"Siamo venuti al mondo ma non ancora alla luce. Nati a metà necessitiamo di portarci a compimento". Anche le parole dette, o non dette, contribuiscono a portarci alla luce. Quelle che abitano in questo libro sono parole che vorrebbero gettare luce negli ambiti legati particolarmente alla fatica del vivere, della crisi, del male e dell'ombra.
Di fronte all'indifferenza religiosa sempre più dilagante e di fronte all'emorragia di presenze dalla Chiesa, in alcuni nasce l'inquietante domanda: "Il cristianesimo avrà un futuro?". Don Battista Borsato, autore molto apprezzato e seguito, ritiene che il cristianesimo avrà certamente un futuro, ma sarà un cristianesimo diverso da quello di oggi: vivremo un cristianesimo meno di massa e più di convinzione. Essere cristiani sarà una decisione libera senza il condizionamento di fattori esterni. Terminerà il regime di cristianità in cui tutto era cristiano. Questa situazione può spaventare e creare nella Chiesa delle reazioni negative. Se assunta invece nella linea del vangelo, essa apre la strada verso il volto di un cristianesimo nuovo. Non più la coincidenza tra società civile e religiosa, non più un'adesione scontata e dovuta al cristianesimo. All'interno di una proposta libera e gratuita si apre il tempo di un cristianesimo di grazia: è il grande travaglio che esso è chiamato a vivere. Prefazione di Raniero La Valle.
Raniero La Valle raccoglie in questo libro le più recenti lettere che raccontano il suo percorso politico e spirituale. Lettere infilate nei colli di bottiglia, chiuse con tappi a ceralacca e lanciate nel mare della modernità. Sono rivolte a chi ancora ha la mano dolce e cerca di ingentilire la storia con le sue passioni e accarezzare la terra. Sono lettere destinate al tempo che verrà, ai nuovi nati, alla generazione next, ai Millennial. Perché la salvezza sia sempre possibile. Nonostante la violenza, il razzismo, l'esclusione, la precarietà, il dissesto ambientale. Nonostante la deriva etnonazionalista e il rigurgito della guerra. Nonostante tutto questo, le lettere di Raniero La Valle riconnettono i fili di una memoria che merita d'arrivare lontano. Questa memoria è il regalo di un uomo che ha vissuto il male radicale (il fascismo, la guerra, l'idolatria del potere) e l'ha rigettato. È l'eredità di un testimone che si è fatto protagonista dell'edificazione di una società "altra" dove i diritti fondamentali, la libertà, la salute, la scuola, il lavoro, l'eguaglianza, la giustizia, la pace, fossero scritti per sempre sulle tavole del costituzionalismo post-bellico, ma anche nelle leggi e nelle prassi di vita. Ma è anche la lezione di un cristiano che - sulle orme di Giovanni XXXIII prima e ora di papa Francesco - si pone il problema di quale Dio professare. Non un Dio lottizzato, banalizzato, non il "dio tappabuchi" utilizzato comodamente dai potenti di turno per le finalità di un potere strumentale ma un Dio che è puro amore, che siede accanto al povero, al naufrago, al migrante, senza chiedere nulla in cambio. «E se ha un senso leggerle, è perché io sono uno dei pochi ormai che avendo vissuto "quel nostro Novecento" può ancora ammonire e gettare uno sguardo di trepidazione e d'amore su "questo vostro Duemila"».
Se c'è una parola che non perde mai di attualità questa è sicuramente la parola "liberazione". È su di essa che si sofferma il monaco benedettino, biblista e teologo della liberazione, il brasiliano Marcelo Barros, illuminandone il significato alla luce dei testi biblici e in particolare del tema giubilare, ma anche rispetto a quella riflessione in cui si è distinta la teologia latinoamericana a partire dall'inizio degli anni '70. In piena fedeltà al metodo tipicamente latinoamericano del "vedere, giudicare, agire" (prima osservando i "segni dei tempi" provenienti dalla realtà dei popoli, poi interpretandoli alla luce della Parola di Dio e infine traducendo tutto ciò in esortazioni e impegni concreti) Marcelo Barros riflette sul significato di una teologia e di una spiritualità liberatrici per il nostro presente, come risposta all'invito divino a trasformare il mondo e a costruire resurrezione laddove si incontrano oppressione e morte. Nella convinzione che la ricerca di liberazione sia una questione di fede, un tema teologale e teologico. E che, per questo, ogni autentica teologia cristiana non possa non essere, in qualche modo, una Teologia della Liberazione.
