L'Apocalisse sviluppa una delle cristologie più ricche ed elaborate dell'intero Nuovo Testamento. Se si considera, infatti, il solo dato statistico le attribuzioni cristologiche del libro sono di gran lunga superiori a molti altri scritti. Ugualmente le sfumature e la valenza dei diversi appellativi dati a Gesù presentano una vasta gamma di significati e implicazioni di carattere cristologico, ecclesiale, sociologico, escatologico e culturale in genere. Questo studio affronta aspetti che attraversano l'intera opera fornendo uno sguardo d'insieme sulla persona di Cristo. In particolare, vengono presi in esame i titoli «Figlio dell'uomo» e «Cristo-Agnello», i temi del giudizio e del regno, la metafora matrimoniale come immagine del rapporto di Gesù con la Chiesa. Infine, a partire dalla prima qualifica cristologica «il martire fedele», si rilegge la vicenda di Cristo morto e risorto in rapporto alla Chiesa e si considera l'intera rivelazione dell'Apocalisse nella sua valenza cristologica.
Il volume si propone di valorizzare la ricchezza teologica del Salterio leggendo i salmi dalla prospettiva del corpo umano: la salute o la malattia fisica, infatti, non esprimono solo una condizione biologica, ma raccontano l'intricata rete di affetti e sentimenti che attraversano la vita dell'orante. L'attenzione al linguaggio somatico non solo è imprescindibile ai fini della comprensione del mondo evocato dai singoli poemi, ma è la chiave di lettura per cogliere la profondità della preghiera biblica che esprime le cose spirituali in termini carnali. In queste pagine, in cui l'esplorazione della Scrittura assume l'umano come cifra interpretativa ed epifanica del mistero di Dio, è costante il confronto con la tradizione patristica e spirituale, perché questo immenso e vivo patrimonio offre all'uomo di oggi ricche suggestioni e profonde intuizioni teologiche, oltre che interessanti spunti per la pastorale.
La prima parte del volume delinea le coordinate storico-letterarie del quarto vangelo e offre le informazioni generali sull'opera, dalla formazione alla struttura, dallo stile letterario al contesto della composizione. La seconda parte è invece più marcata dall'esegesi e dalla teologia; in particolare, l'analisi di alcuni testi consente di comprendere il cammino dell'uomo nel Vangelo di Giovanni nel senso di un percorso di ricerca che ha come motivazione profonda «imparare a credere». Dalla prima parola che Gesù rivolge a due discepoli che lo seguono («Che cosa cercate?») sino al momento supremo, quando rivolgendosi a Maria di Magdala, il Risorto le chiede: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?», l'autore del quarto Vangelo costruisce il cammino dell'uomo come un itinerario che dalla ricerca di qualcosa arriva all'incontro con Qualcuno.
Il cofanetto propone in un unico CD formato MP3 le cinque conferenze del card. Gianfranco Ravasi, tenute nel febbraio e marzo 1997 e già disponibili in audiocassette, che vertono sulla figura di Gesù nel Nuovo Testamento:
I conferenza: Alla ricerca del volto di Cristo nel Nuovo Testamento.
II conferenza: «E voi, chi dite che io sia?»: il profilo di Gesù nei sinottici.
III conferenza: «In principio era la Parola»: divinità e umanità del Cristo giovanneo.
IV conferenza: «Nato dalla stirpe di Davide...». Figlio di Dio con potenza: Paolo e Cristo.
V conferenza: I mille volti di Cristo nell’unica realtà della sua persona.
Sommario
I conferenza. Sabato 22 febbraio 1997. Alla ricerca del volto di Cristo nel Nuovo Testamento. II conferenza. Sabato 1 marzo 1997. «E voi, chi dite che io sia?»: il profilo di Gesù nei sinottici. III conferenza. Sabato 8 marzo 1997. «In principio era la Parola»: divinità e umanità del Cristo giovanneo. IV conferenza. Sabato 15 marzo 1997. «Nato dalla stirpe di Davide...». Figlio di Dio con potenza: Paolo e Cristo. V conferenza. Sabato 22 marzo 1997. I mille volti di Cristo nell’unica realtà della sua persona.
