All'alba del ventesimo secolo, lo Stato del Bengala è la culla del movimento indipendentista indiano contro la dominazione britannica. Nikhil, proprietario terriero dall'indole mite e spirituale convinto che il tumulto che sta agitando il paese possa essere risolto in modo pacifico, vede presto irrompere la tensione anche tra le mura del suo palazzo: quando la moglie Bimala esce dall'isolamento del gineceo per fare la conoscenza di Sandip, leader radicale pronto a utilizzare qualsiasi mezzo per ottenere l'indipendenza, la donna rimane inevitabilmente attratta dal suo carisma e dalle sue idee in merito al futuro del paese. Si delinea così un pericoloso triangolo, in cui i due uomini, che rappresentano due modi differenti di interpretare la causa indiana contro l'imperialismo, diventano rivali anche nel campo degli affetti. Intanto Bimala, che insieme alla coscienza politica vede risvegliarsi il suo anelito verso l'emancipazione femminile, dovrà cercare di risolvere quell'opposizione tra «la casa e il mondo», apparentemente inconciliabile. Con una prosa elegante e raffinata, il romanzo tratteggia un personaggio femminile forte, coinvolgente sia dal punto di vista emotivo che da quello simbolico.
Inghilterra, 1601. La regina Elisabetta I sta per morire, senza figli. Il suo regno non ha eredi, e i potenziali successori cominciano a tramare segretamente. Il primo candidato è re Giacomo VI di Scozia, ma c'è un problema: le spie della regina temono che Giacomo non sia ciò che sembra. Ha tutte le ragioni per affermare di essere protestante, ma se condivide segretamente il cattolicesimo della sua famiglia, allora quarant'anni di guerra di religione saranno stati inutili. Qual è la vera fede di Giacomo VI? Tocca a Geoffrey Belloc ideare un test per scoprirlo. Belloc arruola Mahmoud Ezzedine, un medico musulmano rimasto in Inghilterra dopo l'ultima visita diplomatica dell'Impero ottomano, come suo agente sotto copertura. È l'uomo perfetto per il lavoro: è un outsider, bloccato su quest'isola fredda, umida e primitiva da anni. Farà quasi di tutto per tornare a casa da sua moglie e suo figlio.
Visionario e carismatico, "innamorato della religione", Huston Smith ci conduce all'incontro con le grandi religioni dell'uomo con l'impatto emotivo di chi sa abbracciarle tutte. Figlio di missionari in Cina e grande viaggiatore, ha intuito prima di chiunque altro il nostro essere "cittadini del mondo" e dunque l'urgenza di conquistare un angolo di visuale più ampio grazie all'ascolto delle religioni altrui. La lettura di questo libro rappresenta un viaggio nel tempo e nello spazio, accompagnati da proverbi cinesi, racconti indiani, aforismi giapponesi, versetti biblici, citazioni shakespeariane e potenti immagini metaforiche. Un vero e proprio pellegrinaggio dell'anima da cui scaturisce una visione globale della vita. Nato come serie televisiva americana, "Le religioni del mondo" è un libro che spiega perché le grandi religioni del mondo sono nate e perché, soprattutto, continuano a esistere.
Non tutti i giorni si incontra un uomo che corre nudo lungo la strada. Ma Sookie Stackhouse sa bene che non si tratta di un semplice vagabondo ma di Eric, il capo di Bill: un vampiro terribile e senza cuore, ora stranamente terrorizzato e in preda a una singolare forma di amnesia. Nonostante la sua pessima fama, Sookie decide di aiutarlo e di difenderlo da coloro che gli hanno sottratto la memoria. Si ritroverà così a combattere streghe e licantropi che tenteranno in ogni modo di ucciderli entrambi. Ma il pericolo più grande è quello che corre il cuore della protagonista, tentata dalle attenzioni di un nuovo Eric vulnerabile e ancora più sexy cui sarà diffìcile resistere. Tanto più adesso, che il suo Bill è in Perù...
