È l’ora dell’Apocalisse.
Mai come oggi il mondo si è trovato nel pericolo di una guerra che minaccia l’umanità intera: con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia si è scatenata una guerra assurda, senza neppure ragioni o motivi giustificabili, e si è arrivati a temere una guerra mondiale e nucleare. In pochi giorni un’intera nazione è stata distrutta e milioni di profughi hanno invaso l’Europa.
“La terza guerra mondiale è già in corso, a pezzi”, ha ripetuto Papa Francesco: 30 guerre “dimenticate” si svolgono nel mondo. I blocchi orientali e occidentali anziché scomparire divengono sempre più minacciosi.
Il Mediterraneo è divenuto un grande cimitero: migliaia di profughi sono stati inghiottiti dal mare. Nel mondo dell’illuminismo, dell’umanesimo, del dialogo e della fraternità i nazionalismi e i fanatismi pullulano come non mai.
Il covid ha messo in ginocchio le certezze di una medicina all’avanguardia capace di affrontare ogni pandemia e l’umanità deve ricorrere alle mascherine e ai lockdown.
Già il profeta Osea aveva levato il grido: “Il mio popolo è duro a convertirsi, chiamato a guardare in alto, nessuno sa alzare lo sguardo”. E Gesù parlando di questi eventi invitava: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo perché la vostra liberazione è vicina”.
L’Apocalisse denuncia la Babilonia che ha estromesso Dio per costruire la città dell’uomo, e chiama al ritorno, al ravvedimento, alla conversione. È una parola attuale, che si realizza oggi.
Vito VACCA, Dopo un’esperienza di insegnamento nelle scuole salesiane della Palestina e poi di assistente cappellano dei diversi gruppi linguistici che lavoravano nei campi di petrolio dell’Iran, egli rientra nella diocesi di Roma e collabora con la parrocchia di S. Ireneo a Centocelle dedicandosi nello stesso tempo all’evangelizzazione con un’equipe del Cammino Neocatecumenale in Medio Oriente e in Uganda. Gli viene poi chiesto dal cardinale Ruini di Roma di dirigere la parrocchia di S. Andrea Corsini dal 1998 al 2008. A 65 anni, dietro richiesta del Patriarca Latino di Gerusalemme, viene inviato di nuovo in missione “fidei donum”, e fu parroco dei cristiani di Genin in Palestina, e del villaggio cristiano di Smakieh in Giordania. Dando la sua disponibilità dovunque ci fosse bisogno, si reca in Qatar dietro richiesta di Mons. Camillo Ballin, come responsabile diretto delle comunità italiana e francese, di quella araba latina, e in aiuto alla comunità maronita e alle celebrazioni in lingua inglese.
Durante tutti questi anni ha fatto conoscere l’importanza dei cristiani della terra di Gesù e ha portato centinaia di fedeli a visitare le piccole comunità cristiane della sua missione. I numerosi pellegrinaggi tendono a far scoprire il senso della vita intesa come pellegrinaggio alla Gerusalemme celeste e ad approfondire da un lato i vangeli visitando i luoghi santi sulle orme di Gesù, dall’altro il Vecchio Testamento camminando sui passi dell’Esodo e infine gli Atti e l’Apocalisse visitando le prime comunità evangelizzate in Asia Minore.
Una raccolta di racconti ebraici sulle meraviglie che Dio ha operato in favore del suo popolo Israele. Presentazione di Adolfo L'Arco. ...I midrashim raccontano le meraviglie che Dio ha operato in favore del suo popolo Israele. Naturalmente il racconto segue il testo sacro pero lo amplia, arricchendolo di sapienti osservazioni e illustrandolo con similitudini, paragoni e parabole. Le verita della Sacra Scrittura vengono cosi comunicate nella forma piu semplice e piu gradita soprattutto ai fanciulli. Questa antologia ha un immenso valore pedagogico, percio la raccomandiamo caldamente a genitori e maestri.
R. Berekiah disse in nome di R. Levi: Il futuro redentore sarà come il primo redentore (Mosè). Il primo redentore si rivelò, ritornò e fu nascosto ad essi. Per quanto tempo rimase nascosto? Per tre mesi, come è scritto: «…quando incontrarono Mosè e Aronne che stavano ad aspettarli» (Es 5,20). Allo stesso modo, il futuro (ultimo) redentore sarà rivelato a loro, e quindi sarà nascosto da loro. E per quanto tempo sarà nascosto? R. Tanhuma, in nome dei nostri maestri, disse: Quarantacinque giorni, come è scritto: «Ora, dal tempo in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l’abominio devastante, passeranno milleduecentonovanta giorni. Beato chi aspetterà con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni» (Dn 12,11-12). Cosa sono questi giorni in più? R. Yishaq b. Kesarta disse a nome di R. Yonah: Questi sono i quarantacinque giorni durante i quali Israele raschierà il muschio e lo mangerà, come è scritto: «…raccogliendo erbe amare accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo» (Gb 30,4). Dove li condurrà? Dalla terra di Israele al deserto di Giuda, come è scritto: «Ti farò ancora abitare sotto le tende, come ai giorni dell’incontro nel deserto» (Os 12,10). Chi crede in lui vivrà, ma chi non crede in lui andrà alle nazioni del mondo (pagane) ed esse lo metteranno a morte.