Raggiunti i 50 anni di lavoro teologico, il brasiliano Leonardo Boff, tra i Padri fondatori della Teologia della Liberazione e massimo esponente dell'ecoteologia, ha voluto cimentarsi in un'impresa inedita, un lavoro minuzioso durato due anni: ritradurre dal latino medievale l'Imitazione di Cristo, il libro più letto al mondo dopo la Bibbia, in uno stile più consono alla sensibilità attuale, cioè in un'ottica di superamento dell'interpretazione dualista propria della visione medievale del mondo, completandolo con un'ampia parte finale - la Sequela di Gesù - in linea con lo spirito contemporaneo, offrendo in tal modo una preziosa guida alla vita spirituale intesa come dimensione essenziale dell'essere umano, al di là di ogni appartenenza religiosa. Scritta nel 1441 dal venerabile Tommaso da Kempis, l'Imitazione di Cristo, opera che è stata letta e citata persino da figure come Freud, Jung e Heidegger, è composta da quattro libri (parti), a cui Boff ha voluto aggiungere un quinto, dal titolo "La sequela di Gesù nei cammini della vita", affiancando così due temi, l'imitazione e la sequela, che, pur elaborati in epoche diverse, si completano e si arricchiscono mutuamente. Perché, se il Gesù dell'Imitazione di Cristo è quello che parla all'interiorità umana, il Gesù della Sequela è quello che presenta un progetto di trasformazione totale e liberante dell'intera realtà, a cominciare dai poveri e all'interno della nuova visione del mondo offerta dai dati più certi delle scienze della vita e della Terra.
Attraverso notizie più o meno clamorose e meditazioni (da leggere e praticare) il libro illustra il mosaico che si è composto nel tempo intorno alla figura di Maria di Magdala. Tanti sono i documenti perduti o falsati e il cammino è ancora irto, intriso di miti e leggende. Percorrendo le 19 meditazioni, emergono i diversi volti di Maria di Magdala, primo tra tutti quello di una femminilità che diventa soggetto spirituale, teologico, ed anche sociale. Numerosi i segnali della Sua presenza, scoperte di innumerevoli giacimenti (canti, preghiere, opere d'arte) e tracce disseminate da Oriente a Occidente (chiese, luoghi santi, santuari) che attestano tradizioni e devozione antiche. Un patrimonio, finora tenuto nascosto e sconosciuto ai più, che oggi diventa memoria viva, sulla scorta della rinnovata dignità che papa Francesco ha riconosciuto alla Santa (con la Festa a lei dedicata del 22 luglio).
Santi e peccatori, poveri e ricchi, uomini e donne di ieri e di oggi: testimoni che raccontano il loro incontro con il Maestro, Cristo. Un Vangelo narrato con la vita, da parte di chi ha sentito la Sua voce e ne è rimasto affascinato. Esperienze che ripropongono anche oggi l'antico interrogativo: "Voi, chi dite che io sia?".
In questo testo, snello, limpido e provocatorio, Matthew Fox presenta in estrema sintesi la sua visione di una spiritualità del creato che – con Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino, Ildegarda di Bingen e Meister Eckhart – recupera la tradizione di una mistica che si meraviglia e gode della vita e, al contempo, lotta per la trasformazione personale e sociale. Fox ci invita ad ascoltare la nuova storia della creazione, quella che ci viene offerta dalla scienza, per meravigliarci e imparare a riconoscere l’esistenza come una serie ininterrotta di doni e di benedizioni. La nostra epoca non è soltanto un tempo di declino, ma anche di grandi opportunità, spiega Fox, perché per la prima volta nella storia abbiamo una “storia cosmica” che può unire tutte le culture; si sta risvegliando il senso dello stupore mistico in relazione alla scienza e non contro di essa; le religioni del mondo si pongono fraternamente le une di fronte alle altre; la vera compassione torna ad essere al centro della vita spirituale. Un libro utile per chiunque ancora non conosca il pensiero del teologo americano e allo stesso tempo per quanti hanno già letto le sue opere, trovando in questo testo un vero e proprio “manuale” per diventare “mistici ribelli”.