Domani, chi governerà il mondo? Gli Stati Uniti, la Cina, l'India, l'Europa, il G20, l'ONU, le multinazionali, le mafie? Quale paese, quale coalizione, quale istituzione internazionale avrà i mezzi per fronteggiare le minacce ecologiche, nucleari, economiche, finanziarie, sociali, politiche e militari che pesano sul futuro del mondo? Chi saprà valorizzare il formidabile potenziale delle diverse culture? Bisogna lasciare le redini del mondo alle religioni? Agli imperi? Ai mercati? O forse andrebbero restituite alle nazioni, chiudendo di nuovo le frontiere? Un giorno l'umanità capirà che la strada più vantaggiosa è quella di costituirsi in un governo democratico del mondo, che superi gli interessi delle nazioni più potenti, protegga l'identità di ogni cultura e l'interesse generale dell'umanità. Cogliendo le difficoltà di un sistema sempre più incapace di gestire le crisi economiche e le grandi questioni internazionali, Attali lancia la proposta di un "governo mondiale" a partire da dieci "cantieri" concreti: da un'alleanza per la democrazia a un codice mondiale. Un governo del genere esisterà un giorno. Dopo un disastro, o nel migliore dei casi al suo posto. È urgente iniziare a pensarci, per il bene del mondo.
Da quando gli esseri umani hanno cominciato a colonizzare i continenti, 60.000 anni fa, la mobilità è sempre stata una caratteristica della civiltà umana, nella costante ricerca di risorse e stabilità. La Storia è ricca di eventi globali sismici: pandemie e pestilenze, guerre e genocidi. Ogni volta, dopo una grande catastrofe, il nostro istinto ci spinge a muoverci in cerca di sicurezza fisica. La mappa dell'umanità non è stabile, né ora né mai. Di fronte a un clima sempre più imprevedibile, all'arrivo di nuove pandemie e a un'economia altalenante, quali saranno le aree da cui le persone fuggiranno e verso quali aree migreranno? Quali paesi le accetteranno e quali no? Quale sarà la mappa futura della geografia umana che tracceranno i miliardi di persone in vita oggi e i miliardi in arrivo? In questo libro autorevole e chiarificatore, il consulente di strategia globale Parag Khanna risponde a queste e ad altre domande sulla civiltà del futuro. Mostrando come le prime due rivoluzioni dell'umanità - quella agricola e quella industriale - ci abbiano condotto sulla soglia della terza rivoluzione: quella della mobilità e della sostenibilità. La sfida che abbiamo di fronte è quella di spostare le persone nei luoghi in cui si trovano le risorse e le tecnologie nei luoghi in cui le persone ne hanno bisogno. Alla radice di questa accelerazione della mobilità vi sono cinque fattori in particolare: gli squilibri demografici; la dislocazione economica; gli sconvolgimenti tecnologici; le crisi politiche e il cambiamento climatico. "Il movimento del mondo" è un'analisi affascinante sul futuro delle migrazioni: un testo che mette in luce tendenze profonde che plasmeranno l'economia e la società di domani, ma che soprattutto ci permette di identificare la nostra posizione sulla mappa in continua evoluzione dell'umanità.
Prefazione di Federico Rampini Traduzione Franco Motta e Cecilia Della Casa .
«Questo saggio va usato come un manuale per l’uso del Nuovo Mondo: può insegnarci a recuperare il senso del nostro ruolo di cittadini. Nella globalizzazione ci siamo spesso sentiti troppo piccoli e ininfluenti. Khanna ci spiega che possiamo contare molto, forse contiamo già molto, unendo le nostre forze per essere noi stessi gli attori della mega-diplomazia».
Dalla prefazione di Federico Rampini
Come si governa il mondo è un viaggio attraverso il mondo della diplomazia e della geopolitica del XXI secolo. Parag Khanna, direttore della Global Governance Initiative per conto della New America Foundation, consigliere per la politica estera di Barack Obama durante la campagna presidenziale, racconta la diplomazia del futuro e la geopolitica che dovrebbe guidare le scelte degli anni a venire.
Come si governa il mondo? Quali nuove forze politiche, economiche e sociali riusciranno ad imporre la propria visione sul pianeta? Come si affronteranno le crisi economiche, i conflitti armati, la fame, le malattie e le catastrofi ambientali nei prossimi anni?