R. Meir diceva: «Chi si occupa dello studio della Legge per se stessa, consegue molte cose; non solo: è degno del mondo intero. È chiamato amico e amato; egli ama Dio, ama le creature, rallegra Dio, piace ai suoi simili. La Legge lo riempie di umiltà e di timor di Dio, lo rende capace di essere giusto, pio, onesto, fedele; lo allontana dal peccato e lo avvicina alle buone azioni. Chi si occupa della Legge ne ha consiglio, sapienza, senno e fermezza, come è scritto: “Mio è il consiglio e il buon senso, mia è l’intelligenza e la forza”. Essa gli dona la regalità, il dominio e la profondità nel giudizio; a lui si rivelano i segreti della Legge. È simile a una fonte che s’ingrossa e a un fiume che non si esaurisce. Egli diviene umile, longanime e perdona le offese. Essa lo ingrandisce e lo eleva su tutte le opere».
Ebrei e Cristiani sono alla ricerca della Sapienza. Pirqê Abot non è un trattato teologico nel senso stretto del termine. Abbiamo detto che si occupa principalmente di massime etiche, anche se è bene ricordare che nessuna distinzione netta tra teologia ed etica era possibile alla mente rabbinica. La Torah, nel suo senso più ampio di «insegnamento divino», è il principale concetto teologico in Abot.
Quest’opera sottolinea il silenzio delle Scritture su Giuseppe. Uomo giusto icona del Padre. Il giusto crescerà come palma, afferma il Samo 92,13. Come la palma proietta fino in lontananza la sua ombra, così il giusto deve attendere a lungo prima di ricevere la sua ricompensa. Il Salmo 65,2 –nella versione ebraica– afferma che il silenzio è una lode a Dio. San Giuseppe meditava questi salmi, egli comprese subito che non bastava recitarli ma che bisognava viverli, assimilarli, poiché la parola di Dio è simile alla manna che ogni giorno ci sazia (cfr. Sap 16,26).
dalla Presentazione
L'uomo contemporaneo non è più un "uomo religioso" come nei secoli passati è un "uomo relazionale": trae la propria identità dalle relazioni che intrattiene. Ma purtroppo le relazioni che intrattiene (col corpo, con se stesso, con gli altri, con le cose) sono spesso fragili e frantumate, perché si è spezzata la relazione più importante, che sostiene tutte le altre, quella con Dio. Per questo ha bisogno di vedere relazioni guarite, buone, perché è lì che intravede una salvezza per sé, è lì che può intravedere Dio. "Fratelli, sorelle, ritorniamo alle pure sorgenti d'amore del Concilio. Ritroviamo la passione del Concilio e rinnoviamo la passione per il Concilio! Immersi nel mistero della Chiesa madre e sposa, diciamo anche noi, con S. Giovanni XXIII: Gaudet Mater Ecclesia!". (Papa Francesco, 11 Ottobre 2022).
Il libro che il lettore si accinge a sfogliare è un commento al Salmo 119 secondo il testo ebraico. Pagina per pagina saranno riportati versetti e parole in ebraico che non devono né spaventare né demotivare il lettore. Delle parole e delle frasi ebraiche utilizzate nel commento si dà la traslitterazione per indicarne la lettura e la traduzione. In tal modo, il riferimento continuo al testo ebraico darà ragione delle interpretazioni proposte che, nella maggior parte dei casi, fanno riferimento, esplicito o implicito, alla tradizione ebraica.
Per rendere più agevole la lettura delle parole ebraiche ho utilizzato una traslitterazione semplificata che permette di accedere all’ebraico senza perdersi nei dettagli che, invece, sono richiesti da una traslitterazione scientifica.
Gianpaolo ANDERLINI, si dedica da oltre quarant’anni a studi sull’ebraismo (Bibbia, lingua ebraica, Midrash, Talmud) e in particolare ha focalizzato il suo interesse sull’interpretazione ebraica dei Salmi. È redattore della rivista QOL che si occupa del dialogo ebraico-cristiano. Ha pubblicato articoli e contributi su QOL, Bibbia e Oriente, Rivista Biblica Italiana, Orientamenti, Parola Spirito e Vita, Confronti e in diverse opere collettive. Ha seguito e coordinato le attività della scuola di lingua e cultura ebraica di Salvarano (RE) e da nove anni è docente nel Corso di ebraico biblico che si tiene a Carpi (MO). Ha pubblicato diversi libri sulla Bibbia ebraica e sull’ebraismo: Mosè, EMI, Bologna, 2009; Parole di vita, Giuntina, Firenze, 2009; Ebraismo, EMI, Bologna, 2012; I quindici gradini. Un commento ai Salmi 120-134, Giuntina, Firenze, 2012; I calici della memoria. Il vino nella tradizione ebraica, Wingsbert House, Correggio, 2013; Tu mi hai rapito il cuore. Eros amore e sessualità nella Bibbia ebraica, Wingsbert House, Correggio, 2014; Giainisti Sikh, EMI, Bologna, 2015; Per favore non portateli ad Auschwitz, Wingsbert House, Correggio, 2015; Il cibo nella Bibbia e nella tradizione ebraica, Wingsbert House, Correggio, 2015; Qabbalàt Shabbat. Meditazione sui salmi del sabato, Aliberti, Reggio Emilia, 2017; Niente di nuovo sotto il sole, Mimesis, Milano, 2019; Perché Dio non ci ascolta?, Qiqajon, Magnano (BI), 2020; Angelo Fortunato Formìggini. Uno dei meno noiosi uomini del suo tempo, Aliberti, Reggio Emilia 2021; Devarìm ’acherìm (Parole altre), Fara, Rimini 2022; Io sono tuo salvami! Commento al Salmo 119, Chirico, Napoli 2022.