La tesi degli autori del libro - John Shelby Spong, María López Vigil, Roger Lenaers e José María Vigil, quattro tra i nomi più prestigiosi, brillanti e amati della nuova teologia di frontiera - è che le religioni così come le conosciamo siano destinate a lasciare spazio a qualcosa di nuovo e non ancora facilmente prevedibile, ma sicuramente aprendo all'insopprimibile dimensione spirituale dell'essere umano un futuro ricco di straordinarie possibilità.In questo quadro, il cristianesimo riuscirà a trasformarsi nella fedeltà al messaggio di Gesù? Riuscirà a liberarsi di tutte quelle sovrastrutture che, spesso e volentieri, hanno finito per sovrapporsi al Vangelo?JOHN SHELBY SPONG è stato vescovo episcopaliano di Newark (U.S.A.) per 24 anni e i suoi libri hanno venduto più di un milione di copie. Nel 1998 ha formulato un appello per una nuova riforma in 12 tesi inviate ai principali responsabili delle Chiese del mondo.
Le vicende storiche che hanno determinato le divisioni interne al cristianesimo, hanno purtroppo disperso ricchezze spirituali che erano all’inizio un prezioso patrimonio comune. La speranza di ristabilire l’unità, voluta da Gesù (“… che tutti siano una sola cosa…”) è comunque già oggi realizzabile nel cuore di ogni credente, purché si compia il primo passo: conoscere meglio il cristiano altro da me.
Ci avvicina all’Ortodossia e alla sua spiritualità questo limpido scritto di p. Fiorenzo Reati, nel cui titolo il termine “cuore” è la chiave di lettura. E non potrebbe essere altrimenti poiché per la tradizione ortodossa esso è «il centro dell’esistenza umana».
«Una introduzione unica, densa, chiara, teologicamente precisa ed affascinante alla teologia bizantina. Il lettore può finalmente capire la differenza e la complementarità delle teologie ortodossa e cattolica: può iniziare a respirare la vita dello spirito con l’altro polmone, quello dell’Oriente.
Si avverte la competenza, la passione e l’esperienza dell’autore acquisita sul campo in 20 anni di vita vissuta in mezzo agli ortodossi con gioia e gratitudine» (p. Michel Evdokimov, prete ortodosso russo, figlio del celebre Pavel Evdokimov).
Sacerdote impegnato come parroco e come coordinatore provinciale di Libera, l'autore in questo suo nuovo libro affronta diverse tematiche: la strada (Cronache di costume); il palazzo (Cronache politiche); Il tempio (Cronache ecclesiali). Il filo rosso che le unisce è quella critica "implacabile" che nasce dalla convinzione che non si possa operare seriamente la rivoluzione morale dell'umanità senza realizzare l'intera trasformazione del suo ambiente sociale, e all'inverso che ogni rivoluzione esteriore sarebbe vana se non comportasse il profondo rinnovamento delle coscienze. Prefazione di Lucia Annunziata.
Ispirata al Libro di Tobia, l'opera è la narrazione di un cammino iniziatico e della ricerca della propria identità più profonda. Così ne parla la biblista Rosanna Virgili nella sua prefazione: "Un romanzo biblico in chiave sapienziale" ... "Le parole dell'autore vengono da tutta la letteratura biblica di cui il romanzo diventa una perenne silloge di citazioni e interpretazioni" ... "Un testo iniziatico di gradevole lettura, preziosa guida per un processo pedagogico". Tobias è il protagonista che affronta e supera nel viaggio diverse prove fino a quando scopre che i gravi problemi della sua famiglia (la cecità del padre e le sofferenze di Sara) non si trovano all'esterno ma dentro di lui. Grazie all'incontro con l'angelo e all'unione con Sara, Tobias può ritornare nella sua patria, nel suo vero sé, per aiutare la famiglia ad uscire definitivamente dal buio della propria "cecità".