'equipaggio. L'autore di queste pagine, ufficiale della Roma, svela inquietanti retroscena politico-militari di quel tragico episodio. L'affondamento della Roma non fu solo un deliberato atto di vendetta dei tedeschi per il «tradimento italiano», ma la conseguenza di un piano per salvare la monarchia sabauda elaborato dallo Stato Maggiore della Marina e rimasto segreto per anni.
Un compendio storico molto semplice ed essenziale, che mette in evidenza l'impegno sociale dei cattolici, dall'inizio del cristianesimo fino ai nostri giorni.