Nell'epoca del cambiamento della mentalità e dei costumi sessuali destano speciale attenzione le unioni omosessuali, sia per la loro visibilità pubblica, a fronte di una lunga storia di clandestinità, sia per le opposte reazioni che suscitano, di pieno riconoscimento, anche giuridico, o di avversione omofoba, anche violenta.
Il vaglio dell'amore omosessuale nell'ottica della morale cristiana implica i seguenti interrogativi: l'amore omosessuale può essere amore interpersonale? Può essere di qualità cristiana? Può essere un'altra espressione dell'amore cristiano rispetto all'amore eterosessuale? In che misura? Insomma, l'amore omosessuale è cristianamente possibile?
Il discernimento teologico-morale proposto in questo libro affronta queste domande mirando a un'interpretazione e valutazione cristiana dell'amore tra due persone omosessuali.
Il volume, dedicato alla morale fondamentale e generale, è il primo di quattro destinati a fornire un quadro globale della teologia morale. Il titolo dell'intera opera, In novità di vita, esprime bene l'orizzonte entro il quale la riflessione si colloca: si tratta dell'annuncio del messaggio morale evangelico, insieme radicale e liberante, destinato a tutti gli uomini di buona volontà. Parola di Dio ed esperienza umana, come suggerisce il Concilio Vaticano II, sono i due pilastri attorno ai quali ruota l'esposizione della dottrina. Alla prima parte, caratterizzata dalla preoccupazione di fornire i fondamenti - dal messaggio biblico all'excursus storico, fino alle prospettive teologiche e metodologiche -, si affianca la seconda, che illustra in modo sistematico le categorie che formano l'impianto strutturale dell'etica cristiana: persona e agire morale, coscienza e norma, peccato, conversione e vita virtuosa. Un testo completo, destinato non solo agli addetti ai lavori (gli allievi delle facoltà teologiche e degli istituti di scienze religiose), ma anche a quanti sono interessati alla problematica etico-teologica.
L'autore, ripercorrendo la formazione e lo sviluppo dell'etica sessuale cattolica a partire dall'insegnamento dell'apostolo Paolo fino al nostro tempo, mette in luce come la fedeltà a tale insegnamento può assumere oggi modalità diverse da quelle indicate materialmente da Paolo, sempre tuttavia in obbedienza allo stesso principio di realtà che guidava l'apostolo. In modo particolare si può oggi affermare che la moralità dell'agire sessuale non è in radice stabilita dalla configurazione giuridica della relazione tra le persone ma dalla forma esistenziale di tale relazione prima e indipendentemente dalla configurazione giuridica.
Sembra antiquato parlare di senso di colpa oggi, in un contesto culturale come quello occidentale sempre più centrato sull'individualismo, che ha relegato l'esperienza della colpevolezza a una dimensione soggettiva, considerandola, non poche volte, un nocivo fardello emotivo di cui sbarazzarsi. Da qui la necessità di ritornare su questo delicato tema proponendo una riflessione cristiana che, partendo dall’esperienza antropologica e psicologica della colpa, approdi a quella teologico-morale, in cui sentimento di colpevolezza, coscienza di peccato e perdono risanante di Dio Padre buono risultano momenti inscindibili nel cammino di conversione.
«Giannino Piana testimonia in modo trasparente la bellezza della ricerca, la gioia del credere, l'attrattiva della verità, l'amore per l'essere umano. Se vogliamo uscire dalla soglia della teologia, divenendo partecipi della sensibilità di tante persone in ricerca, potremmo forse applicare a lui un asserto della Critica della ragion pratica di Kant: "L'etica non è esattamente la dottrina che ci insegna come essere felici, ma ci insegna come possiamo fare per renderci degni della felicità"» (dalla Postfazione di Gianfranco Ravasi).
Le neuroscienze stanno rivoluzionando il nostro modo di guardare al mistero dell’uomo, presentandolo come nient’altro che un groviglio inestricabile di impulsi e sensazioni, mosso per lo più inconsciamente da una serie di processi a livello cellulare e molecolare. Cos’ha da dire la teologia a riguardo? Il libro di Andrea Pizzichini tenta di rispondere a questa domanda attraverso un percorso di indagine che rilegge l’oggettività scientifica dalle sue basi e la integra nella riflessione teologica, andando oltre il semplice dialogo tra “metodo empirico” e “metodo ermeneutico”. In questo modo, anche le neuroscienze possono essere collocate «entro lo spazio di Luce e di Vita offerto dalla Sapienza che promana dalla Rivelazione di Dio» (Francesco, Veritatis gaudium).
Informazioni sull'autore
Andrea Pizzichini (1984), presbitero dal 2017, dopo gli studi universitari in Ingegneria ha conseguito la Licenza e il Dottorato in Teologia morale all’Accademia Alfonsiana, dove è attualmente docente, occupandosi principalmente del rapporto tra antropologia teologica e visione scientifica del mondo.
