I veicoli a guida autonoma possono contribuire a ridurre il numero di vittime della strada, ma sono già stati coinvolti in gravi incidenti stradali. Le armi autonome possono attaccare obiettivi militari legittimi senza richiedere l'approvazione di un operatore umano, ma potrebbero colpire dei civili estranei al conflitto. Quali decisioni e azioni che incidono sul benessere fisico e sui diritti delle persone possono essere affidate all'autonomia operativa di una macchina? Quali responsabilità devono rimanere in capo agli esseri umani? Che peso dare alle limitazioni che affliggono la nostra capacità di spiegare e prevedere il comportamento di robot che apprendono dall'esperienza e interagiscono con altri sistemi informatici e robotici? Questi gli interrogativi etici affrontati nel libro, insieme ai dilemmi morali e ai problemi di scelta collettiva che da essi scaturiscono.
La Settima lettera è l’unico testo in nostro possesso in cui Platone parla in prima persona, raccontando della propria formazione giovanile, della delusione verso la politica di Atene, la sua città, e del tentativo – grandioso ma fallimentare – di educare il giovane tiranno di Siracusa Dionisio II, nella speranza di convincerlo a mettere in atto un governo filosofico. La lettera è, prima di tutto, un testo problematico: Platone ne è davvero l’autore? A chi si rivolge e con quali scopi? La sezione filosofica del testo è coerente con il pensiero platonico? Questa nuova traduzione commentata, oltre a restituire la bellezza della lettera e la sua attenzione ai dettagli storici e filosofici, tenta di rispondere a tali domande, mostrando che ci sono ottime ragioni per affermare che il suo autore è proprio il grande filosofo ateniese. Se è così, abbiamo la fortuna di poter leggere il testamento umano e filosofico di Platone.
Negli ultimi anni si è affermata l'idea che per i bambini sia importante confrontarsi con il ragionamento filosofico e il pensiero critico. Meno frequente, invece, è la considerazione se e in quale misura questo incontro sia rilevante per la stessa filosofia. Il libro è una riflessione che mostra quanto sia prezioso, per la filosofia, parlare con i bambini. Quando fa il suo ingresso in una classe di scuola elementare, la filosofia si rimette in gioco, spogliandosi dell'apparato terminologico, specialistico e autoreferenziale che spesso la caratterizza tanto nei dibattiti accademici quanto nei manuali scolastici. Raccontandosi ai bambini e ascoltando le loro domande acute e spregiudicate, la filosofia torna a parlare il linguaggio delle idee da cui è nata e a contemplare la realtà con quello sguardo meravigliato che condivide con il mondo dell'infanzia.
Sulla base del presupposto unanimemente riconosciuto che la metafisica, quale che sia il suo valore, ha avuto una storia, il volume individua i momenti salienti di quest’ultima in alcuni grandi filosofie correnti di pensiero: Platone, Aristotele, il platonismo antico, la metafisica arabo-islamica, Tommaso d’Aquino, Duns Scoto, Suárez, Cartesio, Kant, Hegel, Rosmini, Heidegger, il neotomismo, la filosofia analitica. Ne risulta una storia equilibrata, ricca e coinvolgente, forse unica nel suo genere, di indubbio interesse per chiunque si occupi di filosofia.
Sono trascorsi settant'anni anni dalla proclamazione della "Dichiarazione universale dei diritti umani" eppure attorno a essi è ancora molto acceso un dibattito in cui più voci continuano a esprimere scetticismo e a metterne in dubbio l'esistenza. I diritti umani, infatti, non sono leggi, né sono stati pensati per doverlo diventare: talvolta hanno ispirato le norme giuridiche, ma la loro validità si estende al di là di esse. Inoltre, spesso non sembra chiaro a chi spettino i doveri implicati dai diritti umani né quale sia l'estensione di tali doveri, e anche questa forma di indeterminatezza ha suscitato accese critiche. Il volume prende avvio da un'analisi storico-filosofica della "Dichiarazione" e del modo in cui essa venne concepita e scritta, analizzando le radici profondamente morali dei diritti umani stessi. Nel seguito si afferma l'esistenza dei diritti umani come nonne in primo luogo morali, e se ne mostra l'efficacia; si indagano i doveri da essi generati per determinare a chi spettino e con quali limiti. Infine, passando dalla teoria alla prassi, si analizza il caso delle migrazioni, un fenomeno di portata globale che riguarda la protezione dei diritti umani di chi è costretto ad abbandonare il proprio paese di origine alla ricerca di quella ospitalità che con sempre crescente fatica viene concessa dagli altri Stati.