Note sull'autore
Gianfranco Ravasi, del clero ambrosiano, biblista di fama internazionale, autore di opere scientifiche e grande divulgatore, dal 2007 è presidente del Pontificio consiglio della cultura e della Pontificia commissione di archeologia sacra. È stato creato cardinale da papa Benedetto XVI nel concistoro del 20.11.2010. Noto esegeta, già prefetto della Biblioteca Ambrosiana, è stato predicatore agli esercizi spirituali in Vaticano nel 2013.
Dall'Antico al Nuovo Testamento, fino all'attuale vita della Chiesa il termine 'servizio' ritorna costantemente: "Sono rimasto sorpreso dalla felice convergenza sul senso che la parola assume all'interno della Bibbia (per esempio, il senso liturgico di servizio a Dio), ma anche dal riemergere, a distanza di secoli, di immagini che esprimono la carità incondizionata di una Chiesa che si fa serva, la 'Chiesa con il grembiule' come si è espresso ai nostri giorni mons. Tonino Bello e come si era espresso san Basilio al tempo di un cristianesimo ancora giovane." (dall'Editoriale di p. Alfio Filippi)
«O Dio, spezza loro i denti in bocca!». Nel libro dei Salmi, vetta poetica dell’Antico Testamento, ricorrono talvolta anche espressioni crudeli e violente, imprecazioni contro i nemici e frasi di vendetta. Si tratta di termini e modi di dire molto lontani dalla sensibilità contemporanea e talvolta così aggressivi da aver subito la «censura» della liturgia. In questo volume, Wénin esamina ogni singolo salmo, precisa di chi è la voce violenta e chi sono i suoi avversari o i suoi interlocutori; indaga inoltre la comprensione che l’uomo ha di sé nella sofferenza o nell'impotenza, la sua relazione con Dio, i suoi timori e le sue attese di aiuto. Il primo interesse del commento è dunque capire che cosa dice la voce minacciosa e aggressiva e perché utilizza quelle espressioni. Dalla risposta a queste domande si può procedere con il passo successivo: chi può aver pregato e chi può pregare ora con salmi come quelli?
Le scoperte dei manoscritti del Mar Morto e dei testi degli gnostici egiziani a Nag-Hammadi hanno permesso una svolta decisiva nella conoscenza degli sviluppi della dottrina nelle prime comunità cristiane. Alla ricostruzione del periodo arcaico della storia della Chiesa è dedicato questo volume, apparso per la prima volta in Francia nel 1958 e aggiornato dall'autore per l'edizione italiana. Danielou descrive e organizza la complessa realtà etnica, sociologica e culturale - di origine giudaico-pagana - del cristianesimo primitivo, che pima di esprimersi nelle forme dell'ellenismo ha conosciuto un'originaria espressione di struttura semantica.
Questo libro è dedicato alla testimonianza biblica sulla speranza nella risurrezione dei morti. Partendo da vari testi paolini nei quali l’apostolo riprende e commenta la tradizione precedente, un capitolo iniziale determina il grande orizzonte che orienta e dà una prospettiva alla speranza nella risurrezione. Muovendo da questo orizzonte, i capitoli successivi affrontano tre ambiti della testimonianza biblica sul tema: la variegata tradizione israelitica, la tradizione sulla missione di Gesù e la tradizione sull’antico modello messianico del cristianesimo primitivo.
Prefazione di Romano Penna.
Il quarto Vangelo, comunemente attribuito a Giovanni, costituisce fin dalle origini un riferimento fondamentale per il discorso cristiano, ma basandosi solo su di esso può risultare difficile riuscire a dialogare con ebrei, musulmani, buddhisti o agnostici. Per questo, Benoît Standaert pone al testo tre domande: la prima è di natura letteraria e riguarda l'organizzazione del quarto Vangelo, la sua composizione e la sua finalità; la seconda ruota attorno alla sua storicità e all'affidabilità del suo autore; la terza cerca di indagare la possibilità di un dialogo con chi non è cristiano. Questo studio analizza dunque da vicino la forza e la debolezza, la bellezza ma anche i limiti del Vangelo di Giovanni proprio sul piano della relazione con chiunque pensi diversamente da esso o dalla tradizione che ha voluto trasmettere. La conclusione dovrebbe condurci a una maggiore ammirazione per ciò che l'editore giovanneo ha prodotto come opera letteraria e teologica, ma anche a una maggiore vigilanza riguardo ai rischi che può portare una lettura non critica del testo.