Lungo il fiume della vita, dove ogni coppia si esprime e si realizza, particolare attenzione riveste nel counseling l'esperienza sessuale, intesa come danza dei cuori. Operando sempre nella sua inscindibile totalità di conoscenze, abilità e convinzioni etiche, il counselor che sa armonizzare la competenza sessuologica e la prospettiva etica, più precisamente sul terreno comune e armonioso costituito dalla positiva visione cristiana della sessualità e dalla Gestalt Therapy, offrirà un aiuto decisivo per riportare la perla preziosa della sessualità alla sua luce naturale, per farla nuovamente brillare della sua lucente bellezza.
Tutto l'agire morale del cristiano, nel suo fondamentale rapporto con Dio, vive della relazione fra il dono di grazia e la libera risposta, animata dall'amore. L'impegno di amare Dio, e di celebrare il culto cristiano, nasce dal dono di essere in Cristo, che dona la vita di fede, speranza e carità, le sole cose che rimangono. Questo libro vuole illuminare e accompagnare uno sguardo di stupore e responsabilità sul vissuto teologale del cristiano. La vocazione in Cristo si manifesta in una vita teologale animata dalla grazia dell'amore e dall'impegno della carità, un dialogo reso possibile dalla preghiera e dai sacramenti della fede. La riflessione si presenta come teologia ed etica della vita in Cristo, che il cristiano vive e celebra nella sua bellezza creaturale e filiale.
«La questione dell'importanza della fede e della rivelazione per la moralità, della specificità di un'etica cristiana, non ha avuto un ruolo importante nella storia e non ha causato polemiche come nel secolo scorso quando l'enciclica Humanae Vitae divenne un catalizzatore per una discussione sulla competenza del Magistero. Il contributo di Pietro Cognato riprende i tratti fondamentali del problema alla luce anche della presa di posizione di due autori che non sempre sono stati considerati in questa discussione, vale a dire Anselmo d'Aosta e Abelardo. Mentre quest'ultimo è meglio noto per la sua chiara etica degli atteggiamenti (gesinnungsethische Position), Anselmo è probabilmente un autore meno considerato tra i teologi morali. Il libro di Pietro Cognato, per alcuni aspetti, colma una lacuna e, per altri, può aiutare a chiarire e rendere il dibattito sull'autonomia più obiettivo e sereno» (dalla Prefazione di W. Wolbert).
Il nostro essere immersi in un mondo sempre più tecnologicizzato porta a non chiederci più come funziona una certa tecnologia ma a darla per scontata, impedendoci di renderci conto dell’impatto che essa ha nella nostra vita. Ciò vale per tutti gli artefatti tecnologici e in particolare per gli algoritmi informatici: essi prendono sempre più decisioni: per l’uomo, sull’uomo e con ma a questo impatto non corrisponde una solida riflessione teologica anche se gli algoritmi cambiano la comprensione che [’uomo ha di se stesso e influenzano le scelte che egli compie.
Obiettivo di questo lavoro è quello di accogliere l’invito di Papa Francesco ai teologi e agli ingegneri informatici di «impegnarsi in uno sviluppo etico degli algoritmi, di farsi promotori di un nuovo campo dell’etica per il nostro tempo: I’"algor-etica’».
«Lo sforzo che appare nel lavoro presentato consente non solo di confrontarsi con la pluralità delle posizioni filosofiche in materia di soggettività morale degli algoritmi ma anche di intravedere una possibile mediazione per la teologia morale che consenta una valutazione specifica e una pista di riflessione propria per la disciplina» (dalla Prefazione di Paolo Benanti).
Alessandro Picchiarelli (Perugia 1983), sacerdote diocesano della Diocesi di Assisi — Nocera Umbra — Gualdo Tadino, ha studiato ingegneria informatica e delle telecomunicazioni(Universita degli studi di Perugia) e teologia (Istituto Teologico di Assisi e Pontificia Università Gregoriana, Roma). Svolge la sua attività di docente presso la scuola interdiocesana di Teologia di Foligno e ha tenuto un corso sull’etica della tecnologia presso I’ Istituto Teologico e di Scienze Religiose di Assisi. Collabora con I’Istituto Affari Internazionali di Roma. Vincitore del premio Vedovato 2021.
In questo volumetto si chiede alla teologia di continuare ad essere maestra di distinzione e si fornisce un quadro teorico ed ecclesiale che possa giustificare, teologicamente e pastoralmente, la possibilità di benedire tutte le coppie, anche quelle omoaffettive. Una buona reazione alle difficoltà che la Chiesa sperimenta di fronte alla realtà consiste nell'offrire, come teologi, una parola di comprensione e di maggiore ampiezza, da intendersi come "servizio alla tradizione", ad una tradizione che non diventa una "pietra da gettare", ma una parola da comprendere e da tradurre, in una lingua e in una cultura nuova.
Il complesso tema dei vizi capitali viene trattato in un intreccio tra i contenuti biblici, quelli etici e quelli spirituali, con le possibili implicanze psicopatologiche, che talora emergono nel comportamento vizioso. Vengono forniti alcuni suggerimenti per uscire dalla pratica del vizio, illustrando gli atteggiamenti virtuosi che vi si oppongono e i possibili rimedi terapeutici posti nell'accompagnamento psicologico e spirituale del soggetto.