I Maestri del Talmud hanno sempre ricordato, sebbene sia caduto sovente nell’oblio, che il popolo ebraico non è il popolo del Libro ma il popolo che interpreta il Libro. E qui si evidenzia un dato importantissimo per ogni lettore delle Scritture: la parola di Dio va sempre interpretata. Di più, la Commissione Vaticana, nel documento sull’Interpretazione delle Scritture, ha ribadito significativamente che la lettura fondamentalista della Bibbia altro non è che un suicidio della ragione.
Ha scritto Serge Viderman: «Sappia il lettore che egli non è lo spettatore affascinato o tediato di una storia fatta altrove e con la quale non ha nulla da spartire. Sapendo che il testo gli parla di lui e della sua storia, gli apparirà immediatamente la pluralità dei significati possibili. Il lettore apprenderà che il testo gli reca, in un linguaggio cifrato che non potrà che essere decifrato da lui, il soffio notturno della sua vita più lontana, sepolta, indicibile»…
Quando ci si accosta alla parola di Dio e la si lascia risuonare in tutta la sua bellezza e forza si è anzitutto sorpresi per la sua attualità, per gli orizzonti che dischiude, per la prossimità di Dio a cui ci introduce.
Sandro CAROTTA (1962), monaco benedettino presso l’Abbazia di Praglia (PD) collabora con alcune riviste di spiritualità e presta il servizio della Parola a quanti frequentano il Monastero. Ha pubblicato: Il silenzio. Voci e volti nella Bibbia (2019); Il libro dell’Amore. Leggere il Cantico dei Cantici (2020); Il Qoelet. Attualità e provocazione (2021).
Disma, il Buon Ladrone, salendo in croce pensava di ricevere la morte, ebbe in dono la Vita Eterna. Il volumetto prende come esempio Disma e, attraverso alcune meditazioni, guida il lettore dalla Via Dolorosa alla Via Luminosa. La strada che Lucia Visconti Cicchino percorre in questo piccolo ma prezioso libro, e quella che ogni cristiano deve percorrere per scoprire la forza redentrice della Croce. Non e una strada facile, per questo bisogna essere grati a chi, avendone gia fatto esperienza ci fornisce le coordinate per affrontare il viaggio.
Con questo libro si prova a illustrare due simboli cristologici importanti, che ci chiariscono il senso di tanti altri simboli e usanze nella nostra vita cristiana e liturgica. Il primo simbolo è il «vestirsi di Cristo», mentre il secondo è il considerare «Cristo come sposo». Ambedue i simboli hanno radici bibliche e sono stati sviluppati dai padri della Chiesa in maniera interessante, dando sempre al simbolo una dimensione ontologica ed escatologica.
Per la Chiesa, il Cantico è stato un testo importantissimo per i misteri dell’iniziazione cristiana: Battesimo ed Eucaristia. Ciò diviene più chiaro se si considera che il Cantico nella tradizione liturgica giudaica era letto durante il tempo di Pasqua. La Chiesa primitiva battezzava i catecumeni durante la Veglia Pasquale i quali, dopo il Battesimo, ricevevano per la prima volta l’Eucaristia. La Chiesa utilizzava il Cantico durante il tempo di Pasqua, continuando così la prassi giudaica.
Solo tenendo presente questo fatto si può capire perché, per esempio, Didimo il Cieco scrive dicendo che «nella piscina battesimale, Colui che ha creato la nostra anima, la prende per sposa», o perché Cirillo di Gerusalemme dice che «Cristo ha donato ai figli della camera nuziale la gioia del suo Corpo e del suo Sangue».
Non ci dovrebbe sorprendere allora considerare la Chiesa il nuovo paradiso, il nuovo luogo dell’alleanza con Dio, o anche la stanza nuziale dove lo sposo si unisce alla sua sposa.
Il regalo più grande che si possa fare a un bambino è la certezza di essere amato. Chi regalerà questo libro a un bimbo, dunque, gli darà una cosa molto grande: la notizia che il babbo di Gesù, quindi sicuramente il babbo più forte e bravo e potente di tutti, scelto proprio da Dio in persona, può essere padre anche nostro, intercedere – cioé chiedere per noi e con noi – per le cose che ci servono. Questo libretto lo spiega proprio bene, con un linguaggio da bambini, ma che non può non commuovere anche il cuore di un adulto.