Descrizione
Tra i problemi posti dalla critica letteraria al Protovangelo di Giacomo c’è l’autonomia dei capitoli 22-24 rispetto ai precedenti e l’eventuale loro fonte: infatti queste ultime pagine, occupandosi quasi esclusivamente di Zaccaria, sembrano discostarsi dai personaggi che finora avevano animato la narrazione protogiacobea (Anna e Gioacchino, Maria e Giuseppe), assieme a qualche altra figura di contorno (Ruben, Giustina, i figli di Giuseppe, il sommo sacerdote, Annas, l’ostetrica, Salòme, i magi...). Secondo alcuni studiosi di ambito tedesco, seguiti da diversi altri, i capitoli finali proverrebbero da un documento a parte, che è stato chiamato Apocryphum Zachariae, inserito tardivamente nel corpo del testo e del quale costituirebbe una delle tre sezioni corrispondenti ad altrettanti documenti: il primo, il più ampio, riguarderebbe la vita di Maria (cc. 1-16), il secondo si occuperebbe di Giuseppe e di qualche altra persona al momento della nascita del figlio di Maria (cc. 17-21) e il terzo sarebbe appunto l’Apocrifo di Zaccaria (cc. 22-24).
Sommario
Ingresso. I. Il comando di Erode e la paura delle madri (Protev. 22). II. La morte di Zaccaria (Protev. 23). III. Il dolore e l’elezione (Protev. 24). IV. L’autore e il titolo (Protev. 25). V. Il congedo. Bibliografia. Indice degli autori recenti. Indice delle citazioni.
Note sull'autore
Gilberto Marconi, docente di Letteratura cristiana antica all'Università degli studi del Molise, è membro del collegio dei docenti del dottorato di ricerca in Poesia greca e latina in età tardo antica e medievale dell’Università degli studi di Macerata e delegato responsabile dell’Università degli studi del Molise presso il Centro Internazionale di Poesia Greca e Latina in età tardo antica e medievale. Collaboratore di Biblica, Gregorianum, Rivista biblica e Henoch, per EDB ha pubblicato Lettera di Giuda – Seconda lettera di Pietro (introduzione, versione, commento, 2005), Anna e Gioacchino. I nonni materni di Gesù. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 1-5 (2017), La nascita del Messia. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 17-21 (2017); L’infanzia di Maria. Dal tempio alla casa di Giuseppe. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 6-10 (2019); Dall’annunciazione al processo. Una gravidanza tra trepidazione e pianti. Indagine sul Protovangelo di Giacomo 11-16 (2020).
Questo libro si propone di individuare in quale modo, nella seconda metà del I secolo d.C., gli evangelisti sentono il bisogno di consolidare il senso identitario delle comunità cristiane alle quali appartengono. Dopo la distruzione del tempio di Gerusalemme, nel 70 d.C., i seguaci del nuovo movimento sorto dopo la morte e la risurrezione di Gesù di Nazaret avvertono la necessità di fare memoria delle loro origini e ribadiscono nella fede nel Cristo risorto ciò che li distingue dai giudei e dai gentili. La prima parte del volume prende in esame i racconti evangelici della risurrezione per enucleare la prospettiva teologica con la quale ciascun evangelista contribuisce a definire l'identità della comunità destinataria del suo scritto. La seconda parte esamina le tradizioni della scoperta della tomba vuota e degli incontri tra i discepoli e il Risorto, infine l'ultima parte riassume le conseguenze cristologiche, teologiche ed etico-antropologiche della risurrezione di Gesù.