In un’epoca globalizzata, segnata da poteri e pulsioni disgregatrici i vecchi equilibri e le anchilosate organizzazioni risultano sempre più incapaci di gestire le relazioni tra Stati e tra territori e persone. Dalle ceneri dell’egemonia di una sola potenza sta nascendo un “ecosistema ipercomplesso”, un “medioevo postmoderno” nel quale l’Est non sostituirà l’Ovest, la Cina non sostituirà l’America e il Pacifico non spodesterà l’Atlantico. Governare lo “spaesamento” di un mondo senza confini sarà la sfida di una nuova generazione di diplomatici. Infatti, fare buona diplomazia oggi significa stabilire relazioni in ogni modo possibile. Ecco che allora avranno un ruolo sempre più importante i filantropi, i policy makers, le multinazionali, le lobby, le ONG e tutti quei soggetti o gruppi di pressione che ben conoscono i meccanismi attraverso cui passano le decisioni di oggi e di domani. È venuto il momento, secondo Parag Khanna, di liberare tutte le energie per costruire la mega-diplomazia del futuro.
Parag Khanna, nato in India, è vissuto negli Emirati Arabi Uniti, USA, Germania. Laureatosi alla Georgetown University, sta svolgendo un Ph.D. in Relazioni Internazionali alla London School of Economics. Segnalato dalla rivista “Esquire” come una fra le settantacinque persone più influenti al mondo, ha lavorato per il World Economic Forum, ed attualmente dirige la Global Governance Initiative per conto della New America Foundation. Nel 2007 è stato Senior Advisor per gli Stati Uniti per le operazioni in Iraq e Afghanistan. È stato consigliere per la politica estera di Barack Obama durante la campagna elettorale. Collabora inoltre con varie testate giornalistiche, fra cui «New York Times», «The Guardian», e «Financial Times». Fazi Editore ha pubblicato nel 2009 il suo I tre imperi. Nuovi equilibri globali nel XXI secolo.
Nell'autunno del 1942 il ventitreenne Giaime Pintor ed Elio Vittorini, di undici anni più anziano, si incontrano a Weimar, al raduno degli scrittori europei organizzato dalla propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels. La città di Goethe e Schiller è la culla della nuova "civiltà" nata sotto le insegne del Terzo Reich. Ma proprio in quei giorni, quasi all'improvviso, le sorti della guerra sembrano capovolgersi. Tre storie e tre destini si intrecciano inaspettatamente: sono quelli di due tra i più conosciuti intellettuali italiani e del più crudele e implacabile ministro di Hitler. In questo esordio narrativo di Mauro Mazza, in bilico tra fiction e realtà, non tutto corrisponde alla verità storica dei fatti. Ma è come se tutto fosse vero. Tra scavo psicologico e ragioni del cuore si susseguono amori, separazioni, colpi di scena, lavorio degli 007 mentre le dittature vacillano e il Vecchio Continente va in pezzi. E se la missione affidata a Pintor dall'Intelligence inglese - recarsi a Lipsia in cerca di Ettore Majorana, scomparso portando con sé i segreti della bomba atomica - è frutto di immaginazione, anticipa solo di un anno l'incontro del giovane germanista con i servizi segreti anglosassoni. Un'opera prima che, con piglio romanzesco, trasforma in epico racconto la complessa personalità di Pintor, che nel dicembre del '43 sarebbe caduto combattendo nelle file degli Alleati.
L'impulso a conservare e venerare le parti del corpo dei santi defunti ha caratterizzato l'esperienza umana sin da quando Buddha perse il suo primo dentino e Giovanni Battista la propria testa. "La bottega delle reliquie" di Peter Manseau, con i suoi racconti su Gesù, Buddha, Maometto e una folla di altre anime sante, narra le storie nascoste di quei corpi che, nei secoli, hanno significato così tanto. Lungo questo viaggio incontriamo una californiana attirata in un convento di Gerusalemme dalla mano recisa di una suora, un esperto forense francese che gira per il metrò con la presunta costola di Giovanna d'Arco, due giovani fratelli siriani che imparano l'inglese nel cortile della moschea dove si conserva il pelo di barba di un profeta, scoprendo così molti particolari delle popolari e dubbie leggende sui santi defunti. Manseau ha scritto un libro toccante sulla vita, sulla molteplicità delle fedi e su come vita e fede si sostengano a vicenda. "La bottega delle reliquie" è un grande viaggio, che attraverso la profonda curiosità dell'autore e l'incontro con chi si prende cura dei morti, mette insieme un affresco delle religioni del mondo. Dietro un tono leggero e ironico emerge una profonda riflessione sull'indissolubile nesso tra dimensione spirituale e materiale: necessitiamo di simboli per sopravvivere e siamo noi stessi simboli.