In che modo le tecnologie dell'informazione e della comunicazione stanno cambiando la nostra vita? Come possiamo interagire correttamente con i dispositivi che utilizziamo sempre di più? Come possiamo abitare in modo sano i mondi virtuali a cui tali dispositivi danno accesso? Per rispondere a queste domande, il libro approfondisce anzitutto i concetti di fondo che ci permettono di capire le varie tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Discute poi, in prospettiva deontologica ed etica, i problemi legati all'uso dei dispositivi più diffusi: i computer, gli smartphone, i sistemi automatizzati di comunicazione. Esplora infine gli ambienti virtuali a cui le tecnologie dell'informazione e della comunicazione danno accesso, con particolare riferimento a Internet. In sintesi, offre una bussola etica per navigare nel gran mare delle tecnologie comunicative, e per non annegarvi.
Le cosiddette “etiche applicate” riflettono sulle condizioni in cui ci troviamo a vivere in un’epoca dominata dalle tecnologie. Pensiamo alla bioetica, all’etica economica, all’etica ambientale, all’etica della comunicazione, ma anche all’etica dello sport e a quella della cura medica, all’etica del cibo e alla questione dei rifiuti, al tema dei migranti e alla responsabilità per le future generazioni. Il libro affronta questi temi offrendo per ciascuno di essi una trattazione chiara e approfondita.
ll volume è la prima trattazione in lingua italiana, introduttiva ma il più possibile completa e aggiornata, dell’Etica delle virtù (Virtue Ethics), una corrente dell’etica contemporanea ancora poco conosciuta e coltivata nell’Europa continentale, che pone al suo centro proprio la nozione di virtù. Nonostante questo termine non sia oggi particolarmente usato e apprezzato sul piano del linguaggio comune, l’interesse che esso ha suscitato da qualche decennio permette di presentare la Virtue Ethics come un vero e proprio filone dell’etica contemporanea con radici classiche, che si distingue da quelli deontologico e utilitarista-consequenzialista. Dopo un excursus sui principali autori riconducibili alla Virtue Ethics, il libro ne prende in esame i più rilevanti e dibattuti snodi concettuali da una prospettiva tematica o problematica, ed evidenzia i nessi tra le virtù e altre dimensioni dell’agire umano. Segue, infine, un’ampia e aggiornata bibliografia.
Se pensiamo alla caduta di Adamo ed Eva ci vengono subito alla mente i grandi affreschi sul peccato originale e sulla cacciata dall’Eden e non possiamo non considerare quella storia nei termini del mito, o della favola. C’è però molto altro, perché la caduta dei progenitori è stata concepita per molti secoli, e fin dentro la modernità, come il preambolo per comprendere la natura umana, da quel momento preda di passioni antisociali. Che cosa sarebbe successo alla nostra convivenza se Adamo ed Eva non fossero caduti, se fossero rimasti nello stato di innocenza? È questa la sorprendente domanda controfattuale che filosofi, teologi, intellettuali si sono posti non per immaginare un mondo perduto, ma per poter meglio capire il nostro. Dal rigore di Agostino alle narrazioni storiche di Tolomeo da Lucca, dal sempre innovatore Tommaso d’Aquino al francescano Ockham, da Wyclif a Suárez e a molti altri, in un conflitto continuo e creativo di idee, di teorie, di immagini, di posizioni irriducibili e di aperture sempre nuove, lo stato d’innocenza è il luogo paradossale per pensare l’ambiguità della convivenza, l’ambivalenza della politica, il perimetro della natura umana. Tutt’altro che semplice favola, stato d’innocenza è uno dei nomi della realtà.
“Eretici!” ripercorre l’avvincente storia di alcuni grandi pensatori del Seicento che sfidarono l’autorità - talvolta rischiando la scomunica, la prigione e persino la morte - per gettare le basi della filosofia e della scienza moderne.
Il volume presenta per la prima volta lo scambio epistolare che Hannah Arendt e Gtinther Anders ebbero tra il 1989 e il 1975» insieme ad alcuni testi che i due pensatori redassero insieme o in cui trattarono tematiche comuni. Sia le lettere sia i testi fanno emergere la relazione personale e intellettuale dell'ex coppia di sposi e gettano una luce su alcuni illustri contemporanei come Walter Benjamin, Theodor W. Adorno e Martin Heidegger. Il libro è anche una preziosa testimonianza del processo di espulsione, fuga ed emigrazione degli intellettuali ebrei dalla Germania nazista.
Averroè di Cordova è un campione della filosofìa islamica prima che un vertice del pensiero europeo. Eppure ha ricevuto perlopiù letture unilateralmente eurocentriche. Il volume restituisce al suo cromatismo originario la fisionomia dell'intellettuale musulmano. L'esposizione chiara e documentata del pensiero, aggiornata alle nuove frontiere della ricerca, mette in luce il debito verso la cultura andalusa e il duplice ruolo di testimonianza e di stimolo per un Islam aperto e civilizzatore nel cuore stesso dell'Occidente.