Il Partito Comunista Cinese è determinato a rimodellare il mondo a sua immagine e somiglianza. Esso ha un solo obiettivo: vincere quella che considera una feroce guerra ideologica contro l'Occidente. Ai suoi occhi il mondo si divide tra coloro che possono essere conquistati e i nemici. Pezzi importanti dell'élite economica e politica occidentale sono già stati cooptati; molti altri, proprio in questo momento, stanno valutando se stringere o meno un "patto col diavolo". Attraverso il suo enorme potere economico e le sue operazioni segrete "di influenza", la Cina sta lentamente ma inesorabilmente indebolendo le istituzioni globali, prendendo di mira in modo aggressivo le singole imprese e minacciando la libertà di espressione nei campi delle arti, della cultura e del mondo accademico. Allo stesso tempo, i servizi di sicurezza occidentali sono sempre più preoccupati per le incursioni cinesi nella nostra infrastruttura di telecomunicazioni. "La mano invisibile", frutto di un lavoro meticoloso durato anni, espone il programma globale di sovversione del Partito Comunista Cinese e la minaccia che rappresenta per la democrazia. Combinando una ricerca scrupolosa con una prosa avvincente, Clive Hamilton e Mareike Ohlberg mettono a nudo la natura e la portata delle operazioni del Partito in tutto il mondo occidentale, portando alla luce le minacce alle libertà democratiche e alla sovranità nazionale in Europa e nel Nordamerica, e mostrano come possiamo respingere la pressione autocratica cinese.
Antiche parole ebraiche sono chiamate a parlare di questioni attuali. Mentre fa emergere il nesso tra economia, etica e politica, l'autrice segue il cammino dell'ebraismo odierno che sa dar voce alla propria saggezza millenaria per accogliere le nuove sfide del tempo globale. Le questioni della cittadinanza e dell'esilio, del rifiuto dell'altro e dei diritti, si alternano ai temi di ecologia e di bioetica. Ogni aforisma, ogni paragrafo, si offre separatamente alla lettura. Sta qui il fascino di queste pagine, scandite con ritmo quasi poetico, dove la passione si accompagna al rigore. Sullo sfondo di una lontananza quasi desertica, dove tutto assume contorni più precisi, risuonano le parole dei filosofi, di Spinoza e Wittgenstein, Arendt e Benjamin, Maimonide e Lévinas, che si coniugano con quelle di rabbini, poeti e kabbalisti, in una polifonia che restituisce il grande dialogo della tradizione ebraica.
Questo saggio di Vilém Flusser - il più grande filosofo della comunicazione di area germanica del xx secolo - è un'analisi delle "nuove immagini" prodotte nella società dei media. Immagini che sono "tecnoimmagini" perché realizzate nell'era della tecnica. E che hanno determinato una decisiva mutazione dell'orizzonte conoscitivo. L'attuale età dell'informazione non è, però, né una catastrofe, né una benedizione. È, più semplicemente, un nuovo modo di stare al mondo, che coinvolge ogni aspetto della vita umana: l'estetica, l'etica, la politica, la religione. A partire da questa concezione, Flusser elabora un grandioso e ambizioso affresco, a metà tra la rigorosa argomentazione filosofica e una visionaria previsione sul futuro dell'umanità. Un'utopia che non va considerata una semplice proiezione fantastica di cosa accadrà un domani, ma una critica di un presente che contiene già in sé le molteplici potenzialità future. "Immagini" è un libro a più dimensioni: affascinante e superficiale, illuminante e contraddittorio, freddo come la telematica e poetico come solo può essere il pensiero di un uomo, che, giunto al limitare della sua esistenza, è costretto ad accettare la sofferenza quale tratto distintivo della vita stessa.